Le prossime mosse di Enel sullo scacchiere delle rinnovabili

di Gianluca Zapponini ♦︎ Con una produzione di energia pulita annua di 100 twh, la branch green dell’azienda guidata da Francesco Starace è presente in 29 Paesi. Ora focus sul mare, che può garantire in pochi anni fino a 340 GW di renewable energy

La sostenibilità è il futuro, la sfida ai cambiamenti climatici un match da non perdere. L’industria energetica italiana non può certo tirarsi indietro, anzi è chiamata a un doppio sforzo, specialmente in tempi di Green new deal tanto caro al premier Giuseppe Conte e di crociate per salvare il pianeta targate Greta Thunberg. Abbracciare in pieno il processo di decarbonizzazione da una parte, dall’altra ridurre un poco alla volta la nostra dipendenza energetica dai grandi Paesi fornitori, questo è il doppio binario su cui si dovrà muovere, anzi lo sta già facendo, la nostra industria. Qualcosa che piace molto a Confindustria, reduce da un appoggio che più ufficiale di così non poteva essere ai propositi verdi del nuovo governo giallorosso. L’Italia e la sua manifattura hanno carte da giocare e tecnologia da esportare. Uno degli alfieri è Enel green power, il polmone green dell’ex monopolista elettrico.

 







Obiettivo 2050

Un piccolo passo indietro, ovvero quale la portata del processo? E quali i target industriali? La transizione verso modelli di business più sostenibili non solo è possibile, ma anche redditizia come mostra proprio il caso Enel. La quale si è data un obbiettivo ambizioso e cioè portare le emissioni a zero entro il 2050, in modo da contribuire a contenere l’aumento della temperatura globale a un massimo di 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali come previsto dall’Accordo sul clima di Parigi. Come tappa intermedia, oggi Enel ha assunto un impegno in più, quello di ridurre del 70% le proprie emissioni dirette di gas a effetto serra per kWh entro il 2030 rispetto ai valori del 2017 (ovvero scendere a 125g di emissioni di CO2 per kWh nel 2030). Enel si è inoltre impegnata a ridurre del 16% le proprie emissioni indirette associate alla vendita di gas naturale sul mercato retail entro il 2030, rispetto ai dati dell’anno 2017. La spinta a tutto questo attiva ovviamente dalla controllata Enel Green Power.

La sede di Enel Green Power. Fonte Enel Green Power

Il polmone verde di Enel

Ed ecco che entra in gioco Enel Green Power. Fondata nel dicembre 2008, la branch verde di Enel produce e gestisce oggi energia in tutto il mondo da fonti rinnovabili. Presente in Europa, America, Asia, Africa e Oceania con 7.600 persone, è il leader mondiale del settore dell’energia pulita, con una produzione annua di oltre 100 Twh. Enel Green Power ha una capacità gestita di quasi 43 GW e oltre 1.200 centrali elettriche in 29 Paesi e un mix di tipi di generazione che includono le principali fonti rinnovabili: eolica, solare, idroelettrica e geotermica. La diversificazione tecnologica e geografica sono i cardini della strategia aziendale.

Enel Green Power nel mondo. Fonte Enel Green Power

 

La scommessa del mare

La nuova frontiera dell’energia rinnovabile si chiama mare. Non solo eolico, non solo sole. Gli oceani coprono il 71% della superficie del nostro pianeta: una massa d’acqua enorme, fondamentale per lo sviluppo e il mantenimento della vita e per la regolazione del clima. Ma gli oceani e i mari sono anche un enorme serbatoio di potenziale energia pultita, nascosta – ma ormai sempre più visibile– tra il moto delle onde e delle maree. A differenza delle energie rinnovabili ormai consolidate come il solare e l’eolico, l’energia marina è infatti però ancora molto giovane e le numerose tecnologie ideate per trarne energia non ancora pienamente mature. Enel Green Power ha le sue carte da giocare.

Impianto idroelettrico Bolognano. Fonte Enel Green Power

Secondo l’Ocean Energy System 2014 e l’Ocean Energy Europe 2016, entro il 2050 l’energia marina, sia essa derivata dalle maree o dalle onde, contribuirà a produrre su scala mondiale quasi 340 GW di energia, di cui 100 GW solo in Europa. Per raggiungere in modo efficiente e vantaggioso questo enorme potenziale, dovranno però prima completarsi gli sviluppi delle due grandi famiglie tecnologiche che interessano i sistemi di produzione di energia dal mare: uno che sfrutta il moto delle maree, l’altro che invece utilizza il movimento delle onde. Nel primo caso, ormai dal 2014 il settore ha visto una progressiva convergenza verso la tecnologia delle turbine ad asse orizzontale, un sistema di produzione concettualmente simile agli aerogeneratori eolici.

Impianto eolico Melowind in Uruguay. Fonte Enel Green Power

Più articolato il panorama delle tecnologie legate alle onde, con oltre i 2/3 delle sperimentazioni che riguardano gliassorbitori puntuali (Point absorbers), in cui il moto ondoso induce moti verticali che vengono trasformati in energia, i convertitori oscillanti a flutto d’onda (Oscillating Wave Surge), che sfruttano le onde per muovere un alettone, e gli attenuatori (Attenuators), sistemi galleggianti con all’interno particolari pompe attivate dall’andamento dell’onda. Si tratta di tecnologie oggi agli albori, che troveranno il loro sviluppo completo – sia economico che tecnologico – solo nei prossimi anni. Oggi, infatti, l’energia marina è nel pieno dello stesso percorso di progressiva maturazione che ha interessato in passato l’eolico e che ha portato alla produzione degli attuali sistemi tripala di grande taglia, ormai efficienti e competitivi. Una volta raggiunta la piena maturità, grazie all’enorme potenziale disponibile, all’ampia diffusione, alla stabilità e prevedibilità, l’energia marina potrà diventare una fonte rinnovabile particolarmente vantaggiosa e funzionale alla transizione energetica.

Pannelli fotovoltaici. Fonte Enel Green Power

Rinnovabili formato mondo

La scommessa rinnovabile non è certo affare solo domestico. L’industria italiana del verde ha da tempo cominciato a valicare i nostri confini, dando vita a un’autentica operazione di esportazione della nostra tecnologia energetica. Un esempio? La società guidata da Antonio Cammisecra ha avviato pochissimi giorni fa i lavori per l’impianto eolico di Kolskaya, nella regione russa di Murmansk. Con 201 MW di capacità installata. Si tratta del più grande parco eolico attualmente in costruzione oltre il Circolo polare artico. Il progetto, di proprietà di Enel Russia, prevede un investimento complessivo di circa 273 milioni di euro. Il parco eolico di Kolskaya dovrebbe entrare in servizio entro la fine del 2021 e avrà la capacità di generare circa 750 GWh l’anno, evitando l’emissione in atmosfera di circa 600.000 tonnellate di CO2. Da un capo all’altro del globo, ma sempre nel nome della rivoluzione energetica.

Antonio Cammisecra, Amministratore unico di Enel Green Power. Fonte Enel Green Power

Lo scorso mese la controllata di Enel ha avviato la costruzione di Campos del Sol, un nuovo impianto solare fotovoltaico in Cile. Con circa 382 MW di capacità installata, Campos del Sol è il più grande impianto solare attualmente in costruzione nel Paese. Il nuovo parco solare, che si trova 60 km a nord-est di Copiapó, nella regione di Atacama, richiederà un investimento complessivo di circa 320 milioni di dollari Usa. Non è finita. Enel Green Power, attraverso la sua controllata indiana per le rinnovabili Egp India, si è aggiudicata il diritto di siglare un contratto di fornitura di energia della durata di 25 anni per un parco eolico da 190 MW in India. La capacità è stata assegnata nell’ambito dell’ottava tranche da 1,8 GW della gara eolica nazionale indetta dalla società governativa Solar Energy Corporation of India. Insomma, l’industria italiana del rinnovabile c’è e si sente.

Pannello fotovoltaico Hetero Junction Technology – HJT. Fonte Enel Green Power













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