La transizione di SolidWorks, da software indipendente a funzione integrata

di Marco de' Francesco ♦︎ Il programma di progettazione 3D di Dassault Systèmes è stato assimilato all’interno della piattaforma 3DExperience. Così si è dato vita a un continuo passaggio tra processi lineari prima separati: simulazione, design, service, concept, manifattura e manage. E tutto su cloud. Queste e altre novità arrivano direttamente da Nashville, dove si è tenuto l’evento annuale del Gruppo

Solidworks di Dassault Systèmes

La lunga marcia per l’integrazione di SolidWorks all’interno della piattaforma 3DExperience è compiuta. Il primo, un software di progettazione 3d, è stato assimilato nella seconda, cuore dell’offerta della multinazionale francese Dassault Systèmes. Già l’anno scorso, al tradizionale SolidWorks World americano, era stato collegato ad altri brand della platform, come Simulia, DelmiaWorks e Enovia. Ora il software è una funzione interdipendente da altre in sistema; si è dato vita ad un continuo loop tra processi lineari prima separati: simulazione, design, service, concept, manifattura e manage.

Tanto che uno user potrebbe utilizzare tutte queste attività senza aver mai sentito nominare il termine SolidWorks. E tanto che anche l’evento annuale che riunisce partner, ingegneri, maker e altri ha cambiato titolo alla 22esima edizione: quest’anno a Nashville (Tennessee) si è tenuta la 3DExperience World, denominazione che richiama quella della piattaforma. Essenziale, per questa mutazione, è stata la possibilità di fruire del software su Cloud: per anni lo si è acquistato su Dvd con licenza perpetua. Industria Italiana era a Nashville dal 10 al 13 febbraio, testimone di tutte le novità.







 

Da SolidWorks World a 3DExperience World

Il Ceo di SolidWorks Gian Paolo Bassi

Per 21 anni consecutivi l’evento ha avuto un nome: SolidWorks World. Un momento di incontro della comunità di designer, innovatori, creatori, maker, ingegneri, reseller, start-up, system integrator la cui attività ruota attorno al noto software di progettazione tridimensionale che, insieme a Catia, è anche il più redditizio brand della multinazionale francese Dassault Systèmes. A differenza di Catia, non è un marchio “nativo”: fu infatti sviluppato dalla Solidworks Corporation – fondata nel 1993 a Waltham (nel Massachusetts) da uno studente del Mit, Jon Hirschtick – ed era esclusivamente dedicato all’ingegneria meccanica. Si trattava, al tempo, di realizzare un Cad 3d facile ed economico, che utilizzasse Windows come sistema operativo. Subito notato dalla multinazionale, fu acquisito al 100% nel 1997. Quest’anno l’evento ha cambiato nome, assumendo quello di 3DExperience World, che richiama quello della piattaforma 3DExperience, che associa tutti i brand di DS e che rappresenta attualmente il cuore dell’offerta dell’azienda transalpina. In realtà, era nell’aria.

Già l’anno scorso, a Dallas, il processo di integrazione di SolidWorks all’interno della platform aveva segnato un importante passo in avanti. In nome della continuità digitale, era stato lanciato 3DExperience.Works, un portfolio che ha dato la possibilità agli utenti SolidWorks di accedere ad altre funzioni della piattaforma: alla simulazione, con Simulia; alla gestione del ciclo vita del prodotto con Enovia; a quella delle risorse di impresa con DelmiaWorks. Quest’anno, come vedremo, il cerchio si è chiuso. Pertanto, la nuova denominazione si rendeva, se non necessaria, opportuna. Certo, su tanti operatori storicamente legati a SolidWorks questo passaggio deve aver avuto un certo impatto. «Quando abbiamo fatto il budget per l’evento – ha raccontato il Ceo di SolidWorks Gian Paolo Bassi – abbiamo parlato anche del cambiamento di nome. Qualche rischio la abbiamo preso, è vero. SolidWorks non è soltanto una parola. E poi, Nashville non è neppure molto vicina ai grandi bacini del manifatturiero Made in Usa, come il Michigan o la California. Ma alla prima general session c’era gente in piedi, perché non ha trovato posto. Stiamo facendo i calcoli, ma pare che i numeri siano positivi».

 

Dal Dvd al Cloud

Il Ceo e vice presidente del consiglio di amministrazione di DS Bernard Charlès

SolidWorks era un Dvd, che l’operatore utilizzava sul proprio Pc. E lo è ancora, teoricamente; nel senso che se un’azienda ne fa richiesta, il supporto fisico è tuttora in vendita. Ma non è l’opzione su cui punta la multinazionale francese, che ha messo insieme una strategia premiante per chi utilizza in Cloud le funzioni del software di progettazione tridimensionale. Secondo Bassi, ci sono diverse motivazioni per passare alla nuvola. Si pensi all’update delle release. Ci sono casi in cui nessuno può sapere dove siano stati salvati i file update, tranne chi ha materialmente eseguito l’operazione. Che potrebbe, però, essere uscito dall’azienda, perché ha cambiato lavoro o per altri motivi. L’update è comunque una manovra delicata che richiede competenze specifiche. Inoltre, si tratta di agire, quasi al contempo, su tutti i Pc su cui il software è stato implementato; azione che porta via tempo e denaro. Col Cloud, tutto è diverso. Si salva una volta per tutte un oggetto in remoto, e questo è sempre visibile e reperibile da tutti. Ora l’aggiornamento può essere automatico, ed in tutti i casi è l’azienda francese che si assume l’onere dell’operazione. Il Cloud è più semplice anche da un punto di vista finanziario e fiscale: non bisogna stanziare somme per l’hardware in bilancio. Alla fine, è un abbonamento.

 

I Ruoli. SolidWorks come funzione assimilata nella piattaforma

Il Ceo della filiale italiana di DS Guido Porro

Per accedere alla piattaforma, gli utenti selezionano un “ruolo”, in base alla loro attività, ai loro interessi e all’industria di appartenenza. Per esempio, l’ingegnere meccanico che realizza macchine utensili in un contesto manifatturiero sceglierà il “multi-discipline mechanical designer”. I ruoli, a loro volta, contengono diverse applicazioni, per garantire agli utenti i migliori strumenti possibili tra quelli collegati al loro lavoro. È possibile scegliere più ruoli, e selezionare le applicazioni dirottando le preferite nella cartella “my favorite”. «Il ruolo – ha affermato Bassi – è il minimo oggetto acquistabile». In un certo senso, anche SolidWorks è un ruolo. Una funzione all’interno della piattaforma, perfettamente assimilata ad essa; uno strumento interconnesso agli altri. La lunga marcia per l’integrazione di SolidWorks è compiuta. L’anno scorso era stato collegato ad altre funzioni. Ora la 3DExperience Works è un continuo loop tra processi lineari prima separati: simulazione, design, service, concept, manifattura e manage. Compare in tre offerte distinte: standard, professionale e premium; che possono essere selezionate al momento dell’adesione. La seconda, più della prima, ha la nuova funzione 3D Sculptor; la terza ha anche questa, e più della prima e della seconda, dispone di Simulation Designer. «Anche se è un oggetto come altri, tra quelli reperibili nella piattaforma, SolidWorks resta al “core” del portafoglio 3DExperience Works» – ha affermato Bassi. E poi il brand non è stato cancellato. Per il Ceo della filiale italiana di DS Guido Porro «il marchio rimane forte, ed è un vantaggio per noi far leva su un nome così conosciuto».          

 

La piattaforma, in quanto sistema operativo, è divisa in mondi, domini, sotto-domini, ruoli e applicazioni

La vice presidente esecutiva ricerca e sviluppo di DS Florence Hu-Aubigny

Ma come è strutturata la piattaforma?  Dal grande al piccolo, dal generale al particolare, da quelli che la vice presidente esecutiva ricerca e sviluppo di DS Florence Hu-Aubigny ha definito cinque “mondi”, e cioè da vasti ambiti di attività, alle singole funzioni che consentono ad una azienda di realizzare un progetto. Basta collegarsi online con un tablet, con un Pc o con uno smartphone al Cloud della platform per capirlo. Il primo “mondo” è 3DExperience Collaborative Innovation, un ambiente «che è accessibile a tutti, per quanto è semplice»; è un saas, software as a service, che contempla tre ruoli: il collaborative business innovator, il 3D Creator e il 3D Sculptor. In pratica, è un sistema che serve a portare avanti l’innovazione collettiva in azienda, collaborando in maniera comunitaria alla realizzazione di un’idea, prendendo spunto da opinioni reciproche e traducendo i concetti in immagini 3D. In basso sulla schermata è presente una lista di applicazioni, come 3DDashboard, 3DDrive, 3DPlay, 3DSwym, 3DStory e altre.  Con una somma mensile ridotta in caso di abbonamento annuale, si può far parte di questo contesto.

Il secondo è 3DExperience Works. È un software che consente ad una azienda, partendo dalla progettazione, di controllare tutti gli sviluppi produttivi, passando per la virtualizzazione, per la gestione del magazzino e per tanto altro.  Sono indicati quattro domini: design & engineering, simulation, manufacturing & production, e governance. Il primo a sua volta si compone di tre sottodomini: progettazione meccanica, shape & Style, equipment systems. Il primo fra questi ultimi, a sua volta si scompone in nove ruoli: ad esempio, 3D Master designer, Drafter, 3D Creator e altri. Qui dentro, in buona sostanza, c’è SolidWorks e tanto altro; questo ambiente riflette la novità emersa a Dallas l’anno scorso, cui abbiamo già accennato. Questa è la versione più collaborativa e accessibile del portfolio. Anche il secondo sotto-dominio presenta dei ruoli, sei esattamente: ad esempio, product industrial designer, o visual experience designer.

Possibili applicazioni di SolidWorks

Il terzo sotto-dominio possiede invece solo due ruoli: Electrical 3D Systems designer e Fluid 3D Systems designer. A loro volta, anche gli altri tre domini si declinano in sotto-domini e ruoli. C’è un po’ di tutto: dall’analisi strutturale alla dinamica computazionale dei fluidi. Il terzo mondo è 3DExperience Industries. Secondo Hu-Aubigny, questo è il contesto cui ci si deve collegare se si intende saperne di più sui trend relativi ai trasporti, all’aerospace, al marine, all’industrial equipment, all’high-tech, all’home & lifestyle, al consumer packaged goods all’energia e materiali e a tanto altro. Più che altro, si naviga in un vasto portafoglio di soluzioni specifiche; una di queste, ad esempio, consente l’estrema personalizzazione da parte del cliente finale di componentistica per auto e moto. 

Il quarto mondo è 3DExperience Healthcare & Life Sciences. Per la Hu-Aubigny si tratta di «sostenere le sfide di questo settore, con la trasformazione dei medical device e grazie ad una navigazione intuitiva».  Sono presenti diverse soluzioni, come Made to cure for Bigpharma o One Lab; e più ruoli, come Biovia Compose User. 

L’ultimo mondo è 3DExperience Edu.  Si tratta di creare la workforce of the future, la nuova classe di lavoratori dotata di competenze digitali. I domini sono quelli delle aziende, quello professionale, quello accademico e quello degli studenti. Ci sono più discipline: ad esempio, quella della business innovation o quella della digital factory.  Seguendo i corsi online, si ottengono certificati di DS da inserire in curriculum; sono riconosciuti dalle aziende. Così, se un giovane o un lavoratore vogliono diventare additive manufacturing designer, una strada possibile è quella di utilizzare le risorse della piattaforma. 

 

La piattaforma in quanto epicentro della community

Christine Getman, executive director di Magic Wheelchair

Secondo il Ceo e vice presidente del consiglio di amministrazione di DS Bernard Charlès, grazie alla community di user oggi si possono realizzare «cose mai viste prima». Oggetti compatibili con l’ambiente e legati al concetto di sostenibilità. Naturalmente, disegnati in 3D utilizzando i tanti strumenti messi a disposizione da 3DExperience platform. Per Charlès si tratta di «plasmare il futuro»: nuove categorie di innovatori realizzano nuove tipologie di soluzioni per una nuova classe di utenti. La piattaforma riserva un ambiente specifico a coloro che sono coinvolti nel 3DExperience Lab, il centro di Vélizy-Villacoublay dove le startup possono realizzare progetti disruptive, e cioè con un forte impatto sociale, simulando tutto il ciclo di progettazione, sviluppo, produzione, vita e smaltimento del prodotto e cooperando con altre industrie e laboratori di ricerca.

Un esempio è il progetto Magic Wheelchair, portato avanti, dal 2015, da Ryan Weimer e sua moglie, che hanno fondato un’organizzazione non profit con lo stesso nome del piano. I figli della coppia sono nati con un’atrofia muscolare spinale e sono confinati sulla sedia a rotelle; i due, pertanto, intendevano portare speranza ai bambini afflitti da questa condizione. L’idea era quella di regalare ai ragazzi un’esperienza indimenticabile creando costumi “epici” personalizzati per loro senza spese per le loro famiglie. Hanno riunito una comunità di artisti di effetti speciali d’élite, fabbricanti a Hollywood, artisti, medici, infermieri, progettisti di burattini, costruttori di garage, hobbisti, creatori, studenti e ingegneri professionisti. La piattaforma 3DExperience è stata utilizzata per gestire l’ideazione creativa, le dinamiche del team, i contenuti, le attività, la pianificazione e le forniture durante il processo di creazione; SolidWorks in particolare è servito principalmente per modellare il design. A Nashville ha partecipato alla prima sessione generale Christine Getman, executive director di Magic Wheelchair.














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