Interconnector Energy Italia presenta al governo l’Industrial decarbonization pact, un impegno per raggiungere gli obiettivi Ue sulla sostenibilità

Un patto siglato dalle aziende che operano nei settori più energivori, rappresentate dalle associazioni Assocarta, Assofond, Assovetro, Confindustria Ceramica, Federacciai, Federbeton e Federchimica

Interconnector Energy Italia, la realtà che coordina le associazioni Assocarta, Assofond, Assovetro, Confindustria Ceramica, Federacciai, Federbeton e Federchimica, ha presentato al governo l’Industrial Decarbonization Pact, un impegno siglato dai settori dell’acciaio, carta, cemento, ceramica, chimica, fonderie e vetro per abbattere le emissioni di questi settori – fra i più energivori dell’industria – per raggiungere la neutralità carbonica il 2050. 

Questi settori generano 88 miliardi di valore aggiunto e se limitare le emissioni è fondamentale, bisogna farlo evitando di minare la competitività delle aziende che vi operano. «I settori energivori sono la spina dorsale dell’economia del Paese», ha sottolineato Antonio Gozzi, presidente di Interconnector Energy Italia. «Acciaio, carta, cemento, ceramica, chimica, fonderie e vetro danno lavoro a 700mila persone, considerando l’indotto. Sostenere lo sforzo di decarbonizzazione di queste filiere, preservandone al tempo stesso la competitività sui mercati internazionali, deve diventare un imperativo per il Paese. Solo così potremo assicurare una transizione ecologica che sia rapida ed inclusiva. L’Industrial Decarbonization Pact sancisce l’impegno dei settori coinvolti a raggiungere la neutralità carbonica al 2050. Per farlo, però, è necessario il supporto di tutti gli attori coinvolti: governo, istituzioni locali e policy makers, affinché le leve tecnologiche future siano veramente disponibili e accessibili a chi fa industria ogni giorno, sul campo».







Per raggiungere i traguardi posti, è fondamentale far leva su efficienza energetica, economia circolare, combustibili low carbon, cattura della CO2, green fuels (idrogeno e biometano) ed elettrificazione. A confermarlo è uno studio realizzato da Boston Consulting Group in collaborazione con Interconnector Energy Italia, che specifica come integrando queste tecnologie sia possibile ridurre le emissioni dirette sino al 40% entro il 2030. Secondo l’analisi di Bcg, per raggiungere gli obiettivi di lungo termine occorra sfruttare a pieno il potenziale delle tre leve più “innovative”: cattura della CO2, elettrificazione e green fuels (idrogeno e biometano). Nel 2050, infatti, queste tre leve da sole potrebbero garantire il 70-80% di riduzione delle emissioni totali dei settori analizzati, mentre le restanti e già consolidate leve (economia circolare, combustibili low carbon e efficientamento energetico) supporteranno la riduzione della maggior parte delle emissioni rimanenti.  

Il piano per la decarbonizzazione della Pianura Padana

Il piano per la decarbonizzazione della Pianura Padana è stato realizzato per supportare la transizione energetica di 16 distretti industriali che comprendono al loro interno 165 siti industriali. Lo studio di Bcg indica come sia possibile ridurre le loro emissioni del 40% entro il 2030 sfruttando le leve precedentemente descritte. 














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