Non solo Cloud Region per Oracle. Tutti i piani per l’Italia del numero due mondiale del software

di Piero Macrì ♦︎ Con infrastrutture in 37 diverse aree del mondo, la multinazionale permette agli utenti di far girare le applicazioni as a service con performance più elevate. L'investimento in Italia come risorsa strategica per il Paese. Tra i clienti interessati alla cloud region: Trenord, Atm, Sisal, WindTre. L'autonomous computing e le piattaforme Exadata. Le applicazioni di Supply chain management e manufacturing. Parla il ceo Italia Alessandro Ippolito

Un format globale, esportabile in qualsiasi area del mondo. Con la nuova cloud region italiana Oracle dà vita all’IT a km zero e interpreta la nuova tendenza che si sta imponendo sul mercato: non più un cloud centralizzato, ma un’infrastruttura distribuita, un cloud di prossimità che semplifica la compliance alle sempre più stringenti normative di sovranità del dato, assicurando al tempo stesso migliori performance operative, con latenze nell’ordine di pochi millisecondi.

«Con le infrastrutture cloud di nuova generazione, dislocate in 37 diverse aree del mondo, abbiamo creato un differenziale competitivo poiché permettiamo ai nostri clienti di far girare le applicazioni as a service con performance di gran lunga più elevate rispetto ad altre infrastrutture public cloud. Grazie a questa superiorità tecnologica molti clienti che avevano in utilizzo un’applicazione database Oracle su altri cloud sono passati a nostri data center. Siamo più veloci, e questo significa più produttività. E lo stesso modello, nella versione Cloud@Customer”, viene oggi assicurato on premise».







E’ quanto afferma Larry Ellison, l’inossidabile fondatore, chairman e tuttora chief technology officer della multinazionale a stelle e strisce. Seconda azienda nella classifica worldwide del software enterprise, 40,5 miliardi di fatturato, capitalizzazione di 235 miliardi di dollari, stock price passato dai 50 dollari dell’era pre-covid ai 100 dello scorso marzo, Oracle è leader mondiale del database con un market share del 32% ed è il secondo fornitore di soluzioni Erp a livello globale. A partire dalla componente core del database, la filiera applicativa si è estesa nel tempo a una pluralità di soluzioni b2b: dallo human capital management al crm, dall’e-procurement alla supply chain con funzionalità specifiche dedicate allo smart manufacturing, al big data e all’analytics. Applicazioni e soluzioni che trovano oggi nel cloud una collocazione naturale per l’espansione di un business as a service.

 

Universo Oracle

Larry Ellison, fondatore, chairman e chief technology officer Oracle

Per capire l’importanza che la società riveste nell’information technology basti pensare che se dovessero andare in tilt le risorse applicative Oracle installate nel mondo, un grandissimo numero di aziende subirebbe un black out generalizzato. Un mercato ad altissimo valore, dunque, che è sempre più legato all’evoluzione del cloud. Il software as a service è infatti il comparto su cui si gioca la leadership di Oracle. Valutato in 130 miliardi è proiettato a raggiungere i 716 miliardi nel 2028 grazie a una crescita media annua del 27,8%. Nell’ultimo quarter del 2021, il fatturato cloud della db company è aumentato del +22%, raggiungendo quota 2,7 miliardi. Moltiplichiamo per quattro e si ottiene un business cloud da circa 10 miliardi di dollari l’anno ovvero circa il 25% del fatturato complessivo dell’azienda.

Ottime le performance della componente Erp, soluzioni che oggi l’azienda eroga in full cloud: nell’ultimo trimestre il valore è cresciuto del +35%. E il covid ha giocato da importante acceleratore. Dal 2015, secondo dati Gartner, il SaaS è passato da 31,5 miliardi di dollari a circa 145,5 miliardi di dollari e a fine 2022 si stima che gli investimenti possano arrivare a 171,9 miliardi. «Oracle è stata e continua a essere la data company per antonomasia, afferma Alessandro Ippolito, vice president e country manager di Oracle Italia. Il dato è nel nostro dna ed è il punto di partenza per qualsiasi progetto di trasformazione innovativa. La filosofia di Oracle si traduce nella gestione, fruizione e interoperabilità del dato attraverso tutti i layer applicativi e la logica cloud è il presupposto per la condivisione dei dati, il che vuol dire valorizzare il patrimonio informativo, abbattendo le criticità che vengono sollevate dalle organizzazioni a silos».

 

Data center di prossimità

Alessandro Ippolito, vice president e country manager di Oracle Italia

Il data center da cui verrà erogato l’as a service di Oracle sorge nell’area milanese e si colloca in una delle regioni a più alto tasso di consumo digitale. Una centrale operativa che potrà soddisfare la crescente domanda di servizi online che si sta evidenziando in Italia da qualche anno a questa parte. L’investimento è un riconoscimento dell’importanza di Oracle come risorsa strategica per il Paese. Banche, pubblica amministrazione, utilities, grandi aziende, anche del mondo industriale/manifatturiero, sono clienti storici. In tutte queste realtà l’Oracle db è da tempo elemento imprescindibile per la continuità del business: in sua assenza, gran parte dei servizi erogati da queste società, il billing per esempio, non funzionerebbero. Ma il cloud è da tempo anche l’opportunità per la creazione di nuovi servizi da parte delle pmi, dove Oracle ha ormai una sua presenza consolidata. Tra i clienti che hanno già manifestato interesse per la cloud region: Trenord, Atm Milano, Banca Mediolanum, Sisal, Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, Inail, Unicoop Firenze, Cerved Group, e WindTre.

La specificità del cloud Oracle? Per Ippolito «il valore è rappresentato da un’infrastruttura ingegnerizzata per far girare db e altre applicazioni con performance superiori a qualsiasi altra soluzione cloud. Tutto questo grazie anche all’uso delle nostre ‘database machine’ e a software di intelligenza artificiale che abilitano l’autonomous computing, ovvero un’automazione IT che, grazie al machine learning, riduce fino al -90% i costi operativi e i danni da errore umano». L’autonomous computing è anche l’infrastruttura su cui poter sviluppare soluzioni di cloud manufacturing dedicate alla manutenzione predittiva. L’autonomous maintenance che può essere realizzata con soluzioni Oracle può ridurre guasti di macchine e impianti del -70-75%, ridurre i costi di manutenzione del -25-30% e i tempi di fermo del -35-45%, aumentando gli indici di produttività del +20-25%.

 

Il modello Oracle basato sulla replicabilità

Con la nuova cloud region italiana Oracle dà vita all’IT a km zero e interpreta la nuova tendenza che si sta imponendo sul mercato: non più un cloud centralizzato, ma un’infrastruttura distribuita, un cloud di prossimità che semplifica la compliance alle sempre più stringenti normative di sovranità del dato, assicurando al tempo stesso migliori performance operative, con latenze nell’ordine di pochi millisecondi.

Lo studio di un’infrastruttura, con macchine ingegnerizzate per ottimizzare db e applicazioni e un approccio alla sicurezza dei dati definita “by design”, cioè fin dalla progettazione del cloud, è stata una delle priorità nell’evoluzione Oracle al “2nd generation cloud”. Ciascuna region è basata sulla stessa identica infrastruttura e sullo stesso portafoglio servizi presenti sulle altre region disseminate nei diversi continenti. I data center sono realizzati secondo una logica hyperscaler. Si paga per quello che si usa. Un modello che è stato esteso all’on-premise con la soluzione “Cloud at Customer” ovvero un cloud pubblico gestito da Oracle dentro il data center del cliente. «Sono tre anni che il cloud in Italia sta crescendo a doppia cifra, spiega Ippolito. Il volume di richieste sta aumentando in modo esponenziale: da una parte nuovi progetti digitali, dall’altra la trasformazione dell’esistente che determina la progressiva migrazione al cloud delle strutture IT interne alle imprese».

Siamo dunque in presenza di un IT ibrido. La componente legacy, fatta soprattutto di applicazioni mission-critical, è spesso on premise, mentre la componente new digital approda sul cloud. Quest’ultimo viene visto come semplificatore di tantissime complessità interne. E va di pari passo con l’empowerment del Cio, che da puro ruolo operativo, con responsabilità dell’organizzazione IT, diventa protagonista strategico della trasformazione digitale d’impresa. «L’innovazione tecnologica è rapidissima. Delegando all’esterno la parte infrastrutturale le aziende possono scalare all’infinito il proprio fabbisogno IT senza dover sostenere alcun investimento in conto capitale. Il tutto si traduce in un vantaggio competitivo: i costi diventano pay-per-use, l’IT più performante, flessibile e resiliente», afferma il country manager.

 

Oracle 2nd generation cloud

Con le infrastrutture cloud di nuova generazione, dislocate in 37 diverse aree del mondo, Oracle ha creato un differenziale competitivo poiché permette ai clienti di far girare le applicazioni as a service con performance di gran lunga più elevate rispetto ad altre infrastrutture public cloud

I data center di Oracle implementano il cloud di seconda generazione, una tecnologia innovativa basata sugli autonomous services ovvero funzionalità di intelligenza artificiale che permettono un’automazione avanzata di tutta l’infrastruttura e una sicurezza superiore, perché nata per esigenze di livello enterprise. «Il machine learning è la più importante innovazione tecnologica degli ultimi dieci anni. Riduce il costo del lavoro delle organizzazioni IT delle imprese ed elimina gli errori umani», afferma Ellison. Secondo il Cto, l’Oracle Autonomous Database è unico sul mercato. Ogni suo singolo aspetto è automatizzato. E’ in grado di autoconfigurarsi in funzione delle diverse capacità che vengono richieste: scaling up & down, tutte le risorse computazionali e di storage vengono assegnate automaticamente senza che sia necessario alcun intervento sistemistico. E’ quindi in grado di assicurare la più alta resilienza, ovvero un funzionamento always on e la conseguente continuità operativa e di business. In termini di cybersecurity, automatizza tutte le procedure di aggiornamento software. L’intelligenza artificiale è ormai embedded in tutte le applicazioni Oracle. Db e applicazioni auto-apprendono e con il passare del tempo evolvono a un’intelligenza superiore.

«L’autonomous computing che viene abilitato dai data center di nuova generazione minimizza qualsiasi errore umano», commenta Ippolito. Il software è sempre più autogestito e ha capacità di resilienza una volta inimmaginabili. Il tutto in completa trasparenza: l’utente beneficia di un’autonomia e performance di funzionamento di gran lunga più avanzate rispetto all’IT di precedente generazione. Cambiano anche le modalità di interazione, con assistenti digitali vocali, stile Siri o Alexa. Si interroga l’applicazione con il linguaggio naturale parlato. E’ l’evoluzione del fenomeno che per anni è stato descritto come consumerizzazione dell’IT, che metabolizza a livello business tecnologie che si sono largamente diffuse nel mercato consumer.

 

Infrastrutture Exadata

Oracle è leader mondiale del database con un market share del 32% ed è il secondo fornitore di soluzioni Erp a livello globale. A partire dalla componente core del database, la filiera applicativa si è estesa nel tempo a una pluralità di soluzioni b2b: dallo human capital management al crm, dall’e-procurement alla supply chain con funzionalità specifiche dedicate allo smart manufacturing, al big data e all’analytics. Applicazioni e soluzioni che trovano oggi nel cloud una collocazione naturale per l’espansione di un business as a service

Secondo gli esperti di Oracle, le piattaforme Exadata X9M di nuova generazione utilizzate nelle cloud region e nel “Cloud@Customer” accelerano la gestione delle transazioni online (Oltp) con tassi Iops (operazioni di I/O per secondo) del 70% più elevati rispetto alla precedente generazione e latenze al di sotto dei 19 microsecondi. Inoltre, aumentano fino al +87% il throughput delle operazioni analitiche Sql e dei carichi di lavoro di machine learning. «Exadata X9M offre performance migliori allo stesso prezzo della precedente generazione di sistemi e permette ai clienti di ridurre i costi di gestione dei carichi di lavoro transazionali fino al -42% e quelli per i carichi di lavoro analytics fino al -47%. La generazione Oracle Exadata X9M riafferma la nostra strategia, che è quella di offrire ai clienti un valore eccezionale sia sul cloud pubblico che on-premise», osserva Juan Loaiza, executive vice president, mission-critical database technologies di Oracle. «Con l’introduzione di Exadata X9M, Oracle continua a spostare in avanti il limite delle prestazioni possibili. Se combinata con le capacità automatizzate di autonomous database, diventa una potente database machine da poter utilizzare su infrastrutture di public e private cloud, aggiunge Carl Olofson, research vice president di Idc. Per le aziende che vogliono eseguire applicazioni critiche basate su db Oracle, l’Autonomous Database su Exadata è la scelta più ovvia».

 

Supply chain management e manufacturing

Cloud Oracle non solo per applicazioni core business di operatività gestionale tradizionale. Esiste infatti un’ampia gamma di servizi e soluzioni collegate al cloud manufacturing che permettono di pianificare la domanda, la fornitura, l’evasione degli ordini e la produzione in modo intelligente lungo tutta la supply chain, collaborando end-to-end per migliorare il customer service, diminuire le interruzioni e ridurre al minimo i costi. L’integrazione della supply chain, l’IoT e l’intelligenza artificiale semplificano l’esecuzione delle attività operative, permettono di ottimizzare le decisioni e di controllare la qualità e i costi. Nello specifico, è anche possibile implementare soluzioni di manutenzione predittiva: aumentano l’affidabilità e il tempo di attività delle apparecchiature riducendo i costi di manutenzione. L’analisi predittiva che può essere realizzata con la tecnologia Oracle di nuova generazione – in public cloud e on premise – permette, quindi, di prevedere i guasti e monitorare il ciclo di vita dei singoli asset, macchinari o impianti, generando informazioni in tempo reale per intervenire in una logica di manutenzione e ottimizzazione preventiva.

 

Una piattaforma per analisi big data

La filosofia di Oracle si traduce nella gestione, fruizione e interoperabilità del dato attraverso tutti i layer applicativi e la logica cloud è il presupposto per la condivisione dei dati, il che vuol dire valorizzare il patrimonio informativo, abbattendo le criticità che vengono sollevate dalle organizzazioni a silos

Analisi dati supportata dalla potenza dell’intelligenza artificiale. Oracle Analytics è la piattaforma per l’analisi big data di nuova generazione coerente con l’evoluzione dell’autonomous computing. Offre insight preziosi e fruibili da tutti i tipi di dati presenti nel cloud, on-premise o in una distribuzione ibrida. Consente agli utenti aziendali, ai data engineer e ai data scientist di accedere ed elaborare i dati rilevanti, valutare le previsioni e prendere decisioni rapide e accurate. «I sistemi di business intelligence di pochi anni fa impallidiscono rispetto alle innovative piattaforme analitiche che vengono messe oggi a disposizione da aziende come Oracle, affermano gli esperti di Forrester, società globale di ricerca e analisi dell’IT market. Qualsiasi azienda – di ogni dimensione e settore di appartenenza – si aspetta di poter avere informazioni utili e risultati predittivi per gestire al meglio l’operatività. Grazie all‘intelligenza artificiale e all’apprendimento automatico è oggi possibile intraprendere un percorso di trasformazione digitale con obiettivi di aumento di produttività, efficienza previsionale e approntamento di nuovi modelli di business as a service».

 

Pillole di software as a service

Il software as a service (SaaS) è un modello di fornitura software basato su cloud in cui il fornitore di servizi cloud sviluppa e mantiene il software applicativo, fornisce aggiornamenti automatici rendendo disponibili tutte le risorse IT via internet, in base al consumo. Il provider gestisce tutto l’hardware e il software, inclusi middleware, software applicativo e sicurezza. In questo modo i clienti possono ridurre drasticamente i costi; distribuire, scalare e aggiornare le soluzioni aziendali più rapidamente rispetto alla manutenzione di sistemi e software on-premise; e prevedere il costo totale di proprietà e gestione con maggiore precisione. All’inizio degli anni 2000, la prima generazione di soluzioni SaaS era isolata, rigida e progettata per risolvere un singolo problema aziendale. Oggi, le moderne applicazioni cloud, come quelle proposte da Oracle, possono abbracciare e connettere qualsiasi cosa, dai processi finanziari a quelli delle risorse umane, dall’approvvigionamento e la supply chain a soluzioni di e-commerce, marketing, vendita e servizi espressamente dedicati al manufacturing.














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