Come nasce uno pneumatico? Viaggio nell’innovazione di Pirelli, tra High value ed elettrico

di Marco de' Francesco ♦︎ Sostenibile, intelligente, autoriparante, silenzioso: è lo pneumatico della multinazionale guidata da Tronchetti Provera. Che viene sviluppato in co-progettazione con i carmaker: massima personalizzazione. Elect: linea per e-car, bassa resistenza al rotolamento. F1: da 13 a 18 pollici: maggior precisione nel cambio di direzione. La diversificazione territoriale e i servizi. Parla Mattia Bussacchini

Pirelli ha rinnovato il contratto con la Formula 1 fino al 2027

Il semaforo più famoso del mondo, quello delle gare di F1, si accenderà il 20 marzo, ad Abu Dhabi, per la stagione 2022. Le case automobilistiche stanno testando i bolidi. Una novità sarà rappresentata dagli pneumatici: non più da 13, ma da 18 pollici. Un cambiamento che non riguarda solo la dimensione dei cerchi, il profilo o la mescola delle gomme, ma le prestazioni: le macchine saranno più precise nel cambio di direzione, sia con l’asciutto che con il bagnato. Della partita è Pirelli, storica multinazionale (controllata per il 37% dal colosso cinese ChemChina) con sede a Milano e guidata dal Ceo e vicepresidente esecutivo Marco Tronchetti Provera, nonché una delle più grandi aziende manifatturiere operative in Italia. Per Pirelli, la fornitura dei nuovi pneumatici per la F1 è legata al primo e più importante pillar della strategia di crescita, e cioè la centralità dell’high value, il segmento che riguarda gli pneumatici da strada più grandi (dai 18 pollici in su), evoluti e innovativi. Ma che c’entra la F1 con i pneumatici delle auto da strada?

Ci si attende un rapido trasferimento tecnologico soprattutto per gli pneumatici del sub-segmento “prestige”, quello destinato a servire macchine come la Ferrari, la Lamborghini, la Maserati, la McLaren, la Pagani e la Porsche, e che vede attualmente Pirelli in una posizione dominante, con una quota del 50% del mercato globale. L’high value è un comparto in crescita, ed è quello che ha resistito meglio agli effetti della pandemia. Quanto al technology transfer, si è già verificato con gli avveniristici Pirelli Cyber Tyre, gli pneumatici intelligenti, capaci di leggere le condizioni dell’asfalto con i sensori: la tecnologia di base è quella della F1, dove i team elaborano i dati (anche della strada) grazie alla telemetria. Puntare sull’high value significa focalizzarsi sulla specializzazione richiesta dai segmenti alti del mercato: di qui gli pneumatici sostenibili, silenziosi, autoriparanti, oltre ai citati modelli intelligenti. E significa tenere conto di inevitabili differenze nell’offerta “territoriale”: la domanda Usa è, ad esempio, diversa da quella Eu.







Ma diviene sempre più rilevante un secondo pillar della strategia di Pirelli: la focalizzazione sui modelli per l’elettrico. In Italia a gennaio le vendite di auto full electric hanno raggiunto una quota del 3,4%, ma crescono (in via tendenziale) del 45,7%. In altri contesti europei, soprattutto nel Nord del Vecchio Continente, il green ha superato il diesel. Le case automobilistiche hanno creato linee di prodotto con alimentazioni elettrificate e Pirelli ha risposto introducendo una specifica tipologia di pneumatico contraddistinta dalla marcatura Elect. Fra gli elementi qualificanti, la bassa resistenza al rotolamento, che aumenta l’autonomia dell’auto riducendo i consumi. Di tutto ciò abbiamo parlato con il Senior Vice President Original Equipment di Pirelli Mattia Bussacchini.

 

Viaggio nell’innovazione in Pirelli. Come nasce uno pneumatico: la co-progettazione e i riflessi nel replacement

Il Senior Vice President Original Equipment di Pirelli Mattia Bussacchini

«Nel primo equipaggiamento, per noi è fondamentale sviluppare il progetto degli pneumatici insieme al carmaker. In pratica, tutto inizia anni prima rispetto al lancio sul mercato di un particolare modello di auto» – afferma Bussacchini. Questo perché gli pneumatici sono altamente personalizzati, e rispondono alle caratteristiche proprie di una macchina. Ad esempio, hanno pesi differenti e configurazioni specifiche: cambiando la posizione del motore – frontale, centrale o posteriore – varia la distribuzione del peso che impatta sull’impronta dello pneumatico e, di conseguenza, sulla dinamica del veicolo. Anche la coppia e la potenza del propulsore sono elementi di cui tenere conto. E a loro volta i sistemi di controllo – come Abs, Esp, Tpms – basano i loro calcoli sulle caratteristiche degli pneumatici di primo equipaggiamento. «Inoltre, solo uno penumatico sviluppato appositamente per una specifica vettura, assicura il funzionamento ottimale di tutti i componenti di ultima generazione, come la trazione integrale o i sistemi di ausilio alla guida o quelli ibridi» – continua Bussacchini.

La fase di co-progettazione dura dai due ai tre mesi. «Al di là delle prestazioni e dell’equilibrio, si cerca di ottenere il più alto grado di comfort». Segue una fase di sviluppo del prototipo e dei test, per la quale occorrono dai due ai tre anni. Questi ultimi riguardano la maneggevolezza sia su asciutto che su bagnato, l’aquaplaning, le prestazioni invernali, la resistenza al rotolamento, l’integrità e l’alta velocità. Infine, l’industrializzazione, che dura dai due ai sei mesi. Oggi, secondo Pirelli, sono fondamentali nella produzione degli pneumatici ad alte prestazioni tecnologie dedicate, processi e materiali. Dal punto di vista strategico, dunque, per Pirelli il rapporto strettissimo con le case automobilistiche è vitale. «La loro approvazione, e omologazione del nostro prodotto, infatti, non conta solo nel primo equipaggiamento. Ha un rilievo anche nel replacement, e cioè quando lo pneumatico va cambiato. L’utente finale, certo, può acquistare un’altra marca liberamente; ma sa che le performance dell’auto sono garantite solo dal prodotto omologato» – afferma Bussacchini.

 

La focalizzazione sull’high value

Il mercato degli pneumatici ad alte prestazioni ha un valore di 31 miliardi di dollari nel 2020 e dovrebbe raggiungere i 43 miliardi di dollari entro il 2026 e si prevede che registrerà un Cagr di oltre il 6,5%, durante il periodo di previsione, sino al 2026. L’aumento del reddito disponibile dei consumer che vivono nelle economie emergenti sta portando a una crescita della domanda di veicoli di maggiore capacità. Auto Mclaren Artura, la prima auto con pneumatico intelligente con sensore di Pirelli

Perché Pirelli punte sull’alta gamma? Il mercato globale, che di fatto è dominato da soli cinque player (oltre a Pirelli, ContinentalBridgestoneMichelin e GoodYear) è previsto in crescita (dalla società di consulenza Mordor Intelligence) dai 102 miliardi di dollari nel 2020 ai 122 miliardi entro il 2026, con un Cagr di oltre il 3%. Sempre per Mordor Intelligence, il mercato degli pneumatici ad alte prestazioni ha un valore di 31 miliardi di dollari nel 2020 e dovrebbe raggiungere i 43 miliardi di dollari entro il 2026 e si prevede che registrerà un Cagr di oltre il 6,5%, durante il periodo di previsione, sino al 2026. L’aumento del reddito disponibile dei consumer che vivono nelle economie emergenti sta portando a una crescita della domanda di veicoli di maggiore capacità. Inoltre per Mordor Intelligence l’Europa mostra una forte domanda di pneumatici ad alte prestazioni a causa della presenza di un gran numero di Oem come Bmw, Volkswagen, Ferrari, Daimler e Renault. Questi Oem si sono dotati di prodotti innovativi che soddisfano le esigenze dei clienti di veicoli e componenti sicuri, più puliti ed economici.

Vari importanti attori del mercato stanno investendo in nuovi prodotti per pneumatici ad alte prestazioni. Ad esempio, nel marzo 2021 Versalis, l’azienda chimica di Eni, e Bridgestone Emia hanno firmato un accordo di sviluppo congiunto per la ricerca, produzione e fornitura di gomma sintetica e nuovi gradi di elastomeri, inclusa la gomma stirene-butadiene (Sbr), per la produzione di pneumatici ad alte prestazioni. Infine per Mordor Intelligence la sostituzione di questi pneumatici rappresenta un’enorme opportunità per i produttori di tutto il mondo. I fornitori stanno investendo nel marketing per aumentare la loro visibilità come marchi, per sfruttare il redditizio mercato post-vendita.

 

La specializzazione

1)      Pneumatici sostenibili

L’ultima innovazione è quella degli pneumatici sostenibili. D’altra parte le gomme costituiscono un importante fonte di inquinamento. Comunque sia, Pirelli è la prima azienda al mondo a produrre una linea di pneumatici certificata dalla Fsc (“Forest Stewardship Council”), una ong internazionale che attesta i processi di corretta gestione forestale e la tracciabilità del prodotto. In pratica, si conferma che le piantagioni sono amministrate in modo da salvaguardare la diversità biologica e da apportare benefici alla vita delle comunità locali e dei lavoratori. Ma che c’entra Pirelli con tutto questo? La gomma naturale e il rayon presenti nello pneumatico Pirelli P Zero, progettato per la Bmw X5 xDrive45e Plug-In rispondono a tutti questi requisiti. «Questa certificazione ha richiesto parecchi anni – afferma Bussacchini – e il plant americano della Georgia (Usa) interessato è stato visitato più volte dalla Ong. D’altra parte, è chiaro che l’industria è diretta verso l’utilizzo di materiali sostenibili». Per Pirelli, però, la sostenibilità è una priorità, ma non un dogma. «L’utilizzo di materiali green non deve in alcun modo compromettere le performance e la sicurezza: solo a seguito di valutazioni su questi elementi imprescindibili, si può parlare di sostenibilità».

 

2)      Pneumatici intelligenti

Pirelli Cyber Tyre: un prodotto che, con un sensore posto nella parte interna del battistrada, trasferisce flussi di informazione (temperature, pressioni) alla centralina dell’auto, che elabora i dati e può adattare dinamicamente il comportamento della macchina ai risultati

Quanto al citato Pirelli Cyber Tyre, per Bussacchini «in Pirelli lo pneumatico intelligente è già realtà: lo abbiamo già “lanciato” per la McLaren Artura». Ma di cosa parliamo? «Di un prodotto che, con un sensore posto nella parte interna del battistrada, trasferisce flussi di informazione (temperature, pressioni) alla centralina dell’auto, che elabora i dati e può adattare dinamicamente il comportamento della macchina ai risultati. Semplificando, lo pneumatico “legge la strada”: ad esempio, comprende se si sta innescando un fenomeno di acquaplaning o se si sta effettuando una curva pericolosa». Secondo Bussacchini «lo pneumatico intelligente e connesso è uno degli elementi fondanti della guida autonoma. Per questo, è prevedibile una sua forte diffusione». Pirelli Cyber Tyre è la prova di quanto conti l’aspetto informatico nell’innovazione di prodotto: il flusso di dati viene elaborato da un software realizzato da Pirelli e integrato nell’elettronica dell’auto. Alcune funzioni sono destinate ai sistemi elettronici per calibrare le risposte della meccanica, altre vengono visualizzate sul cruscotto.

 

3)      Penumatici silenziosi

Grazie ad uno speciale materiale fonoassorbente posto nella cavità dello pneumatico, il rumore generato dal rotolamento viene fortemente attenuato, con una riduzione pari a due o tre decibel. Questa tecnologia si chiama Pncs (Pirelli noise cancelling system) ed è nata dall’idea di agire direttamente sulla zona di origine del ronzio.

 

4)      Pneumatici autoriparanti

Lo pneumatico smart di Pirelli “legge la strada”: ad esempio, comprende se si sta innescando un fenomeno di acquaplaning o se si sta effettuando una curva pericolosa

Anzitutto, il sistema Run Flat. Grazie a questa tecnologia l’auto rimane stabile in caso di perdita repentina di pressione, consentendo alla macchina di continuare a viaggiare per 80 km alla velocità massima di 80 km all’ora. Un’ora di autonomia, per permettere all’automobilista di cercare con tutta calma un’officina per la riparazione. Ma di che si tratta? Di rinforzi inseriti nelle pareti laterali della struttura interna, sostengono i carichi laterali e trasversali del veicolo, anche in assenza di pressione. Poi c’è Seal Inside, che consente di proseguire la marcia senza perdite d’aria anche in caso di forature fino a 6 mm. Come funziona? il mastice sigillante presente all’interno dello pneumatico forma una guaina che avvolge il corpo estraneo e impedisce così la fuoriuscita di aria e la conseguente perdita di pressione. Una volta che l’oggetto viene estratto, il mastice stesso sigilla il foro d’uscita.

 

5)      Penumatici dalla F1 al premium

Si accennava allo pneumatico da 18 pollici per la F1. «In realtà, avrà riflessi sul day-by-day, visto che sono pneumatici adatti alle vetture premium. Il motorsport è un laboratorio a cielo aperto. Si testano i materiali in un contesto sfidante, per poi riportare gli avanzamenti a disposizione del mercato. Non c’è, ovviamente, solo la f1. Si pensi ai rally, dove le auto sono quasi identiche a quelle comuni da strada. Quanto alle moto e alle bici, lì si utilizzano gli stessi penumatici dei campioni del mondo» – afferma Bussacchini.

 

La diversificazione territoriale e i servizi

Una novità della F! 2020 sarà rappresentata dagli pneumatici: non più da 13, ma da 18 pollici. Un cambiamento che non riguarda solo la dimensione dei cerchi, il profilo o la mescola delle gomme, ma le prestazioni: le macchine saranno più precise nel cambio di direzione, sia con l’asciutto che con il bagnato (Photo by Steven Tee / LAT Images)

«Necessariamente, Pirelli ha studiato una strategia di diversificazione territoriale. La domanda, infatti, cambia in relazione all’aera geografica. Ad esempio negli Stati Uniti, dove ci sono grandi spazi, per l’utente conta molto il chilometraggio. In Europa del Nord e in Russia, dove le temperature possono scendere parecchio sotto lo zero, la dotazione invernale (anche con pneumatici chiodati, per avere presa sul ghiaccio) è fondamentale. In Nord America poi, i Suv hanno una diffusione più grande che in Sud America. E l’auto green, in molte parti del mondo, non è destinata a riscontrare lo stesso successo che in Europa continentale. Di mezzo, ci sono le grandi distanze e i problemi di infrastrutturazione». Per Bussacchini, le informazioni provenienti dai mercati locali sono strategiche, anche perché «mentre nel primo equipaggiamento il cliente è il carmaker, nel ricambio è l’automobilista».

Ovviamente, occuparsi dell’alta gamma significa focalizzarsi sui servizi. Ci sono pacchetti che riguardano, ad esempio, l’assetto completo, e quindi la verifica della convergenza, della campanatura e dell’incidenza; ma anche il controllo della pressione, dei cristalli, dei tergicristalli, dell’avvisatore acustico e del livello dei liquidi; ancora, la possibilità di depositare gli pneumatici quando se ne sono acquistati set di stagionalità differente; inoltre, l’estensione della garanzia; infine, la sanificazione dell’autovettura.

 

Il secondo pillar della strategia di crescita: l’elettrico

Le case automobilistiche hanno creato linee di prodotto con alimentazioni elettrificate e Pirelli ha risposto introducendo una specifica tipologia di pneumatico contraddistinta dalla marcatura Elect. Fra gli elementi qualificanti, la bassa resistenza al rotolamento, che aumenta l’autonomia dell’auto riducendo i consumi

I volumi di Pirelli relativi al primo equipaggiamento sull’elettrico, nel primo trimestre del 2021, sono stati superiori di nove volte quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Come si diceva, Pirelli ha dato vita a prodotti che mostrano un’apposita marchatura, Elect.  Gli pneumatici per l’elettrico hanno caratteristiche peculiari, per rispondere alle differenze strutturali dei veicoli green, che pesano di più di quelli a motore termico, per via del pacco-batteria; inoltre, hanno una coppia molto elevata. Pertanto gli pneumatici hanno una bassa resistenza al rotolamento, che aumenta l’autonomia dell’auto riducendo i consumi. In secondo luogo sono molto silenziosi, per garantire il massimo comfort ed enfatizzare la quiete all’interno dell’abitacolo. Nelle auto elettriche, infatti, il motore non è più la principale fonte di rumore e per questo diminuire il suono prodotto dagli pneumatici consente una guida davvero silenziosa.

Infine, sono studiati per ottenere un grip immediato – per mordere l’asfalto all’istante, riducendo la potenza per un’accelerazione istantanea. A tutto ciò si aggiunge una speciale struttura dello pneumatico progettata per supportare il peso di un veicolo alimentato a batteria. Gli pneumatici Elect sono stati presentati per la prima volta al Salone di Ginevra 2019. La prima vettura ad essere dotata di questo tipo di pneumatici è stata la Porsche Taycan. Per Bussacchini «Pirelli sta affrontando la sfida sempre con la citata strategia della co-progettazione. Con carmaker di primo piano: Bmw, Mercedes, Porsche, Audi, Ford e Stellantis, ad esempio. Nonché con alcuni new-comers: brand che diventeranno grandi, perché la rivoluzione verde è destinata a mutare un panorama che prima sembrava molto stabile».

 

L’andamento di Pirelli: la ripresa del 2021 dopo il tonfo del 2020

Gli pneumatici Elect sono stati presentati per la prima volta al Salone di Ginevra 2019. La prima vettura ad essere dotata di questo tipo di pneumatici è stata la Porsche Taycan

Il 2020, com’è noto, è stato un anno difficile per l’azienda, dal momento che la sua attività è strettamente collegata ai risultati dell’automotive, il cui andamento aveva generato un calo di oltre il 15% del mercato globale degli pneumatici per auto. In sintesi, Pirelli ha chiuso il 2020 con revenue pari a 4,3 miliardi di euro, in diminuzione del 19,2% rispetto ai 5,32 miliardi ottenuti l’anno precedente. Altri parametri sono andati peggio: il margine operativo lordo adjusted, è calato da 1,31 miliardi a 892,6 milioni di euro (-31,9%); e gli utili netti sono risultati decimati, da 457,7 milioni a 42,7 milioni. Insomma, un annus horribilis.  Nel 2020, comunque, Pirelli ha rafforzato la struttura finanziaria del gruppo con la sottoscrizione di una nuova linea di credito da 800 milioni di euro con scadenza a 5 anni, qualificata da un meccanismo di incentivazione legato a obiettivi di sostenibilità ambientale di prodotto e di processo.

E il 2021? Il fatturato è cresciuto del 23,9% e ha raggiunto quota 5.3 miliardi di euro rispetto al 2020 (+24,8% la variazione organica escludendo l’effetto cambi pari a -0,9%). Un risultato superiore al target compreso fra i 5,1 e i 5,15 miliardi di euro. Il risultato netto è stato pari a 321 milioni: la spesa in ricerca e sviluppo è stata pari a 240 milioni. D’altra parte il mercato è ripartito e avanza al passo serrato: «Non solo quello del primo equipaggiamento, ma anche quello del replacement, dal quale l’azienda ottiene il 75% del business» – afferma Bussacchini. Il periodo si è così chiuso con un risultato netto pari a 236,2 milioni di euro. Quanto all’outlook per il 2022, il fatturato è atteso in crescita seppur in un contesto volatile per tensioni inflattive e geopolitiche. I ricavi, infatti, sono stimati tra i 5,6 e i 5,7 miliardi di euro. Sono previsti investimenti pari a 390 milioni, corrispondenti al 7% delle revenue.














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