Fincantieri posa il primo pezzo del nuovo ponte di Genova, aumenta il fatturato del 9% e….

Centro Fincantieri a Sestri

L’azienda guidata da Giuseppe Bono, che sarà riconfermato come Ad, ha completato il primo nuovo tassello del nuovo viadotto sopra il Polcevera. Il core business della cantieristica gira bene, con un portafoglio già gonfio di ordini

Il pezzo numero uno del viadotto che sostituirà il Ponte Morandi è pronto per essere trasferito e montato a 198 giorni dalla tragedia che costò la vita a 43 persone. Si tratta della prima tessera di un puzzle complicato, che consterà di 20 campate con un impalcato in acciaio e una travata continua di 1.100 metri di lunghezza. La prima sezione del nuovo viadotto è stata realizzata nello stabilimento Fincantieri di Castellamare di Stabia. Il tutto mentre, all’ombra della Lanterna, si procede con la demolizione dei monconi del ponte, che ancora troneggiano spettrali sopra la zona di Polcevera. I commissari Bucci (sindaco di Genova) e Toti (governatore della Regione Liguria) hanno fissato per il 15 aprile 2020 l’inaugurazione del nuovo Ponte Morandi, progettato da Renzo Piano. Una promessa che sarà realizzata da Salini-Impregilo in tandem con Fincantieri e Italferr.

Proprio Fincantieri sta vivendo un periodo particolarmente vivace, sia per quanto concerne la governance, sia per quanto riguarda le commesse. A proposito della “testa” dell’azienda di cantieristica, sembra sempre più probabile la carica di Giuseppe Bono a capo dell’azienda. Il manager ha ricevuto parole di plauso anche dal vicepremier Matteo Salvini, che ha dichiarato: «La riconferma di Bono alla guida di Fincantieri? Squadra che vince non si cambia. Fincantieri è una delle aziende che assume di più e che esporta di più. Il governo del cambiamento, riconosce chi sa fare bene il suo lavoro e va avanti».







Nelle scorse settimane si era parlato del possibile affiancamento a Bono di un altra figura di vertice: una decisione che avrebbe ridotto il potere decisionale dell’attuale numero uno. Una possibilità che avrebbe spinto lo stesso Bono a mettere in mano all’esecutivo il suo passo indietro. A inizio settimana, era stato direttamente il manager a rivendicare quanto di buono fatto in occasione della presentazione dei risultati finanziari: «Abbiamo raggiunto questi risultati – ha dichiarato il manager – grazie al lavoro dei nostri dipendenti e subcontractor, ma c’è molto altro da fare. Abbiamo bisogno che il nostro management team e i nostri dipendenti rimangano al lavoro insieme per un futuro ancora migliore».

Per Bono si è speso in prima persona anche il sindaco di Genova, Marco Bucci, interessato direttamente alla questione perché Fincantieri è impegnata nella ricostruzione del viadotto Polcevera, partita che lo vede impegnato come commissario. «Le sorti dei manager, a Genova come in tutto il mondo, sono determinati dai risultati ottenuti – ha detto Bucci – è indubbio che Fincantieri abbia raggiunto in questi anni, sotto la guida dell’attuale amministratore delegato, una posizione di azienda leader globale nella cantieristica navale riuscendo a garantire l’aumento dell’occupazione e dando lustro a tutta la nazione e alla città di Genova». A far dubitare della riconferma di Giuseppe Bono era stato l’ostracismo di un’ala del Movimento 5 Stelle  motivato dall’ entità dello stipendio del 75enne manager, che si era auto-assegnato un aumento del 29% nel 2017 grazie ai buoni risultati ottenuti. Lo stesso Di Maio aveva dichiarato che «nessuna decisione era stata assunta» per quanto concerne la riconferma.

Per quanto riguarda la produzione di Fincantieri, il 27 febbraio è stata inaugurata la nuova Costa Venezia, la nave da crociera studiata appositamente per il mercato cinese. Si tratta di un autentico colosso con una stazza lorda di 135.500 tonnellate per 323 metri di lunghezza e la capacità di accogliere oltre 5200 ospiti: la più grande nave introdotta da Costa Crociere nel mercato cinese. Il nuovo gigante del mare, presentato a Monfalcone dai vertici di Fincantieri e di Costa Crociere (gruppo Carnival Corporation), è stata appositamente pensate per la clientela cinese che a bordo potrà scoprire la cultura, lo stile di vita e le eccellenze italiane a cominciare dagli interni ispirati alla città di Venezia.

Infine, un occhio ai bilanci di Fincantieri. L’azienda ha chiuso il 2018 con una crescita del 9% del fatturato a 5,5 miliardi grazie in particolare divisione Shipbuilding (+9,6%) sia nel settore crocieristico (+6,4%) che nel militare (+18,3%), e con un utile netto di competenza dei soci in aumento del 26% a 72 milioni. Buone notizie anche dal portafoglio ordini, cresciuto lo scorso anno di 8,6 miliardi con un “book-to-bill” pari a 1,6 volte e un carico di lavoro complessivo che tocca così il livello record di 33,8 miliardi, di cui 8,3 miliardi come “soft-backlog” e 25,5 miliardi di backlog, in grado di garantire ricavi per 4,7 anni.

Bono e il top management del gruppo hanno inoltre confermato gli obiettivi al 2020 e al 2022 previsti dal piano industriale: nel 2020 sono previsti ricavi in crescita del 18%-20% rispetto al 2018, con un Ebitda margin di circa l’8% e un Net margin del 2%-3%. In questo trend si dovrebbero inserire i risultati di quest’anno previsti in linea con quelli del 2018 e coerenti con le assunzioni del piano, con un Ebitda margin visto in linea a quello dello scorso esercizio (7,6%).














Articolo precedente2019: per Confindustria un anno difficile
Articolo successivoChe cosa sono le Digital Capabilities? E a che cosa servono davvero?






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui