Inglesina punta su Cina e personalizzazione

La carrozzina Trilogy
La carrozzina Trilogy

di Laura Magna ♦ Inglesina, azienda di Vicenza specializzata in prodotti per l’infanzia, torna a crescere e punta su mercati esteri e customizzazione.

Il bilancio 2016 promette di chiudersi con un segno più per Inglesina, azienda vicentina fino al midollo, a dispetto del nome. L’azienda aveva archiviato il precedente esercizio in lieve calo sul fatturato, a 51 milioni, seppure con un discreto utile. “Certe situazioni critiche, come quella in Russia, che è uno dei nostri principali mercati, si stanno lentamente sbloccando”, spiega a Industria Italiana il presidente dell’azienda, Ivan Tomasi. “Cresciamo in Asia e ora, Brexit permettendo, che non sappiamo come impatterà sugli scambi commerciali, prevediamo un giro di affari in crescita”. Nessuno passa indenne attraverso una crisi profonda, anche chi fa un prodotto apparentemente senza tempo e del tutto anticiclico come può essere una carrozzina o un passeggino, necessari ogni volta che nasce un bambino.
Il mercato italiano del baby gear, che comprende passeggini, seggioloni, seggiolini auto, cioè i prodotti per il trasporto dei piccoli, pesano per il 76% del totale del giro d’affari. Ma anche quello di biberon, tiralatte, succhiotti, device elettronici come quello per monitorare il respiro, è un mercato che vale 270 milioni di euro nel 2015, secondo le rilevazioni di Gfk Italia, che studia il settore dal 2013. Un anno di lieve crescita dopo un 2014 in cui, invece, il comparto aveva segnato un calo del 3,5%. L’anno scorso sono stati proprio passeggini e affini a trainare la ripresa.

Ivan Tomasi
Ivan Tomasi

Baby di lusso







E Inglesina è ben posizionata per cavalcare il trend: è una media impresa che punta su prodotti di fascia medio alta e che si confronta in Italia con aziende ben più grandi, come Peg Perego e Chicco, e all’estero con le più giovani e aggressive nordiche, Bugaboo e Stokke o con realtà nuovissime come la sino-tedesca Cybex. La platea è, ovviamente, il mondo. “Guardiamo alle tendenze del mercato senza perdere la nostra identità che riteniamo unica e che è caratterizzata dalla ricerca di un’eleganza classica made in Italy che non sacrifichi la funzionalità”, sostiene Tomasi. “Le nostre soluzioni sono molto in linea con le esigenze delle mamme e la nostra qualità è alta rispetto alla media”. Con un prezzo competitivo: circa il 40% in meno per il trio classico che comprende carrozzina, passeggino e ovetto: un must per tutti i neonati rispetto alle proposte più modaiole che, però, hanno target di consumatori diversi. “Il prezzo è effetto di una progettazione attenta ed equilibrata e di un controllo diretto della filiera sul mercato italiano che ci consente di comprimere i costi al massimo”, puntualizza il manager. Le vendite sono equamente divise tra Italia e mondo, con la fetta maggiore del mercato internazionale in capo a Usa e Russia. L’ultima espansione è verso la Cina, in cui “abbiamo aperto una filiale, per rispondere con più precisione alla domanda di quel mercato”. Ogni Paese ne ha una specifica: per esempio, la carrozzina è per le mamme mediterranee o nordiche “e non si usa negli Stati Uniti e in Cina: ogni singolo prodotto è adattato al Paese in cui deve essere venduto, perché è vero che le mamme si somigliano tutte, ma ognuna ha il suo ecosistema. Oltre alla customizzazione resa necessaria dalle direttive nazionali sulla sicurezza dei prodotti. L’obiettivo nostro è di arrivare a prodotti personalizzati in maniera capillare partendo da un’unica base. Corea, Hong Kong, Singapore, Israele, in tutti questi Paesi stiamo portando avanti un progetto di personalizzazione esteso, con un controllo ferreo della filiera”, continua Tomasi, che fra le varie attività fa anche parte del gruppo di imprenditori di Venetwork, la società di investimento guidata da Alberto Baban, che si è data la mission di comprare e rivitalizzare società un po’ stanche ma dall’alto potenziale.

La sede di Inglesina
La sede di Inglesina a Montecchio Maggiore

Dalla provincia al mondo

Un obiettivo che un’azienda storica non avrà difficoltà a centrare. “La nostra storia è quella classica del distretto industriale”, racconta Tomasi. “Quando a inizio anni Sessanta a Montecchio Maggiore, dove abitava la mia famiglia, è arrivata la Ceccato, azienda di motocicli, si è creato un indotto di terzisti: chi faceva serbatoi, chi saldava, chi verniciava. Nella zona c’è un grande spirito imprenditoriale. Molti di questi terzisti a un certo punto si sono metssi in proprio e questo ha portat0 le competenze a  crescere. Mio padre Liviano, con i fratelli, era tra questi: dai serbatoi e le selle è passato ai go-kart che, però, si sono dimostrati un fuoco di paglia. Nel 1963, ha conosciuto un rappresentante di carrozzine e  lui gli ha spiegato di poterle costruire alla metà del costo di mercato. Le competenze erano giuste per creare una meccanica perfetta e un buon aspetto estetico: inutile dire che le ha vendute subito”. La carrozzina si ispirava nello stile a quella del Royal Baby britannico e per questo è stata battezzata London. Storia tipica italiana e anche governance tipica italiana: il fondatore, Liviano, fa ancora parte dell’azienda, come presidente onorario, a 81 anni, mentre Ivan e Luca Tomasi si occupano della gestione, Ivan presidente e Luca amministratore delegato, e il capitale è interamente familiare. “L’idea di aprire il capitale all’esterno non è esclusa a priori”, continua Tomasi junior. “Anzi, è presente nei nostri ragionamenti e riteniamo che vada fatto nel momento in cui avremo un’operazione straordinaria da compiere tipo un’acquisizione. Oggi dal punto di vista finanziario siamo in attivo con le banche. Pensiamo anche alla Borsa, come esito finale di un potenziale investimento di un fondo”.

La famiglia Tomasi
La famiglia Tomasi

Lungo viaggio in carrozzina

Dalla carrozzina London a oggi la strada è stata lunga. L’innovazione più grande introdotta sul prodotto risale al 2011 quando i Tomasi hanno inventato e brevettato la “chiusura magica” per il passeggino a ombrello: basta una sola mano e la rivoluzione p compiuta. “Si è trattato di una svolta: proprio la chiusura era il tallone di Achille del prodotto e noi lo abbiamo in qualche modo risolto. La ricerca prosegue sempre e la facciamo per linee interne investendo circa il 5% del fatturato annuo”, commenta il presidente dell’azienda. Gli investimenti per innovazione nel settore non sono banali: “Ogni nuovo prodotto richiede che si rinnovino stampi, attrezzature, automazione. Gran parte della produzione è comunque in Italia, dove abbiamo il reparto officina, lo stampaggio plastico e l’assemblaggio. Occupano in totale un’area di circa 22mila metri quadri. Poi, facciamo ricorso a terzisti del territorio, per qualche stampaggio o lavorazione meccanica o assemblaggio e per la confezione. Il basso di gamma lo compriamo anche in Far East, ma su progetti esclusivi nostri e con il controllo totale della filiera dallo stampo, che produciamo noi, fino al dettaglio del tessuto”. Se parte del tessile viene realizzato in Romania e il basso di gamma in Cina, Inglesina sta investendo anche per ampliare la produzione in Italia, “un elemento chiave della nostra strategia: il made in Italy è un punto di forza fondamentale per noi: mamma è una parola italiana che diventa internazionale, non dimentichiamolo”, ammette l’imprenditore.

Luca Tomasi
Luca Tomasi

Successo iconico

E su questo aspetto emozionale si costruisce anche l’innovazione di Inglesina che è “un’azienda caratterizzata da grande tensione, una sorta di paradosso tra modello iconico e funzionalità”, commenta Carlo Bagnoli, professore di Innovazione strategica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. “Su questo paradosso i Tomasi costruiscono i loro prodotti che, vale la pena ricordarlo, hanno un grande valore simbolico: si scelgono quando ancora non c’è il figlio l’estetica dunque viene prima della funzionalità. Eppure loro sono riusciti ad abbinare il piacere immediato della bellezza, con un contenuto di tecnica non banale che garantisce una comodità di utilizzo senza pari sul mercato”.
Quanto all’aspetto estetico, Bagnoli rileva che “il prodotto iconico, la carrozzina classica ha forme armoniche:  abbiamo trovato attraverso le misurazioni che rispetta la spirale aurea, le proporzioni con cui Palladio disegnava le sue case. Chi la ha costruita non lo sapeva ma ha rispettato in maniera intuitiva queste proporzioni perfette. L’armonia è il tratto caratterizzante dell’azienda. E si estende all’organizzazione, ai rapporti tra fratelli, alle relazioni con i dipendenti e infine ai prodotti. Direi che è proprio la loro missione: portare l’armonia dei loro prodotti, aiutando a mantenere questo rapporto di armonia nella famiglia dove arriva un figlio”.

Il modello Zippy Light
Il modello Zippy Light













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