Istat: Pil a +6,6% nel 2021

Scende l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche a -7,2% (-9,6% nel 2020), mentre le esportazioni di beni e servizi sono salite del 13,3% e le importazioni del 14,5%

Il Pil italiano ha fatto registrare una crescita per certi versi inaspettata: nel 2021 il prodotto interno lordo ai prezzi di mercato è stato pari a 1.781.221 milioni di euro correnti, con un aumento del 7,5% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è cresciuto del 6,6% con un incremento del 17,0% degli investimenti fissi lordi e del 4,1% dei consumi finali nazionali. Per quel che riguarda i flussi con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono salite del 13,3% e le importazioni del 14,5%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla dinamica del Pil per 6,2 punti percentuali. L’apporto della domanda estera netta è stato di +0,2 punti e quello della variazione delle scorte ugualmente di +0,2 punti. Il valore aggiunto ha registrato aumenti in volume del 11,9% nell’industria in senso stretto, del 21,3% nelle costruzioni e del 4,5% nelle attività dei servizi. Si rileva una contrazione dello 0,8% nell’agricoltura, silvicoltura e pesca. L’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, è stato pari a -7,2 %, a fronte del -9,6 % nel 2020. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) misurato in rapporto al Pil, è stato pari a –3,6% (-6,1% nel 2020).







Questo è il commento del Ministero dell’economia e delle finanze: «I dati diffusi oggi dall’Istat confermano il significativo recupero fatto registrare dall’economia italiana nel 2021 e rappresentano uno stimolo a proseguire nell’impegno per aumentare la resilienza, la sostenibilità e l’inclusività del sistema economico. Dopo la caduta del 9% subìta nel 2020, l’anno scorso il Pil è cresciuto del 6,6% in termini reali. Dal lato della finanza pubblica, il deficit della Pubblica amministrazione è migliorato al 7,2% del Pil (dal 9,6% del 2020) e il rapporto debito/Pil è calato al 150,4% del Pil, dal picco del 155,3% raggiunto nel 2020. Si tratta di risultati nettamente migliori rispetto alle previsioni ufficiali e alle valutazioni delle istituzioni internazionali e degli analisti di mercato. Essi sono stati resi possibili dal dinamismo del sistema produttivo, dall’efficace gestione della crisi sanitaria e da una politica economica che, nel rendere disponibili notevoli risorse a sostegno di famiglie e imprese e al contenimento degli effetti del rincaro dei costi dell’energia, è riuscita a mantenere un’attenta gestione della spesa pubblica. Il rincaro dell’energia e la guerra in Ucraina renderanno più incerto e complesso il quadro congiunturale e le prospettive economiche, ma i dati odierni rappresentano una solida base su cui lavorare per assicurare la continuità della ripresa, l’espansione dell’occupazione e il miglioramento dei conti e della finanza pubblica. Si rileva che i dati odierni sul fabbisogno di cassa del settore statale per i primi due mesi dell’anno mostrano un miglioramento di 9,1 miliardi rispetto al primo bimestre del 2021».














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