La manifattura senza open innovation? Non va da nessuna parte!

di Chiara Volontè ♦︎ Con industria 4.0, IoT e Industrial IoT ogni azienda necessita di soluzioni e competenze non core. Nasce così un ecosistema composto da start-up e imprese strutturate, in grado di sviluppare soluzioni che abilitano la smart automation. Forward Factory by Gellify e Cdp: politica industriale per creare una piattaforma dell’innovazione ecosystem-driven. Cluster Crowd Open Innovation: match-making by Cfi e Skipsolabs. Le start-up: Circularity, Evo, Mondo Novo. Parlano Lucia Chierchia, Ivan Cazzol e Paolo Vercesi

Il mondo manifatturiero è in grande evoluzione: circolano sempre più dati, il sistema ora è a tutti gli effetti phygital, fisico e reale si intersecano: se vogliamo rimanere la seconda manifattura in Europa e la settima al mondo, la soluzione è investire nella digitalizzazione dell’industria. Creando anche un ecosistema composto da start-up e aziende strutturate, in grado di sviluppare soluzioni sempre più avanzate che abilitano la smart automation. Come? Due parole: open innovation. «Questo tipo di approccio – commenta Paolo Vercesi, Cluster Manager del Cluster Fabbrica Intelligente – mentre è utilizzato in settori come Ict, Fintech, Oil&Gas e social media, è abbastanza inusuale nel manifatturiero. Per fortuna, grazie a iniziative come Cluster Crowd Open Innovation e Forward Factory, la situazione sta cambiando». Le imprese manifatturiere devono mettere in campo anche tecnologie che non sono core dell’azienda e che devono essere sviluppate con competenze che spesso non hanno in casa. Devono ripensare la loro strategia, rivedere gli skill necessari per fare innovazione e cambiare mindset decisionale. Per farlo, avranno sempre più bisogno di una rete composta da tessere nuove: start-up e scale-up con competenze distintive. In questo modo diminuiscono i tempi di applicazione e le risorse necessarie impiegate dai reparti R&D interni.

«Oggi le fabbriche per poter raggiungere l’eccellenza operativa innestano le proprie competenze core distintive su tecnologie molto molto verticali – ci spiega Lucia Chierchia, Managing Partner Gellify e Manufacturing Lead Forward Factory – spingono l’automazione a un altissimo livello per poter aumentare l’efficienza, con operation sempre più governate dai dati. Per ottenere questi risultati, i modelli di business sono essenzialmente transnazionali. Questi cambiamenti stanno portando il plant ad essere sempre più un ecosistema». È questa proficua interazione che crea impulsi lungo tutta la filiera il motore migliore per la crescita della manifattura. Ma come può l’open innovation diventare una reale opportunità per affrontare transizioni importanti? Come si crea il contatto tra start-up e grandi corporate? Di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’open innovation in ambito manifatturiero è il progetto Cluster Crowd Open Innovation, nato da un’idea del Cluster Fabbrica Intelligente in collaborazione con Skipsolabs.







«Cluster Crowd Open Innovation ha evidenziato la necessità delle aziende di collaborare con le start-up per affrontare i veloci cambiamenti del settore – ci racconta Ivan Cazzol, head of sales and innovation services di Skipsolabs – Attraverso una logica di match-making aziende e start-up stanno collaborando per innovare l’industria manifatturiera e portarla verso la fabbrica del futuro». Attraverso il programma, il Cfi e Skipsolabs diventano il canale che mette in contatto i player della manifattura, dando vita a un ecosistema che diventa circolare. «Forward Factory, acceleratore finanziato da Cdp Venture Capital e gestito da Gellify, con la collaborazione di Azimut Libera Impresa tramite Digitech Fund, vuole essere una risposta concreta al mondo manifatturiero – prosegue Chierchia – vogliamo costruire un sistema economico fatto di grandi aziende ma soprattutto di medie imprese che collaborano stabilmente con start-up innovative e tecnologiche, nell’ambito dei propri processi produttivi». Con una dotazione complessiva di 8,64 milioni di euro, la struttura è parte di una strategia pubblica dell’innovazione nella manifattura, che è per il nostro Paese novità assoluta. Queste sono alcune delle evidenze emerse nel corso dell’evento “Open Innovation per il manifatturiero” organizzato dal Cluster Tecnologico Nazionale Fabbrica Intelligente in collaborazione con SkipsoLabs e Gellify presso il Netcomm Forum 2022. L’incontro è stato anche l’occasione per presentare le soluzioni di tre start-up: Circularity, Evo pricing e Mondo Novo.

 

Dai dati all’automazione passando per la filiera resiliente: ecco perché la manifattura ha bisogno dell’open innovation

Lucia Chierchia, Managing Partner Gellify

Ora che la fabbrica è a tutti gli effetti phygital è fondamentale che le imprese integrino soluzioni digitali per poter costruire scenari ottimizzati grazie all’uso dei dati. E quindi non si parlerà più di automation, ma di smart automation, che significa interazione tra uomo e macchina e tra uomo e uomo in un contesto altamente tecnologico: i dati diventano così fondanti per costruire nuovi modelli di business. Pensiamo ad esempio alla servitizzazione delle macchine industriali in fabbrica: non ci si concentra più soltanto sul prodotto, ma soprattutto sul cliente. Si utilizza un approccio di customer centricity, con un business model sempre più relazionale. Ma le imprese possono ottenere questo risultato solo se parte di un ecosistema.

«Forward Factory ha a bordo player importanti e anche diversi fra loro sia come dna che heritage – ci spiega Lucia Chierchia – questa è la dimostrazione che anche il mondo manifatturiero sta facendo evolvere il proprio modello di open innovation. Le imprese non si accontentano più di fare il progettino proof of concept con la start-up: ora la trasformano in un vero fornitore, o investono in maniera sequenziale fino ad arrivare a iniziative di corporate venture capital. Ciò avviene lungo una filiera o all’interno di un ecosistema più ampio. Il modello di venturing, che può avere varie forme, sta prendendo piede anche in Italia e finalmente anche nel mondo manifatturiero». La fabbrica non è più la monade isolata che crea in house tutte le tecnologie di cui necessita, ma è tutto ciò che sta a monte e a valle di essa. Infatti, con industria 4.0, IoT e Industrial IoT ogni azienda necessita anche di soluzioni non core irrealizzabili dall’impresa medesima, perché richiedono competenze non legate al prodotto che producono. Ed è qui che entrano in gioco le start-up, che fanno leva su strutture tecnologicamente sofisticate e nate ora, diverse e più innovative. Anche il progetto Cluster Crowd Open Innovation ha evidenziato la necessità delle aziende di collaborare con le start-up per affrontare i veloci cambiamenti del settore. «Attraverso una logica di match-making – sottolinea Cazzol – aziende e start-up stanno collaborando per innovare l’industria manifatturiera e portarla verso la fabbrica del futuro».

Le startup italiane ed estere che vorranno stabilire una sede legale sul territorio italiano, hanno tempo fino all’8 aprile 2022 per candidarsi ad essere tra le 10 selezionate che riceveranno un investimento di 165mila euro e accederanno ad un programma di accelerazione della durata di 6 mesi

Cluster Crowd Open Innovation: la sfida di Cfi e Skipsolabs

Ivan Cazzol, head of Sales and Innovation Services, Italy SkipsoLabs

Il progetto Cluster Crowd Open Innovation è nato nell’ottobre 2021 con l’obiettivo di promuovere l’innovazione sia per le grandi aziende, ma anche per le Pmi del settore manifatturiero. Questo grazie a una logica di ecosistema che ha reso accessibile l’innovazione a tutti gli associati e i partner del Cluster Fabbrica Intelligente. Attraverso una prima fase di Needs Collection, SkipsoLabs e il Cfi hanno stimolato le aziende coinvolte a esprimere le loro necessità di innovazione e individuare le aree fondamentali per la fabbrica del futuro, su cui attivare lo scouting di start-up a livello nazionale. Tra le aziende protagoniste del progetto troviamo Bosch, Siemens, Whirlpool, Oracle, Nokia, Dassault Systèms, Vibram, Cosberg, Hit, Eurosuole, CentroCot, Tenova, Galdi, Biesse, Fameccanica, Schnell, Hsd, Autodesk, Streparava ed Elica. Grazie al supporto di SkipsoLabs, il Cluster ha avuto la possibilità di individuare dei match tra i propri associati e le start-up del settore manifatturiero, così da favorire non solo l’introduzione di innovazione nelle aziende, nella filiera produttiva e nel mercato ma anche l’attivazione di Proof of Concept che porteranno beneficio a entrambe le realtà.

Il progetto è stato sostenuto da tre pillar. In primis una piattaforma tecnologica che ha permesso di digitalizzare il programma, gestire gli stakeholder coinvolti e identificare le sinergie associati/start-up. Successivamente, il framework ha permesso di definire le fasi di progetto, le attività e i deliverables così da raggiungere i risultati nei tempi e secondo l’effort stimato. Infine, il Co-innovation Hub che ha consentito un presidio capillare all’interno dell’ecosistema innovazione italiano per l’identificazione di start-up in linea con il progetto. «La fase di explore è stata chiave per iniziare a coinvolgere gli associati del Cluster nel progetto – chiosa Ivan Cazzol – Si sono organizzati workshop tematici e interattivi con lo scopo di andare a confrontare i trend tecnologici internazionali d’innovazione per l’industria con i reali interessi in essere da parte degli associati coinvolti dal Cluster. Successivamente l’intera base di associati e partner del Cfi ha avuto l’opportunità di esprimere le proprie idee e aspettative riguardo le innovazioni da apportare nel settore industriale». La fase di Open Call è stata caratterizzata dalla ricerca di start-up in target con le esigenze espresse dagli associati, con l’obiettivo di creare veri e propri match azienda start-up. Inoltre in questa fase è stato attivato anche il Co-Innovtation Hub, il network internazionale di incubatore e acceleratori di SkipsoLabs. Il progetto si è concluso con la selezione delle 10 realtà più coerenti con la Roadmap del Cluster, che si presenteranno in due Pitch Day (uno in occasione di EMO21 e l’altra al NetComm Forum22), eventi dedicati all’incontro di queste start-up davanti agli associati e partner del Cfi e un eventuale pubblico allargato, considerato che l’evento sarà ospitato da una fiera di settore.

Cluster Crowd Open Innovation: tineline

Circularity: simbiosi industriale per soddisfare il bisogno di materie prime

Michele Martinello, Circular Economy Specialist di Circularity

Circularity è una start-up nata nel 2018 ed è la prima piattaforma di simbiosi industriale che integra in un sistema completo tutti gli attori coinvolti nell’economia circolare. L’obiettivo è creare un modello che mira all’utilizzo ridotto di materie prime, al riutilizzo dei materiali di scarto provenienti da processi produttivi e alla riduzione degli sprechi. Il concetto di fine vita del prodotto lascia il posto a quello di trasformazione e riuso, che apporta notevoli vantaggi economici alle aziende e giova all’ambiente. Ma perché questo accada, è necessario ridefinire i processi produttivi e coinvolgere tutti gli attori (istituzioni, associazioni, enti, clienti, fornitori) per dare vita ad un ecosistema sostenibile nel lungo periodo.

«Il nostro obiettivo è quello di promuovere e di affermare una nuova tipologia di impresa che sia in grado di soddisfare il proprio bisogno di materie prime attraverso l’utilizzo efficiente degli scarti di produzione di altre filiere – commenta Michele Martinello, Circular Economy Specialist di Circularity – Per questo abbiamo creato un network che offre alle aziende i servizi necessari per implementare l’economia circolare nel proprio modello di business. La nostra mission è fornire servizi innovativi alle imprese, guidandole verso l’ottimizzazione del consumo di risorse e la riduzione degli scarti nei sistemi produttivi, attuando così gli obiettivi della circular economy. Ci rivolgiamo a produttori, utilizzatori, trasportatori e impianti». Circularity si pone come coach nella creazione di un network tra le aziende o gli impianti che producono sottoprodotti, materie prime seconde o end of waste e le aziende che possono riutilizzarli nel loro processo produttivo, in una logica di riduzione degli scarti e ottimizzazione delle risorse. Il percorso circolare va di pari passo con servizi di consulenza strategica, certificazioni ambientali, servizi di re-design, per valorizzare l’unicità delle singole realtà imprenditoriali e favorirne la transizione verso l’economia circolare.

 

Evo: dati e previsioni di vendita per efficientare i processi

Marco Palminiello, partner di Evo

Evo lavora principalmente nel retail, e-commerce e produzione con l’obiettivo di ridurre l’inventario dei clienti e aumentare contemporaneamente le vendite che riescono a fare. Mentre nel settore del pricing le soluzioni della start-up mirano a ottimizzare i prezzi per aumentare profitti e margini.

«Facciamo un match tra domanda e offerta così da definire dove sono gli sprechi – spiega Marco Palminiello, partner di Evo – I problemi nascono principalmente sulle previsioni di vendita, perché è difficile farne di davvero realistiche, soprattutto quando le aziende presentano scarti molto grossi. Con i dati a nostra disposizione forniamo ai clienti delle raccomandazioni ottimizzate con obiettivi di business chiari e precisi, ottimizzati con kpi e margini. Gli ambiti in cui lavoriamo sono principalmente gestione dell’inventario, ambito del pricing e gestione clienti. Ci interfacciamo con qualsiasi piattaforma e diamo agli utenti delle interfacce excel con cui tutti siamo in grado di lavorare. Il nostro approccio è quello di ottenere molto velocemente risultati: dopo una fase di set-up facciamo integrazione dati, misuriamo l’impatto e infine possiamo fare un roll out per creare valore».

 

Mondo Novo, l’IoT al servizio della manifattura. Dal prodotto alla consulenza

Marco Ciccolini, Senior Technical Sales Engineer e Co-founder Mondo Novo

Mondo Novo Electronics è una start-up nata nel 2015 con l’intento di sviluppare prodotti innovativi per il mercato outdoor e professionale mediante processi di trasferimento tecnologico. «Grazie alle esperienze maturate e al network di aziende partner, siamo in grado di proporre soluzioni hardware e software avanzate, in particolare sistemi embedded per il settore industriale e devices per il settore consumer (smart locks, smart cameras, wearable devices) – spiega Marco Ciccolini, Senior Technical Sales Engineer e Co-founder Mondo Novo – Inoltre, offriamo consulenze tecnico-commerciali per l’industria manifatturiera, soprattutto per l’implementazione di sistemi di visione con la collaborazione di Halley Informatica (Machine Vision) e Vision Device, per il settore printing (consumabili di stampa, parti di ricambio, microchip), soluzioni per l’automazione, il retrofit energetico di sistemi di produzione mediante l’utilizzo di energia termica, nanosensori olfattivi per il controllo qualità».

 

Forward Factory: politica industriale e open innovation

Il programma Forward Factory è rivolto a startup in fase seed e early stage in grado di offrire servizi digitali per innovare i processi produttivi manifatturieri attraverso blockchain, AR, VR, industrial IoT, AI e big data, cyber security, cloud computing e robotica digitale

«L’Italia ha 50 miliardi di euro di finanziamenti per il digitale e l’innovazione, siamo il sesto paese al mondo per l’export di prodotti manifatturieri – commenta Chierchia – Abbiamo quasi 500mila aziende sul nostro territorio che appartengono al settore manifatturiero. Per questo, insieme a Cdp, abbiamo dato vita a Forward Factory, un acceleratore per start-up del mondo della fabbrica focalizzate essenzialmente sul b2b digitale, che portano soluzioni focalizzate per il mondo produttivo. Insieme a noi abbiamo portato a investire diverse aziende manifatturiere: Comer Industries, Angelini Industries, SCM Group, Vis Hydraulics, Poggipolini, Auxiell, Industrio Ventures. E anche Eit Manufacturing, braccio Ue per l’innovazione della manifattura, ha deciso di investire nell’iniziativa. L’obiettivo finale è quello di dotare l’Italia di una piattaforma dell’innovazione ecosystem-driven». Ma come funziona il programma Forward Factory? Con una dotazione complessiva di 8,64 milioni di euro, di cui 3,57 milioni per successivi follow on post accelerazione, il programma si estende su un arco di tre anni, coinvolgendo circa 10 start-up ogni anno. Ad ognuna di queste start-up vengono dati 165mila euro di investimento in equity più follow-on successivi fino ad un massimo di 300mila euro. Le realtà selezionate avranno accesso a un percorso della durata di sei mesi volto a consolidare il proprio ingresso sul mercato. Durante il primo trimestre la start-up, con Gellify, rinforzerà l’idea di business costruendo le basi per creare soluzioni scalabili nel mondo del digital manufacturing. Il programma sarà basato su 1 to 1 coaching, mentorship, bootcamp verticali su specifiche tematiche e un supporto studiato sulle esigenze caratteristiche di ogni realtà. Nei tre mesi successivi ciascuna start-up sarà impegnata nella realizzazione di un Poc (proof of concept) sviluppato in collaborazione con una delle aziende manifatturiere investor nel programma e con il team di Forward Factory, per arrivare al demo day con uno use case pronto a decollare. Il demo day finale con la presentazione della soluzione e dei risultati del poc si svolgerà di fronte ad una platea allargata di investitori ed aziende manifatturiere leader di settore.

«Cdp e Gellify hanno creato il progetto, siamo investitori dell’iniziativa – sottolinea Chierchia – Abbiamo definito le aree strategiche per poter andare a identificare le start-up che saranno oggetto di questo programma. Su un’orizzone di tre anni, investiremo ogni anno in 10 start-up: ogni start-up accederà ad un investimento di 165mila euro, e 10 su 30 saranno oggetto diun follow on pari a 300mila euro». Il programma è rivolto a start-up in fase seed e early stage in grado di offrire servizi digitali per innovare i processi produttivi manifatturieri attraverso blockchain, AR, VR, industrial IoT, AI e big data, cyber security, cloud computing e robotica digitale. Forward Factory avrà sede a Casalecchio di Reno, nella provincia bolognese, presso il Phygital Hub Gellify e potrà essere seguito dalle startup partecipanti in modalità ibrida: fisica e digitale «Forward Factory è una lampadina, un segnale che qualcosa sta cambiando, noi vediamo nel sottobosco dell’innovazione segnali molto forti e positivi – conclude Lucia Chierchia – È faticoso però abbiamo rotto il ghiaccio. Molte aziende manifatturiere ci hanno chiesto di poter partecipare ad alcune milestone dell’acceleratore; quelle ufficiali verranno eseguite a porte chiuse, con le start-up ed i corporate partner. Però creeremo dei momenti aperti su invito anche ad altri soggetti, che non sono soci di questa iniziativa, all’interno di eventi esclusivi, poiché l’innovazione nasce dalla contaminazione e dal confronto».














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