Il primo bando del Competence center Made: contributi a fondo perduto per le aziende che innovano

di Marco Scotti ♦︎ Sei aree di possibili progetti, dalle strategie Industry 4.0 alla consulenza tecnologica. 13 attività progettuali, dalle tecnologie digitali per la gestione del fine ciclo del prodotto alla robotica collaborativa. Guida pratica e completa a tutto ciò che c'è da sapere per partecipare al bando e finanziare le proprie attività di innovazione. Parla Marco Taisch

direttore dell'Osservatorio Industria 4.0|Le competenze più importanti per Industria 4.0.|Marco Macchi
Marco Taisch, presidente di Made

Contributi statali a fondo perduto per progetti tecnologici e di innovazione condotti da piccole e medie aziende. Sembra incredibile, ma esistono, e li assegna (fra gli altri) Made, il Competence center che ha sede a Milano ed è partecipato dal Politecnico lombardo (presidente è Marco Taisch), da altre università e da grandi imprese, perlopiù nomi noti come Siemens, Bosch, Brembo, Ibm: totale, 44 partner complessivi. Il finanziamento passa attraverso un processo di valutazione disciplinato da un bando pubblico, che ne prevede i criteri. La somma totale erogabile arriva a 1,5 milioni, con taglio massimo di 200mila euro per ciascun progetto. Il termine ultimo per presentare le domande e venire valutati è il 20 gennaio 2020.

Da notare come i fondi verranno erogati non per “ottenere qualcosa in cambio”, ma per creare un ecosistema e aiutare le pmi, che spesso e volentieri boccheggiano, a trovare nuovi denari. Certo, speranza del Made è che quei soldi rimangano all’interno del perimetro del competence center e delle aziende partner. Ma non è obbligatorio. «Seguendo le linee guida del ministero – ci spiega Marco Taisch, numero uno del centro di competenza meneghino – possiamo arrivare a cofinanziare fino al 50% del progetto complessivo e fino a un ammontare massimo di 200mila euro. Si tratta di una cifra sufficiente per avviare o consolidare un progetto di trasformazione tecnologica, dal momento che non siamo noi direttamente a gestire l’acquisto di macchinari. Questo perché non volevamo che agli sgravi dell’iper e superammortamento si aggiungesse un ulteriore aiuto esterno: crediamo fermamente nel rischio d’impresa. Mi aspetto progetti con un importo medio tra i 50 e i 100mila euro». Si tratta del primo di tre bandi complessivi che dovrebbero arrivare a erogare 3,35 milioni in totale. Gli altri due, che seguiranno questo primo, avranno un taglio medio decisamente più basso.







Leggendo il bando, le imprese che si candideranno dovranno presentare progetti che abbiano a che fare con sei aree principali qui elencate:

  1. Strategia Industria 4.0: realizzazione di un piano di adozione delle tecnologie digitali e delle competenze strategiche per garantire a un’azienda l’evoluzione verso l’industria 4.0 in termini di efficienza e di efficacia dei processi, coerentemente agli obiettivi aziendali.
  2. Progetti di innovazione: progetti di innovazione, di ricerca industriale, di sviluppo sperimentale e di innovazione dei processi organizzativi.
  3. Demo e test: sviluppo di demo, prototipi, Proof of Concept (PoC) e Test-Bed in ambito Industria 4.0, utilizzando ambienti e strumenti tecnici, tecnologici e metodologici e know-how disponibili anche presso Made.
  4. Scouting tecnologico: individuazione delle tecnologie e dei partner tecnologici più adatti a sviluppare l’innovazione di prodotto e di processo, definendo una strategia tecnologica aziendale coerente con i trend che caratterizzano il settore.
  5. Validazione di progetti Industria 4.0: valutazione in merito all’adeguatezza delle tecnologie, delle metodologie e dell’esecuzione dei progetti di innovazione rispetto agli obiettivi prefissati e allo stato dell’arte.
  6. Consulenza Tecnologica: attività di consulenza e studi di fattibilità finalizzati all’implementazione di soluzioni tecnologiche, organizzative e gestionali atte a migliorare i processi delle imprese in ottica Industria 4.0.

Le attività progettuali di cui sopra dovranno fare esclusivamente riferimento all’Industria 4.0 e in particolare ai seguenti ambiti tecnici:

a) progettazione, ingegnerizzazione e sviluppo prodotto

b) pianificazione, controllo avanzamento e monitoraggio real-time della produzione

c) tecnologie digitali per la gestione del fine ciclo del prodotto

d) controllo e monitoraggio energetico

e) tracciatura di prodotto e gestione della qualità

f) sistemi digitali di supporto all’operatore

g) tecnologie e sistemi digitali per la simulazione dei processi industriali

h) tecnologia e processo additivo;

i) robotica collaborativa

j) Cyber-Security industriale

k) strumenti digitali a supporto di politiche di Manutenzione 4.0

l) strumenti digitali a supporto di politiche di Lean 4.0

m) intelligenza artificiale e Big Data

 

Peculiarità delle aziende che concorrono al bando

Gli spazi del competence center Made

«Si tratta di un bando – ci spiega ancora Marco Taisch – rivolto all’acquisizione di persone, di teste e di competenze. Chi lo ottiene può pagare non soltanto le attività del Made, ma anche processi interni, purché non riguardi l’acquisto di software o hardware. Chi si rivolge a noi ha livelli di maturità molto diversi, per questo motivo le iniziative vanno dal supportare le imprese ad avviare progetti 4.0 alla definizione di una complessa trasformazione digitale. C’è chi ci chiede di fare una verifica del progetto o un po’ di coaching per avere la certezza che si è sulla strada giusta. E, ancora, qualcuno ci chiederà consulenza tecnologica per l’intera architettura software. Noi restiamo neutrali anche rispetto ai nostri partner, ma è naturale che se un’impresa si rivolge a noi, la speranza è che poi utilizzi tecnologie e competenze di uno dei 44 membri che fanno parte del Made».

I progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale presentati dalle imprese dovranno prevedere: un piano di intervento dettagliato che evidenzi investimenti, costi e tempi; una durata complessiva non superiore a 18 mesi (con possibilità di una proroga, motivata, di ulteriori 6 mesi); la stima dei benefici economici per l’impresa in termini di riduzione di inefficienze, sprechi e costi e in termini di miglioramento della qualità dei processi e dei prodotti; un piano finanziario a copertura dei costi del progetto; un livello di maturità tecnologica (Technology Readiness Level, TRL) compreso in un intervallo tra TRL 5 e 8 e che dovrà raggiungere, al termine delle attività, un livello almeno pari a TRL 7.

 

I meccanismi di attribuzione del punteggio

I progetti presentati e ammessi saranno esaminati da una Commissione composta da valutatori indipendenti, sulla base di nove criteri:

1) Grado di innovazione rispetto alla maturità digitale iniziale dell’azienda e innovatività del progetto (punteggio 0-15, minimo 10):
Tale criterio considera la capacità del progetto di introdurre dei cambiamenti radicali o dei notevoli miglioramenti nei prodotti, nei processi o nella struttura organizzativa. È valutato in primo luogo sulla base della rilevanza, dell’utilità e del grado di avanzamento che la soluzione innovativa è in grado di garantire (dal punto di vista tecnologico, di prodotto/processo od organizzativo) rispetto alla situazione esistente del soggetto proponente. Si considera inoltre l’originalità dei risultati attesi, valutati rispetto allo stato dell’arte del contesto di riferimento per le piccole e medie imprese che, comunque, non può essere riconducibile a modifiche di routine o modifiche periodiche apportate ai prodotti, ai processi di produzione o alla struttura organizzativa, nonostante tali modifiche possano rappresentare miglioramenti per il soggetto proponente.

2) Qualità, capacità di esecuzione e congruenza economica del progetto (punteggio 0-15): Tale criterio considera la chiarezza della definizione del progetto nei suoi contenuti e obiettivi tecnologici, della finalizzazione tecnologica e industriale, e dell’approccio metodologico e della fattibilità del raggiungimento degli obiettivi entro i tempi previsti. Viene inoltre valutata la fattibilità tecnica, ovvero l’adeguatezza rispetto alle risorse strumentali e organizzative. Le risorse strumentali fanno riferimento all’idoneità e alla rispondenza delle apparecchiature delle strutture dedicate alle attività progettuali (siano esse in possesso del proponente o risorse di nuovo acquisto). Le risorse strumentali di nuovo acquisto sono valutate in relazione alla congruità e alla pertinenza delle relative spese e anche in relazione al grado di dettaglio con il quale sono identificate dal soggetto proponente. Le risorse organizzative sono, invece, valutate in relazione alle procedure organizzative utilizzate dal proponente per la gestione di progetti, agli eventuali contratti di ricerca e di consulenza esterna che si prevede di sottoscrivere per la realizzazione delle attività progettuali e per il raggiungimento dei risultati previsti. Viene inoltre valutata la coerenza delle fasi in cui si articola il progetto, con particolare riguardo alla congruità, alla consequenzialità ed efficienza con cui le diverse fasi del progetto sono articolate al fine di conseguire il risultato atteso indicato, analizzando il grado di integrazione delle diverse fasi, la congruità delle attività progettuali previste rispetto ai tempi fissati per la realizzazione del progetto e la pertinenza dei costi indicati e del valore complessivo del progetto rispetto agli obiettivi e alle attività previste.

3) Creazione di impatto nel settore industriale di riferimento (punteggio 0-15):
Tale criterio considera la potenzialità di sviluppo e l’interesse industriale. La potenzialità di sviluppo è valutata sulla base della capacità del progetto di sviluppare il settore/ambito di riferimento e di generare ricadute industriali anche in altri ambiti/settori attraverso cambiamenti e/o miglioramenti nell’architettura dei prodotti, dei processi o nella struttura organizzativa. Viene, inoltre, valutata la capacità del progetto di rafforzare la competitività e la crescita delle imprese proponenti attraverso lo sviluppo di innovazioni idonee a soddisfare la domanda e i bisogni del mercato, ricavi aggiuntivi/sostitutivi, quota export, etc. L’interesse industriale è valutato con riguardo all’interesse del settore di riferimento per l’esecuzione del progetto, da determinare in relazione all’impatto dei risultati attesi con particolare riferimento alla capacità del progetto di generare soluzioni tecnologiche e/o organizzative in grado di soddisfare i bisogni esistenti e/o di generare nuovi bisogni nei mercati in cui l’impresa opera, nonché di penetrare in nuovi mercati.

4) Impatto interno in termini di ricaduta sulla competitività del/i proponente/i (punteggio 0-5): Tale criterio considera la rilevanza dei benefici per l’impresa derivanti, ad esempio, dalla riduzione di inefficienze, sprechi e costi, dal miglioramento della qualità dei processi e dei prodotti, nonché dai benefici economici. Viene valutata quindi la potenzialità del progetto di generare un impatto positivo interno al soggetto proponente.

5) Capacità e disponibilità di diffondere e condividere i risultati ottenuti (punteggio 0-5): Questo criterio considera la capacità del progetto di produrre ricadute positive in termini di miglioramento del livello della conoscenza. Particolare rilevanza sarà attribuita alla disponibilità a pubblicizzare i risultati del progetto (es. convegni, pubblicazioni, etc.).

6) Capacità del progetto di produrre ricadute positive ai fini della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e della sostenibilità energetica dell’attività produttiva (punteggio 0-5):
Ai fini del soddisfacimento di questo criterio, saranno valutati positivamente quei progetti in cui l’impiego delle nuove soluzioni tecnologiche sia orientato anche a contribuire, in applicazione del principio della prevention through design, alla riduzione dell’esposizione dei lavoratori ai rischi per la loro salute e sicurezza derivanti dal processo produttivo in cui sono impegnati e alla riduzione dell’impatto ambientale della stessa attività produttiva.

7) Presenza di PMI, coerentemente con la definizione attribuita dall’Allegato 1 del Regolamento GBER (punteggio 0-20):
Sarà valutata la presenza attiva di PMI all’interno della proposta progettuale presentata.

8) Accesso alle competenze e alle strumentazioni di cui MADE si è dotato per la realizzazione di progetti di innovazione, ricerca industriale e sviluppo sperimentale in ambito Industria 4.0, ai sensi dell’Art.3 c.2 c) del Decreto Direttoriale del 29.01.2018 (punteggio 0-20):

Tale criterio considera la quota di budget destinato alle competenze e alle strumentazioni di MADE, in riferimento al valore complessivo delle spese ammissibili previste dalla proposta progettuale.

 

Una sorta di “premialità”, prevista per chi voglia sviluppare progetti col Made, che comunque non sono un vincolo

Gli spazi del competence center Made

«Nella fase di attribuzione dei punteggi – aggiunge Taisch – verrà riconosciuta anche una sorta di “premialità” a chi abbia intenzione di sviluppare i progetti con il Made. Inoltre, verrà tenuta in considerazione la reale capacità di fattibilità di quel progetto da parte dell’azienda, senza dimenticare la congruenza della richiesta economica. La mia aspettativa è di progetti con un valore superiore a 1,5 milioni, quindi dovremo necessariamente operare delle scelte. Un gruppo di cinque valutatori indipendenti dovrà tenere anche conto anche del desiderio di diffondere quei risultati che l’azienda raggiungerà grazie al finanziamento: perché si tratta di soldi pubblici, non devono essere progetti che restino “nascosti” una volta completati».

 

Spese ammissibili

Le spese ammissibili al finanziamento, come riporta il bando, sono:

spese di personale: ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario nella misura in cui sono impiegati nel progetto; costi relativi a strumentazione e attrezzature di nuova acquisizione nella misura e per il periodo in cui sono utilizzati per il progetto. Se gli strumenti e le attrezzature non sono utilizzati per tutto il loro ciclo di vita per il progetto, sono considerati ammissibili unicamente i costi di ammortamento corrispondenti alla durata del progetto, calcolati secondo principi contabili generalmente accettati; costi per la ricerca contrattuale, le conoscenze e i brevetti acquisiti od ottenuti in licenza da fonti esterne alle normali condizioni di mercato, nonché costi per i servizi di consulenza e servizi equivalenti utilizzati esclusivamente ai fini del progetto; spese generali supplementari e altri costi di esercizio, compresi i costi di materiali, forniture e prodotti analoghi, direttamente imputabili al progetto.

 

Chi è e che cosa fa il Made

È uno degli otto competence center del piano Industria 4.0 e ha 44 partner: ne fanno parte aziende dell’automazione industriale come Siemens, Bosch e Ibm, ma anche aziende che si occupano di selezione del personale, imprese de manifatturiero (Brembo e Whirlpool) e soggetti pubblici come Inail o lo stesso Politecnico. «Facciamo – conclude Taisch – le tre cose che ci chiede di svolgere il Mise: orientamento, formazione e consulenza. Abbiamo costruito una serie di servizi che partono da queste tre direzioni. Inizialmente organizziamo workshop e occasioni di orientamento per le aziende. Quelle interessate si rivolgono a noi per moduli di formazione customizzati: non lezioni teoriche ma qualcosa di molto pratico. Abbiamo a disposizione 2.200 metri quadrati all’interno del Politecnico dove le imprese possono conoscere delle vere e proprie isole industriali per vedere all’opera le diverse tecnologie. La fase progettuale, infine, è l’ultima di quelle che mettiamo in campo. E con il bando siamo sicuri di attrarre una platea significativa di aziende».














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