Lenovo chiude bene il FY2019 e rinnova la gamma dei client consumer e business

di Renzo Zonin ♦︎ La multinazionale ha presentato nuovi prodotti in ogni categoria di smart device, dai notebook ai desktop, dai tablet ai monitor e ai sistemi di videocomunicazione. Con un occhio di riguardo al cliente che, in era post-Covid, dovrà usare il computer di casa per lavorare e studiare, oltre che per l’intrattenimento e il gaming

Finora abbiamo parlato di Lenovo per la sua offerta di prodotti e servizi per il data center e l’enterprise. Ma Lenovo, la meno cinese delle multinazionali cinesi, ha anche un’anima consumer – non bisogna dimenticare infatti che è salita agli onori delle cronache con l’acquisto della divisione Pc di Ibm, nell’ormai lontano 2005. Da allora, Lenovo ha allargato la sua offerta in ambito client arrivando a coprire tutte le principali tipologie hardware con macchine pensate per varie categorie di utilizzatori, dal consumer al commercial, fino al gamer.

L’intera gamma di client è stata recentemente rinnovata – alcune macchine si erano viste già al Ces di Las Vegas – e le principali novità, che presto arriveranno sul mercato italiano, sono state presentate in anteprima durante un evento che, per ovvi motivi, quest’anno si è tenuto in ambito “virtuale”. La diretta web, presentata da Natasha Perfetti, Marketing Manager di Lenovo Italia, ha visto la partecipazione di Emanuele Baldi, Amministratore Delegato e General Manager, che ha raccontato i risultati raggiunti e ha tratteggiato lo scenario dei prossimi mesi, e di Federico Carozzi, Head of Product Marketing, che ha illustrato le caratteristiche dei nuovi prodotti, i loro target e i loro scenari di impiego. Impossibile citare singolarmente tutti i nuovi prodotti (ne menzioniamo qualcuno più avanti nell’articolo), ma se dovessimo individuare un tratto comune a tutta l’offerta Lenovo, potremmo dire che ci troviamo davanti a un modo diverso di concepire il client per l’impiego consumer.







Se prima della pandemia il computer di casa era essenzialmente un dispositivo usato dalla quasi totalità degli utenti per compiti leggeri e come passatempo – gli utilizzi maggiori erano per il gioco e l’accesso a Internet – in quest’era di lockdown il Pc (ma anche altri client smart, dal tablet allo smartphone) ha assunto un ruolo centrale nella casa come interfaccia fondamentale fra l’utente e il mondo esterno, in particolare il mondo del lavoro e quello della scuola. Pc e smart client in pratica sono passati dall’essere dei gadget comodi, piacevoli ma non indispensabili, a costituire un’infrastruttura fondamentale della casa, senza i quali è impossibile lavorare e/o studiare. Ebbene, molte delle nuove macchine Lenovo per il segmento consumer sembrano studiate appositamente per questo nuovo ruolo centrale: la robustezza, la potenza di calcolo, la resistenza alla manomissione, le possibilità di gestione sembrano pensate apposta per consentire un utilizzo pesante delle macchine, tipico del mondo post-covid. E alcuni prodotti, come il ThinkSmart View, sembrano progettati su misura per la nuova socialità gestita quasi tutta in digitale e virtuale.

Il 2019 di Lenovo è stato un anno positivo a tutti i livelli: ha segnato record in vari segmenti finanziari, dalla parte revenue che è cresciuta sull’anno precedente, continuando la crescita degli ultimi anni, nonostante sul finire dell’anno sono state registrate difficoltà sui volumi, all’ottimo risultato in termini di profitto Pti, con una percentuale del 5,9% del fatturato

Come vanno le cose

L’evento è stato anche occasione di presentare i risultati finanziari di Lenovo nello scorso anno fiscale, recentemente terminato. «Noi abbiamo chiuso l’anno fiscale 2019 a marzo – commenta Baldi – È stato un anno positivo a tutti i livelli, abbiamo segnato record in vari segmenti finanziari, dalla parte revenue che è cresciuta sull’anno precedente, continuando la crescita degli ultimi anni, nonostante sul finire dell’anno abbiamo registrato qualche difficoltà sui volumi, all’ottimo risultato in termini di profitto Pti (Pre Tax Income), con una percentuale del 5,9% del fatturato, che è la migliore del nostro settore, a dimostrare che Lenovo è un’azienda molto efficiente ed efficace nel modo in cui produce e arriva al mercato. Poi ci sono dei segmenti sui quali ci siamo focalizzati e dove abbiamo ottenuto risultati superiori alla media. Parliamo delle workstation, dei chromebook, di tutta la parte visual che è un’area nuova per noi in termini di volumi. Abbiamo continuato a crescere nei notebook thin&light, nei quali siamo stati precursori, cosa che ci ha giovato e continua a giovarci. Da ultimo, una grande crescita nell’ambito gaming. Se ci concentriamo nell’analisi dell’ultimo trimestre, che si è chiuso lo scorso marzo, un periodo durante il quale una parte del mondo era già, diciamo così, “chiusa”, vediamo che il trimestre è stato comunque estremamente positivo per noi, con una market share del 24,1%, anche se con un piccolo calo del volume complessivo a causa del fermo di alcune fabbriche. In ogni caso i risultati sono stati positivi in termini di profitto e marginalità, e questo ci consente di continuare a investire in nuovi prodotti e nuove soluzioni».

Ai risultati positivi a livello worldwide corrispondono dati altrettanto positivi per la regione Emea, che comprende Europa, Vicino Oriente e Africa

Ai risultati positivi a livello worldwide corrispondono dati altrettanto positivi per la regione Emea, che comprende Europa, Vicino Oriente e Africa. «Il market share è addirittura più alto, non siamo mai stati numero 1 in Emea ma ci stiamo decisamente avvicinando, con un gap nel Q4 fiscale di appena 0,2%. Se ci focalizziamo sul quarto trimestre, vediamo due risultati importanti: siamo diventati numero uno nel segmento professionale, che è un grande risultato, e abbiamo continuato a essere estremamente efficienti nel mondo consumer. Nel corso dell’anno abbiamo guadagnato circa 2 punti di marketshare, ma è importante vedere i nostri numeri rispetto al mercato: Siamo sempre riusciti ad avere un premium to market, ovvero a essere più bravi del mercato, e abbiamo guadagnato marketshare proprio per questo».

Nell’Smb Lenovo ha quasi il 27% di share, e nel consumer per la prima volta ha passato in modo solido il 20%, raggiungendo il 21,4%, crescendo in modo sostanzioso in tutti i segmenti. Anche in Italia è stato battuto il mercato, con una media di crescita superiore di 8,3 punti percentuali

Tutto bene su Ww ed Emea, ma l’Italia? «L’Italia è andata bene. Molto bene. Continua il suo trend estremamente positivo in termini di crescita. Lenovo ha avuto un percorso abbastanza lineare di crescita, con un Q4 molto, molto forte, grazie al fatto che la fabbrica è riuscita a consegnarci prodotti nel mese di marzo quando altri costruttori erano più in difficoltà. Quindi siamo cresciuti in tutti i segmenti, nel consumer, nell’enterprise, nella Pmi, e abbiamo stabilito dei record quasi dappertutto. Nell’Smb abbiamo quasi il 27% di share, e nel consumer per la prima volta abbiamo passato in modo solido il 20%, raggiungendo il 21,4%, crescendo in modo sostanzioso in tutti i segmenti. È stato un anno estremamente positivo. Anche in Italia abbiamo battuto il mercato, con una media di crescita superiore di 8,3 punti percentuali».

Per i prodotti dell’area Commercial, da segnalare il buon risultato delle workstation, con un 16,4% di crescita per i prodotti desktop e mobile. A proposito di consumer, il marketshare è cresciuto in modo significativo nel 2019 per i Pc, ma anche il mondo dei tablet Android si è ripreso segnando ottimi risultati, soprattutto con la linea di prodotti M10+

I dati presentati da Lenovo consentono di analizzare ancora più a fondo, distinguendo per categorie, i risultati delle varie tipologie di prodotto. Per i prodotti dell’area Commercial, da segnalare il buon risultato delle workstation, una tipologia di prodotto sulla quale Lenovo investe solo da circa 3 anni, ma nella quale ha avuto subito riscontri positivi che sono continuati anche nel 2019, con un 16,4% di crescita per i prodotti desktop e mobile. Da notare anche la crescita dei ThinkPad, marchio storico dell’azienda, che con un +36,2% nella fascia delle macchine sopra gli 800 euro si conferma leader di mercato nel segmento. Interessante anche la performance dei servizi, che dopo la riorganizzazione dell’anno scorso che aveva dato una maggiore sistematicità all’offerta hanno registrato un incremento del 46%. Ultima ma non per importanza la gamma dei monitor, segmento nel quale Lenovo si è impegnato di recente, che ha registrato un +52%, e il dato riguarda sia i monitor business che quelli consumer. E a proposito di consumer, la marketshare è cresciuta in modo significativo nel 2019 per i Pc, ma anche il mondo dei tablet Android – che aveva avuto una leggera flessione l’anno scorso – si è ripreso segnando ottimi risultati, soprattutto con la linea di prodotti M10+.

 

Come è cambiato il mondo del lavoro

Emanuele Baldi – AD e General Manager Lenovo Italia

Il periodo della pandemia è stato chiamato in causa più volte durante la presentazione dei risultati, visto che ha influenzato a diverse riprese e in diversi momenti sia le capacità produttive, sia le richieste di mercato. E Lenovo ha voluto analizzare il problema a fondo, realizzando uno studio internazionale sul tema “Technology and the evolving world of work”.

«È stato un anno importante per Lenovo, a tutti i livelli, dall’Italia all’Europa al mondo – racconta Baldi – poi, a febbraio e a marzo, in Cina prima, poi in Italia e in altre parti del mondo sono cambiate tante cose.

L’emergenza ci ha costretti a fare delle cose in modo diverso, a trasformare la popolazione da “office based” a “smart worker” o “remote worker”. E questo non con un processo lento e studiato, ma nel giro di poche ore. Lenovo ha deciso di fare uno studio approfondito in 10 nazioni diverse, compresa l’Italia, per capire come si è evoluto il mondo del lavoro dal lockdown in avanti. E abbiamo scoperto alcune cose, ovvie e meno ovvie. La prima cosa è che il mondo del lavoro è cambiato, le persone sono andate a casa a lavorare e il timore in azienda era se le persone fossero ancora produttive in questa nuova situazione. La risposta degli intervistati è stata che secondo loro la produttività è addirittura aumentata: oltre la metà degli intervistati ha detto che lavorando in questo modo sono più produttivi. Altro fatto, sono più del 90% quelli che dichiarano di gestire l’It in modalità autonoma, e addirittura di spendere personalmente una quantità di soldi abbastanza rilevante – per l’Italia è in media 305 euro, una delle più alte fra le 10 nazioni considerate – per migliorare la loro qualità di smart worker. Oltre tutto questo, è interessante notare come le persone che hanno lavorato in smartworking si aspettino che, in futuro, le cose non saranno più le stesse di prima. E questo è un punto chiave: quando pensiamo al nostro futuro, dobbiamo pensare che non sarà più possibile tornare come prima, non è più pensabile che il mondo dica, finita l’emergenza, di tornare tutti in ufficio. Quindi la grande sfida che questo studio porta all’attenzione dei manager e delle aziende è questo: capire come si potranno, in futuro, combinare i grandi plus dello smartworking massivo con i vantaggi dati dal lavoro in ufficio, in termini di vicinanza, di contatto, di condivisione delle informazioni. Su questo challenge dovremo tutti ragionare, perché non possiamo pensare di tornare semplicemente allo statu quo».

L’emergenza da Covid ha costretti a fare delle cose in modo diverso, a trasformare la popolazione da “office based” a “smart worker” o “remote worker”. E questo non con un processo lento e studiato, ma nel giro di poche ore. I risultati dello studio condotto in merito da Lenovo

 

Un altro dato emerso dallo studio è relativo alle problematiche che le persone hanno sollevato relativamente al lavoro da casa. Il primo dato è che il 71% delle persone dice che lavora meglio, ma che ha dei problemi dal punto di vista fisico: mal di schiena, postura, mal di testa, difficoltà a dormire, tutti sintomi che probabilmente hanno a che fare con la scarsa ergonomia della postazione Pc disponibile in casa. Pochissimi utenti per esempio dispongono, a casa propria, di sedute ergonomiche certificate come quelle obbligatorie in ufficio. E spesso anche l’organizzazione spaziale della postazione (posizione del monitor, altezza del piano scrivania, posizione delle luci rispetto allo schermo…) è errata, provocando appunto disturbi muscolari e scheletrici. Altri lavoratori infine segnalano anche di faticare a coordinare la vita privata e il lavoro. Perfettamente comprensibile, visto che prima c’era una cesura netta fra vita professionale e vita privata, che si svolgevano in ambiti geografici e temporali ben distinti, mentre nello smartworking le distinzioni non ci sono più e ciascuno deve imparare come e dove porre i propri paletti per separare i due ambiti.

Lenovo thinkbook plus

Un altro problema che emerge dallo studio è che, lavorando in questa modalità, l’utilizzo dello strumento di lavoro (il Pc tipicamente) è addirittura più importante di quando si lavorava in ufficio. L’85% degli intervistati si dichiara sensibile a come funziona lo strumento, perché lo usa per fare tutto. Quindi sfida per il futuro sarà realizzare strumenti solidi, affidabili ma anche più personalizzati rispetto all’utilizzo – e, come accennato, qualcosa in questo ambito si sta già muovendo in Lenovo.

L’ultimo problema segnalato dagli smart worker sul quale è necessario soffermarsi è il timore di attacchi hacker o malware, in una parola la percezione della sicurezza dei dati o per meglio dire della sua mancanza. Se in ufficio la sicurezza è una preoccupazione marginale, perché magari c’è un’infrastruttura dedicata, un firewall, personale specializzato che si occupa del problema, per chi lavora da casa diventa un punto fondamentale, sia per la protezione della macchina, sia soprattutto per quella dei dati – spesso riservati – che transitano su di essa. Anche qui, compito dei produttori sarà di ragionare sul rischio cyber e sulle nuove modalità di utilizzo delle macchine, per proporre soluzioni facilmente utilizzabili dai singoli utenti. E per soluzioni non intendiamo solo prodotti più sicuri, come i notebook dotati di Bios autoprotetto contro alterazioni illecite, ma anche servizi di formazione, per diffondere il know-how necessario a sfruttare al meglio la tecnologia nel nuovo contesto lavorativo, e magari l’impiego di tecnologie avanzate, dall’Ia al machine learning, per migliorare l’usabilità. Senza contare tutti i piccoli miglioramenti che aiutano ad avere un computer sempre disponibile, per esempio la possibilità di aggiornare software e sistema operativo senza interrompere le normali operazioni.

 

I prodotti

Lenovo Flex 5 Chromebook

Come accennato più sopra, praticamente tutte le linee di prodotto degli smart client e dei display sono state aggiornate, ed è quindi impossibile citare tutti i modelli. Segnaliamo quindi alcuni dei più interessanti, premettendo che Lenovo ha segmentato la sua clientela consumer in quattro segmenti principali: quello del gaming, dove con la gamma Legion sta andando a competere con marchi come Asus Rog e con specialisti del settore come AlienWare e Razer; quello del Digital Content Creation, un mercato potenziale di 200 milioni di utilizzatori finora indirizzato principalmente, per quanto riguarda gli artisti, da marchi come Apple; quello del Luxury/Travel companion, nel quale trovano posto notebook leggeri e con connotazioni “fashion”; e per finire il segmento dell’household/social task, con desktop, notebook e tablet che stanno ricoprendo un ruolo sempre più pesante e centrale nella vita delle famiglie.

La maggior parte delle novità appartiene all’ambito dei computer portatili. Per cominciare segnaliamo che arrivano in Italia, per la prima volta, i ChromeBook di Lenovo. Ricordiamo che i ChromeBook sono macchine concepite per utilizzare il sistema operativo Chrome di Google, e presentano doti di economicità, leggerezza ed elevata autonomia, che li rendono un’ottima soluzione per il mercato educational. I due modelli proposti da Lenovo, IdeaPad ChromeBook Duet e Flex 5 ChromeBook, vanno oltre la mission originale e grazie a un hardware di tutto rispetto sono in grado di reggere senza problemi un utilizzo professionale. Con 10 ore di autonomia, sono compatibili Microsoft Office e con uno stilo per “scrivere” sullo schermo touch. Si differenziano per differenti dotazioni hardware e soprattutto per il fattore di forma: il Duet è separabile e può essere quindi usato come tablet senza tastiera, il Flex è convertibile e quindi può far girare lo schermo (da ben 13”) di 360 gradi, assumendo configurazioni da notebook, tablet, o come schermo multimediale.

Un altro notebook particolarmente innovativo è il modello ThinkBook Plus. La particolarità di questa macchina, dotata di uno schermo da 13,3”, è che monta un display in bianco e nero di tipo e-ink da 10,2” integrato sull’esterno della cover, a sandwich con lo schermo Lcd. Lo schermo e-ink è di tipo touch, e ci si può scrivere sopra con la Lenovo Precision Pen, cosa che lo rende perfetto per prendere appunti che verranno sincronizzati automaticamente con Microsoft OneNote. Il display secondario viene anche usato per mostrare notifiche, messaggi ed e-mail quando la macchina è chiusa e si trova in modalità “Modern Standby”, nella quale consuma pochissimo perché è quasi completamente spenta, se non per le parti che si attivano per ricevere comunicazioni dall’esterno. Interessanti le dotazioni di sicurezza, fra le quali tasto di accensione con lettore integrato di impronte digitali, otturatore per chiudere “fisicamente” la webcam e specifiche hardware dTPM (discrete Trusted Platform Module) 2.0.

Lenovo Yoga Creator 7

Lo Yoga Creator 7 è il notebook pensato per creativi digitali, artisti e designer. Fra le caratteristiche peculiari un display Full Hd da 15,6” capace di riprodurre correttamente l’intera gamma dei colori Pantone, e con la copertura del 100% dello spettro sRgb. La macchina utilizza le più recenti Gpu Nvidia per la migliore resa grafica, e incorpora un sistema audio dotato di altoparlanti certificati Dolby Atmos, utili per il monitoraggio se producete video o musica.

ThinkSmart View è qualcosa di molto diverso da un Pc. A prima vista richiama quei dispositivi come l’Amazon Echo Show o Google Home Hub. La differenza fondamentale, però, è che è stato pensato essenzialmente come dispositivo per effettuare videochiamate tramite Microsoft Team, una delle applicazioni di videocall professionali che maggiormente si sono distinte per sicurezza e affidabilità di funzionamento durante il lockdown. Basato su un SoC Qualcomm, il ThinkSmart View permette di iniziare una chiamata in video o voce semplicemente toccando il display. Può essere collegata ad auricolari Bluetooth esterni (ma dispone anche di microfono e altoparlante integrati) e la privacy è garantita dall’otturatore fisico della telecamera e dalla possibilità di impostare un Pin per il blocco del dispositivo. Ma soprattutto, grazie al nuovo software ThinkSmart Manager, il device può essere gestito, aggiornato, configurato completamente da remoto, per esempio dall’It aziendale, sollevando l’utente dal compito di essere help desk di sé stesso.














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