EssilorLuxottica: in ripresa dalla crisi industriale post pandemia

di Felice Meoli ♦︎ Viaggio nei nuovi numeri e nelle prospettive del colosso manifatturiero (17,4 miliardi di ricavi e 150 mila dipendenti) creato da Leonardo Del Vecchio che intanto si dedica a Mediobanca e avventure finanziarie. E a proposito di GrandVision....

Leonardo Del Vecchio

Che fine farà Luxottica? Se lo sono chiesti in molti dopo il tracollo di inizio estate dovuto allo stop da Pandemia. E con viva preoccupazione, perché la creatura di Leonardo Del Vecchio, da qualche tempo fusa con la multinazionale francese Essilor, è una delle principali realtà industriali italiane. Nel 2019 EssilorLuxottica registrava un utile netto di 7 milioni di euro in poco più di una giornata. Nel 2020, è stato il risultato complessivo del primo semestre dell’anno. Un calo dei profitti di oltre il 99% per il colosso globale delle lenti e dell’occhialeria, una situazione inedita, che ha interrotto le attività di produzione e vendita del gruppo italo-francese. Ma sebbene non ci sia ancora un outlook per il terzo e il quarto trimestre, la fase più critica sembra ormai superata, e il gruppo ha invertito la rotta con la riapertura di stabilimenti e negozi in giro per il mondo. La crisi dei ricavi non ha portato, comunque, a una crisi di fiducia. Ad aprile la società aveva registrato un calo di vendite del 70% rispetto al 2019, ma a maggio il lancio di obbligazioni per complessivi 3 miliardi di euro ha registrato richieste fino a 11 miliardi.

Il modello di business che oggi caratterizza il gruppo lo rende antifragile e in grado di rispondere agli shock esterni. L’integrazione verticale di Luxottica, dallo sviluppo del prodotto, attraverso la produzione, la logistica e fino alla distribuzione, ha permesso di ammortizzare gli scossoni che le catene del valore mondiali hanno fronteggiato in questi mesi. L’integrazione orizzontale con Essilor, invece, ha permesso di rimanere in prima linea tra i prodotti di cui il mercato ha necessità: non solo accessori iconici e montature all’avanguardia, ma soprattutto lenti oftalmiche, strumenti per la cura della vista e prodotti per la correzione visiva che negli ultimi anni hanno cambiato la mission originaria del gruppo di Agordo, testandone la sua resilienza nel contesto della pandemia. Un’evoluzione strategica che non ha ancora sprigionato tutte le possibili sinergie, ma che ha convinto il management, nonostante la delicata congiuntura, a proseguire sulla strada della crescita esterna mettendo nel mirino un altro attuale concorrente globale, ovvero la catena olandese GrandVision. Un’operazione al momento ferma in tribunale e che potrebbe rendere il gruppo davvero troppo grande, almeno in Europa. E la cui conclusione, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere condizionata alla cessione di alcuni asset per rispondere alle richieste delle autorità Antitrust.







 

I numeri del lockdown e la ripresa a “V”

Nel primo semestre 2020 EssilorLuxottica ha registrato ricavi per 6.230 milioni di euro, in calo del 29% rispetto ai ricavi del primo semestre 2019. Questa riduzione è stata il risultato diretto delle misure di lockdown messe in atto in tutti i mercati per fronteggiare l’epidemia di Covid-19. L’utile lordo sulla percentuale delle vendite è stato del 56,9%, mentre l’utile operativo è stato pari al 2% delle vendite. L’utile netto attribuibile agli azionisti della capogruppo è stato di 7 milioni di euro, con un calo anno su anno di oltre il 99 per cento: nel 2019 era stato registrato un utile netto di 1.047 milioni di euro. Tuttavia, è stato registrato un recupero costante mese dopo mese a seguito delle riaperture dei negozi nella maggior parte dei mercati. Alla fine di giugno, EssilorLuxottica ha riaperto tutte le fabbriche e i laboratori e circa il 90% dei suoi negozi, e segnali positivi di ripresa sono stati registrati in tutti i mercati, seppur con modalità diverse a seconda dei Paesi. La Francia e l’Italia hanno mostrato una cosiddetta ripresa a “V” che ha portato a una crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente degli ordini del segmento vista in meno di due mesi. Anche gli Stati Uniti hanno recuperato rapidamente. La Cina e la Corea del Sud, che sono entrate per prime nell’emergenza Covid-19, hanno registrato un’accelerazione più graduale seguita da una stabilizzazione dei tassi di crescita su base annua. Le prime evidenze a seguito delle riaperture hanno mostrato che i negozi sulle vie principali hanno ottenuto migliori risultati rispetto a quelli conseguiti dai punti vendita nei centri commerciali, con tassi di conversione più alti nonostante un traffico più basso della norma.

EssilorLuxottica. Ad aprile la società aveva registrato un calo di vendite del 70% rispetto al 2019, ma a maggio il lancio di obbligazioni per complessivi 3 miliardi di euro ha registrato richieste fino a 11 miliardi

 

La strategia industriale della filiera completa e le sue conseguenze in termini di reazione allo shock

Il modello di business che oggi caratterizza il gruppo lo rende antifragile e in grado di rispondere agli shock esterni. L’integrazione verticale di Luxottica, dallo sviluppo del prodotto, attraverso la produzione, la logistica e fino alla distribuzione, ha permesso di ammortizzare gli scossoni che le catene del valore mondiali hanno fronteggiato in questi mesi. L’integrazione orizzontale con Essilor, invece, ha permesso di rimanere in prima linea tra i prodotti di cui il mercato ha necessità: non solo accessori iconici e montature all’avanguardia, ma soprattutto lenti oftalmiche, strumenti per la cura della vista e prodotti per la correzione visiva

EssilorLuxottica è un gruppo globale attivo nella creazione, produzione e commercializzazione di lenti, montature e occhiali da sole. La società combina i 33 stabilimenti produttivi di lenti di Essilor e i 15 stabilimenti produttivi di montature di Luxottica, oltre ad alcune centinaia di laboratori di prescrizione, centri di ricerca e sviluppo e altre piattaforme di assemblaggio prodotti. In prossimità dei centri di produzione sono presenti anche i centri di distribuzione: 14 per Essilor, 4 per Luxottica. Completano l’integrazione verticale gli 11.000 negozi globali: in totale il gruppo da 17,4 miliardi di euro di fatturato impiega oltre 150.000 persone in tutto il mondo, a cui la società non ha fatto mancare il proprio sostegno nel difficile momento della pandemia. È stato creato infatti un fondo di 130 milioni di euro dedicato ai dipendenti e un piano di retribuzione di emergenza. Sono state messe in atto rapidamente misure per contenere i costi e preservare la cassa, sia nella gestione dell’emergenza sia a livello strutturale, tra cui riduzioni dei compensi e controllo delle spese di marketing, rinegoziazioni con fornitori e locatori, la sospensione della distribuzione dei dividendi, del programma di acquisto di azioni proprie, di investimenti e nuove acquisizioni.

A metà di marzo la società aveva lanciato un programma di buyback, con l’obiettivo di acquistare fino a 3 milioni di azioni. Ma a dieci giorni da lancio, “nel contesto della pandemia di Covid-19 e con il rischio di una prolungata incertezza”, ha deciso di interrompere il programma dopo aver acquistato 1,55 milioni di azioni proprie per un prezzo medio di 102,54 euro. L’obiettivo iniziale era di assegnare o trasferire le azioni ai dipendenti e ai dirigenti di EssilorLuxottica e di società controllate, in particolare nel contesto di piani di compartecipazione agli utili, bonus e premi di performance basati su azioni, piani di stock option e di azionariato diffuso dei dipendenti. Il 17 marzo, nel giorno del lancio del buyback, le azioni EssilorLuxottica erano scambiate a 96,90 euro. Un anno fa veleggiavano oltre i 130 euro, mentre oggi si attestano intorno ai 110 euro.

 

Una mission anticiclica che preserva la fiducia del mercato

Luxottica headquarter.la creatura di Leonardo Del Vecchio, da qualche tempo fusa con la multinazionale francese Essilor, è una delle principali realtà industriali italiane

A maggio la società ha lanciato un’emissione obbligazionaria per un importo complessivo di 3 miliardi di euro con tranche a 3,6, 5,6 e 8 anni e con cedola rispettivamente dello 0,25%, 0,375% e 0,5%, con un rendimento medio dello 0,46 per cento. La domanda ha raggiunto un picco di circa 11 miliardi di euro da investitori istituzionali, confermando la fiducia degli investitori. La vista è un bisogno essenziale e man mano che le misure di lockdown sono state rimosse nelle diverse geografie, la domanda inespressa per le cure oculistiche ha ripreso vigore. Nel primo semestre i ricavi della divisione Lenses & Optical instruments sono diminuiti del 23% su base annua, ma hanno chiuso quasi in parità su base annua nel mese di giugno, registrando un continuo miglioramento da aprile in poi. Per gli ordini vista si è registrato un recupero ai livelli pre-Covid in media in dieci settimane nei mercati dove è la riapertura è avvenuta prima, con gli ottici indipendenti che hanno guidato il recupero e supportato il product mix in molti Paesi. La divisione Sunglasses & Readers ha registrato ricavi in calo del 28% su base annua, beneficiando della significativa esposizione della divisione in Cina, primo tra i principali mercati a riaprire. Queste due divisioni attengono a Essilor, e con la produzione e commercializzazione delle lenti hanno performato meglio delle divisioni Retail e Wholesale che invece attengono a Luxottica. Il calo delle vendite di Essilor nel primo semestre è stato del 24%, quello di Luxottica del 33,2 per cento.

 

Dalla cura della vista alla cura del cliente

Le maggiori difficoltà in termini di vendite da parte di Luxottica rispetto a Essilor sono collegate alla tipologia di prodotto offerto. Se le lenti rappresentano dispositivi medicali, e dunque beni di prima necessità – i centri ottici sono per questo rimasti in larga parte aperti durante il lockdown -, non lo stesso può dirsi per le montature in senso stretto o per gli occhiali da sole. La divisione Retail ha registrato un calo del 27% su base annua, assistendo a una graduale ripresa a maggio e beneficiando comunque del buon momento di mercato dell’e-commerce. I negozi che hanno riaperto hanno mostrato una solida performance grazie a progressivi miglioramenti del traffico e un aumento dei tassi di conversione. La divisione Wholesale ha visto invece un calo del 43% su base annua con gli ordini che si sono progressivamente normalizzati negli ultimi due mesi del semestre a seguito della progressiva riapertura degli ottici indipendenti e dei grandi clienti, oltre ai due terzi delle circa 16.700 porte Stars attive alla fine del periodo. Il programma STARS (Superior Turn Automatic Replenishment System) offre un sistema avanzato di partnership con i clienti, proponendo i prodotti più adatti e assicurando livelli adeguati di scorte nei singoli punti vendita. Il programma gestisce per conto del cliente tutte le attività di scelta del prodotto, di pianificazione delle forniture e di riassortimento automatico dei prodotti all’interno del negozio attraverso sistemi informatici, nonché strumenti e tecniche di pianificazione. In netta crescita, come anticipato, l’e-commerce, che anno su anno ha raggiunto il 10% sulle vendite totali nel periodo, rispetto al 5% dell’anno precedente.

Risultati finanziari primo semestre 2020

Lo sviluppo delle sinergie tra i due gruppi

Nonostante la pandemia, è proseguito il percorso di integrazione tra Essilor e Luxottica, confermando l’obiettivo del management di realizzare sinergie nel range incluso tra i 420 e 600 milioni di euro sull’utile operativo nel periodo 2019-2023. Inoltre, l’intensificarsi della collaborazione tra le due società operative ha portato alla nascita di nuovi progetti, tra cui: il lancio in Italia nel mese di giugno di Ray-Ban Authentic, un “complete pair” che utilizza il brand Ray-Ban con le tecnologie delle lenti Essilor; l’espansione del cross-selling tra le piattaforme di Essilor e di Luxottica; l’avvio di programmi per la distribuzione integrata dei prodotti in determinati Paesi; lo sviluppo di EssilorLuxottica 360, un programma unico dedicato agli ottici indipendenti che combina le offerte di Essilor, Luxottica e EyeMed in Nord America, attraverso strumenti digitali come lo Smart Shopper, che migliora l’esperienza di acquisto offrendo un catalogo potenzialmente illimitato di prodotti e stili da mostrare al cliente e la possibilità di provare tutti i modelli e i colori, anche se non presenti in negozio, grazie a un sistema innovativo di virtual tryon; l’avvio dell’integrazione di FramesDirect.com e Sunglasses-Shop.co.uk, due insegne e-commerce specializzate nell’offerta di occhiali, in un’unica piattaforma online che si inserisce nel portafoglio marchi Retail della società; la creazione di un’unica piattaforma IT in tutta l’azienda.

 

Il nodo governance ancora irrisolto

Francesco Milleri, vicepresidente e ceo Luxottica

Sembra ancora lontano, invece, l’avvento di un unico Ceo, per il gruppo nato da una fusione nel 2017. Luxottica è guidata dal vicepresidente e Ceo Francesco Milleri, mentre Paul du Saillant è dallo scorso marzo l’amministratore delegato di Essilor, subentrato a Laurent Vacherot, in seguito alla truffa da 190 milioni di dollari subita in Thailandia. Prima di Vacherot, la società aveva visto anche le dimissioni del direttore finanziario Hilary Halper. In occasione della presentazione della semestrale, Paul du Saillant ha commentato così al riguardo: “Io sono un marinaio. A marzo siamo entrati in una grande tempesta. E come marinaio, quando hai una grande tempesta davanti, vuoi assicurarti di avere una barca molto buona, che sono convinto di avere. Abbiamo una barca a vela molto buona a Essilor, una barca a vela molto buona a Luxottica, e un’ottima barca a EssilorLuxottica. Essilor sta attraversando la tempesta con una buona nave e volevo assicurarmi che avessimo un equipaggio semplificato, molto efficiente, altamente competente, per guidare l’azienda attraverso la tempesta. Quando ho assunto l’incarico, ho semplificato la “parte superiore della casa” per renderla più snella, con una linea diretta di comando e un’organizzazione molto piatta. E così, anche con Francesco, abbiamo delle operation molto efficienti tra le due organizzazioni. Penso che si sia dimostrato essere una buona cosa. Abbiamo un’organizzazione chiara dove io e Francesco abbiamo ricevuto la delega al potere da Leonardo Del Vecchio e da Hubert Sagnières, per guidare insieme EssilorLuxottica. Francesco è l’amministratore delegato di Luxottica, un’azienda che conosce molto bene. C’è un team molto forte in Luxottica. E io guido Essilor. Penso che sia un modo molto robusto di navigare nell’attuale periodo. E poiché lavoriamo bene insieme, penso che questa sia una configurazione robusta verso il 2021”

 

Ma la crescita esterna non si ferma

EssilorLuxottica è un gruppo globale attivo nella creazione, produzione e commercializzazione di lenti, montature e occhiali da sole. La società combina i 33 stabilimenti produttivi di lenti di Essilor e i 15 stabilimenti produttivi di montature di Luxottica, oltre ad alcune centinaia di laboratori di prescrizione, centri di ricerca e sviluppo e altre piattaforme di assemblaggio prodotti

Mentre non si è ancora perfezionata l’integrazione tra le due società, si pensa già da un anno a una nuova acquisizione, di un nuovo peso massimo. Un’operazione che al momento è ferma in tribunale. A luglio dello scorso anno EssilorLuxottica aveva raggiunto un accordo con il fondo Hal per l’acquisizione dell’olandese GrandVision, catena ottica globale con oltre 7.200 negozi, 37mila dipendenti e 4 miliardi di fatturato. L’accordo prevedeva l’acquisizione del 76,7% del capitale a 28 euro per azione, con un costo complessivo dell’operazione di 7,2 miliardi, dei quali cinque e mezzo ad Hal, e i restanti per l’Opa residuale. Se l’acquisizione non fosse stata completata entro un anno, il prezzo sarebbe aumentato a 28,42 euro per azione, e se la transazione non venisse completata entro la fine di luglio 2021, l’accordo scadrà e HAL riceverà 400 milioni di euro da EssilorLuxottica. Nei mesi scorsi il gruppo italo-francese aveva puntato il dito contro la decisione di GrandVision di sospendere i pagamenti a proprietari di punti vendita e fornitori e di richiedere aiuti di Stato come un motivo per porre fine alla proposta di acquisizione ai termini definiti.

Il 18 luglio EssilorLuxottica ha intrapreso un’azione legale presso il Tribunale Distrettuale di Rotterdam per ottenere informazioni da GrandVision e valutare come la società olandese abbia gestito il business durante la crisi Covid-19, e in che misura la stessa abbia violato i termini del contratto di acquisizione. Il 30 luglio 2020, GrandVision e Hal hanno avviato un arbitrato contro EssilorLuxottica, per la quale si tratterebbe di un “palese tentativo di HAL e GrandVision di sminuire le violazioni di GrandVision dei termini del contratto di acquisizione e l’incapacità della stessa di fornire a EssilorLuxottica le informazioni richieste”. Ad agosto Il Tribunale di Rotterdam ha rigettato la richiesta del gruppo italo-francese di avere dati dalla catena di distribuzione olandese sulle sue politiche aziendali durante l’emergenza Covid e a inizio settembre EssilorLuxottica ha confermato che presenterà appello contro questa decisione. L’operazione resta intanto sotto la lente dell’Antitrust europeo, che a luglio ha interrotto temporaneamente la sua istruttoria. L’autorità garante della concorrenza della Ue non ha fornito dettagli riguardo all’interruzione dell’indagine. Si tratta della terza interruzione dell’istruttoria. Secondo alcune indiscrezioni riportate dal Financial Times, prima dell’interruzione dell’istruttoria Bruxelles avrebbe approvato in forma condizionata l’affare, richiedendo alla società italo-francese di cedere parti del business all’interno del mercato unico, per non pregiudicare la concorrenza nel mercato all’ingrosso di occhiali e lenti, e nella fornitura al dettaglio di prodotti ottici. Restano da ricevere le autorizzazioni anche da parte di Cile, Messico e Turchia, mentre è già stato ricevuto il via libera dalle autorità di Usa, Colombia, Russia e Brasile.














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1 commento

  1. Luxottica è sempre nei primissimi posti tra le imprese Italiane.
    Un plauso al padre di questa grande azienda, Del Vecchio, un grande imprenditore e soprattutto un grande uomo che anche durante l’emergenza sanitaria ha garantito lo stipendio ai sui dipendenti

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