Lenovo investe in Italia e apre a Milano il suo primo concept store europeo

di Renzo Zonin ♦︎ Con l’inaugurazione della location la multinazionale cinese, leader mondiale nei Pc con il 24,5% di share, ribadisce la centralità del nostro Paese nella sua strategia di crescita, soprattutto per i mercati Ict e telefonia. Obiettivo: creare un ecosistema sociale e culturale dedicato all’innovazione tecnologica e alle esperienze immersive nel digitale. Focus anche sul rilancio del brand Motorola

Ha aperto le porte a Milano, in Corso Matteotti 8/10, SpazioLenovo. Si tratta del primo e unico spazio di questo tipo che Lenovo abbia aperto in Europa, un investimento importante per l’azienda che testimonia l’alta considerazione di cui gode il mercato italiano presso la multinazionale cinese. Lenovo è un’azienda da 50 miliardi di dollari di fatturato, con 63mila dipendenti, attiva in 180 mercati del mondo. In questo articolo potete trovare i principali dati della chiusura dell’anno fiscale 2019, avvenuta il 31 marzo scorso.

La scalata di Lenovo al mercato Ict globale iniziò nel 2004, quando acquisì da Ibm il business dei Pc ThinkPad. Oggi Lenovo è leader mondiale nei Pc con il 24,5% di share. Nel 2014 ripetè l’operazione acquisendo da Big Blue anche il business dei server “industry standard”. Da lì l’azienda ha iniziato a scalare anche il mercato enterprise, che oggi costituisce circa il 10% del suo fatturato. Nel mondo, ci sono macchine Lenovo all’incirca in un data center su tre.







 

Un negozio ma non solo

Emanuele Baldi, country general manager e ad di Lenovo Italia

Potremmo definire SpazioLenovo un negozio monomarca, ma sarebbe una definizione riduttiva. Perché sì, il negozio c’è, e promette di far toccare con mano l’intera gamma di prodotti Lenovo. Ma oltre che come attività commerciale, SpazioLenovo si propone come concept store, come punto di riferimento culturale dove approfondire le tematiche relative alle tecnologie digitali, che con la pandemia e il lockdown sono entrate pesantemente nella nostra vita di tutti i giorni.

«Abbiamo annunciato questo progetto alla fine del 2019 con l’intenzione di aprire a marzo, poi con la pandemia abbiamo dovuto soprassedere – ha dichiarato Emanuele Baldi, country general manager e ad di Lenovo Italia durante la diretta video – Abbiamo scelto di aprire questa settimana perché è un momento particolare, in cui stanno ripartendo le attività, la città di Milano riparte, l’Italia riparte e va verso la normalità, le scuole sono ripartite, e credo che il nostro sia un altro piccolo mattoncino verso la normalità. Da domani (oggi per chi legge, NdR) questo spazio è a disposizione di tutti, ci aspettiamo che le persone vengano numerose, ci sono molti spazi non solo di prodotto ma anche esperienziali ed emozionali, e io penso che sia un must venire in questo luogo per capire cosa c’è di nuovo e cosa stiamo facendo in Lenovo a livello di tecnologia».

Fino a pochi mesi fa, per la maggior parte di noi termini come smartworking, telelavoro,  videoconferenza indicavano concetti astratti e lontani. Oggi sono parte della nostra routine lavorativa, perché la pandemia ha accelerato un processo di digitalizzazione che avrebbe richiesto in tempi normali una decina d’anni. E a parte il lavoro, le tecnologie digitali ci hanno consentito di continuare a fare durante il lockdown cose che erano diventate impossibili o complicate, come frequentare una scuola, vedere gli amici, fare la spesa al supermercato. Certo, lo abbiamo potuto fare in modo “diverso”. Abbiamo dovuto adattarci a nuovo modo di lavorare, e in generale di vivere – il cosiddetto “new normal” – senza aver avuto il tempo di fare nostri i nuovi concetti e i nuovi strumenti. Potremmo dire che ci siamo buttati in acqua dove non si toccava, e abbiamo imparato a galleggiare. Ma ora bisogna interiorizzare e sistemizzare le conoscenze acquisite, e inquadrarle in una cornice culturale e sociale, perché la nostra vita futura, benché diversa, sia migliore.

 

SpazioLenovo a Milano, il primo concept store in Europa

 

Uno spazio inserito nella città che riparte

Ciò che è successo negli scorsi mesi ha avuto un peso notevole nella vita dei singoli individui, ma ne sta avendo uno ancora maggiore in quella delle città. Nel periodo di lockdown, fenomeni come la chiusura di negozi e pubblici esercizi per il minor numero di lavoratori che raggiungono il centro, il calo del valore immobiliare, la tendenza a spostare la residenza fuori città hanno colpito molte grandi metropoli (New York in particolare, ma anche Parigi e in parte Milano), rischiando di innescare una sorta di de-urbanesimo. Ora è il momento di invertire la tendenza, proponendo un modello nuovo di città. E la presenza delle autorità – fra le quali il sindaco Sala e l’assessore alla trasformazione digitale Cocco – all’inaugurazione dello SpazioLenovo è un bel segnale.

Motorola, rilevato nel 2014, ha fatto registrare profitti per la prima volta da quando è entrata in Lenovo

«La linea di confine fra ottimismo e pessimismo, tra paura e coraggio è molto sottile, per tutti noi, e anche per le nostre comunità e per Milano – ha dichiarato il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, intervenuto alla cerimonia – Questi atti di fiducia sono importantissimi. È importante crederci, adesso in particolare. E questa presenza, in un settore che evidentemente diventerà più importante per la nostra vita, è significativa. Io faccio fatica a parlare di opportunità che si generano da questa crisi, ma noi abbiamo il dovere di cambiare. La gente vuole cambiare. Ci sono dei motori che trascineranno il cambiamento. L’attenzione alle questioni ambientali è certamente un motore, ma il digitale è sicuramente l’altro motore. La politica deve fare attenzione a molte cose, ma in particolare a quest’idea di coniugare l’attenzione all’ambiente con una solida idea di trasformazione digitale e con un’equità sociale che va sempre perseguita».

Anche nella trasformazione digitale delle città, la formula della collaborazione fra pubblico e privato sarà quella vincente, secondo Sala. «Un sindaco da solo può fare poco. Può guidare, essere un regista, ma serve raccogliere intorno a un percorso tanta energia, tanta volontà e voglia di collaborare. Milano continuerà a essere grande per tanti motivi, ma secondo me quest’idea di una partnership solida tra pubblico e privato è una delle garanzie per cui la città ritroverà una nuova forma. Ci vorrà del tempo, inutile illudersi, ma avendo delle componenti nelle città come l’università, la creatività, l’industria, la volontà dei cittadini, secondo me non solo ne verremo fuori bene, ma ci troveremo in una situazione migliore per il futuro». Secondo Roberta Cocco, assessora alla trasformazione digitale e servizi civici, «la città sta conquistando la sua nuova normalità giorno dopo giorno e in questo momento la creazione di uno spazio così innovativo è un segnale importante. Nei mesi di emergenza sanitaria il digitale ha dimostrato la sua natura di abilitatore e facilitatore e l’esperienza appena maturata è un tesoro da non disperdere. Ora ripartiamo da qui, da un’accelerazione digitale significativa e dalla necessità di intensificare la collaborazione tra pubblico e privato per ridisegnare il futuro della città».

Questi aspetti della tecnologia come supporto alle città che vogliono ripartire sono poi stati meglio esplicitati da Stefano Boeri, Presidente della Triennale e architetto e urbanista di fama mondiale. Nel suo intervento, Boeri ha proposto la sua visione di come le grandi metropoli sono chiamate a ripensarsi in vista della ripartenza sociale ed economica, e di come la tecnologia possa essere un fattore abilitante in un futuro spazio urbano dove ognuno può dare il suo contributo alla sostenibilità e al progresso.

 

La tecnologia come motore per la ripartenza

«La tecnologia, la digitalizzazione hanno senso quando aiutano a migliorare la nostra vita» ribadisce Gianfranco Lanci, presidente e coo di Lenovo, che era collegato in videoconferenza. E in effetti negli ultimi sei mesi abbiamo sperimentato l’impatto positivo delle tecnologie di connessione, che hanno consentito per esempio il telelavoro. «Negli ultimi mesi abbiamo accelerato l’adozione di queste tecnologie, e molto probabilmente da alcune di queste non torneremo indietro alla situazione precedente, mi aspetto di vedere in futuro molta gente ancora che lavorerà da casa». Di fatto, la tecnologia ci ha permesso di modificare il nostro modo di lavorare e, quindi, di reagire al lockdown. Ma il digitale può cambiare anche altri aspetti della nostra vita. «Mi aspetto grandi cambiamenti in settori quali le smart city e gli smart hospital. Potremo fare operazioni chirurgiche a distanza, riparare cose complicate a distanza, e tutto questo naturalmente avrà bisogno di un’infrastruttura adeguata, pensiamo al 5G. Un altro aspetto fondamentale di cui tenere conto è la privacy, bisogna essere certi che tutti i dati viaggino sicuri e che la nostra privacy sia garantita».

 

Come è nato SpazioLenovo

Luca Rossi, senior vp emea e Sud America di Lenovo

Le prime ipotesi sulla realizzazione dello SpazioLenovo risalgono al 2018, mentre il progetto ottiene ufficialmente la luce verde all’inizio del 2019. Dopotutto si trattava del primo concept store europeo della multinazionale cinese, e quindi ci voleva tempo per definire le varie componenti del progetto. A novembre 2019 l’arrivo di SpazioLenovo è stato reso pubblico.

Ma perché in Italia e perché proprio a Milano? «Perché l’Italia è un mercato importante per l’Ict e un mercato molto importante per la telefonia – risponde Luca Rossi, senior vp emea e Sud America di Lenovo – inoltre l’Italia è un po’ “sottopenetrata” nel comparto Pc, abbiamo cioè bisogno di recuperare un po’ il “gap” digitale rispetto a Paesi come Francia, Germania o Inghilterra. Insomma è un mercato che è importante ma presenta ampi spazi di crescita. Perché Milano? Perché Milano è una città all’avanguardia. Tecnologia, trasformazione digitale, mobilità sostenibile, servizi al cittadino. Ha un’aspirazione culturale internazionale, al business, al design, insomma era la scelta ovvia». Dopo l’annuncio ufficiale, il negozio avrebbe dovuto aprire nel giro di pochi mesi.

«La nostra idea era di aprire fra febbraio e marzo 2020 – spiega Rossi – poi è arrivato lo tsunami della pandemia che ci ha rallentato, ma non ci ha fermato del tutto, tanto che ora siamo qui. Durante la prima fase dell’emergenza sanitaria, come imprenditori ci siamo chiesti se questo investimento aveva ancora senso, se andava rimodulato, se ci si credeva ancora. E abbiamo deciso di andare avanti, nonostante si fossero prodotti cambiamenti permanenti nella struttura della società – smartworking, e-commerce, didattica a distanza – perché pensiamo che certe cose non siano cambiate: la voglia di esperienza fisica, la voglia di comunità, riteniamo siano connaturate alla natura umana, e quindi che nel breve e nel medio periodo questo investimento abbia ancora senso».

Che cosa si voleva creare dunque, visto che la formula del negozio “tradizionale” era ovviamente scartata a priori? «Volevamo creare, in sinergia con la nostra strategia di Customer Simplicity, un canale di dialogo con gli utenti finali, siano essi consumatori o imprese, privati o professionisti. Il tutto sinergico con la nostra strategia retail in Europa e in Italia, che rimane invariata. Volevamo avere un luogo dove far vedere al pubblico le nostre innovazioni tecnologiche, poter sperimentare nuove idee, nuovi modelli di business. Abbiamo l’ambizione di creare una comunità che ci dia dei feedback di ritorno sui trend dei consumatori, cosa piace e cosa non piace. Ultimo ma non meno importante, parliamo del rilancio del brand Motorola. L’Italia è un mercato importantissimo per i telefoni e quindi lo abbiamo selezionato come mercato focus. Abbiamo anche avuto la possibilità di avere Carlo Barlocco, che è un veterano del mondo degli smartphone e ha accettato di aiutarci in questa sfida per il rilancio in Europa e in Italia di questo brand, e il negozio è uno dei tasselli della strategia di rilancio».

 

Cosa c’è nello SpazioLenovo

SpazioLenovo vuole porsi come un “ecosistema esperienziale”, una location dedicata a sviscerare gli aspetti culturali e sociali dell’innovazione tecnologica e digitale

Cosa potranno trovare dunque coloro che da oggi potranno visitare questa struttura? «SpazioLenovo vuol essere molto più di un negozio, ma naturalmente commercializzeremo i prodotti e le soluzioni tecnologiche e di servizi di Lenovo. Produciamo Pc, smartphone, data center, storage, una gamma ampia che sarà tutta disponibile».

La parte commerciale sarà gestita operativamente tramite un partner, la Next Spa di Alessandro Gerelli. «Per Next Spa è un grande onore essere al fianco di Lenovo nella realizzazione di questo progetto. Milano da sempre rappresenta l’innovazione e per poter essere al passo con i cambiamenti bisogna sapersi reinventare ogni giorno. Ora è il momento di ripartire, per questo vogliamo dare tutti insieme un segnale positivo di ripresa e sostenere il percorso comune verso la digitalizzazione e l’uso di quegli strumenti che hanno contribuito a mantenere una continuità nel lavoro, nello studio e nella vita privata” ha dichiarato Antonio Loporchio, amministratore delegato di Next Spa.

«Vogliamo che SpazioLenovo sia anche un luogo dove il cittadino potrà informarsi e formarsi sui trend delle nuove tecnologie – riprende Rossi – partecipando a momenti informativi, passando del tempo nell’area di coworking, o nel nostro ristorante, il Dove Bistrot, quindi momenti anche di socialità e di informazione e non solo l’andare a comprare qualcosa».

Per quanto riguarda l’informazione, da ottobre si inizierà con con una serie di incontri chiamati SmarTalk: appuntamenti gratuiti – sia in presenza su invito, sia in digitale – che si terranno due giovedì al mese, alle 19. Essi consentiranno ai partecipanti di confrontarsi su un tema attraverso il punto di vista di tre ospiti, moderati dalla giornalista Diletta Pietrangeli. I temi dei primi tre eventi saranno il mondo dell’education (1 ottobre), l’intelligenza artificiale (15 ottobre) e il mondo del gaming (5 novembre). Se la parte relativa all’informazione è già sul piede di partenza, bisognerà attendere ancora qualche mese per l’aspetto formativo, con corsi e seminari che partiranno presumibilmente all’inizio del 2021.

 

Chi è lenovo

SpazioLenovo. Si tratta del primo e unico spazio di questo tipo che Lenovo abbia aperto in Europa, un investimento importante per l’azienda che testimonia l’alta considerazione di cui gode il mercato italiano presso la multinazionale cinese

Lenovo è una multinazionale cinese da 50 miliardi di dollari di fatturato, con 63mila dipendenti, attiva in 180 mercati del mondo. Anche l’anno fiscale 2019/2020, che si è chiuso lo scorso 31 marzo, ha segnato nuovi record negli utili pre-tasse, nonostante l’ultimo trimestre sia stato influenzato dai primi lockdown. Secondo Baldi, fattori decisivi sono stati lo spostamento della domanda verso prodotti “thin&light”, a scapito di macchine più economiche, e la forte crescita dei comparti workstation e gaming, oltre alla ritrovata salute di Motorola.

Anche se già nel 1999, con il nome di Legend, l’azienda era il primo vendor di Pc nella regione Asia-Pacifico, Lenovo salì agli onori delle cronache mondiali solo nel 2004, quando acquisì da Ibm il business dei Pc, e ancora nel 2014 quando acquisì anche il business dei server “industry standard”, sempre da Big Blue. Da allora la crescita è stata continua, e oggi ogni quattro Pc venduti, uno è marcato Lenovo. Punto di forza dell’azienda sono i centri di ricerca&sviluppo, impegnati soprattutto a fornire tecnologie per i settori del supercalcolo, dell’intelligenza artificiale, dei dispositivi smart. Tecnologie che, come recita la “vision” di Lenovo, sono “capaci di creare una società più inclusiva, affidabile e sostenibile”. Oggi l’azienda, che è listata nelle Fortune 500, viene spesso definita “la meno cinese delle multinazionali cinesi”, in quanto fra le pochissime – forse l’unica – ad avere a tutti i livelli di comando, fino al board, manager di diversa estrazione e nazionalità. Molti dei quali, tra l’altro, sono italiani.














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