Politecnico di Milano: sull’eGovernment l’Italia fatica a tenere il passo con l’Europa

Il nostro Paese è caratterizzato da un basso livello di digital skill e da uno scarso utilizzo di internet. L'efficacia percepita dell’azione della Pa da parte della popolazione è ancora molto bassa

Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano.
Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano.

L’eGovernment Benchmark Report 2020 della Commissione Europea è un’analisi sullo stato dei servizi digitali – soprattutto quelli pubblici – nei vari Paesi europei, analisi alla quale da 6 anni contribuisce anche il Politecnico di Milano.
L’ultima edizione evidenzia come l’Italia abbia migliorato i suoi servizi negli ultimi anni, soprattutto per quanto riguarda la capacità della pubblica amministrazione di sfruttare il potenziale dell’Ict: sotto questo profilo, il nostro Paese è nella media europea, e si posiziona 18° fra i EU27+. Ben differente, però, l’utilizzo di questi servizi  di eGovernment, ancora molto limitato: solamente 1 cittadino italiano su 4 (25%) si interfaccia con la Pa tramite servizi digitali. Nel resto dell’Europa la media è del 60%, fatto che posiziona l’Italia all’ultimo posto.

Nell’analisi, il Politecnico ha applicato il modello benchlearning per dare un senso ai risultati, un modello che analizza le performance sulla base di due indicatori: Penetration, che misura il grado di diffusione del canale online tra gli utenti che hanno la necessità di utilizzare i servizi pubblici, e Digitisation, la capacità della Pa di sfruttare adeguatamente le potenzialità offerte dall’Ict. Applicando questo modello di analisi, l’Italia risulta posizionata peggio rispetto ad altri Paesi con caratteristiche simili, soprattutto in relazione all’automazione dei processi e all’interoperabilità delle applicazioni che permettono una riduzione sostanziale degli adempimenti a carico dei cittadini. In questi Paesi la strategia di diffusione dell’eGovernment sembra concentrarsi maggiormente nel cercare di limitare le interazioni tra la Pa e il cittadino ai servizi con maggior valore aggiunto.







«Alcuni fattori di contesto rappresentano senz’altro un freno per chi è deputato a governare la trasformazione al digitale del nostro Paese ed è importante orientare gli investimenti per colmare questi gap, ma non possono essere presi come unica scusante», ha spiegato Giuliano Noci, prorettore del Politecnico di Milano e responsabile del gruppo di ricerca sull’eGovernment. «È necessario lavorare per rendere sempre più semplici e funzionali i servizi digitali della Pa e per mettere in condizioni tutti gli enti, anche i più piccoli, di poterli offrire ai propri cittadini».














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