Il carroarmato 3.0 di Leonardo-Finmeccanica

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di Bruna Rossi. E’ possibile rivedere, aggiornare e rendere competitivo un semovente corazzato  facendo di un  carro armato vecchio tipo un blindato di terza generazione, aumentandone  vita operativa, prestazioni e riducendo la spesa. Ecco che cosa fa l’azienda manifatturiera guidata da Alessandro Profumo…  

Secondo dati di Global Firepower, un sito che aggiorna anno per anno una sorta di graduatoria mondiale basata sulla potenza militare di ciascun paese, solo considerando i numeri della classifica delle prime 15 nazioni nel ranking della potenze militari globale, nel 2017 la dotazione complessiva di carri armati dei rispettivi eserciti, è arrivata a superare le 60.000 unità. Non si tratta ovviamente di un elenco con una veste di ufficialità o attendibilità assoluta, ma di un   data-base puramente indicativo, che attinge a fonti pubbliche ed eterogenee. Va da sè che nel mare magnum dei numeri e delle statistiche, la categoria Combat Tank Strenght, racchiude una larga varietà di esemplari, ma soprattutto non illumina sul grado di obsolescenza dei mezzi da combattimento censiti per Paese.

Questo detto, se la capacità offensiva, la mobilità e la protezione dell’equipaggio sono i requisiti alla base, come formula tattica, di un moderno carro armato in grado di operare in ogni scenario, in linea con i veicoli blindati di terza generazione, la soluzione per realizzare una piattaforma affidabile non passa solo attraverso la produzione di un nuovo carro armato, ma anche attraverso la trasformazione di un veicolo già in dotazione in un nuovo carro ammodernato con tecnologie e strumentazioni di bordo all’avanguardia.







 

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Il carro armato M60A1

L’ M60 e i programmi di ammodernamento

Prendiamo l’esempio, per il nostro Paese, del carro armato M60. L’ Italia, che in questa classifica occupa oggi, per i carri armati, il 58esimo posto con 200 unità in dotazione, ha impiegato dal 1965 fino al 1995 in 310 esemplari il modello M60A1, assegnato alla 131ª Divisione corazzata “Centauro” e 132ª Divisione corazzata “Ariete”. Nel corso del 1993, nell’ambito dell’Operazione Ibis in Somalia, 1993, 10 carri M-60A1 provenienti dal surplus dell’US Marines Corps furono sottoposti ad un programma di ammodernamento designato RISE (Reliability Improvement of Selected Equipment).
Ora, proprio  in tema di ammodernamento, arriva da Leonardo il programma M60 A3, sviluppato per la revisione e l’aggiornamento di un blindato M60: obbiettivo  offrire agli  operatori la possibilità di ammodernare le proprie flotte con una spesa contenuta.

 

Schema di parte degli interventi di ammodernamento

La dotazione dell’ armamento

La soluzione modulare presentata da Leonardo integra un cannone da 120/45 mm che ha il vantaggio di limitare gli stress strutturali sul veicolo. Il cannone è lo stesso in dotazione alla Blindo Centauro II, con un sistema di controllo del tiro di ultima generazione (FCS) e sistemi di protezione idonei a fronteggiare minacce attuali. Gli interventi previsti in questo programma , che consente di mantenere gli attuali asset di manutenzione e logistica, richiedono per altro solo un’ulteriore formazione per il personale relativamente al nuovo equipaggiamento. Le tecnologie utilizzate per l’ammodernamento dell’M60 (FCS, Visione all’infrarosso e il cannone da 120 mm) sono interamente progettate e prodotte da Leonardo, così come i sistemi che consentono di migliorare le prestazioni della torretta.

Una fase dell’intervento di ammodernamento

Realizzato con acciaio di ultima generazione, il cannone da 120/45 mm si caratterizza per l’impiego di nuove tecnologie e per un basso peso complessivo. Il basso livello di stress strutturali consente di eliminare il rischio di integrazione su piattaforme terrestri di precedente generazione. Il sistema di controllo del tiro, che integra ottiche per la visione diurna e notturna, insieme ad un elevato livello di protezione balistica e al moderno equipaggiamento incrementano la probabilità di riconoscimento delle potenziali minacce e di neutralizzarle durante le operazioni sia di giorno che di notte. La soluzione integra, inoltre, una nuova torretta a controllo remoto “Hitrole”, che consente una sorveglianza panoramica a 360° e permette all’equipaggio di operare da posizione protetta.

 

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Una fase dell’intervento di ammodernamento

Gli altri interventi

La proposta di Leonardo comprende anche l’upgrade del motopropulsore dotandolo di una potenza maggiore che garantisce un aumento del rapporto potenza/peso. L’incremento della protezione del veicolo e l’installazione di un sistema anti incendio e anti esplosione consentono, inoltre, di salvaguardare la sicurezza dell’equipaggio. In questo modo, grazie alla revisione generale dei principali sottosistemi di bordo, è possibile quindi di incrementare le capacità del veicolo e di estenderne la vita operativa con notevoli vantaggi economici per gli operatori.

 

 

 














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8 Commenti

  1. Cose di questo genere le propone Braghieri dagli anni 60,ha una fabbrichetta a San Nicolò (comune di Rottofreno) provincia di Piacenza.Specializzato nel mantenimento pesante campo di lavoro dell’arsenale militare.I suoi clienti Gheddafi,Peron,israeliani e tanti altri che quando ero bambino mi facevo fare le foto di grupp insieme a loro.

  2. In italia abbiamo ancora i leopard A1 che sono gli omonimi dell’M60,potrebbero proporre quelli con una serie di ammodernamenti senza sostituire il cannone da 105mm mettendo solo il resto.Il carro può essere un ottimo sostituto dell’Hammer.

    • Buongiorno, se fosse così, Leonardo avrebbe ripreso per intero il ns. articolo! Senz’altro la seconda parte, quella che si riferisce all’operato dell’ azienda, è basata ovviamente su informazioni ufficiali contenute nei comunicati stampa, ma posso assicurarle personalmente che tutti i dati statistici e storici della prima parte sono frutto di una ricerca ed elaborazione giornalistica originale.
      Grazie per l’attenzione

  3. stessa cosa la si può benissimo fare con i Leopard1 che sono accantonati in una radura del vercellese . Magari aggiornando il veicolo con una torretta tipo Leopard1 A3 (corazza spaziata e pezzo da120 LLR come per l’ M60 .

  4. Visti gli sviluppi e le tendenze di quest’ultimo lustro, in cui gli USA stanno immettendo in servizio dei carri medi L-MBT con arma da 105 mm, non capisco come mai l’Italia non frutti il vecchio parco mezzi Leopard, che aggiornati allo stato dell’arte con un cannone da 120/45 mm, non solo sarebbero comunque dei carri medi da 45/50 tns, ma con una potenza di fuoco superiore al vecchio 105 mm, inoltre il nuovo munizionamento da 120 mm anti personale e multiruolo sono oramai una realtà, quindi con costi accettabili si potrebbe mettere in campo una doppia linea di mezzi ad esigenza con medesima potenza di fuoco…un MBT pesante per operazioni convenzionali (magari risparmiando sull’upgrade dell’Ariete e puntando su 200/250 mezzi usati e aggiornati come Leopard 2 A7V o M1A1 SEP3 Abrams), supportati per operazioni asimmetriche e meno cruente da 200 Leopard 1 con nuova torre 120 mm e con altrettante Centauro 2 nei reparti esploranti e di cavalleria. Non dimentichiamo che M60 3.0 DI Leonardo e un Leopard 1 aggiornato ( di cui disponiamo rispettivamente di circa 300 e 900 mezzi), farebbero gola a molti paesi dall’economie magre e con una geografia tormentata ove i pesi massimi da 60 tns e oltre non vanno.

  5. Nei primi anni 90 è stato commesso un grande errore comprando i carri ARIETE e per giunta solo in 200 esemplari, senza le varianti AEV, ARV e AVLB.
    Il numero era troppo esiguo per una idonea logistica e le varianti speciali del Leopard 1 non possono supportare in modo adeguato mezzi da 50/55 Ton.
    Si potevano comprare con gli stessi danari circa 250/300 Leopard 2 A4/A5 con alcuni esemplari delle versioni speciali (vedi Spagna, Grecia e Svezia).
    Nel corso dei 20 anni trascorsi potevamo aderire ai vari programmi tedeschi o internazionali di rinnovamento delle dotazioni elettroniche, motoristiche e delle munizioni da 120 mm ed oggi avevamo la possibilità di equipaggiare almeno 4 battaglioni carri e relative compagnie genio pesante.
    Infatti la maggior parte dei Leopard 2 A5-A6 ed A7 sono scafi ricostruiti mentre sono pochi gli esemplari di nuova produzione.
    Oggi si corre ai ripari con un programma di acquisto off-the-shell per circa 150 Leopard 2 A8 e si persiste ad avere una doppia linea carri rinnovando 125 Ariete dei 200 in inventario (ma solo sulla carta). Doppia linea-doppia logistica-doppio sillabus addestrativo per 4/5 Battaglioni.
    Ottima scelta. I soldi sono pochi e si disperdono su due linee di automezzi.
    Saluti
    Giulio

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