Haier: il leader mondiale degli elettrodomestici (cinese) usa l’Iot per rafforzarsi ancora

di Marco de Francesco ♦︎ Come molte industrie del Dragone, il dominio delle tecnologie è imperativo categorico. Parla Gianpiero Morbello, head of brand e Iot per l'Europa. La nuova app HoN e la piattaforma Cosmoplat. I nuovi modelli di business. La lavatrice in affitto. Il futuro del marchio italiano Candy

Candy RapidO

«La Rivoluzione è in corso: grazie all’IoT e all’intelligenza artificiale, fra cinque anni il mondo degli elettrodomestici sarà radicalmente diverso: sia lato consumer che per le aziende produttrici più avanzate». Parola di Gianpiero Morbello, che per l’Europa è head of brand & IoT di Haier, multinazionale cinese che guida a livello globale il settore del Bianco con 27 miliardi di euro di fatturato, 100mila dipendenti e brand come Candy (ex gioiello tricolore della famiglia Fumagalli) e Hoover.

Haier opera in un mercato in forte espansione: quello globale della Smart Home vale 68 miliardi di euro, ma secondo diverse stime ne varrà più di 100 nel 2023. La quota attuale del Vecchio Continente è di 28 miliardi, ma a crescere di più sono la Cina e gli Stati Uniti, costantemente “a doppia cifra”.







L’app hOn è al centro della strategia di Haier

Haier è soprattutto l’avanguardia mondiale delle tecnologie che stanno producendo il cambiamento di cui parla Morbello. Lato consumer, infatti, IoT e Ai stanno abilitando applicazioni che consentono la gestione contemporanea di tutti gli elettrodomestici di casa. Ora è stata realizzata una app rivoluzionaria ed è la “hOn” di Haier che, collegata ad una piattaforma aperta di internet delle cose, elabora le immagini del “bucato”, o quelle dell’etichetta del vino, o quelle del cibo in forno, restituendo informazioni sul lavaggio ideale o sul tipo di bevanda, o impostando il ciclo di cottura più adeguato. Come vedremo, una versione un po’ meno sofisticata era già stata messa sul mercato da Candy. Comunque sia, per Morbello con hOn «si punta all’engagement positivo ed emotivo del consumer: al centro della smart home non c’è più “il risparmio del tempo”, ma “il tempo ben speso”».

Quanto alle aziende, la combinazione tra le due citate tecnologie sta dando vita a nuovi business model, legati all’interpretazione di flussi di dati che provengono dagli elettrodomestici: il pay-per-use o la subscription. Ad esempio, WashPass di Candy: in UK l’azienda non vende la lavatrice, ma ne concede l’utilizzo al consumer proponendo il servizio di lavaggio completo di cartucce per il detersivo e manutenzione della macchina. Prossimamente, il modello sarà lanciato in altri Paesi europei.

Naturalmente, per realizzare queste novità servono grandi piattaforme di IoT: quella di Haier si chiama CosmoPlat. Di tutto questo abbiamo parlato con Morbello.

IN PRINCIPIO ERA L’IOT, E LO È ANCORA

È anzitutto l’IoT la tecnologia che ha impattato maggiormente il mondo del Bianco. L’internet delle cose è un sistema di dispositivi fisici che ricevono e trasferiscono i dati su reti wireless. La funzione è quella dello scambio informativo, ai fini dell’interpretazione dei dati provenienti dagli oggetti. Nel caso di Haier, ad esempio, grazie all’IoT si può sapere se una lavatrice sta lavorando bene o se c’è bisogno di attivare l’assistenza. Parleremo dopo dell’impatto sui modelli di business.

Gianpiero Morbello, head of brand & IoT di Haier per l’Europa

Ma dove sono esaminati i dati provenienti dagli elettrodomestici? «Quanto ad Haier, solo nel Cloud – ha affermato Morbello –: non c’è nessuna analisi “at the edge”, e cioè nei pressi della fonte che genera le informazioni.  Il nostro sistema ha qualche somiglianza con Google Analytics: ci sono esami di default e altri di dettaglio, ma sempre nello stesso luogo virtuale. Peraltro, tutti i dati che riceviamo vengono anonimizzati: si riferiscono sempre ad un certo strumento, e mai al suo proprietario o all’utilizzatore».

La piattaforma IoT Cloud-based di Haier si chiama CosmoPlat, di recente integrata con AI e 5G; è in grado di dialogare anche con elettrodomestici di terze parti.

Quanto all’Ia, è costituita da software (talora utilizzati in collaborazione con hardware) che sono in grado di percepire l’ambiente che li circonda, e formulare decisioni basate sull’evidenza dei dati per raggiungere un obiettivo prefissato. Fanno delle scelte che potrebbero essere assimilate a quelle degli umani. Ma che c’entra con lo Smart Home? C’entra: come vedremo più avanti, questo ingrediente consente di suggerire ai consumatori specifiche attività relative all’utilizzo degli elettrodomestici.

Inoltre, sempre in tema di Ia, Morbello ha annunciato che «è in corso un progetto di manutenzione predittiva: per noi è importante non solo perché incrementa la qualità delle macchine e dei servizi, ma perché risponde a necessità impellenti nel mondo industrial».

L’APP HON: COME GLI UTENTI POSSONO INTERAGIRE CON GLI ELETTRODOMESTICI

1) Gestire tutti gli elettrodomestici con l’app hOn

L’app hOn è un assistente virtuale in grado di guidare gli utenti al migliore utilizzo dei loro elettrodomestici connessi. Il set di funzioni più interessante è quello offerto dalla Snap&Do experience, pensata per supportare in modo semplice, intuitivo, e interattivo i suoi clienti. Grazie all’image recognition sarà infatti facile lavare i capi d’abbigliamento e le stoviglie, (Snap&Wash), asciugare i vestiti (Snap&Dry), conservare i cibi (Snap&Cool), cucinare (Snap&Cook) e scegliere il vino giusto (Snap&Wine).

Ma come funziona?

Tramite l’app hOn, basta scattare una foto al bucato e la lavatrice imposterà automaticamente il programma più adatto

«Ad esempio – ha affermato Morbello – io posso scattare al “bucato” un’immagine digitale e mandarla all’App, che è a sua volta collegata alla piattaforma IoT. Il sistema mi suggerisce il miglior tipo di lavaggio, con informazioni relative alla temperatura, alla tempistica e ai detergenti. Si può fare la stessa cosa con i vini, fotografando l’etichetta: l’immagine viene inserita in una “cantinetta virtuale”, e l’app restituisce indicazioni di rilievo sulle caratteristiche e le proprietà di quella bevanda in particolare. L’utente può peraltro inserire la propria esperienza nella storyline, a beneficio di altri consumer. Ancora, collegato all’App è il nuovo forno Chef@Home: una fotocamera integrata e assistita dall’AI rileva il tipo di cibo che si sta preparando, imposta automaticamente il ciclo di cottura ideale, regola le impostazioni durante il processo e invia una notifica quando il cibo è pronto».

2)     Da Candy simply-Fi all’app hOn

Per Morbello «l’App hOn è un’evoluzione di un’altra applicazione: Candy simply-Fi».

Abbiamo accennato prima a Candy, da quasi tre anni un brand della divisione Haier Smart Home. La vicenda del passaggio di proprietà è stata raccontata al tempo dei fatti da Industria Italiana in questo articolo. Rispetto a quell’analisi a caldo, ci concediamo una riflessione più elaborata. È vero che l’acquisto cinese di Candy è stato l’atto con il quale il Bianco italiano ha ammainato per sempre il tricolore. La fine della grande epopea di uno dei comparti vitali per il Boom economico – si pensi a Zanussi, Rex, Ignis, Indesit. È anche vero, però, che se l’Italia ha perduto le proprie industrie nel settore ciò è stato dovuto all’incapacità della classe imprenditoriale italiana di pensare in grande, e di investire sulla qualità e sull’innovazione. Alla fine, il passaggio ad Haier non è stato una disgrazia; anzi, ha portato investimenti in tecnologia e ha rivitalizzato il marchio. Ci sono state nuove assunzioni, e il gruppo brianzolo è diventato la base del leader mondiale degli elettrodomestici per tutto il mercato europeo. Addirittura, i cinesi di Haier hanno rilocalizzato in Italia produzioni che i vecchi proprietari italiani avevano delocalizzato in Cina.

hOn è molto più flessibile di Candy simply-Fi, perché non si basa su una piattaforma IoT proprietaria, ma su un sistema aperto e disaggregato

Quale differenza passa tra l’app hOn e Candy simply-Fi? Anche quest’ultima permette all’utente di dialogare con lavatrice, frigo, lavastoviglie, forno, cappa e piano cottura – e di gestirli da remoto. Ma secondo Morbello «l’applicazione di Candy funziona soltanto per gli elettrodomestici di questa marca; hOn, invece, è molto più flessibile, perché non si basa su una piattaforma IoT proprietaria, ma su un sistema aperto e disaggregato, che consente il collegamento con strumenti di aziende diverse. Inoltre, è stata completamente ridisegnata la user experience».

Con hOn è stata semplificata anche la manutenzione: l’utente può valutare in ogni momento la “salute” dell’elettrodomestico e ricevere notifiche sul suo stato di usura.

3)     Candy Nova, la lavatrice senza interfaccia “fisica”

Dal momento che hOn è operativa, non è più necessario che l’elettrodomestico sia dotato di manopola e display. Così, Candy Nova, un nuovo modello di lavatrice presentato di recente da Haier, non dispone né dell’una né dell’altro. Si controlla con lo smartphone o con il tablet: sull’app hOn, si possono selezionare 60 programmi di lavaggio diverso. Candy Nova è peraltro integrabile con Alexa e Google Assistant: può dunque ricevere anche comandi vocali.

I NUOVI MODELLI DI BUSINESS NEL MONDO DEGLI ELETTRODOMESTICI

1)     L’IoT abilita nuovi business model nel Bianco

Come si è detto, fino a pochi anni fa (e ancora oggi in molti casi), i prodotti del Bianco erano venduti come oggetti a sé stanti; ora, invece, grazie a dispositivi IoT integrati, c’è la possibilità di renderli interconnessi, e cioè di consentire loro di ricevere e trasmettere informazioni. Significa che i beni possono eseguire compiti, cambiare le proprie impostazioni, relazionarsi con l’ecosistema.

L’azienda produttrice può collegare al prodotto fisico un insieme di servizi che prima non erano immaginabili (ad esempio la citata manutenzione predittiva); gli utenti finali, d’altra parte, sono sempre meno interessati alla proprietà esclusiva del bene, preferendo soluzioni di servizio che consentano loro di vivere una customer experience appagante.

Di qui, nuovi modelli di business come il pay-per-use e la subscription: sono entrambi figli della servitizzazione,  e contemplano ambedue l’abbandono del paradigma di “ownership”:  in genere, il primo  non prevede un canone fisso mensile o annuale; si paga quello che si usa; mentre l’abbonamento ha livelli di prezzo stabiliti.

Per l’azienda produttrice, questi modelli comportano alcuni vantaggi.

Ad esempio si dà vita ad una struttura di ricavi e flussi assai più costante e più prevedibile. In secondo luogo, si crea una loyalty passiva in grado di incidere sulle scelte future del consumatore, che resta in contatto con l’azienda grazie all’interconnessione degli elettrodomestici. In terzo luogo, si acquista una maggiore fetta di mercato, relativamente a coloro che non possono permettersi l’acquisto del bene. Ancora, sui nuovi modelli se ne possono innestare altri, come il riciclo o il riuso, ampliando la vita utile (e produttiva di reddito) del prodotto.

Per questi e per tanti altri motivi, secondo Morbello «Pay per use e subscription saranno disruptive nel mercato del prossimo futuro, come il renting nell’automotive. Quanto tempo ci vorrà? A mio avviso, fra un quinquennio avranno preso piede in misura considerevole. Saranno il nuovo paradigma del mercato».

2)     L’esempio di WashPass

Si citava, all’inizio, WashPass. È il primo caso importante al mondo di servitization di beni di consumo di massa: un precedente che sta facendo la storia. In Gran Bretagna Candy propone il servizio di lavaggio con canone mensile a partire da sette sterline, comprensivo di cartucce di detersivo dosato con l’intelligenza artificiale (e quindi risparmiando) e di manutenzione. Al termine del periodo di affitto, la lavatrice ritorna da Candy che la può rigenerare e riutilizzare, totalmente o nei suoi componenti, con grande beneficio per l’ambiente.

Secondo Morbello, «dopo tre anni il consumer può decidere se continuare ad utilizzare quella lavatrice o se prenderne una nuova, sempre con lo stesso sistema di pagamento, che è iniziato in UK perché da quelle parti c’è una forte tradizione alla subscription».

Le lavatrici “in affitto” sono connesse e sensorizzate.

E l’integrazione tra IoT e AI comporta anche vantaggi l’utente in termini di risparmio. In pratica funziona così: i principi chimici che formano il detersivo sono stati disaggregati: grazie all’intelligenza artificiale, sono disciolti nell’acqua in base al tipo di lavaggio. Il sistema di dosaggio automatico è molto simile a quello delle cartucce a getto di inchiostro nelle stampanti. Anche la temperatura viene regolata da algoritmi; in questo modo, l’operazione viene compiuta secondo criteri che consentono di utilizzare meno energia e sostanze smacchianti e detergenti.

Per Morbello, «ciò determina un aumento delle performance fino al 70%, misurato su campioni comuni come erba, cioccolato, sangue e uova su cotone».

Infine, sempre per Morbello, WashPass «sta andando piuttosto bene in UK: a breve lo lanceremo anche in Italia e Francia».














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