Cloud e Smart Working: così Project Informatica punta al mezzo miliardo di fatturato

di Laura Magna ♦︎ Attraverso una consulenza personalizzata il system integrator trova soluzioni tagliate addosso alla singola azienda, di qualsiasi settore e dimensione. E alle Pmi vuole offrire in outsourcing tutta la parte It e digitale. La strategia di M&A: le operazioni con 3P Technologies, Ates Informatica, Personal Data, Techlit. Ne parliamo con il fondatore e ceo Alberto Ghisleni

M&A e mezzo miliardo di euro di fatturato. Sono gli obiettivi nel piano triennale di Project Informatica, uno dei maggiori system integrator italiani. O meglio, uno «skill integrator», per dirla con le parole del fondatore e ceo Alberto Ghisleni. Con sede a Stezzano, nella provincia di Bergamo, Project informatica è un abilitatore della trasformazione digitale delle imprese italiane, pubbliche e private. Lo fa attraverso una consulenza personalizzata che punta a trovare soluzioni tagliate addosso alla singola azienda, di qualsiasi settore e dimensione. Costruendo insieme ai clienti il percorso strategico di trasformazione dei loro processi aziendali e organizzativi, in cui vengono inseriti solo alla fine tecnologie e competenze It, on premise o cloud.

Di recente l’azienda lombarda ha rafforzato la partnership di lungo corso con Microsoft, creando una business unit dedicata alla consulenza, l’implementazione e la delivery dei prodotti del colosso Usa, con un focus specifico per le Pmi.







Nel radar di un fondo internazionale

Sede di Project Informatica

Nata nel 1990, dall’iniziativa di Ghisleni – che aveva rotto con il suo datore di lavoro e si era «messo in proprio con una scrivania in prestito nello studio di un mio cliente commercialista» – inizialmente Project commercializzava hardware e ha poi ampliato anche alla parte software. A luglio 2020, dopo trent’anni di crescita organica, è entrata nel portafoglio di Hig Europe, filiale europea del fondo d’investimento internazionale Hig Capital con oltre 44 miliardi di euro di capitale in gestione.

Un evento che ha corrisposto a un cambio di passo nella crescita: e infatti negli ultimi due anni il fatturato è passato da 100 a 350 milioni di euro con 600 dipendenti da 200; e mira al traguardo di 500 milioni di euro nel piano industriale. Ed è, l’ingresso di un fondo internazionale nel capitale, davvero singolare per quella che partiva come una microimpresa italiana, che difficilmente finisce dentro questi radar.

«Ma è stata una scelta reciproca – precisa Ghisleni – mirata dal mio punto di vista a garantire a Project una continuità che prescinda dalla mia presenza».

L’It in outsourcing per le Pmi

Alberto Ghisleni, fondatore e ceo di Project Informatica

Sul fronte dello sviluppo industriale, «a tendere, il nostro target privilegiato sarà sempre più la Pmi di fascia alta – racconta Ghisleni – a cui vogliamo sostanzialmente offrire in outsourcing tutta la parte It e digitale. Parliamo della tipica Pmi che non ha la forza per avere un suo It e noi possiamo soddisfare questa esigenza attraverso i nostri servizi gestiti. Possiamo farlo grazie alle nostre competenze, partnership e alla diffusione capillare sul territorio nazionale e non solo». La politica di M&A è servita proprio a costruire questa rete: infatti oggi Project è un polo di innovazione  composto da un ecosistema integrato di aziende specializzate in diversi settori della Digital Innovation, un network politecnologico di conoscenze e talenti, eccellenze verticali nei settori chiave dell’innovazione.

Grazie alla rete capillare di controllate sul territorio, «siamo in grado coordinare a distanza team estesi e verticalità differenti, con un ruolo di “orchestrator di competenze” visto che i contesti dei nostri clienti sono sempre più internazionali…occorrono capacità organizzative anche in scenari più complessi ed internazionali». E inoltre, nella struttura del gruppo sono state inserite via via tante aziende con verticalità ed esperienze specifiche. «Quindi abbiamo per ogni settore possiede team con skill in quell’ambito, che sappiano parlare il linguaggio del business specifico».

La tendenza a fare da polo aggregatore è nel dna di Project: tanto che le prime aziende sono entrate a far parte del gruppo ben prima dell’ingresso nel capitale del fondo Hic: Ates Informatica, azienda di Pordenone nel 2009; la bresciana Personal Data nel 2012. Con l’ingresso di Hig senza dubbio lo shopping ha subito un’accelerazione. E sono entrate nel gruppo la società di Cento Centro Computer e Techlit Scm. Infine sul finire dello scorso anno hanno fatto il loro ingresso come controllate, Sinthera specializzata in data center, digital workspace e security; Converge, specializza in soluzioni per la Pa e localizzata a Roma; e Extraordy, con focus sulla formazione.

Le acquisizioni per crescere

L’operazione M&A più recente di Project Informatica è stata l’acquisizione di 3P Tecnhnologies

L’ultima operazione risale invece a fine aprile e ha avuto come target 3P Technologies, che ha portato nuove competenze nel segmento delle tecnologie e soluzioni audio, video e multimedia già presidiato da Techlit. «Con Techlit – precisa Ghisleni – ci eravamo posizionati nel segmento in forte crescita delle piattaforme collaborative che trasformano il modo di lavorare creando spazi di lavoro integrati, smart e sostenibili. Con loro abbiamo aggiunto ulteriori competenze in sistemi audio, video e multimediali. La successiva acquisizione di 3P ha introdotto nuove competenze su verticali quali l’educational e il residenziale di lusso. E porterà il gruppo ad operare sempre più in progetti destinati al mercato estero». Infatti per la prima volta Project sta lavorando per clienti con sede in Europa e America Latina.

Tutte le acquisizioni seguono la stessa logica: sono scelte in base a territorialità, e alla capacità di introdurre competenze verticali aggiuntive rispetto alla nostra gamma. Quanto alle tecnologie, sono privilegiate tutte quelle abilitanti cybersecurity e cloud, i due trend che avranno la diffusione più grande nel futuro.

Project, il partner della trasformazione organizzativa e digitale dell’azienda Italia

Quello che fa Project, in qualità Advisor dunque, è «accompagnare le aziende nel loro processo di crescita digitale, con l’obiettivo finale di migliorarne la competitività. Parlando i diversi linguaggi del business sedendosi al tavolo con gli amministratori delegati, i responsabili finanziari, i direttori It, i direttori di produzione, i responsabile Hr, interpretando le diverse esigenze portando non solo cambiamenti tecnologici, ma anche organizzativi e strategici per le aziende nostre clienti

«Offriamo consulenza strategica in ogni ambito It: progettazione e implementazione di infrastrutture, hardware, software, reti, cloud, sviluppo applicativo e sicurezza, oltre a competenze specifiche in ambito di Industry 4.0. Siamo in grado, partendo unicamente da esigenze specifiche e  obiettivi  di  business, di sviluppare soluzioni end-to-end finalizzate al loro raggiungimento».

Come sta cambiando il mondo della produzione, grazie all’It

Ci sono delle direttrici chiave su cui si sta muovendo la trasformazione digitale delle aziende italiane. La prima è il cloud. «L’esperienza del cloud impatta sui processi decisionali delle aziende modificandone i razionali», dice Ghisleni. «Nell’ambito datacenter l’agilità e la scalabilità offerta dai servizi Infrastructure as a Service invita a cambiare approccio: in fase di disegno si sceglie di allocare le giuste risorse per farle  poi  scalare  all’esigenza, efficientando così i  costi  infrastrutturali e liberando capitali».

Il secondo obiettivo è quello di rendere più stabile, efficace e soprattutto sicuro lo Smart Working. «Di fatto riposizionandolo da mera necessità contingente a modello lavorativo di maggior produttività e soddisfazione, sia per l’azienda sia per il dipendente. A tal proposito l’obiettivo è utilizzare in maniera più spinta i sistemi di Collaboration, elemento sempre più preponderante e prezioso nell’ ottimizzazione e velocizzazione di tanti processi aziendali, sia operativi che decisionali». Ma è necessario innalzare in maniera decisiva il livello della Security, adottando approcci più consoni e appoggiandosi a servizi specifici ad alto valore. Con l’ obiettivo di rispondere in maniera realmente efficace alle cyber minacce, aumentando al contempo la resilienza aziendale.

«Il cyber-crime utilizza tecniche di attacco sempre più sofisticate ed è oggi una minaccia reale per le aziende. Nessuna esclusa», afferma il manager. «Si tratta oramai di vere e proprie organizzazioni criminali che si muovono in un contesto di impunibilità a livello globale e che realizzano fatturati miliardari anno su anno causando alle aziende importanti danni economici e reputazionali che possono comprometterne l’esistenza. La sicurezza informatica diventa così un elemento fondamentale di ogni iniziativa di innovazione digitale, sia essa legata al mondo del modern workplace e dello Smart Working, al mondo dell’infrastruttura e del data center o al mondo della produzione e dell’industria».

It: un mondo sempre più complesso

«Si tratta di un mercato che diventa sempre più complesso – conclude Ghisleni – perché richiede competenze sempre più spinte. Certamente gli ultimi fenomeni che hanno caratterizzato la nostra vita sociale ed economica, dalla pandemia alla guerra, hanno avuto per esso risvolti positivi. Perché le aziende per poter rimanere competitive hanno dovuto digitalizzarsi e accelerare nel percorso: la velocità che è sempre stata caratteristica fondante nel nostro business è ora ancora più importante. Le aziende come la nostra sono quelle che abilitano il cambiamento non solo nelle organizzazioni ma nell’intera società, sviluppando e introducendo competenze innovative che la scuola non sempre riesce a fornire nei tempi stretti che sono richiesti dall’evoluzione delle tecnologie e dei sistemi».

 

(Ripubblicazione dell’articolo pubblicato il 24 giugno 2022)














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