GVS, tra i leader mondiale dei filtri, punta alla Borsa

Il gruppo di Zola Predosa (Bologna), fondato da Grazia Valentini, procede a passi spediti verso la quotazione accompagnato da Mediobanca e Goldman Sachs come global coordinator e Lazard come advisor finanziario

Il gruppo Gvs di Zola Predosa (Bologna), uno dei maggiori produttori mondiali di filtri, potrebbe approdare a Piazza Affari in primavera. A dirlo è il Sole 24 Ore che scrive come Mediobanca e Goldman Sachs siano stati scelti quale global coordinator e Lazard come advisor finanziario.

 







Quel che c’è da sapere su Gvs

Gvs è stata fondata nel 1979 da Grazia Valentini. Nel 2018 il gruppo ha raggiunto un fatturato di 203 milioni di euro e una produzione di oltre 1.6 miliardi di articoli. A oggi è uno dei maggiori produttori mondiali di filtri  e componenti per applicazioni nei settori medicalelaboratorio, automobilistico, dispositivi di protezione individuale, elettrodomestici, e nella filtrazione commerciale & industriale.

L’internazionalizzazione, che da subito è stata una leva del gruppo, ha portato all’apertura di 12 stabilimenti di produzione situati in Italia, Regno Unito, Brasile, USA, Cina e Romania, e di numerosi uffici commerciali in Russia, Turchia, Argentina, Giappone e Corea. Il gruppo Gvs attualmente si avvale della collaborazione di oltre 2.700 dipendenti a livello globale.

Gvs produce un’ampia selezione di filtri o componenti standard in tutte le sue divisioni, evitando così ai propri clienti investimenti impegnativi per lo sviluppo di nuovi prodotti o per adeguare dei sistemi produttivi esistenti. Ma nel contempo l’azienda ha sviluppato una struttura flessibile e dinamica, con competenze tecnologicamente all’avanguardia per rispondere a clienti che richiedono di sviluppare dei nuovi prodotti, o processi, con design personalizzato.

 

Verso la quotazione

Gvs è entrata nel programma Elite di Borsa Italiana nell’ottobre 2013. Nel 2017 il gruppo ha acquistato l’americana Kuss Filtration, produttore di filtri auto benzina. L’operazione era stata finanziata per circa 90 milioni da un pool di banche (Bnl Bnp Paribas, Mediobanca e UniCredit, con Mediobanca a svolgere il ruolo di coordinator e facility agent) e in parte con l’emissione di un bond da 40 milioni, sottoscritto in private placement da Pricoa Capital Group.














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