Le prossime mosse di Messe Frankfurt

(courtesy Messe Frankfurt GmbH) Marc Jacquemin | Photography

di Marco dè Francesco ♦  La multinazionale delle fiere dell’ automazione continua a crescere. Appuntamento a Parma 22-24 maggio con Sps. Parla il ceo Wolfgang Marzin

C’è un’arma in più per quelle aziende italiane che intendano intraprendere un percorso di internazionalizzazione. Quella di partecipare alle manifestazioni di Messe Frankfurt, l’ente fieristico tedesco che fattura 661 milioni e offre un menù di eventi tailor-made in giro per il mondo. Manifestazioni tecniche per operatori di settore, che consentono alle imprese di farsi conoscere, di illustrare prodotti e competenze e di mettersi al passo con le tendenze e le tecnologie dei big di filiere ormai mondializzate. Il gruppo tedesco dispone di un portafoglio di 148 fiere, e organizza anche Sps Ipc Drives, fiera dell’automazione che si tiene, nel 2018, a Norimberga, Mumbai, Guangzhou, Dubai, e a Parma dove l’evento (22-24 maggio) è secondo per importanza solo a quello tedesco. Sarà focalizzato, per l’ottava edizione, sulla trasformazione digitale e tra gli espositori ci saranno CISCO, Microsoft, Abb, Siemens, Kuka, Fanuc, Comau, Schneider, Bonfiglioli, ImaIndustria Italiana ha intervistato, sia sulla fiera tedesca che sull’evento parmense, il Presidente e Ceo di Messe Frankfurt Wolfgang Marzin, nonché l’ ad di Messe Frankfurt Italia Donald Wich.

 







Francoforte, Festhalle (courtesy Messe Frankfurt GmbH)

 

Messe Frankfurt, la matrice tedesca degli eventi globalizzati

Non è un caso che la piattaforma di eventi per l’internazionalizzazione sia Made in Germany. La Germania resta la prima potenza manifatturiera d’Europa, seguita, nel Vecchio Continente, dall’Italia. Ma su scala globale la competizione è più serrata. La classifica attuale, registrata lo scorso anno dal rapporto Scenari Industriali di Confindustria, fa intendere che anche la Germania è tenuta a puntare fortemente sulla globalizzazione: nell’ordine ci sono  Cina, Usa, Giappone, Germania, Corea del Sud, India, Italia, Francia, Gran Bretagna e Messico. Nella top ten, l’Occidente ha perso posizioni. La Germania ha tenuto un ritmo di incremento di export, dal 2010, pari al 3,3% l’anno; l’Italia, da questo punto di vista, la segue a ruota, con un incremento percentuale annuo del 3,2%.

 

Wolfgang Marzin, Presidente e Ceo di Messe Frankfurt (courtesy Messe Frankfurt GmbH)

 

Comunque sia, la fiera di Francoforte, ottocento anni di storia alle spalle, è oggi il più importante ente fieristico tedesco ed uno dei più rilevanti del mondo. Un po’ di numeri, per definire meglio questa dimensione. Si diceva che la fiera ha fatto registrare un fatturato (provvisorio) 2017 di 661 milioni di euro; si avvale di 2.500 collaboratori nel mondo; può vantare 95mila espositori, e circa 4,3 milioni di visitatori; dispone di un’area espositiva complessiva di 592.127 metri quadrati, di cui 366.637 indoor e 96.078 outdoor. È presente in 175 Paesi. Gli azionisti sono la città di Francoforte (60%), e il Land Assia (40%). Si avvale di 30 società affiliate e 55 Sales Partner internazionali. E poi, se si getta l’occhio sui bilanci 2016 e 2015, si comprende che la fiera è un buon affare. Il fatturato (2016) pari a 646,7 milioni di euro, era in linea con quello 2015, 648 milioni. Rispetto al bilancio 2015, nel 2016 sono aumentate le vendite, 152 milioni contro 146; l’ebitda, 74 contro 56 milioni; e le entrate nette: 50 milioni contro 38. «La fiera è in salute – commenta il Presidente e Ceo Marzin – ed è soprattutto profittevole». Marzin la mette così: «La nostra missione è quella di ascoltare e servire le industrie, e di interpretare i cambiamenti in corso».

 

Fiere che diventano brand

Questo processo è parte della strategia di globalizzazione di Messe Frankfurt. Le fiere internazionali flagship (ad es. Heimtextil Frankfurt, Automechanika Frankfurt, ISH Frankfurt) sono strumentali all’obiettivo di sviluppare nuovi mercati emergenti, nel contesto di una strategia diretta a creare una rete mondiale di eventi coordinati da un punto di vista geografico e stagionale. Per quello che riguarda le aree merceologice i principali “campi di applicazione” di Messe Frankfurt sono: consumer goods; entertainment, media & creative industries; mobility & logistics; technology; textiles & textile technologies. A loro volta questi campi si suddividono in più specialità. Per esempio, per Mobility & Logistics, Messe Frankfurt mette in campo più format di fiere commerciali di livello globale: Automechanika: attrezzature per autofficine, stazioni di servizio, parti di ricambio e accessori per l’industria automotive (la fiera è peraltro molto frequentata dalle aziende italiane) ; Materials Handling: logistica, stoccaggio e spedizioni; Raillog Korea: industria ferroviaria; Scalex: trasporti e logistica; Hypermotion: digitalizzazione dei sistemi di trasporto intelligenti.

 

Messe Frankfurt, esposizione all’interno del Padiglione Uno (courtesy Messe Frankfurt GmbH)

 

Messe Frankfurt Italia

La filiale italiana della fiera di Francoforte, da 20 anni è partner di 1.800 espositori italiani grazie a 148 manifestazioni riconosciute a livello mondiale nei settori beni di consumo, tessile, automotive e logistica, technology&production, comunicazione e tempo libero.«Oltre 34.700– fa sapere la società – i buyer italiani che ogni anno visitano i nostri eventi per scoprire tendenze e novità di prodotto sullo scenario internazionale». Ed è appunto la filiale ad organizzare a Parma SPS IPC Drives Italia, fiera dedicata all’automazione industriale, sorella della tedesca SPS IPC Drives, da oltre vent’anni manifestazione di riferimento in Germania e in Europa.

 

Donald Wich,ad di Messe Frankfurt Italia (courtesy Messe Frankfurt GmbH)

 

Sps Italia, un network parte di una piattaforma mondiale, strumento per l’internazionalizzazione

«Il vantaggio di partecipare a Sps Italia, per un’azienda italiana – afferma Marzin – è anzitutto quello di confrontarsi con tutti i big leader di comparto, che peraltro sono i protagonisti della trasformazione digitale. Per le aziende italiane che fanno componentistica, del resto, è fondamentale essere all’altezza dei clienti globali. Si tratta di far parte del giusto palcoscenico, e di approfittare dell’occasione per aggiornare le proprie tecnologie». Ma ci sono altri fattori di interesse. «Sps – afferma Donald Wich – non è solo una fiera, è un network (di aziende interessate all’automazione). C’è Sps Norimberga; c’è Sis (Smart Industry Solutions) India di Mumbai, strategicamente organizzata in collaborazione con Motek India e Control India, due importanti fiere dedicate alla gestione dei materiali e all’assicurazione della qualità; e c’è SIAF, Sps Industrial Automation Fair Guangzhou, che offre una piattaforma per entrare nella produzione sofisticata del mercato cinese.»

«Guangzhou è la capitale del Guangdong, la provincia più grande ed economicamente importante della Cina meridionale, sede di migliaia di aziende produttrici che hanno affrontato numerose difficoltà a causa dell’aumento dei salari e dei costi di produzione. Così, i produttori integrano molta tecnologia di automazione industriale nelle loro operazioni. Infine nascerà, in autunno, Sps Automation Middle-East, l’unica fiera in tutta la regione mediorientale. Presenterà tutti gli aspetti e le applicazioni dell’automazione, dall’industria all’edilizia, esplorando e mettendo in mostra le ultime innovazioni dal mondo di IoT, Artificial Intelligence e Industry 4.0.»

«Si tenga presente che il Medio Oriente è all’inizio dell’era dell’automazione. Così, sia gli Emirati Arabi Uniti che l’Arabia Saudita hanno messo a punto la loro “Visione per il 2030” che prevede la diversificazione in industrie non petrolifere come: aerospaziale, alluminio e metalli fabbricati, marittimo, alta velocità, prodotti farmaceutici e attrezzature mediche, macchinari e altro».  Si aprono spazi considerevoli per le aziende italiane in questi Paesi. «L’azienda italiana può esporre in tutti queste aree del mondo, partecipando al circuito Sps – continua Wich – ma non basta. È nel commitment di Messe Frankfurt consentire alle aziende di partecipare alle manifestazioni. Non solo automazione. Abbiamo la più grossa fiera dell’illuminazione; ma abbiamo tante fiere, e le aziende italiane sono sempre al primo posto per quanto riguarda la partecipazione internazionale, dopo quelle tedesche. Le aziende italiane fanno le proprie scelte in un menù di eventi, e utilizzano Sps e Messe Frankfurt come piattaforma per l’internazionalizzazione. La strategia è questa».

 

Parma, Sps Ipc Drives, l’ingresso della scorsa edizione (courtesy Messe Frankfurt GmbH)

Perché Parma

Marzin delinea un interessante parallelismo tra Parma e un’importante città della Baviera, Norimberga, che non è solo il centro economico della Franconia. «Non è un caso che a Norimberga si tenga un importante Sps. È una zona altamente industrializzata, dove l’automazione è di casa. Sps è una fiera tecnica. E Parma presenta le stesse caratteristiche di Norimberga, oltre a trovarsi in una posizione strategica, centrale». In effetti il tessuto industriale parmense è caratterizzato da importanti realtà manifatturiere. Ma soprattutto, si intende imitare il modello di Norimberga: una manifestazione verticale sul mondo dell’automazione, e quindi una piattaforma ideale per una panoramica omni-comprensiva del settore. Alla fine, a Parma sono presenti più comparti e più “mondi”, tutti aventi a che fare con lo stesso tema: sistemi e componenti di azionamento; componenti elettromeccanici e dispositivi periferici; sensori; tecnologia di controllo; IPC; software industriale; tecnologia di interfacciamento; dispositivi di commutazione in bassa tensione; dispositivi di interfaccia uomo macchina; comunicazione industriale; formazione e consulenza; system integrator; editoria tecnica; associazioni di categoria.

 

 

Sps Ipc Drives, uno dei macchinari in esposizione nella scorsa edizione(courtesy Messe Frankfurt GmbH)

 

Numeri 2017 e aspettative per Sps Italia 2108

L’edizione 2017 ha fatto registrare 738 espositori e 33.194 visitatori, rispettivamente + 11% e +22% rispetto al 2016; secondo la fiera, ciò è avvenuto «in linea con il trend di crescita del comparto dell’automazione e dell’interesse da parte dell’industria manifatturiera per l’evento». «Con la prima edizione, quella del 2011 – afferma Marzin – siamo stati fortunati, nel senso che la scelta di Parma si è dimostrata quella giusta. Già la seconda edizione aveva fatto registrare una crescita considerevole, attorno al 30%, 40%. La fiducia delle aziende partecipanti era crescente, pertanto abbiamo pensato di investire, sia in termini strutturali che contenutistici. Poi, tanto è cambiato dagli inizi: per esempio, il tema della cyber security era già una questione di un qualche rilievo, ma non aveva assunto l’attuale importanza». Anche tra le fiere c’è la competizione. «La competizione è sempre un bene. È lì che vedi quali valore la tua attività riveste per quelli che ti seguono. E ti spinge a fare sempre meglio, sempre più in linea con le aspettative delle aziende. E poi è il mercato a decidere se c’è bisogno di una fiera. Se non ce n’è bisogno, la fiera muore».

Ma cosa si attende Marzin dall’edizione 2018 di Sps Italia? «Anzitutto, il tema della digitalizzazione sta acquisendo un’importanza dirimente, per cui sarà il tema centrale della fiera. E sarà declinato in tanti motivi di interesse per le industrie, dal software alla formazione. Saranno presenti, peraltro, diversi digital hubs, legati a più atenei (Politecnici di Milano, Torino e altri)». In sostanza è previsto un significativo ampliamento del quartiere fieristico con un percorso dedicato alla digital transformation e un nuovo padiglione intitolato Digital District (DD), che accoglierà tutti i principali player del mondo digital, software e cyber security. Un luogo dove, secondo Sps Italia, IT e OT mettono a confronto i loro mondi per intraprendere un cammino comune: quello della digitalizzazione delle fabbriche. Per esempio c’è un percorso che parte nel padiglione 4 con il Know how 4.0, il progetto attraverso il quale i visitatori della fiera hanno l’opportunità di vedere realizzazioni in linea con i concetti di Industry 4.0, ma anche quelle dedicate al mondo della robotica e intelligenza artificiale. Le previsioni per l’edizione 2018 sono buone. Ai tradizionali espositori, si aggiungono nuove adesioni ci si attende pertanto una crescita finale del 10%.

 

Sps Ipc Drives, uno dei macchinari in esposizione nella scorsa edizione(courtesy Messe Frankfurt GmbH)
Uno specchio dei cambiamenti in atto nell’industria

Marzin riconosce nella digitalizzazione, nell’IoT i fattori responsabili della trasformazione in corso. «La direzione è quella che porta ad una maggiore efficienza dei processi e dell’automazione, ma anche ad una maggiore sicurezza nel trasferimento dei dati. Comunque sia, Norimberga e Parma si tengono ogni anno; da questi osservatori è possibile apprezzare la velocità del cambiamento. Il grado di innovazione è altissimo». Peraltro, da questa prospettiva, a Marzin non risulta più sussistere una grande differenza tra le imprese italiane e quelle tedesche in fatto di digitalizzazione. «Come dire – afferma Marzin -: appena si esce dalla porta di una casa, si entra nel mondo della competizione, in cui tutti vanno verso la stessa direzione. Si cresce insieme, in filiere che non sono più italiane o tedesche, ma europee o globali. Ci si imita. Si osservano standard che sono comuni e si avanza tutti secondo questi parametri».














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