Siderweb: per tornare al livello pre-covid nel mercato degli acciai speciali serviranno 2 anni

Nei primi mesi del 2020 la produzione ha subito un calo importante, mentre l'export ha perso il 25,7%, fermandosi a poco più di 1 milione di tonnellate

Siro Della Flora, presidente di Metallurgica Legnanese

Quanto vale il mercato dell’acciaio in Italia? Secondo Siderweb, il comparto degli acciai speciali, come Inox e altri legati, è di poco inferiore ai 14 miliardi, 13,8 per la precisione. Un settore nel quale lavorano 248 operatori, che producono qualcosa come 5,5 milioni di tonnellate all’anno. Nel 2019 l’Itaila importava poco meno di 4 milioni di tonnellate e ne esportava 2,5 milioni, poi è arrivato il covid-19.

La pandemia ha avuto un impatto notevole sul settore degli acciai: la produzione di acciaio Inox è calata del 10% circa, mentre quella di altri acciai legati ha visto un calo di poco inferiore al 20% rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Calata anche la domanda, del 9% nel caso di inox e del 16% per gli altri legati. L’import di questi ultimi è calado del 20,6, ma il dato peggiore è quello dell’export, che fa registrare un -25,7%, equivalente a 1,06 milioni di tonnellate. E la ripresa? Secondo Gianfranco Tosini dell’ufficio studi di Siderweb «La ripresa, seppure incerta, ci sarà. Sarà legata all’automotive, comparto che assorbe il 20% del consumo di acciai speciali e per il quale si prevede un incremento di circa il 25% nel 2021», dopo il calo produttivo stimato del 26,8% nel 2020 rispetto al 2019. Si rimarrà comunque di 8,3 punti percentuali sotto i livelli produttivi del 2019.  «Ci vorranno almeno due anni – ha concluso l’analista – per ritornare ai livelli di domanda di acciai speciali rispetto al periodo pre-Covid-19».







Nel corso del webinar Acciai speciali verso il 2021, organizzato da Siderweb, sono emersi i commenti degli operatori del settore. Siro Della Flora, presidente di Metallurgica Legnanese, è pessimista: «La fermata di marzo-aprile ha inasprito la battaglia sul mercato a colpi di tonnellate vendute, a scapito del prezzo. Ci sono troppi attori sul mercato. O meglio, ci sono troppi depositi e magazzini e non c’è una diversificazione, né per prodotto, né per area geografica. Saranno necessari 5-6 anni. Non vedo una soluzione a breve».

Più ottimista Alessando Lombardi, sales manager di Ori Martin, che così commenta la situazione: «Quello che i nostri clienti automotive ritengono plausibile è un recupero nel 2021 di metà della perdita riscontrata quest’anno. Sarà nel 2022 che si azzererà il livello di riduzione a oggi raggiunto. Insomma – ha chiarito – saranno necessari 2 anni per tornare al pre-Covid».














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