Incas: direzione software driven. Sfide e strategie del big dell’automazione logistica

di Piero Macrì ♦︎ Il magazzino è il punto di snodo tra operazioni inbound e outbound. Deve garantire performance e velocità, minimizzando i costi e assicurando il minimo livello di stock. Wms Easystor: modulare e integrabile con tutti i sistemi gestionali Erp, governa sistemi di automation che implementano movimentazione con shuttle e agv. Obiettivo: minimizzare il tempo di attraversamento della merce in magazzino. Ne parliamo con Luigi Calori

Incas Ssi Schäfer

I flussi partono dall’ordine del cliente e non più dalle materie prime. E’ il 4.0, bellezza! Che richiede lo sviluppo di un modello organizzativo che rovescia il classico paradigma di produzione. E pone al centro i flussi logistici. Ergo, vanno ottimizzati i processi, che devono essere supportati da una logistica sempre più robotizzata, integrata e flessibile, sia all’interno degli stabilimenti che verso i fornitori. E’ da questa riflessione che prende spunto l’incontro di Industria Italiana con Luigi Calori, managing director e numero uno di Incas, software house e fornitore di soluzioni per l’automazione logistica, presente sul mercato dal 1981. Quartier generale a Biella, due filiali operative a Bologna e Parma, dal 2018 Incas è parte del gruppo Ssi Schäfer, multinazionale tedesca al vertice della classifica mondiale nella fornitura di soluzioni modulari di stoccaggio e logistica con oltre 10.000 dipendenti. Nell’ultimo anno fiscale, terminato lo scorso dicembre, gli ordinativi del gruppo a livello mondo hanno raggiunto la cifra record di 2 miliardi di euro (+17,5%) e un fatturato di circa 1,8 miliardi (+30%). In Italia, nello stesso periodo, ordinativi per 60 milioni e un fatturato di 52 milioni.

Nel 2022, attesi ordinativi per oltre 70 milioni, che per il 70% dovrebbero arrivare da nuovi clienti, in tutti i settori merceologici: retail & wholesale, pharma distribution & cosmetics, food & beverage, manufacturing e fashion. Tra i clienti, Leroy Merlin, MediaWorld, Gefran, Gewiss, Vimar, Angelini, Bayer, L’Oreal Italia, Zambon e L’Erbolario. E poi ancora, nel food, Carapelli, Granarolo, Divella, Lindt, Rovagnati. Infine, nel luxury: Cerruti, Dior, Ermenegildo Zegna, Gucci, Loro Piana e Prada. «Possiamo giocare un ruolo determinante grazie a un ventaglio di soluzioni che va dal manuale al completamente automatico. Il nostro fiore all’occhiello è il Wms Easystor, dice Calori. Si tratta di una soluzione molto flessibile e modulare, integrabile con tutti i sistemi gestionali Erp, che ci dà la possibilità di governare sistemi di automazione avanzata che implementano movimentazione con shuttle e trasporti agv».







Stoccaggio ottimizzato della merce, evasione ordini error-free, gestione delle consegne e trasporti, tracking e automazione della supply chain. I mondi del retail e del manufacturing hanno subito e stanno tuttora attraversando una vera e propria rivoluzione che impatta fortemente sulla logistica. I driver della trasformazione? Come dice il manager, da una parte l’omnicanalità, dall’altra la produzione on-demand. Fenomeni che sollecitano un diverso modello organizzativo che può essere implementato soltanto con una digitalizzazione estesa. Insomma, la movimentazione 4.0 del bene fisico deve essere fondata su una logistica integrata, digitalizzata e gestita in tempo reale. Lo dice Incas, ma è quanto chiede il mercato. Se in passato valeva il modello di produzione fordista, che spingeva il prodotto verso il magazzino e la distribuzione, oggi si impone una logica pull che inizia con l’ordine cliente. Un processo opposto e contrario al precedente che necessita di una revisione complessiva dei processi e dell’operatività. In questo scenario l’azienda del gruppo Ssi Schäfer gioca un ruolo a tutto campo: nel software, nell’integrazione e nei prodotti, che includono soluzioni automatiche, semiautomatiche e manuali.

 

Più di 1.000 clienti e portafoglio prodotti per tutte le esigenze

Luigi Calori, managing director e numero uno di Incas

Con il software Wms Easystor, installato presso oltre 1.000 clienti, e con il software Tms Delsy, Incas è presente in tutti i diversi gradi di complessità della filiera logistica. Il software assicura la capacità di gestione logica dei flussi di processo e integrazione con l’ampio portafoglio prodotti prodotti Ssi Schäfer: dalle cassette di plastica ai magazzini compattabili, dalle scaffalature alle soluzioni con agv e alle linee sorter, di confezionamento ed etichettatura semiautomatiche, passando per le soluzioni pick-put-to-light fino a salire alle soluzioni più complesse ad alta automazione con trasloelevatori, shuttle e miniload.

 

Un’azienda software driven

Incas è un’azienda dove la componente software è sempre più marcata: genera un fatturato che si aggira intorno agli 8 milioni, circa il 15 % del giro d’affari complessivo. Ma, al di là dei numeri, è il driver strategico primario. «La parte It è fondamentale, è il differenziante competitivo che permette di realizzare soluzioni di grande flessibilità, capaci di evolvere nel tempo e creare valore al prodotto», dice Calori. Digitalizzazione è interconnessione di macchine e sistemi, ma soprattutto orchestrazione e governance di tutti i processi della supply chain. La possibilità di competere continuando a gestire in modo manuale l’operatività logistica è pura illusione. Crescono i volumi, che diventano più polverizzati, gli ordini sono più piccoli, fatti di singoli o pochi pezzi. Insomma, la nuova domanda, sia in ambito b2c che b2b, aumenta la probabilità di errori e ritardi. Quello che un tempo si poteva consegnare in una settimana lo si deve consegnare il giorno dopo. Per un’impresa è dunque diventato vitale avere un’attenzione maniacale sul percorso che compiono sia le materie prime in ingresso sia i prodotti in uscita. È fondamentale che tutte le fasi compiute dai beni movimentati siano tracciate, registrando dati e informazioni per monitorare tutta la filiera della supply chain. Ma attenzione, come dice Calori, «l’attualità del software non è solo data dalla capacità algoritmica. Nel nostro wms il machine learning lo fanno anche le persone, che riversano in ogni nuova release l’esperienza acquisita on field, day by day, presso il cliente logistico».

 

Magazzino come punto di snodo inbound-outbound

Ssi Schäfer piece picking

«A livello teorico la digitalizzazione è molto semplice, ma per realizzarla è necessario acquisire grandi moli di dati e trasformarli in informazioni a supporto dei processi decisionali e dell’ottimizzazione dei processi», afferma Calori. In questo scenario è il magazzino il vero punto di snodo tra operazioni inbound e outbound. E’ la componente più stressata nella catena del valore: deve garantire performance e velocità, minimizzando i costi e assicurando il minimo livello di stock. L’obiettivo del wms diventa quindi minimizzare il tempo di attraversamento della merce in magazzino, in modo che lo stazionamento dei prodotti sia il più breve possibile. Non solo, il maggior costo è spesso imputabile ai processi di prelievo. Inevitabile, quindi, porre una forte attenzione sull’efficienza del picking, utilizzando anche logiche di prelievi multipli.

 

Flessibilità e automazione

Ssi Schäfer offre una gamma di macchine che include shuttle, miniload, traslo-pallet e magazzini verticali automatici. La parola che accomuna tutte queste soluzioni è “flessibilità”. «L’utilizzo di una macchina automatizzata piuttosto che un’altra dipende dalle condizioni di applicazione: in un ambiente manifatturiero dove, tipicamente, c’è un’altezza che non supera i 5 metri, abbiamo soluzioni automatiche specifiche, dice Calori. Se invece si devono muovere dei pallet e c’è una disponibilità di altezza importante, oltre 20 metri, le scelte andranno in soluzioni più complesse». Per Incas, l’unità di movimentazione (udm) resta comunque la base sulla quale costruire un sistema logistico efficiente: pallet se si devono produrre lotti di grandi dimensioni, oppure cassette o kitting. In quest’ultimo caso è infatti necessaria una maggiore attenzione: i pezzi scelti devono essere tutti corretti, integri e nella quantità voluta tollerando probabilità d’errore tendenti a zero. Insomma, anche l’individuazione della udm è essenziale per la definizione del modello organizzativo.

 

Agv per piccoli carichi di lavoro

Weasel agv

Weasel Lite è l’agv sviluppato da Ssi Schäfer per garantire alle pmi un accesso facile all’automazione con Roi immediato. Si occupa della movimentazione di piccoli carichi. Comunica via radio e riceve gli ordini di trasporto via tablet dalla persona che si trova nel luogo in cui i materiali sono necessari. Non sono richieste competenze informatiche o conoscenze tecniche specifiche per la pianificazione e la messa in funzione del flusso di materiali. «Ciò significa che non è necessario un sistema di material flow completo, ma che tutto, dalla configurazione alla messa in funzione può essere fatto dai clienti, spiega Calori. Di più, i veicoli possono essere riconfigurati con costi irrisori, ogni volta che cambia il layout produttivo o le esigenze della fabbrica. Insomma, un vero e proprio plug and play che forniamo in kit con tablet».

 

Competenze e conoscenza di processo

Ssi Schäfer shuttle

Le macchine non sono di per sé la soluzione, devono essere adattate. «L’integrazione e composizione di un sistema logistico deve essere fatta in funzione del segmento di mercato, afferma il manager di Incas. Ed è questo il nostro punto di forza: progettare la soluzione più opportuna per generare un reale valore aggiunto». In questo senso, l’organizzazione globale del gruppo per segmenti di mercato è essenziale: consente una conoscenza condivisa delle esperienze che vengono maturate nei più diversi paesi. «Rispetto al passato, la logistica è ormai percepita come leva strategica competitiva ma per implementarla con successo serve una capacità di analisi dei processi», commenta Calori. Come dire, un magazzino è sempre un magazzino, ma deve essere ingegnerizzato in funzione di specifiche esigenze. Un punto di attenzione particolare deve poi esser dato al picking, cioè alla preparazione degli ordini. Negli anni ottanta i magazzini automatici erano molto semplici ma con il passare degli anni tutto è cambiato. La composizione degli ordini è sempre più granulare. E’ l’effetto e-commerce, dove si ragiona per quantità minime, pochi o singoli pezzi. Insomma, la struttura degli ordini è frammentata e complicata e l’efficienza e automazione del picking diventa cruciale. Tuttavia, come suggerisce Calori, «non è detto che sia sempre corretto spingere su un’automazione estrema. Ogni soluzione va studiata in rapporto allo specifico contesto».














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