Piano France 2030: grandi opportunità (anche) per gli investitori italiani! Parla l’Ambasciatore di Francia in Italia, Martin Briens

di Felice Pini ♦︎ Con 54 miliardi di euro stanziati in cinque anni, il Piano promuove la reindustrializzazione, sviluppando competitività industriale e tecnologie. L'Italia è il quinto investitore estero, con nomi come Prysmian (investirà 66 milioni) e Iveco (115 milioni). La gigafactory di Stellantis e i microchip di STMicroelectronics. Intervista all'Ambasciatore di Francia in Italia, Martin Briens

Intervista all’Ambasciatore di Francia in Italia, Martin Briens per esplorare il Piano France 2030, una visione ambiziosa per il futuro della Francia, e scoprire come questa strategia offre opportunità significative anche per gli investitori italiani.

D. Ambasciatore Briens, In Francia si parla molto del piano di investimenti “Francia 2030”. Di cosa si tratta?

R. Questo piano, presentato dal Presidente francese Emmanuel Macron due anni fa, è senza precedenti per la sua portata. Con 54 miliardi di euro stanziati in cinque anni, rappresenta un grande sforzo per promuovere la reindustrializzazione, sviluppando la competitività industriale e le tecnologie del futuro attraverso la creazione di nuove filiere industriali ed economiche. Metà dei finanziamenti sono destinati agli attori emergenti e metà alle iniziative di decarbonizzazione.







D. Come vengono impiegati concretamente questi investimenti?

L’Ambasciatore di Francia in Italia, Martin Briens

R. Si concentrano su tre priorità: produrre meglio, vivere meglio e capire meglio il mondo. Produrre meglio significa, ad esempio, favorire la nascita di un’offerta francese di piccoli reattori nucleari modulari (Smr) entro il 2035, investire massicciamente nell’idrogeno verde, decarbonizzare la nostra industria per ridurre le emissioni di gas serra in questo settore del 35% tra il 2015 e il 2030, produrre quasi 2 milioni di veicoli elettrici e ibridi in Francia e il primo aereo a basse emissioni di carbonio entro il 2030. Per vivere meglio, bisogna investire in alimenti sani, sostenibili e tracciabili; sviluppare e produrre almeno 20 biofarmaci in Francia, in particolare per combattere alcune patologie: il cancro, le malattie croniche e quelle legate all’età; creare i dispositivi medici del futuro; investire nella produzione di contenuti culturali e creativi e nelle tecnologie immersive. Una migliore comprensione del mondo è associata a due sfide del futuro di cui la Francia vuole essere protagonista: l’avventura spaziale e l’esplorazione delle profondità marine.

D. Investire nelle tecnologie sarebbe sufficiente per raggiungere questi obiettivi?

R. Oltre agli investimenti in sé, il piano France 2030 persegue anche obiettivi che riguardano la nostra sovranità industriale europea. Dobbiamo anche assicurarci l’accesso alle materie prime e ai componenti strategici, in particolare l’elettronica, la robotica e le macchine intelligenti. Ma dobbiamo anche concentrarci sul futuro, sostenendo l’emergere di talenti, costruendo la formazione di domani e sfruttando l’eccellenza dei nostri ecosistemi di istruzione superiore, ricerca e innovazione. Dobbiamo anche porci l’obiettivo di padroneggiare tecnologie digitali sovrane e sicure. Il piano mira ad accelerare la nascita di start-up che sono fondamentali per la diffusione dell’innovazione.

D. Sono già passati due anni dal lancio del piano. Può farci un primo bilancio?

R. In effetti, il piano ha dato vita a un gran numero di progetti, che oggi sono 4.370, con 21 miliardi di euro già impegnati. In particolare, il piano ha avuto effetti molto positivi sull’innovazione, con 2.000 brevetti depositati, così come la formazione, con 34.000 nuovi corsi di laurea nelle professioni del futuro previsti per il 2022 e il 2023. Per quanto riguarda le tecnologie d’avanguardia, sono state inaugurate quattro gigafactory, tra cui quella di Stellantis a Douvrin alla presenza del Ministro francese dell’Economia e del Ministro delle Imprese e del Made in Italy lo scorso maggio, la prima gigafactory per la produzione di batterie elettriche per veicoli. O ad un’altra grande azienda franco-italiana, la STMicroelectronics, che insieme a GlobalFoundries aprirà un nuovo stabilimento a Crolles vicino a Grenoble (Auvergne-Rhônes-Alpes) per la produzione di microchip, un asset essenziale per la nostra autonomia strategica europea.

D. Il piano France 2030 potrebbe anche beneficiare alle imprese italiane?

Palazzo Farnese sede dell’Ambasciata di Francia In Italia

R. France 2030 offre numerose opportunità di investimento alle imprese italiane a vocazione industriale insediate in Francia attraverso bandi per progetti, offrendo sostegno sotto forma di sovvenzioni e anticipi rimborsabili nei settori di loro interesse. Negli ultimi anni molte di queste aziende hanno compreso i vantaggi di scegliere la Francia, tanto che l’Italia è oggi il nostro 5° investitore estero. All’ultimo vertice Choose France sono stati fatti importanti annunci di investimento proprio in questi settori del futuro. Penso ad esempio a Prysmian, che investirà 66 milioni di euro nel sito di Gron (Bourgogne-Franche-Comté) per aumentare la capacità produttiva degli innovativi cavi elettrici ad altissima tensione P-Laser, con la previsione di creare oltre 60 posti di lavoro. Oppure Iveco, che investirà 115 milioni di euro nei siti di Annonay (Auvergne-Rhônes-Alpes) e Bourbon-Lancy (Bourgogne-Franche-Comté) per produrre veicoli elettrici e a idrogeno, continuando a modernizzare la gamma di autobus urbani e interurbani.

D. La Francia ha anche lanciato una campagna chiamata “Make it Iconic”

R. È legata a ciò di cui abbiamo appena parlato: con questa campagna destinata ai mercati esteri vogliamo ricordare che la Francia è attraente come terra di investimenti, audacia e creatività. E vogliamo continuare ad attrarre talenti ed imprese estere: non è un caso che siamo diventati la prima destinazione per gli investimenti esteri in Europa, e speriamo che molti talenti continuino a scegliere la Francia.














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