Invenzione? Fa rima con innovazione! Ma l’industria deve essere pronta a coglierle, altrimenti…

di Piero Formica* ♦︎ L’Industria è soggetta alla “Sindrome della Non Immediata Applicazione”: le novità che non si adattano perfettamente ai paradigmi esistenti vengono tralasciate. Il rischio è di non progredire mai. Marconi: inventore osteggiato in Italia, imprenditore in Inghilterra. E su Adriano Olivetti...

L’Industria è soggetta alla sindrome Snia – “Sindrome della Non Immediata Applicazione”. L’enfasi posta sulle attività industriali consolidate non fa vedere il potenziale delle invenzioni che si traducono in innovazioni rivoluzionarie. Ciò che si osserva è che le novità sono curiosità marginali che non si adattano perfettamente ai paradigmi esistenti o non hanno applicazioni chiare nel mondo reale. Conseguentemente, vengono a mancare le risorse indispensabili per inaugurare una nuova era industriale.

La sindrome Snia e come…

Lungo il dipanarsi della storia, una valanga di assurdità si è abbattuta sulle novità che stravolgono conoscenze e metodi. Diamo uno sguardo ad alcuni esempi di Snia, documentati da Armen Petrosyan (Within a Nutshell: The Mental Roots of Human Insusceptibility to New Ideas, Journal of the Knowledge Economy, Volume 6 (1), 2015).







Industria dell’illuminazione

L’invenzione della lampada a gas fu respinta perché non stava in piedi sul terreno scientifico. Questa l’argomentazione: non si dà il caso che una lampada possa bruciare senza stoppino.

Industria ferroviaria

La scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming nel 1928 fu inizialmente accolta con scetticismo e indifferenza. Ci sono voluti diversi anni perché gli scienziati si rendessero conto del potenziale della penicillina come antibiotico, e solo dagli anni ’40 la penicillina è stata ampiamente utilizzata per trattare le infezioni batteriche

La facoltà di medicina della Baviera temeva che il movimento rapido del treno potesse nuocere molto alla salute dei viaggiatori.

Industria della salute

La scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming nel 1928 fu inizialmente accolta con scetticismo e indifferenza. Ci sono voluti diversi anni perché gli scienziati si rendessero conto del potenziale della penicillina come antibiotico, e solo dagli anni ’40 la penicillina è stata ampiamente utilizzata per trattare le infezioni batteriche. In tempi a noi vicini, la conoscenza consolidata ha contrastato la scoperta di microorganismi nello stomaco da parte di Marshall e Warren, due scienziati universitari australiani vincitori del Premio Nobel in medicina nel 2005.

Industria del laser

Non fu subito chiaro a cosa potesse servire il primo prototipo funzionante di laser costruito dall’ingegnere americano Theodore Maiman presso gli Hughes Research Laboratories di Malibu, California. I primi laser furono utilizzati nella ricerca scientifica e per dimostrazioni, ma ci vollero diversi decenni prima che trovassero un uso diffuso in applicazioni nelle telecomunicazioni, nella medicina e, più in generale, nella produzione.

Industria della comunicazione

La telegrafia senza fili e i computer hanno rivoluzionato la comunicazione. Il 27 marzo del 1899 un esperimento di Guglielmo Marconi per la prima volta mette in comunicazione l’Inghilterra con la Francia, senza dover ricorrere a cavi sottomarini, fili e pali del telegrafo. Come vedremo, tanti furono gli ostacoli che si pararono di fronte all’inventore bolognese. Richard Holmes nel suo saggio L’età della meraviglia sottolinea che «il “computer” di Babbage [Charles Babbage, polymath inglese, 1791-1871] non aveva alcuna applicazione immediata che le autorità potessero vedere o anche solo immaginare, sebbene Babbage sostenesse correttamente che avrebbe trasformato i calcoli per i logaritmi, le tavole astronomiche, i modelli di costruzione ingegneristica, la creazione di mappe e i dati marini». Per quanto riguardo il transistor, il suo sviluppo fu considerato una invenzione minore finché non fu utilizzato per creare i primi computer.

…grosse ambizioni permettono di scavalcare l’orizzonte del dubbio assoluto per poi ottenere grandi risultati

Adriano Olivetti, pioniere dell’informatica

Quest’anno ricorre il centocinquantenario della nascita di Guglielmo Marconi, lo sperimentatore audace e visionario che camminò su una fune tra la fede nella scienza e la curiosità, tra la perizia scientifica e la creatività. Guglielmo è un esploratore di terra incognita che percorre procedendo per tentativi ed errori. Lo immaginiamo ora immerso in un laboratorio che le mappe della conoscenza acquisita non possa fargli da guida, ora occupato a combinare concetti diversi in modo inusuale, ora impegnato ad assemblare, modificare, cambiare e sostituire pezzi diversi. Non recluso nel recinto dell’accademia per compiervi studi regolari di fisica ed elettrotecnica e con gli occhi rivolti oltre la siepe della casa bolognese (la madre era irlandese), il giovane Marconi non corre il rischio di sbattere il muso contro il muro delle pareti domestiche e della saggezza convenzionale che, ancora negli anni Novanta dell’Ottocento, vedeva nella curvatura terrestre un ostacolo insormontabile per le trasmissioni a grandi distanze. Intorno all’interrogativo su chi abbia inventato la radio, si addensò una fitta nube di dubbi misti a controversie e scetticismo. Dubbi sul valore delle sperimentazioni di Guglielmo Marconi che si aggrappò alle spalle di due giganti della fisica, James Clerk Maxwell cui si deve la teoria moderna dell’elettromagnetismo, e Heinrich Hertz che scoprì e dimostrò l’esistenza delle onde elettromagnetiche; controversie sulla primogenitura; scetticismo degli scienziati secondo i quali, come già detto, la curvatura della terra era un insuperabile ostacolo alla comunicazione sulle lunghe distanze tramite telegrafia senza fili. Per superare o aggirare barriere così alte, ci vuole anche tanta ambizione. Proprio quella che Marconi acquisì grazie al temperamento della madre Annie Jameson, della famiglia imprenditoriale irlandese nota sin dal 1780 per la produzione del suo celebrato whisky. Ai primi esperimenti sulle colline bolognesi tra il 1894 e il 1895 seguì in meno di tre anni la fondazione nel 1897 della The Wireless Telegraph & Signal Company (successivamente denominata Marconi Company). Marconi fece della radio un prodotto commerciale non cadendo nella trappola di quell’invenzione come giocattolo. A quel tempo, tanti scienziati erano convinti che la telegrafia senza fili di Marconi fosse poco più un giochetto da fiera, e che mai avrebbe potuto servire per comunicare sulle lunghe distanze: lo impediva, appunto, la curvatura della terra. La stessa aria di supponenza ebbe il presidente della Western Union che definì il telefono di Alexander Bell un “giocattolo elettrico”, immagine poi ripresa nel 2007 da BlackBerry all’apparire dell’iPhone di Apple.

Henry Ford

Mentre quella tessuta da Henry Ford è una ragnatela pesante, terrestre e dedicata al trasporto di persone e cose, la tela di Guglielmo Marconi è leggera, aerea ed utilizzata per trasportare informazione. La tessitura di Marconi è ordita senza fili. A intrecciare la tela sono le onde radio che si propagano a notevole distanza senza che nulla, curvatura della terra compresa, riesca ad ostacolare il loro viaggio. La sua tela raddoppia la realtà, aggiungendo alla dimensione tattile di Ford, fatta di auto e strade, la dimensione cognitiva delle comunicazioni di massa. La prima ricezione di onde radio da parte dell’apparecchio di Marconi nel 1895 mostra una tela fragile e minuta. La tela si espande nel 1901 quando, il 12 dicembre di quell’anno, egli riesce a mettere in comunicazione due attenne poste da una parte e dall’altra dell’Atlantico, dalla Cornovaglia a Terranova. Da allora in avanti è un crescendo di segnali, voci, parole dette e scritte e immagini che s’impigliano nella ragnatela per poi diffondersi nel mondo. Dagli albori del secolo al tardo Novecento, dalla radiotelegrafia e radiofonia fino al World Wide Web, alle tecnologie di Internet e alla telefonia cellulare, le maglie della rete inizialmente imbastita da Marconi si fanno sempre più strette, fitte e forti. Venticinque anni dopo l’esperimento del 12 dicembre 1901, intervistato dal New York Times, Marconi diceva di voler lasciare all’immaginazione della gente l’uso che nel futuro si sarebbe fatto della sua tela. Trascorso un secolo, per la generazione del nuovo millennio, il piacere di “andare da soli” con la propria auto lungo i percorsi tracciati dalla tela di Ford viene dopo il “navigare insieme” nella rete originata dalla creatività di Marconi. Nel cyberspazio, negli spazi di conoscenza condivisa, la generazione del Millennio prosegue il paziente lavoro di tessitura di Marconi, portando in cima alla scala dei propri valori la priorità del diritto d’accesso all’informazione e alla conoscenza, e facendo scendere di qualche gradino la proprietà del mezzo di trasporto fisico. La rete di Ford ha rafforzato il valore del possesso esclusivo delle cose per la salvaguardia dell’interesse individuale, del ben-avere. La tela di Marconi ricorda un interludio suonato tra la scena fordista della moderna età industriale di massa e il paesaggio che le onde marconiane dischiudono sulla nuova età della conoscenza in cui il valore sta nella collaborazione per il raggiungimento dell’interesse collettivo a difesa della vita e del ben-essere nel pianeta.

Marconi: inventore in Italia, imprenditore in Inghilterra

La telegrafia senza fili e i computer hanno rivoluzionato la comunicazione. Il 27 marzo del 1899 un esperimento di Guglielmo Marconi per la prima volta mette in comunicazione l’Inghilterra con la Francia, senza dover ricorrere a cavi sottomarini, fili e pali del telegrafo

Sollecitato dall’ambiziosa madre Annie, Marconi appena ventenne fonda la sua impresa a Londra e apre il primo ufficio a Chelmsford, nella contea di Essex. Il passaggio dalla capacità di inventare all’abilità di intraprendere molto dipende dai fattori culturali. L’impresa di Marconi non nacque a Bologna poiché l’élite della città si atteneva con totale fedeltà all’ortodossia delle sue industrie consolidate. La procedura di valutazione e selezione dei progetti imprenditoriali se effettuata da specialisti dei settori industriali esistenti premia l’ortodossia. È respinta la creatività imprenditoriale che nasce da confronti casuali, improvvisazione, eccitazione e dal fidarsi di se stessi. L’ortodossia offuscò il potenziale imprenditoriale dell’invenzione di Marconi. Cosicché non si mobilitarono le risorse necessarie per far decollare l’impresa di Marconi nel nostro paese.

Una nota avvelenata

L’Italia ha forti interessi nella tecnologia dei trasporti che è cambiata poco in mezzo secolo. Sono le trasformazioni nell’elaborazione e nella comunicazione delle informazioni che continuano ad essere sorprendenti. Purtroppo, la sindrome Snia non ha permesso che si prestasse a Marconi l’attenzione che meritava. La stessa negligenza si è ripetuta nei confronti di Adriano Olivetti, pioniere dell’informatica. Se fosse stato altrimenti, oggi potremmo essere tra i paesi che guidano quelle trasformazioni.

*Piero Formica è Professore di Economia della conoscenza. È Senior Research Fellow e Thought Leader dell’Innovation Value Institute della Maynooth University in Irlanda. È inoltre Direttore Scientifico della Summer School del Contamination Lab per la sperimentazione di processi di ideazione imprenditoriale e docente del Master “Open Innovation Management” (MOIM) dell’Università di Padova. Nel 2017 ha ricevuto l’Innovation Luminary Award dall’Open Innovation Strategy and Policy Group, sotto l’egida dell’Unione Europea. Di prossima pubblicazione è il suo saggio HUMAN INTELLIGENCE AND ARTIFICIAL INTELLIGENCE: Exhibition at the Mind Gallery (Edizioni Pendragon), anche in versione italiana.














Articolo precedenteUn nuovo mindset basato su digitale, innovazione e formazione: così Rold (socio Afil) è tornata a crescere
Articolo successivoBmw Motorrad, nel 2023 record di vendite (+3,1%) e primato nel segmento moto e scooter premium






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui