Nella prossima missione di sbarco sulla Luna, la tecnologia per l’esplorazione al suolo sarà italiana. Lo scorso 24 ottobre il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, e l’amministratore della National Aeronautics and Space Administration (Nasa), James Bridenstine hanno firmato un “joint statement for cooperation in space exploration”, che rafforza lo scambio tra le due agenzie e pone le basi per una cooperazione bilaterale di lunga durata nel programma Artemis.
Tutto su Artemis
Artemis è il programma della Nasa per riportare l’uomo sulla Luna nel 2024 e conta, su un finanziamento di oltre 22 miliardi di dollari. La Nasa, dal maggio scorso, intende accelerare la corsa con lo sviluppo del razzo Space Launch System e della capsula Orion, che supporteranno lo sviluppo di un sistema di atterraggio sulla Luna e lo sviluppo dei robot che precederanno l’uomo sulla superficie lunare.
Il nome della missione deriva da quello della dea greca sorella gemella di Apollo. Il 20 luglio1969 la missione Apollo consentì agli Usa di scendere per primi sulla superficie lunare con Neil Armstrong.
Il Made in Italy fra Luna e Marte
Thales Alenia Space Italia – joint venture tra Leonardo e la francese Thales – nel suo stabilimento torinese vede in azione 900 persone tra tecnici e ingegneri altamente qualificati. Da qui sono usciti più del 50% dei moduli pressurizzati abitabili della Stazione spaziale internazionale ed è già in prima fila a attorno a ExoMars, la doppia missione dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) a guida italiana per l’esplorazione del pianeta Marte realizzata insieme ai russi di Roscosmos.
