Open Industry 4.0 Alliance: l’ecosistema standardizzato per digitalizzare le aziende

Siemens zeigt auf der Hannover Messe 2018 anhand eines Messemodells die Vorteile von Time-Sensitive Networking (TSN): TSN ermöglicht eine noch robustere und zuverlässigere Ethernet-Kommunikation zwischen Maschinen und Anlagen auch unter hoher Netzwerklast. At Hannover Messe 2018, Siemens will be showcasing a trade fair model to demonstrate the advantages of Time-Sensitive Networking (TSN): TSN enables even more robust and reliable Ethernet communication between machines and plants even under high network load conditions.

di Chiara Volontè ♦︎ L’iniziativa promette di superare le soluzione proprietarie, ricoprendo tutti i processi di gestione dei prodotti grazie alle soluzioni di colossi come Beckhoff, Ifm, Kuka o Balluff

Un ecosistema standardizzato per la digitalizzazione degli impianti di produzione industriale che permetta alle macchine dei vari produttori di cooperare e interoperare? Grazie all’iniziativa Open Industry 4.0 Alliance, annunciata durante la Fiera di Hannover da poco terminata, pensare a una soluzione di questo tipo non sarà più utopia.







Infatti, sette aziende operanti nei settori dell’automazione industriale e del mechanical engineeringBeckhoff (realizza sistemi aperti per automazione con tecnologia di controllo basata su PC), Endress+Hauser (società di strumentazione e automazione dei processi), Hilscher (crea protocolli per la comunicazione industriale), Ifm (impresa specializzata soprattutto in sensori), Kuka (produttore di robot industriali e soluzioni per l’automazione industriale), Multivac (sviluppatore di soluzioni per tutti i tipi di confezionamento) e Sap (produttore di software gestionale e di soluzioni informatiche per le imprese) – e sei ulteriori soci che si sono tempestivamente aggregati (Balluff, Gebhardt, Pepperl+Fuchs, Schmidtsche Schack, Samson e Wika), hanno unito le forze con lo scopo di dar vita al progetto Open Industry 4.0 Framework.

Questo ecosistema, interamente basato su standard esistenti come I/O Link (rete di comunicazione industriale a corto raggio, utilizzata per collegare sensori e attuatori digitali a un tipo di bus di campo industriale o un tipo di Ethernet industriale), Opc Ua (Open Platform Communications Unified Architecture, protocollo di comunicazione automatico per l’automazione industriale) e Rami (Reference Architectural Model for Industry 4.0), permetterà così di superare le soluzioni proprietarie, riuscendo anche a ricoprire tutti i processi di gestione dei prodotti, dalla fabbricazione alla manutenzione.

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Inoltre, l’Associazione ha dichiarato di ambire ad una smart factory in cui l’80% delle macchine siano capaci di parlare lo stesso linguaggio, al fine di bypassare il grave problema della difficoltà di comunicazione tra le varie apparecchiature, ottenendo un grande guadagno in termini di tempo.

Attualmente, infatti, negli stabilimenti sono presenti macchinari diversi e di produttori differenti: questa eterogeneità, oltre a rendere difficile il coordinamento, limita fortemente le opzioni a disposizione delle aziende durante la realizzazione degli impianti.

Per questo motivo è sempre più incombente la necessità di attuare un’offerta di prodotti aperti, non proprietari e compatibili fra loro. Questo perché gli end user hanno bisogno di poter scegliere di volta in volta soluzioni ad hoc e componenti modulari. Le aziende membro di Alliance hanno un know-how di partenza sul tema dell’industry 4.0 che garantisce ottimi risultati. Inoltre, gli associati affermano che l’ecosistema rende più proficua la collaborazione tra utenti e produttori di risorse, tramite una visibilità in real time delle operazioni e dell’utilizzo delle risorse.

I quattro moduli di Open Industry 4.0 Alliance

Il nuovo progetto di Alliance, oltre ad offrire una serie di servizi, è suddiviso in quattro moduli: il primo è relativo alla Device Connectivity, che si dedica alla connessione dei macchinari e dei sensori; il secondo riguarda l’Edge, fulcro di tutte le funzioni indispensabili in fabbrica; il terzo concerne l’Operator Cloud, che implementa un layer aperto di interoperabilità e supporta le funzioni enterprise-centric; l’ultimo pertiene al Cloud Central, un sistema che consente alle imprese di scambiarsi bidirezionalmente i dati, riuscendo così a comunicare tra loro.














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