Compiere concreti passi avanti nella mobilità a zero missioni. È questo uno degli obiettivi principali di Bosch, che infatti ogni anno investe circa 400 milioni di euro nella e-mobility. Per perseguire il suo scopo, la multinazionale tedesca punta a un sistema di propulsione misto composto da motori a combustione ad alta efficienza ed elettrici all’avanguardia.
Nel 2030, tre quarti dei nuovi veicoli sarà ancora dotati di motore tradizionale, e alcuni di essi saranno supportati dal sistema a 48 volt o un ibrido plug-in. Per questo motivo, Bosch sta rendendo più efficiente non solo il motore diesel, ma anche quello a benzina. Gli ultimi sviluppi prevedono modifiche al propulsore e un moderno trattamento dei gas di scarico per ridurre le emissioni di particolati dei motori a benzina, fino a un livello del 70% inferiore rispetto allo standard Euro 6d, anche in condizioni di guida reali.
La multinazionale vuole anche ridurre al minimo le emissioni delle polveri derivanti dalle frenate. In quest’ottica, sono stati sviluppati gli iDisc, che generano solo il 10% di polvere dei freni rispetto alle quantità prodotte da un normale freno a disco, e il sistema a frenata rigenerativa, che può ridurre la polvere dei freni di oltre il 95% nei veicoli elettrici.
«Il percorso che porterà a una mobilità priva di emissioni deve essere neutrale dal punto di vista tecnologico – chiosa Volkmar Denner, ceo di Bosch – È l’unico modo per rendere la mobilità sostenibile e accessibile al grande pubblico».
Prodotti con l’aiuto di energia green, i carburanti sintetici rinnovabili possono rendere i motori a combustione neutri dal punto di vista della CO2. Oltre al vantaggio della riduzione delle emissioni, questi consentono inoltre di ridurre praticamente a zero la produzione di fuliggine, con conseguente taglio dei costi delle tecnologie di trattamento dei gas di scarico.
