Huawei e il 5G: così metteremo le ali all’industria

di Marco Scotti♦︎ Il networking per il manifatturiero è un affare gigantesco che riguarda il 72% del prodotto interno lordo delle nazioni più avanzate. Chi ha già adottato la nuova connessione ha visto una riduzione dei costi operativi del 20% e un incremento del fatturato, oltre alla minimizzazione degli incidenti sui luoghi di lavoro. Il caso dell'industria mineraria e siderurgica. Parla Ryan Ding, President of the Carrier BG dell'azienda cinese

Ryan Ding, President of the Carrier BG di Huawei

«La pandemia ha reso ancora più urgente l’ammodernamento delle infrastrutture di rete. Il primo passaggio, dunque, è quello di migliorare il network esistente sia dal punto di vista hardware sia per quanto concerne il software. Un incremento della velocità di connessione, arrivando al 5G, non significa soltanto avere una rete più rapida, ma soprattutto aumentare il fatturato e ridurre i costi operativi». Ryan Ding, President of the Carrier BG di Huawei, spiega durante l’evento “Better World Summit 2020” organizzato dalla multinazionale cinese quali siano i punti di forza della nuova tecnologia di connessione e quali gli strumenti per raggiungere un mondo più connesso e più efficiente.

La considerazione iniziale è che, seppur a fatica e tra mille difficoltà, l’economia mondiale sta ripartendo e il 5G sarà un abilitatore della nuova accelerazione. Fin dall’inizio della pandemia ci si è resi conto che la comunicazione contactless è diventata sempre più importante e utile. «Stiamo continuando a lavorare – ci spiega Ding – per sviluppare i nostri prodotti e venderli direttamente online. Stiamo applicando le tecnologie digitali ai nostri processi di business, inserendo anche la firma elettronica e la fatturazione in modo da minimizzare i contatti. La riduzione delle interazioni personali non deve fare rima con un taglio delle opportunità di business. La verità è che ci stiamo spostando verso nuove soluzioni che poggiano, ad esempio, sul remote video e sull’intelligenza artificiale per la validazione dei processi. Ad esempio, il nostro centro di assistenza in Romania sta lavorando in smart working, impiegando strumenti digitali, ma senza che questo si traduca in una riduzione della customer satisfaction».







E quando si sente parlare di new normal, si intende proprio questo: una diversa applicazione dei modelli di business, ma non in una riduzione dei principali indicatori economici. Come detto, Huawei si sta concentrando sulla realizzazione delle reti 5G attraverso un meccanismo in tre passaggi. Il primo è quello della massimizzazione del valore delle reti esistenti. In Indonesia, ad esempio, l’update del carrier è durato quattro giorni e ha portato, in una settimana, a un incremento del traffico di dati dell’11,8%. In Italia, con l’espansione dell’hardware esistente, attraverso l’aggiunta di pannelli Bbu e la sostituzione degli Rru, si è avuto un incremento del traffico nel network del 25%. In Corea del Sud, poi, la nazione che al momento conta la maggiore velocità media di connessione, la sostituzione dei sistemi ha portato a una riduzione della dispersione del segnale nell’ordine dell’85% rispetto ai cabinet tradizionali.

Il miglioramento delle performance di accesso alla rete con l’infrastruttura 5G nei vari Paesi

«Proprio in Corea del Sud – chiosa Ding – Lg ha lanciato nuove connessioni e servizi di 5G, portando la velocità media di download a 237,2 Mbit/sec. Il risultato non è soltanto una connessione più efficiente, ma un incremento dei ricavi nel primo trimestre del 2020 dell’11,9%, contro il 2,7% dei competitor. È questa la seconda “gamba” della trasformazione che propugniamo tramite 5G: la migliore esperienza porta al successo commerciale ed è per questo che vogliamo aiutare i carrier a realizzare reti 5G che offrano la migliore user experience».

Gli accordi sui livelli di servizio, inoltre, consentono di incrementare il valore delle connessioni 5G. Questo anche perché vengono rimpiazzati i costosi punti d’accesso a microonde, con un Tco che cala del 75% e con un time to market che passa dalle due settimane alle due ore.

Ma il tema più importante è quello che concerne gli usi del 5G. Questa modalità di connessione sta entrando in una nuova fase di sviluppo che si concentra sulle applicazioni industriali. Al momento sono stati realizzati 81 network commerciali e 49 moduli vengono impiegati per quanto riguarda gli aspetti commerciali. Si tratta di applicazioni che coinvolgono il 72% del prodotto interno lordo dei Paesi dove il 5G è presente. Ad esempio, i settori più coinvolti sono quelli del trasporto, della lavorazione dei metalli pesanti, della logistica, dell’edilizia, dell’istruzione e della sanità. Le diverse esigenze a cui rispondono le logiche del 5G permettono di sviluppare nuove offerte per il b2b. I carrier cinesi, ad esempio, hanno già sviluppato queste reti con un incremento medio della produttività del 20%.

«In un ambiente complesso come quello della lavorazione dell’acciaio – spiega Ding – c’è stata una “unione” dei carrier locali che hanno sviluppato strategie per ottimizzare e manutenere gli impianti. A livello globale, le soluzioni 5G per il mondo dell’acciaio valgono 33,4 miliardi. Una cifra quasi doppia, invece, è quella che riguarda il mondo dell’estrazione mineraria: 65 miliardi di dollari. Attraverso l’utilizzo del 5G si può ridurre di oltre il 50% le persone che fisicamente devono rimanere sotto terra, con un risparmio in termini di costo del lavoro di 160mila dollari al mese. E, cosa più importante, si riducono a zero gli incidenti. In Cina ci sono 5.300 miniere e il costo di ammodernamento, per ciascuna, è di circa 5 milioni».

L’ottimizzazione del comparto minerario con l’introduzione della tecnologia 5g

La connessione 5G, poi, porta con sé lo sviluppo di nuove competenze: intelligenza artificiale, edge computing, cloud e il compito dei carrier è quello di costruire soluzioni di pianificazione, manutenzione e ottimizzazione delle reti. «Obiettivo finale – conclude Ding – è la creazione di un ecosistema completo, in cui i carrier non si occupano soltanto di portare le reti, ma di sviluppare servizi e prodotti aggiuntivi, oltre a business model validati lungo tutta la catena del valore. Alla base della nuova “rivoluzione industriale” c’è l’unificazione degli standard. L’infrastruttura sta diventando un motore vitale per far ripartire l’economia, soprattutto dopo il Covid-19».














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