Non solo start-up! Novità e prossimi passi dell’Istituto Italiano di Tecnologia

di Chiara Volonté ♦︎ Educazione imprenditoriale, mentoring, trasferimento tecnologico, incubazione... l'istituto guidato da Giorgio Metta collabora con altri poli tecnologici e università per mettere in contatto il mondo della ricerca con quello dell'imprenditoria. Nel 2021 ha supportato 4 start-up nel settore Lifetech, che hanno generato fondi per 16 milioni:. Foresee Biosystems, Corticale, Novavido e Iama Therapeutics. RoboIt, il polo per il trasferimento tecnologico di robotica e sistemi intelligenti, La collaborazione con Leonardo, Bracco, Camozzi, Intellimech, Inail. Il caso Ribes Tech. Ce ne parla Elisabetta Migone

Trovare il giusto match tra le competenze e creare progetti di impresa solidi che siano appetibili per gli investitori: sono le sfide imprenditoriali delle start-up deeptech. Ma come si intraprende questo percorso di avvicinamento al mercato?  «All’Istituto Italiano di Tecnologia ci occupiamo di promuovere e trovare progetti di business all’interno dei nostri laboratori, per creare nuove imprese – ci spiega Elisabetta Migone, research administrative technology transfer directorate, Startup and Entrepreneurship Office Iit – Cerchiamo di sviluppare l’imprenditorialità tramite seminari, talk ispirazionali e veri e propri corsi che teniamo sia in house sia attraverso partner esterni; il nostro obiettivo è quello di mappare le tecnologie sviluppate in Iit per sviluppare nuove idee di business».

L’Istituto Italiano di Tecnologia è il principale hub di ricerca scientifica applicata in Italia. È composto da oltre 1.900 membri – per l’80% ricercatori – e vanta più di 1.254 brevetti e 400 progetti attivi. Con sede a Genova, l’Iit può contare su ulteriori 11 centri presso alcune delle principali università italiane, oltre che su 2 outstation localizzate negli Usa e in collaborazione con Mit e Harvard. Un ulteriore vanto: dal 2005 al 2019 a ricoprire la carica di direttore scientifico è stato l’attuale Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani. Adesso il direttore scientifico è Giorgio Metta.







Elisabetta Migone, research administrative technology transfer directorate, Startup and Entrepreneurship Office Iit

Queste collaborazioni con altri poli e università – anche in contesti internazionali – sono finalizzate alla nascita di ecosistemi di innovazione, perché danno il via a processi di cross fertilization. Non solo: connettono il mondo della ricerca con quello imprenditoriale supportando il trasferimento tecnologico. Ed è dedicato al tech transfer di robotica e sistemi intelligenti RoboIt, sviluppato nel 2021 da Iit e Cdp: il Polo ha una dotazione di circa 10 milioni di euro per investimenti in tecnologie e progetti imprenditoriali in fase seed e pre-seed.

«Ci sono start-up che stanno prendendo vita da accordi tra la Fondazione ed imprese, con cui stiamo portando avanti ricerche congiunte. Non solo le grandi corp, ma anche le pmi, hanno capito che solo facendo sistema e investendo in r&s possono crescere e competere anche sui mercati internazionali. Ma per le realtà più piccole e meno strutturate è più complesso, non solo perché possono mettere in campo risorse minori, ma anche per un problema culturale. Spesso non possono fare né ricerca né open innovation».

Nel corso del 2021 sono gemmate da Iit 4 nuove start-up tutte afferenti al dominio LifeTech: Foresee Biosystems, Corticale, Novavido e Iama Therapeutics. Le quattro nuove società hanno effettuato considerevoli fundraising da investitori: un totale di 16 milioni di euro!

Un viaggio affascinante alla scoperta dell’imprenditorialità. È quello che ha compiuto Industria Italiana insieme a Elisabetta Migone, Research Administrative Technology Transfer Directorate, Startup and Entrepreneurship Office dell’Istituto Italiano di Tecnologia, nonché tra i soci fondatori e membro del Consiglio di Amministrazione (ex ceo) della sede genovese di Talent Garden.

Attività di divulgazione e contaminazione: l’imprenditorialità made in Iit

Ricerca scientifica e trasferimento tecnologico: sono queste le missioni dell’Istituto Italiano di Tecnologia. Attraverso il tech transfer Iit porta sul mercato, a disposizione del Paese e dell’Europa, l’innovazione che viene sviluppata all’interno dei propri laboratori. In questo modo si crea nuova impresa.

«Il nostro ufficio di intellectual property management protegge la proprietà intellettuale che viene generata dai nostri scienziati, e che l’Ufficio Startup and Entrepreneurship promuove con l’obiettivo di creare nuove imprese».

Iit sviluppa l’imprenditorialità tenendo seminari ispirazionali e creando competenze di business tramite corsi istituiti anche con partner esterni. Importante anche l’attività di networking con acceleratori, incubatori, operatori finanziari – venture capital, business angel, industrial partner, fondi anche pubblici. Iit ha avviato numerosi laboratori congiunti con imprese ed enti di ricerca nei settori dei nuovi materiali, delle nanotecnologie, della microscopia ottica avanzata e della robotica. Tra le diverse realtà: Leonardo, Bracco, Camozzi, Intellimech, Inail. In particolare, nel corso del 2021 sono stati avviati 84 nuovi progetti commerciali/joint lab/licenze che hanno portato il numero dei progetti in corso a fine esercizio a 180.

Il Gruppo Camozzi e l’Istituto Italiano di Tecnologia hanno ideato e realizzato un sistema robotico unico al mondo per la sicurezza del nuovo ponte di Genova

Tra i nuovi progetti acquisiti si evidenzia l’avvio del joint lab con la start-up BeDimensional (1,3 milioni di euro), il joint lab con Erg (600mila euro), primo in area computazionale, l’avvio del progetto con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (3,5 milioni di euro), il rinnovo dei joint lab con Novacart, Moog e Danieli.

«Diamo supporto ai ricercatori, raccontiamo cosa significa fondare una start-up offrendo le skill di base necessarie alla realizzazione di un business model. Il nostro lavoro consiste nel costruire il deal e seguirlo fino alla fine. In Iit è sempre aperta la “Call for ideas”, un form che i ricercatori possono compilare raccontandoci la loro idea di business; a noi comprendere se potrà arrivare sul mercato. In caso di risposta affermativa, sviluppiamo il progetto attraverso i seminari e i corsi fino a farlo diventare uno start-up project. Infine, cerchiamo l’investitore tra quelli presenti nel nostro network».

Open innovation e network: i vantaggi per l’imprenditorialità

Il supercomputer Franklin installato all’Iit viene utilizzato nell’ambito dei progetti di ricerca sull’Hpc sviluppati insieme a Leonardo

L’innovazione è un fattore competitivo imprescindibile perché può assicurare vantaggi alle imprese che lo adottano, come il consolidamento sul mercato e la conquista di nuovi settori con conseguente aumento dei profitti. Tra i più recenti trend industriali vi è l’adozione di modelli aperti in cui i protagonisti non sono più interni alle aziende, ma sono start-up, centri di ricerca, università, operatori economici e finanziari, attori pubblici e clienti, che possono costituire l’ecosistema innovativo in cui l’azienda poi va a operare.

«Per fare innovazione il ruolo della r&s è fondamentale, ma va supportato dal trasferimento tecnologico perché ricerca e mercato spesso sono molto distanti. Il compito del tech transfer, infatti, è proprio quello di connettere il mondo della research con questi ecosistemi in cui si opera sinergicamente per sviluppare nuovi prodotti innovativi.».

Uno dei luoghi simbolo della condivisione di idee e business è Talent Garden, tra i maggiori player che operano all’interno di questi ecosistemi di innovazione.

«Questi spazi sono acceleratori naturali di open innovation perché le persone che li vivono, essendo di settori differenti, si contaminano reciprocamente dando via a processi di cross fertilization. Sono un luogo di cultura imprenditoriale».

Start-up, capo filiera e pmi: l’importante è fare sistema!

Ribes Tech è una delle start-up lanciata da Iit. Sviluppa film fotovoltaici pieghevoli destinati ad alimentare dispositivi IoT

Molte grandi imprese hanno istituito programmi di corporate venture perché hanno compreso che, spesso, è molto più semplice inserire all’interno dei propri sistemi tecnologie create da start-up o pmi innovative, che produrle in casa. Il cv è diventato uno degli strumenti di open innovation più utilizzato: si tratta di una forma di investimento di venture capital tramite cui un’azienda di grandi dimensioni investe in un’impresa target, ottenendo una quota di minoranza di capitale sociale di questa stessa società. Il corporate venture favorisce gli investimenti in innovazione esterna, generando valore aggiunto

«Una delle startup gemmate da Iit, Ribes Technologies, è stata finanziata da un grande gruppo (Omet) e anche Novavido ha un partner industriale che ha investito per permetterne la crescita. Ci sono altre realtà che stanno nascendo da accordi tra le imprese e l’Istituto, con cui stanno portando avanti ricerche congiunte». Per le pmi il discorso cambia: le risorse economiche e di personale sono minori, e anche quelle valutative sono differenti. Le medie imprese, però, stanno cercando di avvalersi dell’innovation manager, che valuta il percorso da intraprendere e stabilisce dove investire, porta in azienda la cultura dell’innovazione.

Creare una start-up in Italia

La creazione di una start-up in Italia comporta tre difficoltà: eccessiva burocrazia, cultura del fallimento e assenza del mercato delle exit.

«Nel nostro Paese talvolta viene utilizzata la parola start-up in maniera impropria. Infatti, spesso in Italia non si creano start-up nel senso “americano” del termine, ma delle vere e proprie company; uno dei motivi è che il mercato delle exit non è ancora così sviluppato nel nostro Paese. In Silicon Valley, ad esempio, le startup raccolgono fondi per sviluppare il proprio business fortemente scalabile con l’obiettivo ultimo di essere acquisite.

Nel nostro Paese, invece, la necessità è quella di raccogliere fondi per avviare il business con l’obiettivo di iniziare a fatturare quanto prima!

L’obiettivo della startup italiana è creare un prodotto, assumere gente, portare il prodotto sul mercato, vendere e crescere.».

Educazione imprenditoriale e mentoring per le start-up: le iniziative di Iit

Sede dell’Iit a Genova

La sfida principale dell’educazione imprenditoriale è quella di cambiare il mindset dei ricercatori e trovare il giusto match tra le competenze. E creare progetti di impresa solidi che abbiano la possibilità di fatturare e che siano appetibili per gli investitori. Per questo motivo all’Istituto Italiano di Tecnologia sono tanti i percorsi dedicata all’imprenditorialità e al networking.

Per il terzo anno consecutivo, Iit ha organizzato il programma “One Start-up One Mentor”; il programma è stato esteso a 5 professionisti esterni che hanno affiancato 6 idee di business dell’Istituto permettendo dunque ai team di migliorare il business plan, di incrementare le proprie competenze oltre che di confrontarsi con operatori già presenti sul mercato. «One Start-up One Mentor consiste in un programma in cui operiamo una mentorship sui progetti di start-up più promettenti, effettuata da professionisti esterni che seguono l’evoluzione cercando di far evolvere la business idea in un vero e proprio start-up project pronto per essere presentato a possibili investitori. I risultati dell’edizione 2021-2022 hanno condotto alla costituzione di una company, mentre un secondo progetto è in fase di costituzione. L’edizione 2022-2023 sta per essere avviata».

La partnership con l’Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano, invece, ha permesso a numerose iniziative di Iit di effettuare percorsi di pre-accelerazione all’imprenditorialità nell’ambito del programma “B4I – Bocconi For Innovation”. Inoltre, con l’Università Bocconi, Iit ha incrementato le attività di knowledge contamination favorendo confronti tra i rispettivi team di innovazione e trasferimento tecnologico. «Molti dei nostri progetti di start-up partecipano al percorso di pre accelerazione di B4i, inoltre, sono in fase di studio programmi di formazione congiunta con la facoltà UniBocconi».

Sul fronte formativo è stata rinnovata la partnership con l’Università degli Studi di Genova e l’Université Côte d’Azur per l’organizzazione del format internazionale “Workshop Hte – High Tech Entrepreneurship”, rafforzata quest’anno con nuovi partner quali l’Associazione Manager Italia e Talent Garden Genova. Nel 2021 sono stati 7 i team di progetti di progetti di start-up Iit che vi hanno preso parte, affiancati da 20 studenti italiani ed esteri in arrivo dal Diec – Dipartimento di Economia dell’Università di Genova e dall’Innovation Centre for Entrepreneurship dell’Université Côte d’Azur. «Affianchiamo ai nostri gruppi di ricerca degli alunni master dell’Università di economia, cercando di farli contaminare: gli studenti parlano della parte più economica legata al business plan, mentre i ricercatori si occupano della parte di sviluppo tecnico».

Infine, il 2021 è stato per Iit l’anno di adesione allo Sugar Network, programma internazionale di design thinking che coinvolge 26 università del mondo. Si tratta di un format che attiva centri ricerca ed aziende di caratura mondiale per proporre e risolvere sfide di innovazione. Su input del Technology Transfer, Iit vi ha preso parte con un progetto lanciato dal Centre for Sustainable Future Technologies Csft @Polito – Iit Torino. «Iit ha aderito a questa edizione del programma Sugar Network in collaborazione con tre enti partner: l’Université Côte d’Azur, l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna ed Almacube».

Robot Teleoperativo è un braccio robotico sviluppato da Iit insieme ad Inail

Foresee Biosystems, Corticale, Novavido, Iama Therapeutics: le 4 start-up lanciate da Iit nel 2021 che cambieranno il LifeTech

«Lo scorso anno Iit ha lanciato 4 nuove start-up, tutte afferenti al settore LifeTech: un numero considerevole per una realtà delle nostre dimensioni. Ed è un ottimo risultato per il fundraising che siamo riusciti a ottenere: abbiamo raccolto un totale di 16 milioni di euro».

Foresee Biosystems è al lavoro su una piattaforma per la valutazione in fase pre-clinica della tossicità indotta da farmaci sulle cellule del cuore umane. La piattaforma è basata su un sistema laser brevettato, che consente misurazioni di alta qualità

Foresee Biosystems si pone l’obiettivo di produrre e commercializzare una piattaforma innovativa per la valutazione in fase pre-clinica della tossicità indotta da farmaci sulle cellule del cuore umane, proponendo una soluzione in grado di colmare il gap tecnologico tra le fasi di sviluppo e quelle di valutazione di un farmaco. La start-up annovera tra i soci ed in qualità di co- fondatore della società un investitore internazionale che ha effettuato un investimento di 500 mila euro.

Corticale è una società di neurotecnologie, il cui scopo principale è lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di sonde attive Cmos ad alta densità per interfacce neurali in applicazioni precliniche e cliniche. I prodotti sviluppati da Corticale sono basati sulla tecnologia SiNaps. La start-up registra tra i suoi soci e fondatori un business angel italiano di comprovata esperienza manageriale che ha investito 2 milioni di euro nel lancio della società. È stata definita la risposta alla Neuralink di Elon Musk.

Novavido è una start-up focalizzata sullo sviluppo di protesi retiniche liquide. L’azienda sta lavorando per creare un innovativo dispositivo medico basato sulle nanotecnologie per il recupero della vista nei pazienti affetti da retinite pigmentosa. La start- up ha raccolto un investimento corrente di circa 1.4 milioni di euro a fronte di un investimento previsionale di circa 6 milioni di euro complessivi.

Iama Therapeutics è una società biofarmaceutica per la ricerca, lo sviluppo e la commercializzazione di farmaci per i disturbi del neurosviluppo. La start-up ha ottenuto un primo investimento di 8 milioni di euro da parte di un pool di fondi privati ed istituzionali specializzati nel supporto di iniziative imprenditoriali in fase early stage.

Le altre start-up lanciate da Iit sono: Acoesis, Advanced Microturbines, Alyra Therapeutics, BeDimensional, Biki Technologies, Circle Garage, Fleep Technologies, HiQ Nano, Kyme NanoImaging, Morecognition, Movendo Technology, NeoKera Pharmaceuticals, OptogeniX, Organic Bioelectronics, Piezoskin, Politronica InkjetPrinting, QBRobotics, Ribes Tech, SmartMicroOptics, TranSINE Therapeutics,

RoboIt, il primo Polo nazionale di trasferimento tecnologico destinato alla Robotica e Sistemi Intelligenti

Corticale è la risposta italiana a Neuralink di Elon Muskl. È una società di neurotecnologie, che realizza sonde attive Cmos ad alta densità per interfacce neurali in applicazioni precliniche e cliniche.

Nel 2021 Iit e Cdp, tramite Cdp Venture Capital Sgr, hanno sviluppato RoboIt, il primo Polo nazionale di trasferimento tecnologico destinato alla robotica e ai sistemi intelligenti. L’Istituto funge da hub in cui collaborano partner scientifici selezionati, come l’Università degli Studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Verona e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e un venture builder specializzato quale Pariter Partners, che svolge il ruolo di «partner imprenditorialità». Il Polo ha una dotazione di circa 10 milioni di euro dedicata all’investimento in tecnologie e progetti imprenditoriali in fase seed e pre-seed (proof- of-concept). «RoboIt è il primo polo nazionale per il trasferimento tecnologico distribuito sul territorio con la creazione di attori lungo la filiera complessiva, dagli enti di ricerca fino ai fondi di venture capital. L’obiettivo è promuovere la nascita di una nuova generazione di aziende, che sono le start-up deeptech che nascono dai centri di ricerca e dall’università. E soprattutto supportare il ricercatore nella creazione dei futuri campioni nazionali all’interno del ramo robotico. Il modello unisce un investimento per lo sviluppo della tecnologia – poc – a un percorso di accelerazione personalizzata per la crescita parallela sia del business che del team. L’investimento pre-seed sarà finalizzato alla realizzazione di idee di impresa e avrà il fine di validare la realizzabilità del prodotto e l’opportunità di mercato. Invece l’investimento seed avrà come obiettivo la costituzione della nuova società, quindi della start-up, e la ricerca di potenziali clienti che andranno a far nascere veramente la start-up dal punto di vista del bilancio. Abbiamo diversi progetti in due diligence».

Istituto Italiano di Tecnologia in pillole

Giorgio Metta, direttore scientifico di Iit, Sullo sfondo il robot iCub, sviluppato dall’istituto

L’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) è una fondazione finanziata dallo Stato per lo svolgimento di attività di ricerca scientifica di interesse generale, per fini di sviluppo tecnologico. Creato alla fine del 2003 su volontà dei ministri Giulio Tremonti, dal 2005 al 2019 a ricoprire la carica di direttore scientifico è stato l’attuale Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, a cui è succeduto l’ingegnere e accademico Giorgio Metta.

La missione di Iit è quella di promuovere l’eccellenza nella ricerca di base e in quella applicata e favorire lo sviluppo del sistema economico nazionale, la creazione e la disseminazione di conoscenza scientifica nonché il rafforzamento della capacità competitiva del sistema tecnologico nazionale.

Il piano scientifico è articolato in 4 domini di ricerca. Robotica contribuisce al progresso scientifico sviluppando nuove piattaforme robotiche sia in termini di hardware che di software. Nanomateriali ha come obiettivo la sintesi di nuovi materiali sostenibili e biodegradabili, lo studio di materiali nanocompositi e di materiali 2D. Scienze della vita (Technologies for Lifescience) si focalizza sullo sviluppo di strumenti per la genetica molecolare avanzata, l’elettrofisiologia, l’analisi computazionale e per l’imaging allo scopo di analizzare nel dettaglio i processi neurali microscopici che determinano le funzioni cerebrali. Science computazionali incentra l’attività su estese simulazioni di sistemi fisici e operazioni di data analysis su vasti archivi di dati tra cui immagini, video e suoni. lo scopo è il miglioramento della comprensione di numerosi ambiti scientifici e tecnologici, in modo tale da progettare nuovi sistemi intelligenti in grado di interagire in situazioni reali.

Lo staff è composto da oltre 1.900 membri con età media 35 anni; dal 2006 il portafoglio Iit relativo ai fondi esterni ammonta a 413 milioni di euro suddiviso tra progetti competitivi, commerciali e in-kind.














Articolo precedenteIl futuro degli analytics nell’evento Sas Explore 2022 (27-29 settembre)
Articolo successivoVideo viaggio al Bluetech Hub, il polo dell’automazione bresciano del Gruppo Buffoli con obiettivi da competence center






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui