L’Open Innovation spinge la crescita delle start up

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 I dati della seconda edizione dell’Osservatorio promosso da Assolombarda, Italia Startup e Smau. Le startup partecipate dalle imprese corporate crescono più delle realtà partecipate da investitori specializzati. Solo il 4% è uscita dal mercato. Boom di piccole imprese che scelgono la strada del Corporate Venture Capital: + 45% in un solo anno.

 Sono 2.154 le startup innovative partecipate da almeno una corporate e 6.727 gli investitori in Corporate Venture Capital. Le startup partecipate dalle realtà corporate crescono più delle startup partecipate da fondi di investimento e nel 77% dei casi hanno visto un aumento dei ricavi fra il 2015 e il 2016.  Le cifre sono contenute in un rapporto   presentato in occasione  dello Smau a Milano. Se le startup che hanno una partecipazione corporate crescono di più, anche il tasso di fallimento è significativamente più basso: appena il 4,1% è uscita dal mercato nel corso del 2015, contro il 16% nel caso di realtà partecipate da un investitore specializzato.

 







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Il Corporate Venture Capital la forma migliore di investimento

Un dato che restituisce una fotografia inedita del fenomeno dell’Open Innovation. «Spesso – è la riflessione di Pierantonio Macola, Presidente Smau – analisti e osservatori puntano il dito contro la scarsità di risorse finanziarie destinate al venture capital nel nostro Paese. Gli esiti dell’Osservatorio mettono invece in luce un altro aspetto, meno raccontato: quella del Corporate Venture Capital, che in Italia è già una realtà, che interessa un numero di startup cinque volte superiore rispetto a quelle partecipate da un fondo di investimento e che, almeno a giudicare da quanto emerge dal rapporto, rappresenta la forma migliore di investimento ».

 

Stefano Venturi, Vicepresidente di Assolombarda  e Amministratore Delegato Hewlett Packard Enterprise Italia

L’impegno di Assolombarda

Un modello che fa bene non solo alle startup ma anche alle imprese che investono nell’innovazione sviluppata da questo ecosistema. Infatti, come evidenzia Stefano Venturi, Vicepresidente di Assolombarda con delega all’Attrazione degli Investimenti e Competitività Territoriale e Amministratore Delegato Hewlett Packard Enterprise Italia: «Le aziende che investono in Corporate Venture Capital hanno conseguito risultati migliori delle altre imprese sia rispetto alla capacità di accrescere il proprio valore aggiunto sia in termini di redditività netta. Particolarmente positivi i risultati delle PMI che, tra il 2015 e il 2016, hanno aumentato il valore aggiunto a tassi tripli rispetto alle concorrenti che non hanno investito (+13,2% contro il 4,1%). Da qui l’impegno di Assolombarda nel promuovere momenti di incontro tra le oltre 330 startup oggi associate e le sue quasi 6.000 aziende con l’obiettivo di rafforzare il dialogo tra gli imprenditori, condividere casi di successo e best practices e creare occasioni di business e di collaborazione tra le imprese, mettendo a fattor comune innovazione ed esperienza».

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Anche le piccole imprese investono nelle start up

Fra i dati più interessati proposti dalla seconda edizione del rapporto, si nota la forte crescita del numero di piccole imprese che hanno deciso di investire in una startup (+45% in un anno) a conferma del fatto che il Corporate Venture Capital non è uno strumento appannaggio solo delle grandi imprese. Se fra le piccole e medie imprese si registra la crescita maggiore, nel complesso in tutte le classi dimensionali si è rilevato un netto incremento. In un anno, sono aumentate del 31% le società che hanno investito in una startup innovativa, a conferma del fatto che il corporate venture capital continua a crescere a ritmi consistenti nel nostro Paese. Nel complesso, gli investitori in CVC sono nel capitale del 22,9% delle startup innovative iscritte al Registro delle Imprese, gli investitori specializzati hanno partecipazioni all’interno di 417 startup iscritte al Registro Imprese, ovvero l’8,6%.

L’Open Innovation non ha confini

Crescono anche gli investitori “seriali”: il 19% delle corporate che investono direttamente in startup innovative sono nel capitale di almeno un’altra startup, con un incremento del 36% rispetto all’anno precedente. Dal rapporto emerge poi che ben il 56% delle aziende che investono in una startup sceglie una realtà al di fuori del territorio della propria Regione, mentre la quasi totalità – il 95% – punta su startup di settori diversi rispetto al proprio settore di riferimento. Dati che confermano come, con il fenomeno dell’Open Innovation, si superi la logica del vecchio distretto di prossimità a vantaggio di una nuova geografia dell’innovazione inclusiva di tutte le regioni e si vada oltre gli “steccati” dei settori tradizionali.














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