Fos rende intelligenti le piattaforme IoT

di Gaia Fiertler ♦︎ La software house che ha contribuito alla realizzazione del digital twin del ponte di Genova cresce rapidamente e dopo aver acquisito Inrebus punta su Skite, sistema di manutenzione da remoto che cattura immagini col riconoscimento visivo. Obiettivo: integrarlo nella propria piattaforma di asset management e adattarlo a ogni tipo di industria

La nuova frontiera è aggiungere intelligenza artificiale alle piattaforme IoT e presentare al mercato la propria piattaforma proprietaria di asset management entro la fine dell’anno. Il salto ora sembra possibile per il Gruppo Fos, grazie alle tecnologie avanzate di Skite, la soluzione di controllo da remoto di Inrebus Technologies, la società torinese acquisita alla fine del 2020. Skite è un sistema intelligente di manutenzione da remoto, che cattura immagini dal campo grazie a sensori con riconoscimento visivo, integrabili con dispositivi di visione a mani libere per l’operatore a distanza. Il sistema è già impiegato nelle officine di grandi gruppi automobilistici, come Iveco, soprattutto quando siano necessari interventi su veicoli in aree di difficile accesso, oppure per guidare da lontano un tecnico che si trovi sul posto, magari dall’altra parte del mondo, vedendo in modo puntuale e preciso quello che vede lui anche, con la possibilità di interagire attraverso strumenti software dedicati. Ora il Gruppo Fos intende trasferire e integrare queste tecnologie evolute al mercato maturo delle piattaforme IoT, in una logica di valorizzazione dell’ecosistema tecnologico.

Il primo passo sarà appunto integrare le applicazioni virtuali e “augmented” al mondo dei trasporti, comprese le metropolitane di grandi città, e al settore energetico, nelle centrali elettriche e negli impianti fotovoltaici, i settori in cui Fos è più presente come system integrator. «Mi immagino già cruscotti IoT migliorati da software di intelligenza artificiale, sia per la semplificazione dei processi, sia per una più realistica ed efficace visualizzazione, anche a distanza», commenta Enrico Botte, amministratore delegato Fos. La società, nata a Genova come IT company a cavallo del Duemila in pieno boom delle società dot-com, è cresciuta negli anni integrando informatica ed elettronica fino all’Internet delle cose (IoT) e ora si sta avviando al passo successivo: applicare all’automazione le tecnologie più evolute digitali e di intelligenza artificiale. Come nel progetto di ricerca e sviluppo “Cymon”, di cui il ponte di Genova San Giorgio (ex Morandi) è uno dei casi d’uso presi in considerazione, condotto da Fos insieme a Cetena del Gruppo Fincantieri, cofinanziato dal Mise nell’ambito dei bandi Industria 4.0 del Competence Center Start 4.0. Una serie di sensori posizionati nei punti critici del ponte trasmettono a un software centrale informazioni che, attraverso sistemi di visione, replicano digitalmente le condizioni del ponte fisico (gemello virtuale) e, grazie ad algoritmi che monitorano i parametri di funzionamento e avvertono in caso di anomalie, si può intervenire in modo tempestivo in presenza e da remoto.







 

Verso la manutenzione predittiva

Enrico Botte, amministratore delegato Fos

Ora, sfruttando la soluzione già consolidata nell’automotive per la manutenzione dei veicoli da remoto, si aprono numerose opportunità. Di sicuro l’ingresso nel mercato dell’automotive, cui Fos potrà proporre altri servizi IT, nonché la diffusione su larga scala di Skite, anche a seguito di un suo upgrade tecnologico. «L’idea è di far evolvere la soluzione stessa, aggiungendo automatismi per la risoluzione di problemi da remoto e avvisi, grazie a specifici algoritmi, per la manutenzione predittiva che anticipi il rischio di guasti e i conseguenti fermi macchina. In particolare nella gestione di beni di pubblica utilità, come una centrale elettrica o una metropolitana, le tecnologie ci possono aiutare a prevenire i guasti per garantire la continuità del servizio. Investiremo senz’altro nel potenziamento delle funzionalità di Skite», assicura Botte.

Gli stessi manutentori saranno avvisati da segnali sonori e visivi quando il sistema riterrà sia giunto il momento di sostituire pezzi o fare interventi non pianificati, oltre la manutenzione ordinaria, per scongiurare il peggio. Quello della manutenzione predittiva sarà dunque il passo finale dell’evoluzione di Skite, soluzione che, nel frattempo, Fos integrerà nelle piattaforme che sviluppa come system integrator per il controllo da remoto delle centrali elettriche e nei trasporti.

 

Verso una piattaforma proprietaria per l’industria

Gruppo Fos intende trasferire e integrare le tecnologie evolute al mercato maturo delle piattaforme IoT, in una logica di valorizzazione dell’ecosistema tecnologico

L’altra ambizione di Fos è quella di presentare al mercato una propria piattaforma IoT di asset management, da integrare a quella hardware già proprietaria: Wise, una scheda elettronica di rilevazione dati dal campo. Il Gruppo infatti sviluppa e innova presso la sua sede in provincia di Caserta anche schede elettroniche. Ora l’ambizione di una piattaforma software proprietaria inizia a prendere forma, grazie ai progetti più recenti per la creazione di gemelli virtuali di infrastrutture e con la disponibilità di Skite, che sarà una delle funzionalità più avanzate della piattaforma stessa. L’applicazione verrà quindi applicata oltre l’automotive, per la manutenzione da remoto anche di altri settori.

«Non intendiamo competere con i grandi gruppi di cui siamo system integrator, come Abb, Siemens, Schneider Electrics ed Emerson (quest’ultimo nell’automazione industriale). Tuttavia, stiamo raggiungendo una maturità tale per cui, alcune parti del sistema potrebbero essere gestite dalla nostra piattaforma, integrandola a sua volta con quelle più mature sul mercato. Avremo il triplo vantaggio di una maggiore scalabilità e flessibilità adattiva ai bisogni del cliente; potremo integrare le nuove tecnologie di virtual e augmented reality che ora abbiamo in casa con Skite e, di sicuro, ci sarà un aumento di valore per il nostro Gruppo», commenta Botte. L’interesse per il nuovo paradigma fabbrica 4.0, che sfrutta al massimo la connettività e la sensoristica grazie alla capacità di calcolo di software sempre più potenti e grazie ad algoritmi sempre più evoluti di intelligenza artificiale per prendere decisioni strategiche, per ridurre i costi e gli sprechi e accelerare il go to market o, come nelle utility, per garantire la continuità efficiente ed efficace del servizio, è anch’esso frutto dell’evoluzione della società di Genova, quotata da un anno sul mercato Aim Italia, con un giro di affari di 12milioni e mezzo di euro.

 

Academy digitale per nuove competenze

Skite è un sistema intelligente di manutenzione da remoto, che cattura immagini dal campo grazie a sensori con riconoscimento visivo, integrabili con dispositivi di visione a mani libere per l’operatore a distanza

Fos intende sfruttare anche le competenze tecnologiche di Digital Learning, che rappresentano il core business della controllata Inrebus. In particolare, nell’anno del Covid, le infrastrutture per la formazione a distanza si sono arricchite di applicazioni sempre più evolute “sincrone” e “asincrone” per riprodurre il più possibile, a distanza, le condizioni realistiche e interattive dell’aula fisica. Fos intende utilizzare le soluzioni più avanzate di Inrebus e organizzare una propria Academy interna che, sfruttando la modalità digitale, aiuti a sviluppare le competenze specialistiche in continua evoluzione nell’IT (55% del giro d’affari), nell’automazione (15%), dell’engineering (15%) e nell’elettronica (10%), con l’obiettivo di far lavorare in sinergia le diverse funzioni interne in una logica trasversale per progetti, anche se ogni divisione ha il suo budget e i suoi risultati da portare a casa.

«Le competenze digitali sono difficilmente reperibili, assumiamo direttamente dall’ITS di Information and Communication Tecnology di Genova e dalla facoltà di ingegneria, ma non ci bastano perché siamo in un mercato molto competitivo, con tecnologie che, tra l’altro, evolvono a una velocità esponenziale. Abbiamo dunque anche noi imprenditori la responsabilità strategica di formare le funzioni da più tempo in azienda sulle nuove tecnologie e aggiornare costantemente le nuove leve, tra l’altro in una logica non solo verticale ma trasversale, perché oggi funziona oggi l’industria 4.0», commenta Botte.  

 

Trasferimento tecnologico dell’innovazione

Il progetto Microcosmo: un brevetto di Fos sviluppato con Enea, che è una serra intelligente, un sistema di simulazione di campo a doppio stadio per studiare la crescita di vegetali sottoposti a condizioni sperimentali

Ultima grande sfida, per il momento, per il Gruppo Fos è il trasferimento sul mercato delle proprie innovazioni tecnologiche. Fos ha sempre avuto un’anima di ricerca e sviluppo che ha materializzato nei suoi 6 centri di ricerca: quello di Bolzano sull’agritech, quello lituano sulle biotecnologie, quello di Enna sulle infrastrutture, quello di Napoli con Enea sull’elettronica organica e due a Genova sulle piattaforme IoT. Il modello di business ora è quello di trovare un partner industriale con cui superare la fase di prototipazione, spesso co-finanziata da bandi pubblici, e creare delle newco per portare sul mercato le proprie soluzioni innovative.

È appena nata la start-up Piano Green in collaborazione con l’azienda Santagata 1907 per la diffusione delle “Eye-Trap”, trappole cromotropiche e feromoniche per il controllo e il monitoraggio delle popolazioni di insetti infestanti autoctoni e/o alieni e “Microcosmo”, un brevetto di Fos sviluppato con Enea, che è una serra intelligente, un sistema di simulazione di campo a doppio stadio per studiare la crescita di vegetali sottoposti a condizioni sperimentali. Ora lo scouting è su un partner industriale di respiro internazionale per la distribuzione, prevista per il 2022, di un caschetto per il monitoraggio post ictus detto “Brain stroke Helmet”. Ora in fase di test clinici, è stato sviluppato e brevettato nel centro di ricerca congiunto “Biotech Lab” di Kaunas, in Lituania, tra Fos, Kaunas Technology University e Lithuanian University of Health Sciences, laboratorio dedicato all’ingegneria applicata al mondo biomedicale. Altro prodotto in arrivo sul mercato sono i “Neuroglass”, occhiali dotati di sensori per la rilevazione degli impulsi elettrici del cervello in caso di Parkinson e di Alzheimer, questi sviluppati in collaborazione con il dipartimento di Neurologia dell’Università degli Studi di Genova.

Ripubblicazione dell’articolo del 17/2/2021














Articolo precedenteLa manifattura lombarda può arrivare al centro dell’Europa adottando l’intelligenza artificiale. Con l’aiuto di Afil
Articolo successivoViaggio alla scoperta delle imprese anti-fragili. In compagnia dell’Intelligenza artificiale e di Fabio Moioli (Microsoft)






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui