Lenovo: il futuro del lavoro? È ibrido! Ma attenzione alla sicurezza dei dati…

di Chiara Volontè ♦︎ Secondo lo studio della multinazionale, l’83% dei decisori aziendali dell’IT si aspetta che, post-pandemia, lo smart working rimanga per almeno il 50% del tempo. Ma la vera sfida riguarda il data security

Nonostante le preoccupazioni iniziali sull’impatto che il lavoro da remoto, adottato in fretta e furia causa Covid, avrebbe potuto avere, la maggioranza dei lavoratori e delle aziende si è adattata particolarmente bene a questa nuova situazione. Certo, le sfide da affrontare per i dipendenti sono tante, tra connessioni lente e sovrapposizione tra device personale e professionali. Ma la sfida più grande è senza dubbio stata affrontata dai reparti IT, alle prese con la protezione dei dati aziendali.

«Con aziende e dipendenti sempre più interessati a un futuro di lavoro ibrido e di collaborazione da remoto, l’IT si trova a gestire costi maggiori per la gestione della sicurezza dei dati nel rispetto delle normative. Oggi più che mai, le aziende hanno bisogno di partner tecnologici affidabili per gestire al meglio il loro hardware, i software e i servizi così da massimizzare il valore e aumentare la sicurezza».







Commenta così Gianfranco Lanci, presidente e chief operating officer di Lenovo, le evidenze emerse dallo studio Future of Work and Digital Transformation effettuato dalla multinazionale, secondo cui la stragrande maggioranza delle aziende – l’83% – si aspetta che il lavoro prosegua da remoto per almeno il 50% del tempo, mentre il 60% dei dipendenti non solo concorda ma lo ritiene un fatto positivo. Questi risultati emergono da un sondaggio globale sull’impatto del lavoro da remoto, inclusa la soddisfazione professionale, le sfide tecnologiche e le soluzioni, condotto all’inizio del 2021 in 14 Paesi, tra cui l’Italia, su più di 8.000 dipendenti e decisori aziendali delle divisioni IT di aziende di ogni dimensione.

Tra i risultati più significativi emerge che i dipendenti si sono adattati alla nuova modalità di lavoro da casa. La grande maggioranza degli intervistati, l’83%, chiede di proseguire nella modalità di lavoro ibrida, post-Covid, e che le aziende sono più che felici di accontentarli perché migliora il coinvolgimento delle persone e consente di attirare talenti. Il passaggio al lavoro da remoto ha trasformato l’approccio al digitale, incrementando l’uso di dispositivi personali per il lavoro, l’adozione di software e strumenti di collaborazione nel cloud, con una maggiore attenzione alla sicurezza dei dati da parte dei responsabili IT delle aziende. Dallo studio emerge inoltre che le realtà che sviluppano e producono la tecnologia giocano un ruolo fondamentale nelle strategie digitali del futuro, mentre il Device-as-a-Service (DaaS) si sta affermando tra le medio-grandi aziende, per semplificare l’accesso dei dipendenti ai dispositivi più aggiornati, sia per liberare risorse preziose e impiegarle per attività più strategiche.

Nonostante le preoccupazioni iniziali sull’impatto che il lavoro da remoto, adottato in fretta e furia causa Covid, avrebbe potuto avere, la maggioranza dei lavoratori e delle aziende si è adattata particolarmente bene a questa nuova situazione. Certo, le sfide da affrontare per i dipendenti sono tante, tra connessioni lente e sovrapposizione tra device personale e professionali. Ma la sfida più grande è senza dubbio stata affrontata dai reparti IT, alle prese con la protezione dei dati aziendali

Superate le difficoltà del lavoro da remoto verso una nuova modalità di lavoro ibrido

Il 70% degli intervistati afferma che la flessibilità li rende più soddisfatti del proprio lavoro. Circa il 60% del campione oggi preferisce lavorare da remoto almeno per la metà del tempo, e più di un terzo vorrebbe lavorare da casa per la maggior parte o per tutto il tempo. Una tendenza che cresce tra i lavoratori delle grandi aziende: due terzi degli intervistati indica di preferire il lavoro da remoto per almeno metà del proprio tempo. È comune, soprattutto nelle grandi organizzazioni, lavorare in team distribuiti su diversi continenti e fusi orari, una situazione che rende la necessità di trovarsi in ufficio meno rilevante.

Ci sono tuttavia molte sfide da affrontare, come segnalano i dipendenti intervistati. Una delle problematiche più comuni è la connessione lenta o instabile da casa. Circa la metà dei dipendenti di aziende medie (il 50%) o piccole (il 42%) segnala ritardi o difficoltà nell’ottenere qualsiasi tipo di supporto dall’IT quando necessario. Le aziende dovrebbero quindi considerare PC con connettività LTE o 5G integrata per svincolare i dipendenti dalle reti WiFi domestiche e per fornire una maggiore sicurezza. Dispositivi intelligenti, servizi e soluzioni software in grado di diagnosticare autonomamente criticità e prevenirle possono aiutare le piccole imprese che tipicamente non hanno un team IT interno strutturato.

Con il 90% dei lavoratori intervistati in attesa di tornare in ufficio per incontrare i colleghi e il 56% che dichiara di essere più produttivo da casa, è chiaro che il ruolo dell’ufficio stia cambiando. L’ufficio non è più percepito come il luogo dove svolgere il lavoro, si sta trasformando in un luogo dove fare relazione e collaborare tra colleghi lasciando le attività più impegnative e che richiedono concentrazione a casa.

Ci sono molte sfide da affrontare, come segnalano i dipendenti intervistati. Una delle problematiche più comuni è la connessione lenta o instabile da casa. Circa la metà dei dipendenti di aziende medie (il 50%) o piccole (il 42%) segnala ritardi o difficoltà nell’ottenere qualsiasi tipo di supporto dall’IT quando necessario

La sovrapposizione tra dispositivi personali e professionali definisce nuove pratiche di lavoro

Il lavoro da remoto ha portato una serie di nuove soluzioni hardware, software e di servizi. I dispositivi e le tecnologie utilizzate per la produttività diventano sempre più personali e sempre più strumenti di collaborazione. I dipendenti utilizzano con maggiore frequenza i loro dispositivi personali – laptop, smartphone e tablet – per lavoro, con il 79% del campione che afferma di utilizzare il proprio smartphone per attività lavorative quali chiamate e videochiamate, e-mail e chat aziendali. Quando si tratta di PC, le caratteristiche più ricercate nei dispositivi dai dipendenti delle aziende di ogni dimensione sono le tecnologie come quelle di intelligenza artificiale per la cancellazione del rumore durante le videochiamate, webcam con otturatore per la privacy, funzionalità per la riduzione della luce blu che affatica la vista, e sistemi più efficienti per il raffreddamento dei dispositivi. Tuttavia, i dipendenti non traggono sufficiente vantaggio dai programmi aziendali per finanziare i loro acquisti tecnologici. Infatti, sebbene l’80% dei decisori dell’IT si dica disponibile a coprire gli acquisti di dispositivi tecnologici per uso lavorativo, in alcuni casi solo il 22% dei dipendenti si è avvalso di questa opportunità.

Non sorprende che il 97% dei dipendenti ritenga che oggi siano essenziali strumenti di collaborazione, software e cloud, per le videochiamate e la condivisione simultanea di documenti. Quasi due terzi degli intervistati affermano che questi strumenti migliorano la produttività e l’efficienza.

La crescente adozione da remoto di tool di collaborazione e cloud – compresi i dispositivi per la smart home che possono aumentare i rischi per la sicurezza aziendale – ha portato in primo piano il tema della sicurezza dei dati, che è diventato prioritario nella strategia IT delle aziende avviate verso la trasformazione digitale

Innovazione e sicurezza. La trasformazione digitale guidata da sicurezza e servizi

La crescente adozione da remoto di tool di collaborazione e cloud – compresi i dispositivi per la smart home che possono aumentare i rischi per la sicurezza aziendale – ha portato in primo piano il tema della sicurezza dei dati, che è diventato prioritario nella strategia IT delle aziende avviate verso la trasformazione digitale. Una priorità che mette a dura prova le risorse IT. I decisori IT intervistati affermano di sentirsi più preparati a gestire una eventuale situazione emergenziale come quella vissuta recentemente con la pandemia, piuttosto che una legata alla minaccia dei dati aziendali. Sicurezza dei dati e conformità normativa occupano la maggior parte delle risorse dell’IT, e la maggior parte delle aziende medio-grandi ha già sottoscritto servizi IT di gestione della sicurezza.

Le aziende di ogni dimensione dovranno adoperarsi per mantenere la sicurezza integrando i servizi di protezione offerti dai partner, adottando un approccio più agile e attento al business, focalizzato sul cloud e sulla gestione dei dati. Riguardo a queste esigenze, quasi tutte le aziende dichiarano di avere in atto un piano di continuità di qualche natura, come ad esempio il backup dei dati basato su cloud (45%), il backup fisico dei dati (39%) e attività di formazione sulla sicurezza dei dati (39%).

Con l’affermarsi dei servizi in abbonamento, i decisori IT, soprattutto nelle medie e grandi imprese, hanno espresso un crescente interesse nelle soluzioni DaaS perché consentono di mantenere aggiornato l’hardware, di soddisfare le esigenze nel tempo e di liberare risorse per progetti più strategici. Un decimo delle aziende intervistate adottano servizi di tipo DaaS, quasi due terzi (63%) hanno indicato un interesse crescente, in particolare verso l’EaaS (everything as a service) adottato dal consumer a quello aziendale. È prevedibile che il modello EaaS comporterà un’accelerazione delle installazioni IT come soluzioni pronte all’uso, chiavi in mano, riducendo i tempi di installazione da mesi a giorni.














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