Una grande occasione per pmi e start-up di manifattura additiva e cybersafety: lavorare con i Ligthouse Plant Abb e Tenova Ori Martin. Grazie alla Challenge del CFI

di Marco de' Francesco ♦︎ C’è tempo fino al 23 ottobre per candidarsi alla sfida lanciata dal Cfi in collaborazione con Regione Lombardia. In palio la possibilità di diventare fornitori della soluzione proposta applicandola nei processi produttivi degli impianti delle due aziende. Il 29 ottobre al Mecspe di Parma le imprese selezionate presenteranno il proprio progetto

Scade venerdì 23 ottobre 2020 (compreso) il termine per partecipare alla prima fase dell’XFactory Lighthouse Plant Open Innovation Challenge. Start-up, scale-up, imprese innovative e centri di ricerca possono aderire a due sfide distinte e collegate agli Impianti Faro di Abb e di Ori  Martin Tenova: la prima consiste nel fornire “proposte di soluzioni” di stampa 3D di componenti in metallo per incrementare la velocità di esecuzione e superare il problema dei piccoli lotti; la seconda invece riguarda la cybersafety, attraverso la sensoristica e il posizionamento per aumentare la sicurezza dei lavoratori in aree di rischio.

Per partecipare, basta cliccare sui link presenti in questa pagina, a sua volta collegata al portale della Regione Lombardia, e usare i form predisposti. Per dubbi o domande relative alla candidatura, si può scrivere a cluster@fabbricaintelligente.it







La mancata adesione alla prima fase non impedisce agli interessati di iscriversi alla seconda, visto che il termine ultimo è fissato per il 20 dicembre. Tuttavia, chi si iscrive entro il 23 ottobre potrebbe far parte di una selezione di imprese e start-up che saranno chiamate a illustrare la propria soluzione il 29 ottobre pomeriggio al Mecspe di Parma, la più importante fiera dedicata alle innovazioni per l’industria manifatturiera.  

Ma cosa c’è in palio? Oltre alla visibilità agli sfidanti, espositori e visitatori a Mecspe per chi partecipa alla prima fase, gli Impianti Faro daranno possibilità, non vincolante, ai finalisti di diventare fornitori della soluzione proposta applicandola nei processi produttivi degli impianti.

Le soluzioni saranno valutate dai soggetti che hanno lanciato l’iniziativa: il Cluster Fabbrica Intelligente e i due Lighthouse. Il primo è l’associazione che, presieduta dal Ceo di Ansaldo Nucleare Luca Manuelli, riunisce aziende, regioni e università per aggregare gli attori più importanti a livello nazionale sulle tematiche della manifattura avanzata. I secondi sono impianti produttivi del tutto basati su tecnologie 4.0, e sono chiamati dimostrare, a beneficio di aziende più piccole, che certe applicazioni industriali sono praticabili, necessarie e sostenibili per affrontare le sfide della competizione globale.

 

La challenge del Lighthouse Abb

Stabilimento Abb di Santa Palomba

Quanto alla citata challenge relativa al Lighthouse Abb la questione è questa: la stampa 3D di componenti in metallo è una tecnologia molto interessante per l’impianto faro: consente di creare con un pezzo solo componenti prima costruiti associando elementi meccanici; e permette di realizzare forme molto innovative. Tuttavia, il problema è che questo genere di printing non è, attualmente, adatto ad una produzione seriale. Mentre lo scopo della partecipazione dell’Impianto Faro – che coinvolge i siti di Dalmine, Santa Palomba e Frosinone della filiale italiana del colosso dell’energia e dell’automazione –  è appunto quello di superare il vincolo dei piccoli lotti.

 

 

La challenge del Lighthouse Ori – Martin Tenova

Il sito produttivo di Ori Martin a Brescia

L’argomento della seconda sfida è invece quello di fornire soluzioni tecniche innovative applicabili in aree ad elevato rischio, in grado di: identificare in modo sicuro la posizione degli operatori, abilitare o negare accessi, attivare procedure di casualty recovery in caso di incidente. Sono cose che possono essere ottenute con la sensoristica innovativa per le piattaforme di sicurezza 4.0. D’altra parte l’impianto faro unisce gli sforzi di Tenova, società (del gruppo Techint) di Castellanza (Va) specializzata in soluzioni di ingegneria per l’industria metallurgica e mineraria, e di Ori Martin, azienda bresciana che produce acciai speciali per l’automotive e la meccanica. In quest’ultima attività la sicurezza del personale ricopre un’importanza considerevole. Comunque sia, saranno privilegiate soluzioni con componenti “indossabili”, quelle compatibili con tecnologie già presenti negli impianti, quelle che garantiscono la privacy degli operatori, quelle in grado di interfacciarsi con i sistemi di gestione dati delle fabbriche e quelle sostenibili in termini di costi-risultati.  














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