Kyndryl (spin off Ibm) nel 2022 diventa adulta: in Italia 700 assunzioni e +30% contratti

di Piero Macrì ♦︎ Il Gruppo  - fatturato 19 miliardi di dollari - passerà da 1.600 a circa 2.300 dipendenti. Le figure richieste: IT Specialist, Project Manager e Service Coordinator. L’obiettivo? Modernizzare i servizi infrastrutturali di enterprise e Pa attraverso tecnologie cloud hyperscaler di nuova generazione. Le partnership con Microsoft, Google Cloud, Vmware e i servizi di automazione intelligente. Tra i clienti Unicredit, Intesa San Paolo, Stellantis. Parla il numero uno Italia Paolo Degl’Innocenti

Kyndryl ha assunto nell'ultimo anno circa 550 persone, quindi rispetto ai 1500 allo spin off si tratta di un incremento di un terzo della forza lavoro. Questi investimenti sono stati concentrati su tre direttrici: il cloud, inteso come le competenze sugli hyperscaler maggiori, Microsoft, AWS, Google; la sicurezza, perché al momento dello spin-off la componente di servizi di sicurezza è rimasta in Ibm e quindi abbiamo ricostruito da zero la Practice Security, una delle sei che compongono il portafoglio di Kyndryl; e poi la parte di consulenza

«Per il 2022, prevediamo un aumento del 30% dei contratti in essere mentre è già iniziata una fase di reclutamento per portare nuove risorse in azienda: il gruppo passerà da 1.600 a circa 2.300 dipendenti». Parola di Paolo Degl’Innocenti, ex vice president vendite di Ibm Italia ora alla guida di Kyndryl Italia, la nuova azienda nata dallo spin-off della divisione Global Technology Services (Gts) di Ibm ora quotata al Nyse. It specialist, project manager e service coordinator, la volontà di Kyndryl è investire sui giovani e formare nuovi talenti in azienda, grazie al training on the job e all’affiancamento con esperti di settore. Per i ruoli tecnici i candidati ideali sono giovani specializzati in ingegneria informatica, sicurezza dei sistemi e cybersecurity; sulla parte di servizio e coordinamento i profili target sono associati a tutti coloro che hanno compiuto studi in ingegneria gestionale, economia e management.

Altrettanto importante l’inserimento di professionisti con skill tecnologiche su ambienti infrastrutturali, cloud e data analytics. Un piano di sviluppo che diventa vitale per adeguare l’organizzazione alle sfide della trasformazione digitale. Fatturato di 19 miliardi di dollari, partecipata al 19,9% da Ibm, Kyndryl è ora libera di scegliere le opportunità che nascono dal mercato, senza più alcun vincolo dettato dall’appartenenza al technology provider di sempre. Progettare, costruire e gestire data center privati, pubblici e multicloud per accelerare la trasformazione digitale delle imprese. Secondo gli analisti, la nuova compagine societaria, operativa in Italia dallo scorso settembre, si confronta con un mercato di riferimento da 500 miliardi, più del doppio rispetto ai 240 miliardi stimati in passato. Kyndryl diversificherà le attività tradizionali focalizzandosi sui segmenti di mercato più promettenti. Tra questi, i servizi gestiti del cloud pubblico (+ 11% il tasso di crescita annuo previsto fino al 2024), servizi dati (+ 18%), servizi di sicurezza (+ 12%) e servizi di automazione intelligente (+ 27%). Non esiste più una zona a traffico limitato per l’ex Gts. «Prima eravamo conosciuti come il partner per la creazione e gestione di infrastrutture basate sullo stack tecnologico di Ibm, oggi non più. Ci posizioniamo come partner tecnologico indipendente, autonomo nelle scelte e nelle strategie», afferma Degl’Innocenti.







Lo spin-off, annunciato nell’ottobre del 2020, ha dato vita a una serie iniziative che hanno già trasformato il gigante dei servizi in un playmaker infrastrutturale. L’effetto non si è fatto attendere. Subito dopo il debutto a Wall Street, Kyndryl ha avviato un percorso del tutto inedito, creando partnership industriali con Microsoft, Google Cloud e Vmware. L’obiettivo? Modernizzare e rendere più produttivo l’It di medie, grandi e grandissime aziende attraverso tecnologie cloud hyperscaler di nuova generazione. «Hanno riconosciuto quanto può essere rilevante il nostro ruolo per facilitare la migrazione di loro soluzioni in un parco clienti di grandissimo valore», osserva Degl’Innocenti. Kyndryl vanta infatti oltre 4.000 clienti che includono il 75% delle aziende Fortune 100 e oltre la metà delle Fortune 500, vale a dire le più grandi aziende statunitensi per volume di fatturato. In Italia le referenze sono i big name del finance (tra questi, Unicredit e Intesa San Paolo) e i grandi gruppi industriali e manifatturieri, Stellantis in primis, ma anche medie aziende. Con le nuove partnership inizia la nuova corsa all’oro della cloud service integration in versione Kyndryl. Le opportunità sono reali: secondo Gartner entro il 2025, l’85% delle grandi aziende affiderà la migrazione delle applicazioni al cloud a fornitori di servizi esterni.

 

Google e Microsoft aprono la strada al new deal di Kyndryl

Paolo Degl’Innocenti, ex vice president vendite di Ibm Italia ora alla guida di Kyndryl Italia

3,75 miliardi di dollari di capitalizzazione, stock price che dal novembre scorso è transitato da 37 a 16 dollari, Kyndryl dovrà dimostrare ai mercati che il new deal fondato sulla collaborazione con i market mover del public cloud è la strategia vincente. Ne è convinto Martin Schroeter, chairman e ceo di Kyndryl. «Insieme a Google Cloud sfrutteremo le nostre rispettive competenze in materia di dati, analytics e AI per consentire alle imprese di ottenere nuovi insight a beneficio dei risultati di business, afferma il ceo. I servizi gestiti sosterranno la continuità operativa dei sistemi più critici sull’infrastruttura globale di Google fornendo applicazioni e dati senza soluzione di continuità, dal centro ai margini della rete. Inoltre, aggiunge Schroeter, insieme a Microsoft svilupperemo soluzioni all’avanguardia basate su Microsoft Cloud per guidare la trasformazione digitale di clienti esistenti e nuovi. Lavoreremo fianco a fianco in un laboratorio di co-innovazione per accelerare l’adozione del cloud ibrido e introdurre innovazioni di intelligenza artificiale per trasferire in sicurezza carichi di lavoro mission-critical nel cloud».

L’ecosistema di partner Microsoft potrà indirizzare clienti mainframe con soluzioni Azure e Kyndryl risolverà i problemi di gestione e trasferimento dati con architetture che possano neutralizzare ogni problema di latenza, creando interoperabilità tra le diverse piattaforme. «Un’opzione che fino a ieri non era praticabile, ma che lo diventa oggi grazie al nostro nuovo posizionamento. Da parte nostra – dice Degl’Innocenti – abbiamo tutta la conoscenza sistemistica per aprire cantieri di lavoro infrastrutturali a supporto di applicazioni cloud che necessitano di funzione avanzate di interoperabilità tra tutte le sorgenti dati sia nelle imprese che nella pubblica amministrazione».

 

La struttura italiana. La divisione Innovation Services come punta di diamante

3,75 miliardi di dollari di capitalizzazione, stock price che dal novembre scorso è transitato da 37 a 16 dollari, Kyndryl dovrà dimostrare ai mercati che il new deal fondato sulla collaborazione con i market mover del public cloud è la strategia vincente

L’ex Gts di Ibm (circa 1.600 dipendenti) è un mosaico di tre aziende: oltre alla capogruppo Kyndryl Italia (circa 1.200 dipendenti), Intesa e Kiis, Kyndryl Italia Innovation Services, le due società controllate al 100%. Intesa movimenta circa il 6% del volume globale della country italiana, ha 170 dipendenti ed è focalizzata sui servizi di digitalizzazione del front end, letteralmente esplosi nel periodo covid. Kyndryl Italia Innovation Services, 300 dipendenti, lavora in modalità captive per la capogruppo ed è la componente strategica su cui il management italiano sta impostando la crescita futura e. Startup in versione corporate, la potremmo definire, in cui si concentrano le competenze di progettualità di soluzioni cloud-based. «Per l’Innovation Services abbiamo varato un piano ambizioso che prevede il passaggio da 300 a 850 dipendenti entro la fine dell’anno. Una grossa iniezione di skill che fornirà linfa vitale e ossigeno per i prossimi 24, 36 mesi. Il focus è su interoperabilità, cloud-mainframe e multicloud, workplace management, networking e cybersecurity», afferma Degl’Innocenti.

 

Competenze diversificate per un caleidoscopio cloud dalle infinite sfumature

In tutte le aziende esistono ormai più componenti infrastrutturali: una più tradizionale, che assicura continuità agli investimenti pregressi, e una più innovativa, generata dal cloud pubblico e privato. Infrastrutture che, nelle loro diverse declinazioni, per creare valore ed efficienza devono essere sincronizzate e interoperabili, garantendo uno scambio dati continuo. Esiste nello stesso tempo l’esigenza di comprendere quali applicazioni dismettere on premise, quali mantenere su piattaforme proprietarie e quali portare in cloud. Quest’ultimo non ha un unico referente. Aws, Google, Msft, data center di prossimità di dominio di singole It companies come Oracle e Sap. «Per chi deve gestire le infrastrutture è necessario avere tecnologie e competenze multicloud, dice Degl’Innocenti. Noi partiamo da una posizione privilegiata poiché abbiamo la conoscenza dei processi e delle architetture esistenti». Per Kyndryl vuol dire essere l’intermediario per eccellenza della proposizione cloud di Microsoft e Google, il cui obiettivo è portare soluzioni nelle mainframe tower. Due, quindi, le competenze richieste per la trasformazione digitale, entrambe in possesso di Kyndryl: quella su infrastrutture esistenti e quella, tutt’ora in fase di consolidamento, su cloud pubblico o privato. Insieme serviranno a gestire infrastrutture ibride in modo sincronizzato.

 

Cercasi disperatamente service provider per risolvere la complessità di un mondo ibrido

Kyndryl diversificherà le attività tradizionali focalizzandosi sui segmenti di mercato più promettenti. Tra questi, i servizi gestiti del cloud pubblico (+ 11% il tasso di crescita annuo previsto fino al 2024), servizi dati (+ 18%), servizi di sicurezza (+ 12%) e servizi di automazione intelligente (+ 27%)

L’evoluzione del cloud non si è ancora conclusa, è un work in progress, un mercato in continua trasformazione che deve trovare ancora un suo equilibrio. Alcune aziende hanno già intrapreso un percorso di migrazione, altre, più conservative, mantengono un assetto proprietario. Nell’un caso o nell’altro l’attenzione verso il cloud è sempre più forte, poiché è l’elemento fondante di ogni progetto di trasformazione digitale. «Da parte delle aziende c’è un bisogno disperato di service provider in grado di realizzare e gestire i nuovi assetti ibridi con la più grande professionalità, dice Degl’Innocenti. Il cloud solleva problematiche di gestione molto più complesse rispetto all’Ict tradizionale. A fronte di una maggiore flessibilità e adattabilità, l’infrastruttura diventa infatti più articolata e necessita di un’altissima interoperabilità».

 

Non solo enterprise. La service integration di Kyndryl guarda alla pubblica amministrazione

Il modello Kyndryl vale sia in ambiente enteprise sia in quello della pubblica amministrazione, la cui infrastruttura verrà presto modernizzata con la creazione dei nuovi cloud data center previsti dal Pnrr. «Siamo pronti a rispondere alle sollecitazioni che arrivano dalla Pa. Già dall’anno scorso si è notato un certo fermento. Stanno succedendo delle cose positive e ci auguriamo che si possano aprire dei tavoli di discussione. Abbiamo una direzione commerciale basata a Roma che è stata rinforzata nelle ultime settimane per cogliere le opportunità che arrivano dal settore pubblico. C’è tutta la nostra attenzione e crediamo di avere le competenze per risolvere la complessità che deriva dal mettere insieme architetture private e pubbliche».

 

Nel 2022 previsto un aumento del 30% del numero di contratti

L’ex Gts di Ibm (circa 1.600 dipendenti) è un mosaico di tre aziende: oltre alla capogruppo Kyndryl Italia (circa 1.200 dipendenti), Intesa e Kiis, Kyndryl Italia Innovation Services, le due società controllate al 100%. Intesa movimenta circa il 6% del volume globale della country italiana, ha 170 dipendenti ed è focalizzata sui servizi di digitalizzazione del front end, letteralmente esplosi nel periodo covid

In Italia Kyndryl ha relazioni contrattuali con circa 250 clienti. Da una parte servizi gestiti, dall’altra rapporti progettuali o allocazione di risorse dove esiste una scarsità di skill. In tutte queste realtà si attende una forte spinta da tutte le tematiche legate al cloud. «Nel solo 2022 il numero dei contratti in essere crescerà del 30%, afferma il presidente della filiale italiana. L’espansione del business non dipende dall’incremento del numero di clienti, ma da tutta la complementarietà di servizi cloud che verranno richiesti dall’installato attualmente gestito. Una domanda che potrà essere intercettata da Kyndryl Italia Innovation Services e dal fatto che veniamo riconosciuti come player indipendenti da Ibm, disponibili e capaci proporre progetti in assoluta libertà e senza alcun vincolo tecnologico. Rispetto all’assetto precedente con Kyndryl si creano opportunità di ingaggio che prima non esistevano».

 

Delivery transformation. L’automazione che crea resilienza

Uno dei filoni di attività che sono partiti alla fine dell’anno e che sarà un leit motiv del 2022, è quello della delivery transformation ovvero di una modalità diversa di concepire la gestione infrastrutturale. «Ci sono ancora troppe persone occupate in task ripetitive che possono essere automatizzate liberando risorse su attività progettuali a più alto valore. E’ una delle priorità per il 2022 e per gli anni futuri, afferma il presidente di Kyndryl Italia. Significa andare a incidere sulla produttività delle organizzazioni It. Se in linea generale è diminuito il numero di persone It interne alle diverse aziende, il numero complessivo interno ed esterne, non lo è, o lo è solo in minima parte. Si è fatto outsourcing, delegando a strutture come la nostra, la gestione dell’infrastruttura, ma non si è andati ad incidere sulla produttività complessiva. Le nuove architetture sono invece concepite secondo una logica di automazione che semplifica e rende più efficiente la gestione di un gran numero di processi time consuming. E’ il modello dell’autonomic o autonomous computing che viene oggi ulteriormente estremizzato grazie all’utilizzo di machine learning e intelligenza artificiale».

 

Machine learning e intelligenza artificiale per un condition monitoring predittivo

Martin Schroeter, ceo Kyndryl

Come spiega Degl’Innocenti, «Da un punto di vista informatico i data center sono una sorgente di dati enormi: server, storage, dispositivi di networking generano ogni secondo un’infinità di dati che possono essere raccolti e e condivisi in data lake. Una base dati su cui algoritmi di machine learning e di intelligenza artificiale possono individuare i pattern che determinano delle deviazioni rispetto al funzionamento ottimale. In questo modo non si interviene solo nel momento in cui si evidenzia una disfunzione o una interruzione del servizio, ma si agisce in logica predittiva poiché si è capaci di riconoscere in anticipo le criticità o vulnerabilità che possono portare a disservizi». Insomma, anche nell’It, come nel manifatturiero, si possono utilizzare tecnologie abilitanti il condition monitoring finalizzato alla manutenzione predittiva.

 

La carta d’identità di Kyndryl

Circa 90.000 dipendenti e un’operatività in 63 paesi. I punti di forza di Kyndryl vanno ricercati nelle competenze professionali, nel patrimonio di dati e nella proprietà intellettuale, grazie a 3.000 brevetti ai quali se ne aggiungono altri 800 in fase di deposito. Per quota di mercato, rappresenta il primo fornitore italiano di servizi infrastrutturali alle imprese. Vanta oltre 1.200 certificazioni – 480 delle quali relative al cloud – un ecosistema di 400 partner, 4 data center di proprietà, 10 data center gestiti, 2 help desk multilingue, 350.000 Mips installati su mainframe, 45.000 server virtualizzati e 30.00 dispositivi di rete gestiti, 240 petabyte di storage installato. I servizi di Kyndryl sono raggruppati in sei global practice: cloud, enterprise & zcloud, digital workplace, application data & artificial intelligence, network & edge, security & resiliency, advisory & implementation service, quest’ultima dedicata alla parte progettuale.

 

Impegno per la sostenibilità

Espandere l’uso di energie rinnovabili è uno degli obiettivi di Kyndryl. Già nel 2020, oltre il 60% dell’elettricità consumata nei suoi data center proveniva da fonti rinnovabili, con un aumento di oltre 10 punti rispetto all’anno precedente. E’ stata creata al proprio interno una struttura di governance e la sostenibilità diventa oggi argomento di differenziazione e leva competitiva. C’è quindi un forte impegno nella riduzione della carbon footprint. Un dato simbolico in tema di sostenibilità: l’azienda ha promosso un’iniziativa con cui piantare un albero per ognuno dei quasi 90mila dipendenti. In Italia, il progetto ha mosso i primi passi con l’insediamento di duecento piante da frutto e foresta presso l’azienda agricola Cascinet di Milano. Alle numerose certificazioni Iso in tema di sicurezza, business continuity, service management e qualità, Kyndryl Italia ha recentemente aggiunto la Iso 14001 legata all’Environmental Management. Il risultato attesta l’adesione a un insieme di politiche, obiettivi e pratiche per il miglioramento dell’impatto ambientale.














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