Il packaging di Fedrigoni? È… sulle nuvole! Con Microsoft

di Renzo Zonin ♦︎ Il Gruppo specializzato in carte premium per imballaggi ha creato un sistema di business intelligence con Redmond sfruttando i data lake. Così il management può controllare le informazioni in modalità self service e in tempo reale. Le prossime sfide? L’integrazione delle operation, il machine learning, la cybersecurity… Ne parliamo con Gionata Berna, cio del Gruppo Fedrigoni

Fedrigoni S.p.A.. Cordenons, stabilimento di Scurelle (TN). Matteo Bressanini.

Fra i numerosi pregi del paradigma cloud, raramente si menziona l’innata predisposizione a fungere da layer unificante in architetture complesse, eterogenee e geograficamente frammentate. Un caso tipico dove questa qualità può essere decisiva è quello di aziende protagoniste di fusioni e acquisizioni: solitamente, quando due o più realtà vengono fuse, si avvia un processo complesso e dispendioso di integrazione e armonizzazione (talvolta di sostituzione integrale) dei sistemi informativi on premise. In un contesto di mercato in cui le aziende sono sempre più dipendenti dai dati e dall’infrastruttura IT, va tenuto in considerazione che una piena integrazione dei sistemi informativi di due aziende richiede mesi, se non anni, di lavoro. L’utilizzo di tecnologie cloud consente – con una maggiore agilità – di evitare processi lunghi di unificazione di banche dati e sistemi, abilitando l’estrazione immediata di informazioni rilevanti dai diversi sistemi, così da fornire al management una big picture chiara e aggiornata.

Questo è stato il punto di partenza del progetto del Gruppo Fedrigoni, operatore di riferimento a livello mondiale nel settore delle carte premium per il packaging e altre applicazioni creative e dei materiali autoadesivi. L’azienda, che negli ultimi anni ha realizzato numerose acquisizioni, ha scelto di adottare gli strumenti Cloud di Microsoft per consentire al management di governare in modo efficace le oltre 40 società parte del Gruppo. In particolare, una volta adottata in azienda la piattaforma Microsoft 365 E5 si è proceduto a creare un sistema di Business Intelligence in grado di raccogliere i dati dai diversi sistemi informativi, creando un data lake (con Azure Data Factory e Azure Data Lake) sul quale potessero operare i vari strumenti dello stack Microsoft Cloud, dalla Data Factory a Synapse, ad Analysis Services fino a Power Bi.







Il progetto ha portato alla sostituzione dei singoli strumenti usati in precedenza da ciascuna società del Gruppo, andando nella direzione di un sistema unificato per fornire informazioni di Business Intelligence in modalità self service e pressoché in tempo reale (precedentemente l’estrazione di informazioni richiedeva da un minimo di una giornata a un’intera settimana). Abbiamo parlato del progetto, della sua nascita e dei successivi sviluppi, con Gionata Berna, cio del Gruppo Fedrigoni.

 

Chi è oggi il Gruppo Fedrigoni?

Gionata Berna, cio del Gruppo Fedrigoni

Nato a Verona nel 1888, oggi il Gruppo Fedrigoni opera in 132 Paesi, conta 21 impianti di produzione, 4.000 dipendenti e un fatturato 2020 di 1,3 miliardi di euro. L’azienda è leader europeo e globale nel settore delle carte premium per il packaging e altre applicazioni creative e delle etichette e materiali autoadesivi, con oltre 25.000 prodotti a catalogo e più di 30.000 clienti nel mondo. Non capita spesso di trovare un’azienda che vanti, fra i suoi clienti storici, nomi del calibro di Michelangelo, Raffaello o Beethoven. Ma del resto il Gruppo conta marchi noti come Fabriano, con oltre 700 anni di storia. Oggi il gruppo lavora con tutti i grandi brand del lusso nei più svariati settori, dalla moda al manufacturing, dalla cosmetica all’automotive.

Fedrigoni è stata acquisita nel 2018 dal fondo di private equity Bain Capital e negli ultimi tre anni ha accelerato il suo percorso di acquisizioni, integrando oltre 6 nuove aziende, in particolare nel mondo dei materiali autoadesivi. L’accelerazioni sulle M&A ha portato a gestire un complesso processo di integrazioni dei sistemi informativi, partendo da una situazione molto frammentata dove ogni società del Gruppo aveva i propri sistemi IT isolati.

 

La situazione di partenza

Gruppo Fedrigoni, operatore di riferimento a livello mondiale nel settore delle carte premium per il packaging e altre applicazioni creative e dei materiali autoadesivi. Fedrigoni S.p.A.. Cordenons, stabilimento di Scurelle (TN).

Dal 2020 abbiamo avviato una trasformazione importante nei sistemi informativi. Abbiamo definito la nuova governance di Gruppo, mantenendo le specificità delle singole realtà, e facendo sì che il sistema diventasse un abilitatore in grado di consentire la prosecuzione della politica di espansione, organica e inorganica con un orizzonte di 4-5 anni. L’utilizzo di tecnologie cloud Microsoft Azure ha permesso all’azienda di superare il problema dell’estrazione dei dati, senza dover procedere a una complessa e onerosa sostituzione integrale dei sistemi informativi operanti nelle varie sedi. «Prima non esisteva un IT centralizzato, lo abbiamo progettato e implementato gradualmente. Abbiamo costruito le funzioni centrali. Abbiamo cominciato a inserire strutture e architetture trasversali ai sistemi, con l’intento di creare una roadmap in grado di portare risultati nel breve periodo – dove era indispensabile -, ma che potesse al contempo garantire sostenibilità alla crescita del business senza rallentarlo» continua Berna. Dovevamo quindi portare risultati senza sostituire completamente l’esistente, per evitare che gli sforzi di implementazione diventassero troppo alti impattando negativamente sul normale svolgimento del business.

L’integrazione dei dati, infatti, era chiaramente uno dei nodi cruciali, un abilitatore indispensabile per creare davvero una “One Company”; ma partendo da una totale eterogeneità, ottenere l’omogeneità e unificazione dei dati è uno sforzo che rischia di pesare sul business a tal punto da vanificare l’obiettivo di lungo termine. «Per questo abbiamo lavorato per trovare una soluzione che potesse portare visibilità e unificazione dei processi e delle basi di dati, ma anche sostenibilità. Da qui la decisione di non stravolgere i nostri sistemi con progetti enormi di cambiamento radicale, anche perché nei primi anni del processo di trasformazione l’obiettivo principale era di creare valore più rapidamente possibile» spiega il cio.

 

Il primo passo: visibilità e controllo per la business intelligence

L’azienda ha scelto di adottare gli strumenti Cloud di Microsoft per consentire al management di governare in modo efficace le oltre 40 società parte del Gruppo. In particolare, una volta adottata in azienda la piattaforma Microsoft 365 E5 si è proceduto a creare un sistema di Business Intelligence in grado di raccogliere i dati dai diversi sistemi informativi, creando un data lake (con Azure Data Factory e Azure Data Lake) sul quale potessero operare i vari strumenti dello stack Microsoft Cloud, dalla Data Factory a Synapse, ad Analysis Services fino a Power Bi. Fedrigoni Verona HQ

Il primo step in questa direzione è stato la creazione del progetto “Visibility & Control”, che puntava all’unificazione dei dati e a dar loro visibilità al management. «È stata implementata una Business Intelligence trasversale cloud-based sopra a tutte le entità, che pescasse i dati in modo simile a come come anni fa si faceva con i data warehouse, ma senza il loro “peso”, grazie a strutture più dinamiche come i data lake. La nuova BI è stata predisposta per ospitare mano a mano altre entità. Da qui si è partiti per realizzare una modellazione di front end, setup e reportistica unica di Gruppo» racconta Berna.

La scelta dei tool sui quali impostare la nuova Business Intelligence è ricaduta sulle soluzioni Microsoft, con PowerBi come front end, le componenti di back-end, e Azure Data Lake in host che attingeva i dati dai vari gestionali. «La nuova Business Intelligence, grazie a una serie di layer di disaccoppiamento, ci ha evitato di dover creare un vero e proprio master data unificato e di dover cambiare tutti i nostri gestionali in uso. Ora stiamo introducendo un integration layer che si fa carico di colmare i gap fra un sistema e l’altro e di passare i flussi fra un’entità e l’altra. Così abbiamo potuto abilitare oltre alla Business Intelligence anche la pianificazione e i processi di ottimizzazione delle attività produttive e logistiche. In futuro ne creeremo altri. Tutto il segmento ecommerce, b2b e b2c, si appoggerà su questi layer».

 

Convivere con la pandemia

Fedrigoni è uno dei leader globali nell’etichettatura per i vini e gioca un ruolo di primo piano nelle etichette e i film autoadesivi ad alta tecnologia per il food

Un progetto di questo tipo, che coinvolge nello sviluppo del software sia il personale interno dell’azienda, sia partner esterni come Microsoft e PwC, è complesso da coordinare in tempi normali. In Fedrigoni lo hanno portato avanti durante la pandemia, anche in pieno lockdown. «In un certo senso siamo stati fortunati, perché abbiamo una sede in Cina, molto vicina a Wuhan, che ci ha consentito di capire circa un mese prima di altri cosa sarebbe successo in Europa e nel resto del mondo. Abbiamo così potuto giocare d’anticipo. Avevamo fra i tanti progetti quello di dotare il personale di computer portatili per lavorare da remoto. Lo abbiamo accelerato radicalmente e abbiamo fatto in tempo a implementare l’infrastruttura e a comprare i notebook prima che i magazzini degli importatori venissero svuotati. Tra l’altro, avevamo appena finito di configurare a livello globale la piattaforma Microsoft Teams, ed eravamo alla fase finale di rodaggio per Office 365. Così, quando è scattato il lockdown, questa infrastruttura è diventata il fattore abilitante per garantire la continuità del business». La pandemia ha quindi accelerato la trasformazione digitale dell’azienda, innescando un vero e proprio cambio di marcia e di mindset anche fra i dipendenti. Si è passati dal compilare la nota spese con la carta carbone alle riunioni in videoconferenza nel giro di qualche settimana.

 

A che punto è il progetto

Fedrigoni produce carte e film autoadesivi in foglio e bobina per tantissimi settori, per la visual communication e soluzioni tailor-made. Immagine presa dal sito selfadhesives.fedrigoni.com/

Il programma di implementazione delle funzionalità cloud in Fedrigoni non è limitato alla Business Intelligence, ma comprende vari filoni che si intersecano fra loro e con il business. «Nella parte di Business Intelligence in senso ampio, non solo legato al reporting ma alla capacità di reperire i dati trasversalmente dalle varie fonti – sia strutturate che nuove – abbiamo superato il 60% del progetto. Restano attività da completare come l’integrazione delle operation e dell’intelligence più evoluta, il machine learning e i nuovi sistemi di analisi. Sul fronte invece delle iniziative più digitali, legate a Crm, web, ecommerce, abbiamo mosso i primi passi, con un 30% di ice breaking e setup. In mezzo a questi due fronti ci stiamo muovendo con l’integration layer, e anche lì c’è ancora strada da fare. Procede velocemente anche la parte delle operation, dove siamo al 50%, mentre per scelta stiamo andando più lentamente sulla parte dei gestionali. Inoltre, abbiamo investito e lavorato moltissimo sulla cybersecurity, impegnandoci per blindare al meglio il Gruppo dotandoci di strumenti adeguati, dal Soc ai sistemi di supporto, per abilitare una serie di funzioni di sicurezza best in class. Ogni nuovo elemento che aggiungiamo viene pensato fin da subito con un occhio alla sicurezza. Anche nella parte Ot la cybersicurezza è prioritaria, al pari della sicurezza sul lavoro» dichiara Berna. A tale proposito Microsoft sta collaborando con il team IoT di Fedrigoni per implementare in azienda Azure Defender for IoT, che consentirà di rinforzare ulteriormente la cybersecurity e di tracciare in tempo reale eventuali minacce.

Anche se il sistema di Business Intelligence è completato al 60%, fa già il suo dovere fornendo al management informazioni utili per prendere decisioni di business. «Sugli ambiti che siamo andati a coprire per primi, finanziario e commerciale, oggi il dato è in mano al management, e sulla base di quel dato si prendono le decisioni – continua Berna – Le informazioni che vengono estratte dalla Business Intelligence sono proprio quelle che poi vengono discusse dal management nelle sessioni mensili di business e transformation review. Grazie ad un’interpretazione del dato uniforme, riusciamo a fornire al management un dato leggibile in modo univoco, nonostante l’eterogeneità dei sistemi sottostanti».

 

I risultati più importanti

Roberto Filipelli, Direttore della divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia

Nei primi due anni di implementazione dei vari progetti cloud l’azienda è cambiata molto, facendo un netto salto in avanti nell’utilizzo delle tecnologie IT e nell’accesso alle informazioni di business. Ma quali sono i tre risultati più importanti che si sono ottenuti? Secondo Berna, «per prima cosa, abbiamo fatto passi da gigante sulla cybersecurity. Secondo, oggi disponiamo di un’infrastruttura di Visibility & Control che permette al management di disporre di informazioni di business con tempi velocissimi. E terzo, registriamo un notevole passo in avanti nell’uso delle tecnologie digitali da parte dei dipendenti. Oggi disponiamo delle migliori piattaforme che abbiamo messo a disposizione di tutti i nostri dipendenti nel mondo, contribuendo così alla loro crescita anche dal punto di vista culturale e di competenze. Ricordiamoci che siamo un’azienda manifatturiera e fabbrichiamo un prodotto che ha secoli di storia. Circa metà dei nostri dipendenti sono operai che lavorano negli stabilimenti produttivi. Non è così scontato che essi possano dialogare con l’azienda con gli strumenti tipici degli impiegati. Infine, aggiungerei il fatto di riuscire a tenere il passo con tutto questo, integrando nel frattempo le nuove acquisizioni».

Abbiamo chiesto un parere sul percorso che il Gruppo Fedrigoni sta seguendo a Roberto Filipelli, che è il direttore della Divisione Cloud & Enterprise di Microsoft Italia. «L’adozione da parte di Fedrigoni delle piattaforme Cloud di Microsoft e dell’approccio integrativo della tecnologia come step necessario verso l’innovazione sono un perfetto esempio del progetto ambizioso che vogliamo portare avanti con Microsoft Cloud for Manufacturing. Vogliamo contribuire in modo significativo al rilancio economico del Paese, che non potrà che passare attraverso l’industria manifatturiera e la trasformazione digitale delle aziende, dei loro prodotti e servizi che compongono il tessuto produttivo ed innovativo del nostro Paese. È importante sottolineare che il punto di forza dell’offerta Microsoft è la possibilità di lavorare a livello di ecosistema, per offrire una visione d’insieme sia alle figure aziendali più tecniche che ai decisori finali, facendo squadra anche con il nostro network di partner con competenze verticali. In questo modo, anche aziende storiche come Fedrigoni sono in grado di aggiornare i propri processi produttivi con successo, pianificando le implementazioni tecnologiche per potenziare ulteriormente la propria infrastruttura aziendale».














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