Mele e turismo? Non solo! È l’industria il motore del Trentino! Con Hit

di Marco de' Francesco ♦︎ Promuovere l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione, stimolare il trasferimento tecnologico e supportare le start-up: sono questi gli obiettivi di Hub Innovazione Trentino. La fondazione che opera in un contesto imprenditoriale in cui la metalmeccanica è il comparto più importante. La fabbrica intelligente di Blm e le attività con il Cluster Fabbrica Intelligente. E in futuro...

Promuovere l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione trentina in iniziative strategiche e progettuali nazionali e internazionali. Stimolare il trasferimento tecnologico verso il tessuto industriale locale. E infine supportare le start-up, quelle nate sul territorio dall’Università e dagli istituti di ricerca. Sono questi i tre obiettivi “tipici”, “istituzionali” di Hit (Hub Innovazione Trentino), la Fondazione che, guidata dal presidente Paolo Girardi, ha messo insieme un consistente schieramento di forze con istituti ed enti già operativi e molto conosciuti ben al di là dei confini della Provincia autonoma: le fondazioni Bruno Kessler ed Edmund Mach, l’Università di Trento e Trentino Sviluppo. Hit opera anche come hub regionale, e cioè come sistema volto, per il Trentino, allo sviluppo di economie di rete, sinergie e miglioramenti della competitività del territorio.

Quanto al primo obiettivo, Hit partecipa a progetti europei ed è inserita in 5 comunità europee della conoscenza e dell’innovazione (manifattura, agroalimentare, digitale, materie prime, cambiamenti climatici), 7 Cluster tecnologici nazionali (tecnologie per gli ambienti di vita, energia, fabbrica intelligente, agrifood, comunità smart, bioeconomia, scienze delle vita) e altri 8 network di settore nazionali ed internazionali. Quanto al secondo, Hit individua nei dipartimenti e laboratori le tecnologie “promettenti”, ne valorizza la proprietà intellettuale e le accompagna con attività finalizzate a dimostrarne la validità tecnica e commerciale. Quanto al terzo, Hit è anche una realtà che propone programmi di sostegno alla nascita, crescita e sviluppo di start-up dalla ricerca. Inoltre la Fondazione organizza challenge di open innovation.







I tre obiettivi, a ben vedere, trovano una sintesi nel concetto di “Fabbrica Intelligente”.  Questo è un approccio che coniuga le nuove tecnologie (che sono il prodotto della ricerca o che possono essere veicolate da start-up o comunque da realtà esterne alla fabbrica) con il know-how industriale per raggiungere maggiore efficienza e produttività grazie alla personalizzazione dei beni e alla valorizzazione delle risorse umane. In questo campo e a livello nazionale, l’autorità indiscussa è il Cluster Fabbrica Intelligente (Cfi) l’associazione che – presieduta da Luca Manuelli, ceo di Ansaldo Nucleare e cdo di Ansaldo Energia – riunisce tutte le tipologie di portatori di interesse della manifattura avanzata: aziende, università, associazioni, Regioni. Il Cfi ha il compito istituzionale di elaborare scenari di politica industriale da offrire al decisore politico in tema di manifattura avanzata. Lo fa attraverso una Roadmap redatta periodicamente attraverso il contributo dei migliori esperti universitari e aziendali.

Accordo Confindustria Trento HIT Da sn: Paolo Girardi, Presidente di HIT; Achille Spinelli, Assessore provinciale alla ricerca, sviluppo economico e lavoro della Provincia autonoma di Trento; Daniele Berti, funzionario di Confindustria Trento, Area Studi e Innovazione; Francesco Placentino, technology transfer manager di HIT; Fausto Manzana, Presidente di Confindustria Trento

È uno dei motivi per cui Hit è socio del Cfi. Ma è anche vero che Hit è delegata dalla Provincia autonoma di Trento a rappresentarla nel Cluster, nei vari ambiti di operatività di quest’ultimo. Si intende realizzare sinergie tra sistema locale e nazionale e partecipare alle attività messe in campo da Cfi, anche in collaborazione Confindustria Trento. D’altra parte, c’è un interesse biunivoco alla partecipazione delle strutture regionali in Cfi. Secondo Manuelli, c’è una «missione inclusiva» del Cluster, che corrisponde all’obiettivo del piano triennale sottoposto al Miur e recentemente approvato: allargare la base associativa a livello territoriale». Infatti, dopo le prime sette strutture regionali in Cfi – Afil (Lombardia), Arter (già Aster, in Emilia Romagna), Associazione Cluster Marche Manufacturing, Medisdih (Puglia), Mesap (Piemonte), Siit (Liguria), Veneto Innovazione (Veneto) – se ne sono aggiunte altre quattro: Comet (Friuli Venezia Giulia), Cluster lucano automotive (Basilicata), la citata Hit (Trentino) e Sviluppo Umbria.

L’interesse del Cluster è dovuto a questi fattori. Per redigere la citata Roadmap occorre raccogliere le necessità di innovazione delle imprese del territorio, lungo tutto lo Stivale; è impossibile prescindere dalle strutture regionali, che operano a stretto contatto con aziende locali. Costituiscono un tramite fondamentale. Le diverse istanze (i bisogni del tessuto industriale trentino possono differire molto da quelli della base imprenditoriale lucana) devono trovare una composizione, che si realizza in un organo particolare, il Comitato delle Regioni. Inoltre, le organizzazioni come Hit sono i “motori” di Cfi, perché hanno rapporti con i centri di ricerca e le università sul territorio. In pratica, l’azione di Cfi viene messa a terra anche grazie ad enti periferici.

Un esempio di fabbrica intelligente è stato realizzato da un socio di Cfi, Blm, che a Levico Terme ha impianti trasformati a 360 gradi sotto il profilo digitale. L’articolo trae spunto dal webinar “Fabbrica intelligente in Trentino: ricerca, relazioni e innovazioni” organizzato da Cfi e Hit e moderato dal direttore di Industria Italiana Filippo Astone. Hanno partecipato, oltre a Manuelli, il presidente e il vice direttore di Confindustria Trento, rispettivamente Fausto Manzana e Alessandro Santini; il consigliere di Afil (soggetto promotore del Cluster Cfi regioni) Alessandro Marini; il responsabile innovazione e trasferimento tecnologico della Fondazione Hit Luca Mion; il direttore di produzione e il direttore generale di Adige – Blm Group, rispettivamente Alberto Longobardi Luca Arighie infine il cluster manager di Cfi Paolo Vercesi.

Sistema Trentino della ricerca

Gli obiettivi di Hit: la promozione dell’ecosistema della ricerca e dell’innovazione in iniziative progettuali nazionali e internazionali

Hit partecipa a progetti europei, che riguardano temi diversi: dalla formazione all’imprenditorialità ai collegamenti con le strategie di smart specializations, dagli ecosistemi dell’innovazione alle piattaforme e cluster di R&I, dal trasferimento tecnologico alle challenge di innovazione ricerca-impresa. Tra i progetti europei cui ha partecipato, ad esempio, Crafth, un hackathon di design rivolto ai dottorandi, con l’obiettivo di rendere i prodotti delle imprese selezionate più circolari; o iProduce, che mira a far avanzare con la tecnologia la produzione fai-da-te, quella dei FabLab e dei Makerspace. Hit è poi uno degli attori di network europei. Luca Mion fa l’esempio di Eit Manufacturing, l’ecosistema dell’innovazione che riunisce gli attori della manifattura. Ma anche di Eusalp, la strategia per favorire la cooperazione transfrontaliera tra le 48 regioni alpine; in questo quadro, Hit coordina il gruppo di lavoro per la digital industry. Infine dell’iniziativa Vanguard, che offre una piattaforma a imprese, cluster e istituti scientifici per unire le forze nella ricerca di soluzioni innovative. Ad oggi hanno aderito 39 tra le regioni industriali più avanzate del Vecchio Continente. Nella pratica, in Vanguard si implementano progetti pilota, che poi vengono internazionalizzati. Hit, ad esempio, partecipa con il sistema provinciale ai pilot su 3D printing, AI e smart health.

Eit Manufacturing, l’ecosistema dell’innovazione che riunisce gli attori della manifattura

Gli obiettivi di Hit: il trasferimento tecnologico verso il tessuto industriale locale

Quanto al trasferimento tecnologico, fra le principali attività di Hit è previsto lo scouting delle tecnologie più promettenti all’interno di dipartimenti e laboratori (ne vengono individuate circa 50 all’anno); il supporto ai fondatori scientifici per sviluppare percorsi di valorizzazione della proprietà intellettuale; il testing e la validazione delle tecnologie; e altro. Secondo Manzana, «Hit sta rivestendo un ruolo chiave nell’industria trentina». A loro volta, i fondatori scientifici di Hit hanno sviluppato e dispongono già di un’ampia gamma di tecnologie all’avanguardia, know-how, laboratori e facility di sperimentazione. Quanto alle prime si riferiscono all’automazione, alla meccatronica e alla robotica; alle comunicazioni; ai materiali smart e ai microsistemi; all’energia e all’industria sostenibile; al biotech e al life science; all’healthcare e al medtech; all’agrifood e alla nutrition. Tra i laboratori, Prom Facility, centro di innovazione frutto della collaborazione tra la Provincia, Trentino Sviluppo, Fondazione Bruno Kessler e Confindustria Trento. Sperimenta e realizza prodotti innovativi e più efficienti, che combinano la meccanica tradizionale con i più moderni sensori e sofisticati sistemi di prototipazione virtuale e controllo elettronico. È ospitato nel Polo Meccatronica di Rovereto, all’interno del quale collaborano interlocutori del mondo produttivo, della formazione, della ricerca, legati appunto al tema della meccatronica: uno sviluppo dell’ingegneria che combina informatica, elettronica, meccanica, idraulica, pneumatica, sensoristica.

Promuovere l’ecosistema della ricerca e dell’innovazione trentina in iniziative strategiche e progettuali nazionali e internazionali. Stimolare il trasferimento tecnologico verso il tessuto industriale locale. E infine supportare le start-up, quelle nate sul territorio dall’Università e dagli istituti di ricerca. Sono questi i tre obiettivi “tipici”, “istituzionali” di Hit (Hub Innovazione Trentino)

Gli obiettivi di Hit: supporto alle start-up locali che nascono dall’ambito della ricerca

INSPICIO – Augmented Reality for Manteinance. Progetto sviluppato dal Dipartimento di fisica dell’Università di Trento che ha portato al deposito di un brevetto internazionale e la
seguente nascita di una start up accademica

Hit è anche una realtà specializzata nell’accompagnamento delle startup che nascono dalla ricerca scientifica. Aiuta cioè le nuove realtà con idee imprenditoriali high-tech a focalizzare, avviare, consolidare e far crescere il loro progetto di business. Un esempio è quello di Inspicio, nata nel dipartimento di fisica dell’Università di Trento e titolare di un brevetto internazionale. Principale obiettivo della start-up è la valorizzazione di un visibilimetro, uno strumento in grado di fornire una misura oggettiva di visibilità e finalizzato al monitoraggio da remoto delle condizioni ambientali. «Le startup supportate da Hit hanno attratto, nel corso degli ultimi 30 mesi, oltre 30 milioni di euro da parte di fondi di investimento privati e hanno creato più di 100 posti di lavoro» – afferma Luca Mion. Hit realizza anche delle innovation challenge: ad esempio la Proto Challange, sulla ottimizzazione topologica con software avanzati; o l’Industrial AI Challenge, sull’AI applicata alle sfide industriali; o ancora la UX Challange, sulla riprogettazione della user experience di prodotti e servizi digitali. Tali eventi hanno coinvolto più di 50 imprese, e oltre 600 tra studenti e ricercatori.

Hit opera in un contesto industriale in cui la metalmeccanica è il comparto più importante

Il responsabile innovazione e trasferimento tecnologico della Fondazione Hit Luca Mion

Quando si pensa all’economia trentina, ci si riferisce in genere al turismo o all’agricoltura. «In realtà il 31% del valore aggiunto locale deriva dall’industria» – afferma Santini. Ma che tipo di aziende operano in Trentino? La metalmeccanica conta il 23% delle imprese per il 24% degli occupati. L’Itc e i servizi innovativi hanno fatto registrare una crescita imperiosa nel numero delle aziende (ad oggi il 23% del totale), nonché in quello dei dipendenti (13%). Bene anche l’energia e l’ambiente (8% delle imprese e 18% del personale), e la chimica, il vetro, la gomma e la plastica (rispettivamente, 7% e 10%). Se si osservano le esportazioni del secondo trimestre del 2021, è ancora la meccanica a farla da padrona: la classifica vede al primo posto i macchinari per 230 milioni, i prodotti alimentari per 200 milioni, i mezzi di trasporto per 146 e i prodotti chimici per cento. L’export è diretto, in ordine di importanza, verso la Germania, gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito.

Hit opera in una provincia in cui la ricerca è forte e diversificata

Anche a prescindere da Hit, in Trentino il sistema della ricerca è ad ampio raggio, nel senso che contempla soggetti diversi che se ne occupano. Si pensi che la spesa in R&D pubblica e privata è pari a 300 milioni all’anno, l’1,56% del pil provinciale: è un po’ meno dell’Emilia-Romagna (2%) e della media del Nord-Est (1,64%) ma più di quella italiana (1,56%).  Soprattutto, in Trentino ci sono 3.800 addetti alla R&D, 8,5 ogni mille residenti, più degli 8,3 del Nord-Est e dei 6 della media nazionale. La provincia è la prima in Italia per densità di start-up: ce ne sono circa 150; e sul territorio operano 7 business innovation center.  Ancora, in Trentino sono attivi 40 tra centri di ricerca e laboratori universitari, come le citate fondazioni Bruno Kessler, e Edmund Mach.

La fabbrica intelligente è centrale anche per Confindustria Trento

Accordo Confindustria Trento HIT In primo piano da sn: Paolo Girardi, Presidente di HIT; Achille Spinelli, Assessore provinciale alla ricerca, sviluppo economico e lavoro della Provincia autonoma di Trento

Per Manzana, «la Fabbrica Intelligente è un obiettivo fondamentale per noi: il fatto è che la geografia fisica del Trentino non aiuta. Il territorio è caratterizzato da strette valli e da un susseguirsi di rilievi montuosi: questo impone agli operatori dell’industria condizioni particolari, con spazi ridotti per gli impianti e costi elevati per i trasporti. Dal momento che le cose stanno così, e che si fatica a realizzare una produzione massiccia, si è puntato sui beni servitizzati ad alto valore aggiunto e sull’ottimizzazione dei processi».

Un esempio di fabbrica intelligente in Trentino

Blm è un gruppo da 80 milioni di fatturato con sede a Cantù, che opera nel campo delle macchine utensili: quelle per il taglio laser, le curvatubi e le sagomatubi a controllo numerico e ad alta precisione. Ma che c’entra il Trentino? L’azienda non ha soltanto gli headquarter nel comasco (comunque impianto produttivo), ma anche un intero campus a Levico Terme (a 10 km in linea d’aria da Trento) dove operano sia Adige, specializzata nella tecnologia di taglio tubi, sia laser che tradizionale, che Adige Sys, operativa nel taglio laser lamiera e di taglio e asportazione alle estremità di tubi e barre. Ebbene, secondo Luca Arrighi, direttore generale delle due realtà trentine, «la digitalizzazione ha riguardato il prodotto, i servizi, la filiera e le competenze delle persone, che devono sempre essere con la trasformazione dei processi». Ancora nell’aprile 2018, fu siglato un accordo tra la Provincia, Blm Group e che coinvolse l’università di Trento, la Fondazione Bruno Kessler e alcune scuole superiori. Si investirono 8 milioni (5,2 da parte dell’ente territoriale) per un progetto di ricerca riguardante la lavorazione laser. L’operazione era legata ad un accordo di sviluppo tra Provincia e la società Adige sulle frontiere della meccatronica. L’incremento di occupati era previsto in 40 unità.

GPI – Smart Robot for Pharmaceutical Warehaouse. Progetto sviluppato per la società GPI SpA dal
Centro Digital Industry di FBK, dai Dipartimenti di
Ingegneria Industriale e di Scienze dell’Informazione
dell’Università di Trento e da 3 startup universitarie

«Abbiamo creato una famiglia di impianti per il taglio laser dei tubi (“Lasertube”), dieci modelli configurabili grazie all’AI per soddisfare esigenze di differenziazione customizzazione dei clienti» – ha affermato il direttore della produzione di Adige Alberto Longobardi. Di queste macchine ne sono state installate 2mila in tutto il mondo. La necessità di rispettare e anzi ridurre il lead time, nonostante l’aumento delle configurazioni, con lavorazioni accessorie, filettature e altro, ha portato l’azienda a dividere la macchina in moduli caricatori, scaricatori, banchi e tanto altro – che sono prodotti in Trentino ma che poi vanno associati a seconda delle commesse. Ciò ha comportato l’adozione di nuovi modelli di gestione della filiera e dei flussi di ordini e produzione. Di qui la citata digitalizzazione a 360 gradi. Riguarda la macchina in sé, ma anche l’after sale, con l’assistenza preventiva e predittiva, correttiva e i servizi avanzati per il cliente; anche l’IoT 4.0, con l’integrazione avanzata della filiera; e infine le operation, per ottenere più efficienza e controllo. Anche le checklist di qualità, prima affidate al cartaceo, sono state digitalizzate con strumenti che girano nella piattaforma gestionale Sap.

Hit e il Cluster Fabbrica Intelligente

1)      Con la mappatura delle esigenze delle imprese, le organizzazioni territoriali – come Hit – contribuiscono alla definizione della Roadmap, documento strategico di Cfi proposto al decisore politico per indirizzare le attività di ricerca e innovazione delle aziende

«Cfi offre al decisore politico un panorama completo, perché ha declinato la dimensione territoriale» – afferma Marini. I soci regionali (o provinciali, nel caso del Trentino) del Cluster partecipano cioè alla mappatura delle principali necessità in termini di avanzamento tecnologico della manifattura. Queste esigenze sono poi elaborate per la realizzazione della Roadmap, citato documento strategico. La Roadmap viene “rappresentata” da una matrice. I macro-scenari di sviluppo, le cosiddette linee di intervento che costituiscono le “sfide” per la manifattura sono definiti con segmenti verticali; mentre lungo le linee orizzontali sono indicate le metodologie e le tecnologie abilitanti adatte ad intraprendere il percorso di digital transformation. Il Cfi ha scelto una propria modalità per definire la Roadmap: i gruppi tematici tecnico scientifici (Gtts), che sono chiamati ad integrare visioni, programmi e azioni delle componenti industriale ed accademica. In pratica devono, per ogni linea di intervento relativa alle tematiche di ricerca previste dalla roadmap, specificare quale strategia si intenda perseguire, anche monitorando i progetti attivi e definendo le vie di sviluppo delle tecnologie coinvolte.

I gruppi di lavoro sono sette, e vi partecipano soci ed esperti: quello dei sistemi per la produzione personalizzata; quello delle strategie per la sostenibilità industriale; quello della valorizzazione delle persone; quello dei sistemi integrati ad alta efficienza e produzione zero-defect; quello dei processi produttivi innovativi; quello dei sistemi di produzione evolutivi e resilienti; e infine quello delle piattaforme digitali, modellazione, Ai, e cyber security. Dopo una prima versione quinquennale, l’anno scorso i sette Gtts hanno iniziato la redazione della seconda, che sarà terminata fra qualche settimana. I gruppi di lavoro sono coordinati da Steering Committee composti da rappresentanti degli enti di ricerca, atenei e aziende, tutti soci del Cfi. Il soggetto che supervisiona il lavoro di questi ultimi è il comitato tecnico scientifico. Inoltre, ha chiarito Marini, nella definizione della Roadmap, «Cfi dà rilievo alle traiettorie tecnologiche sviluppate dagli enti territoriali con la S3», la strategia di specializzazione intelligente con la quale l’Ue ha chiesto alle regioni e alle provincie autonome di identificare le aree di intervento in base all’analisi dei punti di forza e delle potenzialità dell’economia e dell’industria locali. «Il Trentino ne ha individuate quattro – ha affermato Santini -: la sostenibilità, l’Itc e la trasformazione digitale, l’industria intelligente, e infine la salute e l’alimentazione». 

Il Gruppo roadmap di Cfi ha ristrutturato le sette linee di intervento, che si sviluppano all’interno di una matrice che vede su una linea orizzontale i market driven, mentre su una linea verticale i technology driven. Queste linee si intrecciano, mettendone in evidenza i contenuti: da questa struttura gli esperti hanno lavorato per definire le priorità di ricerca, che rappresentano i percorsi di innovazione che le aziende sono chiamate a intraprendere nei prossimi anni

2)      Organizzazioni come Hit trovano all’interno del Cluster un apposito organo, il Comitato delle Regioni, per mettere in luce le istanze territoriali

Secondo Marini, «le organizzazioni territoriali, come Hit, rivestono un ruolo particolare, sono soci che hanno ricevuto indicazioni specifiche dalla Regioni di riferimento». Sono, cioè, portatori di istanze diverse, che devono trovare una “compensazione” con il confronto con altri enti simili. Dove avviene questa attività? C’è un organo apposito, in Cfi, il Comitato delle Regioni. È lì che vengono condivise le tematiche specifiche dei territori ed è lì che si discute l’allineamento delle diverse traiettorie sviluppate per la citata strategia S3. Ed è lì che si scambiano best-practice e che si studiano progetti comuni nell’ambito della cooperazione interregionale. D’altra parte, per Marini, «le organizzazioni come Hit sono fondamentali per il Cluster: sono i motori di Cfi, quelli che attraggono i centri di ricerca e le università, quelli che hanno rapporti importanti con le industrie del territorio. Non a caso, Il Cluster ha una visione originale del modello di coinvolgimento territoriale: un cuneo che ha alla base le aziende, e in cima la manifattura avanzata; attraversa i livelli locale, regionale, nazionale e europeo».   

Mappare le esigenze di innovazione delle industrie, per consentire ai decisori politici a vario livello (regionale, nazionale, europeo) di condurre politiche industriali, progetti e bandi è una delle attività fondamentali del Cluster Fabbrica Intelligente, che ha dimensione nazionale e che si coordina con le undici organizzazioni regionali, anche per riportare sul territorio le iniziative a livello nazionale

3)      Altre attività del Cluster di rilievo per Hit

PAMA – Augmented Reality for Manteinance. Progetto sviluppato per la società PAMA SpA dal Centro Digital Industry di FBK (Unit TeV – Technology of Vision)

Il Cluster ha prodotto un altro importante documento, che richiama in ogni punto la ricerca e il trasferimento tecnologico – che costituiscono, come abbiamo detto, le attività di Hit.  Infatti, a seguito della pandemia, ha redatto “Produrre un Paese resiliente e sostenibile”, dove sono confluiti i contributi di una task force di 50 esperti. È diretto al decisore politico, e individua tre categorie di interventi: anzitutto quelli immediati, per favorire l’accelerazione della digital transformation con l’acquisizione di beni strumentali, software, metodologie, e con l’adeguamento di soluzioni esistenti.  Poi, quelli di medio termine specifici, e cioè quelli che, grazie alla R&I, possono dar vita a soluzioni per gestire l’emergenza. Infine, quelli di medio termine a carattere sistemico, per dotare il Paese di un sistema di manifattura di pronto intervento, in grado di produrre subito beni e strumentazioni utili nell’emergenza in tempi ridotti e in grandi volumi.

Quanto alla valorizzazione delle start-up, Vercesi ha sottolineato l’iniziativa XFactory Open Innovation Challenge (XFOIC) che consente alle realtà più piccole e giovani di formulare le loro idee per risolvere problematiche presentate dai Lighthouse Plant, dimostratori tecnologici selezionati dal Cluster e destinati ad illustrare gli sviluppi di tecnologie “pratiche”, a far constatare a imprese più piccole che certe applicazioni sono efficaci; in buona sostanza, sono fabbriche eccellenti, fiore all’occhiello di come in Italia si fa la manifattura. Tra gli Impianti Faro Ansaldo Energia, Tenova-Ori Martin, Abb, Opificio digitale (capofila Wärtsilä Italia), Hitachi Rail, e Hsd Mechatronics, (del gruppo Biesse), i primi quattro hanno aderito a queste attività di open innovation promosse dal Cluster. Hit partecipa al tavolo di esperti nel progetto CCOI Cluster Crowd Open Innovation, che Cfi ha appena avviato, per indagare con la propria base associativa è quella dei soci regionali, sulle tematiche e soluzioni tecnologiche di interesse che abbiano un riscontro in termini di offerta dall’ecosistema delle startup o scaleup e in una seconda fase all’inizio del 2022, coordinare un matching tra esigenze, soluzioni e approcci alternativi per migliorare il futuro della competitività del manifatturiero italiano














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