L'istituto di credito - attualmente sotto ops da Intesa SanPaolo - si avvarrà della piattaforma per recepire la normativa Ue Psd2. Grazie alla partnership, la banca guidata da Victor Massiah entrerà a far parte del Fintech District come corporate member
La direttiva europea Psd2 impone agli istituti di credito di rendere praticabile l’open banking. Cioé la possibilità di condurre attività di tipo bancario anche da parte di soggetti non bancari (chiediamo perdono per le ripetizioni, ma sono inevitabili) come Google, Amazon, Facebook ma anche operatori telefonici e chi più ne sa più ne canti. Perché ciò si verifichi concretamente, occorre aprire le informazioni dei conti correnti a questi operatori non bancari. Un problema di ict e di compliance non da poco, perché occorre che questi dati, e anche i prelievi e i versamenti di denaro, siano possibili con un clic, da parte dell’operatore non bancario scelto dal cliente.
Ubi Banca, che è il terzo istituto di credito italiano, ha scelto di risolvere il problema affidando la gestione della delicata operazione a Fabrick. E, contemporaneamente, ha deciso di trasformare l’operazione in un’opportunità, entrando nel Fintech District, la massima community del mondo fintech italiano (140 start-up, 8 membri corporate, 15 collaborazioni internazionali) fondata da Fabrick stessa insieme a Sella Lab.
«La partnership con Fabrick rappresenta un’ulteriore testimonianza del Gruppo Ubi di mantenere una presa diretta sull’innovazione nei servizi bancari – afferma Marco Cecchella, Direttore Generale di Ubiss (la società che gestisce le tecnologie e gli acquisti di tutte le banche e le società del gruppo Ubi Banca) e Chief Information Officer di Ubi Banca stessa – Negli ultimi anni abbiamo assistito all’ingresso di nuovi attori che hanno influenzato anche le strategie dei più tradizionali protagonisti del mondo del credito: si tratta di uno sviluppo da cui la clientela sta traendo indubbiamente dei vantaggi e crediamo che, in una logica di open innovation, sia necessaria una collaborazione tra le banche tradizionali e l’ecosistema delle fintech».
Una collaborazione, dunque, che consente al terzo Gruppo bancario commerciale per capitalizzazione di Borsa – con una quota di mercato di circa il 7% – di individuare i trend tecnologici più sviluppati, per poter così fornire servizi che rispondano al meglio alle esigenze della clientela.
Tramite la piattaforma Fabrick, l’istituto di credito potrà sviluppare soluzioni di account aggregation – che permettono di raggruppare all’interno di un’unica interfaccia tutti i movimenti dei diversi conti bancari di un utente a cui viene fornito un vero e proprio home banking multibanca – e di payment initialization – tramite cui Ubi, in qualità di terza parte, potrà dare il via a partire dal proprio home banking, all’inizializzazione di pagamenti da conti che il cliente ha presso istituti terzi.
«Dare al cliente la possibilità di gestire tutta la propria attività bancaria da un unico punto di accesso lo porta ad interagire sempre più frequentemente con la banca, con un forte effetto di ingaggio e fidelizzazione – sottolinea Paolo Zaccardi, ceo di Fabrick – In ottica data driven, inoltre, la lettura autorizzata dei dati provenienti anche da altri conti, permette di proporre un’offerta personalizzata di servizi, anche non bancari, che rappresentano un elemento chiave per acquisire e sviluppare i clienti. In quest’ottica è strategico stabilire percorsi comuni con il mondo del fintech che Fabrick facilità grazie alla relazione diretta con l’ecosistema del Fintech District».
E in tema Psd2, a sei mesi dalla partenza della direttiva Ue sui servizi di pagamento, sono 200 i clienti diretti di Fabrick e oltre 23mila i consumatori finali che fruiscono di servizi nati in piattaforma. Rispetto all’esposizione di poco più delle 10 Api (Application Programming Interface ) richieste dalla Psd2, ad oggi, sono 473 quelle presenti sulla piattaforma, con oltre 12 milioni di call mensili. Sono 16 i casi d’uso implementati, tra cui Account Aggregation, Data Enrichment (Pfm), Smart Banking, Payment & Collection Engine, Sme Banking, Aisp & Pisp. Una massa critica che si traduce in una copertura di oltre il 95% del mercato italiano-Psd2. Più di 5mila sviluppatori di 20 banche, registrati ufficialmente, stanno lavorando con le Api in piattaforma.
«Siamo molto lieti di poter collaborare con un player importante come Ubi Banca che ha compreso a pieno tutte le potenzialità della Psd2 e dell’open banking – conclude Zaccardi – Ubi dimostra una grande propensione all’innovazione e una visione strategica di lungo periodo. Servizi come quelli che ha scelto di offrire utilizzando la piattaforma Fabrick hanno grande impatto sulla competitività, in quanto contribuiscono a rafforzare la relazione con il cliente e soddisfarne efficacemente i bisogni».
Fabrick
Fabrick è la prima realtà strutturata nata in Italia, ma con visione internazionale, con il preciso obiettivo di favorire l’open banking. La missione di Fabrick è quella di sostenere l’incontro e la collaborazione tra i nuovi attori fintech, le grandi corporate e gli attori tradizionali del mondo finanziario, coinvolgendoli in ottica open banking nel disegno del futuro del settore, facendo leva sui nuovi paradigmi dettati dall’innovazione tecnologica e generando concreti vantaggi per tutti. Fabrick abilita e promuove nuovi modelli di crescita per Banche, startup e aziende facilitando la collaborazione e il dialogo e creando opportunità di sviluppo, grazie alle competenze, alle tecnologie e ai servizi che mette a disposizione di tutti gli attori attraverso la propria piattaforma tecnologica e al vero e proprio ecosistema di relazioni e contaminazione culturale che ha creato e alimenta attorno a sé.
Fintech District
Il Fintech District è la community di riferimento per l’ecosistema del fintech in Italia, e non solo: definisce e genera le migliori condizioni affinché startup, istituzioni finanziarie, corporate, professionisti, Istituzioni, investitori nazionali ed internazionali possano operare sinergicamente e trovare opportunità di crescita sul territorio e a livello internazionale. Non è solo un luogo fisico ma una community di attori con un comune denominatore: elevata innovazione tecnologica e la medesima esigenza di trovare un ecosistema in grado di poter sviluppare ed affermare nuovi paradigmi. Fintech District conta oggi oltre 140 start-up e numerose collaborazioni con Istituzioni pubbliche, investitori, professionisti, istituzioni finanziarie, innovation hub internazionali, università e corporate.
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