Produzione flessibile e sostenibile: così Radici supera le attuali difficoltà di mercato

di Marco de' Francesco ♦︎Il colosso della chimica sta affrontando un 2022 difficile a causa dei rincari di energia e materie prime. Il fatturato sarà in calo rispetto all'anno precedente, quando aveva ottenuto ricavi per 1,5 miliardi. Sono previsti investimenti per 70 milioni per abbattere le emissioni e incrementare l'efficienza energetica. I nuovi prodotti green Renycicle, RadiPol, Biofeel

Andamento dei ricavi un po’ a yo-yo per RadiciGroup, quarto gruppo per dimensione dell’industria chimica italiana. Lo ha spiegato, nel corso di un recente incontro con i giornalisti, lo stesso presidente Angelo Radici. «Il fatturato? I risultati del 2022 saranno significativamente inferiori rispetto a quelli dell’anno scorso. Il rallentamento è già evidente. Ma stiamo prendendo le opportune contromisure», ha spiegato l’imprenditore. L’azienda è un primario produttore di nylon (poliammide 6 e 66) che viene poi trasformato, sempre dalle aziende del gruppo, in tecnopolimeri e filati destinati all’automotive, all’abbigliamento, al comparto elettrico ed elettronico, all’edilizia e ad altri settori. Occupa circa 3mila persone, operative in un network di più di trenta fra unità produttive e sedi commerciali in Europa, nelle Americhe e in Asia. Nel 2021, lo stesso gruppo industriale aveva fatto registrare revenue per 1,5 miliardi, un balzo notevole rispetto al miliardo del 2020. E adesso lo yo-yo tornerà giù. Che cosa sta accadendo? Come stanno insieme le previsioni pessimistiche per l’anno in corso con i brillanti risultati di quello passato? In primo luogo, niente paura: il Gruppo è solido e la diminuzione congiunturale del fatturato non significa crisi. Anzi, le misure prese per contrastare queste fluttuazioni ci dicono molto sulla strategia di questo Gruppo e di come stia evolvendo sotto il profilo industriale.

Aumento e diminuzione del fatturato sono in realtà sono due facce della stessa medaglia. Inizialmente, il boom del turnover è dipeso anche dai sovra-costi dell’energia e delle materie prime; ora, anche i fornitori tirano un po’ i remi in barca, perché produrre è sempre meno conveniente. Perciò, l’industria chimica, in tutta Europa, dopo aver brillantemente recuperato i valori pre-Covid, rischia di subire un rallentamento della crescita. Come verrà affrontata questa situazione a dir poco complessa? La strategia del Gruppo riguarda sia i prodotti che i processi. Se i grandi lotti latitano, bisogna essere capaci di realizzare quelli piccoli, che sono più frequenti. Solo che nella chimica non è così immediato. Non si tratta di aggiustare il mandrino per un nuovo task. Nella congerie di tubi e reattori che compone l’impianto chimico devono passare sostanze, intermedi e reagenti in modo del tutto calcolato. Di qui l’implementazione di nuovi software.







C’è poi il trend green da sfruttare. I prodotti sostenibili sono sempre più richiesti anche nella chimica. E il gruppo, sotto questo profilo, è molto avanzato: ha già dato vita ad un ampio ventaglio di soluzioni, che approfondiremo più avanti, oltre che in un secondo articolo che Industria Italiana pubblicherà fra qualche giorno. Inoltre RadiciGroup si è data una strategia industriale sostenibile: grazie alla costruzione di appositi impianti, soprattutto volti all’abbattimento del protossido di azoto, dal 2011 al 2021 la riduzione di emissioni dirette di gas ad effetto serra dell’intero RadiciGroup ha raggiunto il 74%, da oltre 700mila tonnellate di anidride carbonica equivalenti a circa 170mila. L’obiettivo per il 2030 è un ulteriore calo del 30% rispetto al 2020, e quindi una diminuzione complessiva dell’80% rispetto al 2011. Ne abbiamo parlato con Angelo Radici, con il vicepresidente del Gruppo Maurizio Radici e con il direttore dello stabilimento di Novara, Pio Gazzini, nel corso di una visita di qualche giorno fa di Industria Italiana all’impianto piemontese.

Radicigroup in numeri

Dalla vendita delle coperte al controllo della filiera del nylon

Angelo Radici, presidente RadiciGrouo

Facciamo un passo indietro, perché per capire il presente un po’ di storia è indispensabile. E la storia di RadiciGroup è una storia di famiglia. Tutto inizia con il fondatore bergamasco Pietro Radici, che negli anni Trenta se ne va in giro per l’Europa con un calesse carico di coperte. È il suo business. Nel 1941, in Val Gandino, fonda la “Tessiture Pietro Radici”, per la produzione di coperte e copriletto; l’azienda sarà affidata, già negli anni Cinquanta, al figlio Gianni Radici. Questi comprende l’importanza della diversificazione: si producono anche tappeti, tessuti, moquette, tappetini per automobili. Ora RadiciGroup, che conserva la sede sociale a Bergamo, è una realtà globale che ha un controllo effettivo dell’intera catena di produzione del nylon (poliammide 6 e 66), dagli intermedi (esametilendiammina, acido adipico) ai reagenti (idrogeno e acido nitrico); tutto prodotto “in casa”, nella divisione “Speciality Chemicals”, di cui fa parte l’importante stabilimento di Novara. Il nylon, poi viene trasformato in tecnopolimeri dalla divisione “High Performance Polymers” e in filati da quella “Advanced Textile Solutions”. Quanto ai tecnopolimeri, sono macro-molecole dotate di elevate caratteristiche fisico-meccaniche: rigidità, tenacità, duttilità, lavorabilità, resistenza a temperature elevate, a carichi statici e dinamici e all’invecchiamento. Sono utilizzati nell’abbigliamento (vestiario tecnico sportivo, calzetteria, intimo e altro), nell’automotive (sistemi carburante e trasmissione, interni, componenti del sotto-cofano e altro) nell’edilizia, nell’idrosanitario e in altri comparti.

Quanto ai filati, sono utilizzati per i tessuti anti-batterici degli ospedali, nell’abbigliamento sportivo, nei freni e nelle frizioni delle auto, nei filtri e nelle reti. Come ci si è arrivati? «Soprattutto, negli anni Sessanta Gianni era rimasto molto impressionato dalle qualità del nylon. Alla fine della decade, inizia la produzione di polimeri e fibre sintetiche» – ricorda Maurizio Radici. Ma è nel 1986 che inizia la storia di RadiciGroup nel settore della chimica: Gianni Radici decide di acquisire e rimettere in uso lo stabilimento ex Montedison di Novara, inattivo da circa tre anni e, in alcuni reparti, in completo stato di abbandono. Nasce così Radici Chimica (ora parte della citata “Speciality Chemicals”); nel 1992 nello stabilimento novarese sono realizzati gli impianti a monte per la produzione della esametilendiammina; quanto all’acido adipico, nel 2001, viene aperto uno stabilimento nel polo industriale di Zeitz (Tröglitz) – territorio cuore della ex Germania dell’Est: si tratta di Radici Chimica Deutschland. Altri intermedi e reagenti (idrogeno, acido nitrico), sono prodotti a Novara. Nel 2003 viene creata RadiciChem Shanghai, sede attiva nella commercializzazione di polimeri, acido adipico, miscela di acidi dicarbossilici, esteri di acidi dicarbossilici, fibre tessili e altro.

Dal balzo di fatturato del 2021 alle attuali difficoltà

1)      L’exploit del 2021

Il vicepresidente di RadiciGroup Maurizio Radici

Si diceva dell’incremento del 50% delle revenue realizzato l’anno scorso. Angelo Radici commenta così: «In realtà, il risultato del 2021 è largamente legato all’aumento dei prezzi dovuto al maggior costo delle materie prime». Va anche detto che l’utile netto di esercizio è stato pari a 150 milioni. Comunque sia, la divisione “Speciality Chemicals” ha fatto registrare 518 milioni di revenue; quella “High Performance Polymers” 509 milioni; quella “Advanced Textile Solutions” 599 milioni; altri business, 11 milioni.

 

2)      Il rallentamento in corso

«Se si pensa che per fare l’ammoniaca si utilizza il metano, si può capire che nell’anno in corso ci sono dei problemi» – afferma Maurizio Radici. Tutta la chimica è in fibrillazione, perché i prezzi degli elementi fondamentali per i processi sono schizzati alle stelle. E i polimeri si fanno con questi “mattoncini”.  Com’è noto, la stretta della fornitura russa di metano ha accentuato fenomeni rialzisti già in corso, perché ha concentrato per l’Europa la quantificazione dei prezzi al mercato spot di Amsterdam, che si basa sui future ed è pertanto intrinsecamente speculativo. Se l’effetto è trasversale, l’impatto più devastante riguarda le industrie energivore, come la siderurgia e le cartiere; ma la chimica non se la passa bene. «Il costo dell’ammoniaca, così, è aumentato in pochi mesi da 350 euro a 1.800 euro alla tonnellata» – continua Maurizio Radici.  Per non parlare dell’energia elettrica, indispensabile per i processi chimici: il costo è aumentato di 12 volte in due anni.

«Si è dovuto intervenire sui clienti, ma non è così semplice; quanto ai nostri fornitori, riscontrano le nostre stesse difficoltà, e nel corso dell’anno in corso hanno rallentato al produzione» – afferma Angelo Radici. Secondo Angelo Radici, è una questione soprattutto europea: «È chiaro a tutti che gli aumenti dei prezzi sono molto più contenuti in Nord America, in Messico, in India e in Cina. Ormai l’Europa è il Continente meno competitivo al mondo, e non solo per il processo chimico, ma anche per altri. E credo che sia evidente a tutti che in questa situazione rischiamo di subire la concorrenza di aziende, spesso di grandi dimensioni, dei Paesi extra-Eu».

 

Il piano degli investimenti in innovazione e sostenibilità

«L’investimento per il 2022 sarà pari a 70 milioni di euro» – afferma Angelo Radici. Si assiste ad una consistente accelerazione. Infatti, il piano degli investimenti ha previsto, per il 2019, una spesa di 45 milioni; per il 2020, di 49 milioni e per il 2021 di 53 milioni. «Gli obiettivi sono quelli dell’efficientamento energetico, dell’abbattimento delle emissioni, del sostegno alle attività di ricerca e sviluppo e altro» – afferma Maurizio Radici.

applicazioni industriali del nylon 66 Radici

La flessibilità produttiva come leva strategica per affrontare il momento

RadiciGroup è un primario produttore di nylon (poliammide 6 e 66) che viene poi trasformato, sempre dalle aziende del gruppo, in tecnopolimeri e filati destinati ad automotive, abbigliamento, comparto elettrico ed elettronico, edilizia. Impianti di novara

«Data l’instabilità dei prezzi, non si può mettere nulla in magazzino. Bisogna modulare la produzione in base alle richieste: ciò significa tante cose, ma sostanzialmente si traduce nella capacità di diversificare il prodotto e di cogliere la possibilità di realizzare i “piccoli lotti”, la cui domanda è in crescita» – afferma Maurizio Radici. Ma cosa sono, esattamente, i “piccoli lotti” nella chimica? «Un lotto “normale” equivale a circa 35mila kg di prodotto; uno “piccolo” dai 10 ai 2mila kg. Si tratta per lo più di prodotti speciali» – afferma Maurizio Radici. La chimica, però, è un processo continuo. Non è immediato cambiare gli “ingredienti” per modificare la produzione. Occorre un controllo serrato sulle operation, oltre che sulle quantità, sull’allocazione e sulle disponibilità dei componenti. Sotto questo profilo, ha aiutato molto l’introduzione del Mes di Eascon.

Il Mes (Manufacturing Execution System) è un sistema informatizzato che gestisce e controlla la funzione produttiva di un’azienda: dal dispaccio degli ordini, agli avanzamenti in quantità e tempo, al versamento a magazzino; realizza inoltre il collegamento diretto ai macchinari. Negli ultimi tempi, poi, si è assistito ad una evoluzione del Mes, che dà visibilità alla qualità, alla manutenzione, all’inventario. La pianificazione, la tracciabilità di componenti e prodotti, la gestione del magazzino e delle giacenze rappresentano altri punti forti del Mes. Eascon (Engineering Automation Supervision & Control) è una società d’ingegneria fondata nel 1989 con sede a Bologna che fornisce servizi e soluzioni software integrate per l’ottimizzazione dei processi produttivi industriali. Quanto al Mes di Eascon, Cpp 4.0 è ormai alla quarta generazione, ed è stato applicato nella chimica, nelle raffinerie, negli impianti petrolchimici e in quelli metallurgici, nelle centrali elettriche e di cogenerazione. Integra tutti i dati dell’impianto in un ambiente unico e supporta le diverse funzioni aziendali (manager, tecnologi di impianti, personale di laboratorio, tecnici di sala) fornendo le informazioni necessarie per governare la produzione e l’efficienza dell’azienda.

I prodotti green sono parte integrante della strategia

Il direttore dello stabilimento di Novara di Radici, Pio Gazzini

Anzitutto, il Gruppo è impegnato nella realizzazione di prodotti che impiegano materie prime riciclate: materiali che, in ottica di economia circolare, trovano una seconda vita dopo un processo di rigenerazione meccanica e si trasformano in polimeri ad elevate prestazioni. Si pensi a Heramid, il brand con cui il gruppo Radici commercializza la propria gamma di tecnopolimeri post-industriali a base di materie plastiche (in particolare, poliammide 6 e 66) con rilevanti caratteristiche meccaniche e buona resistenza all’usura; sono adatte ad applicazioni nei settori industriale, elettrico ed elettronico e in quello dell’auto. «Oggetto di trattamento e trasformazione – afferma Pio Gazzini – è il cascame industriale, gli scarti di lavorazione della nostra attività o di fabbriche similari che vengono poi riutilizzati, senza dispersione nell’ambiente». Si pensi anche a Renycle è il prodotto ottenuto in particolare dal riciclo del nylon 6, un materiale ad alto valore per resistenza, tingibilità, morbidezza e versatilità. In pratica, attraverso processi di recupero, gli scarti di nylon si trasformano in polimeri e successivamente in filati ad elevate performance senza necessità di materiale vergine. Secondo RadiciGroup, le prime misurazioni interne hanno rilevato che, rispetto al polimero vergine di poliammide 6, Renycle consente di risparmiare oltre l’87% di energia e il 90% di acqua ottenendo le stesse prestazioni in termini di qualità. Inoltre si riducono le emissioni di anidride carbonica di quasi il 90%.

Ci sono poi i prodotti realizzati impiegando energia da fonte rinnovabile, principalmente idroelettrica. Infatti la famiglia Radici è proprietaria di Geogreen, gruppo italiano nato 22 anni fa come fornitore unico di energia per tutti gli stabilimenti di RadiciGroup, con le sue aziende GeoEnergie e Geogreen. Gestisce sei centrali idroelettriche, operative tra la Lombardia e il Piemonte, con una potenza complessiva di 12 Mw e una produzione media annua di circa 80 milioni di kwh. Peraltro il Gruppo Radici dispone anche di un impianto di cogenerazione, a Novel (Novara), che produce da una parte 700 Gwh all’anno di energia elettrica e dall’altra vapore acqueo, utilizzando gas naturale. Tra i prodotti di questo tipo, ad esempio, RadiPol, che indica una serie di poliammidi, ottenuti dalla polimerizzazione della esametilendiammina, acido adipico o altre sostanze. Ci sono diverse varianti di RadiPol, che si distinguono per viscosità e concentrazione di gruppi amminici o carbossilici. Ancora, le aziende del gruppo realizzano prodotti che utilizzano biopolimeri derivati da materie prime rinnovabili, non in competizione con le coltivazioni destinate all’alimentazione. La gamma di filati bio-based di RadiciGroup – di origine (prevalentemente) da fonte rinnovabile – si chiama Biofeel. Secondo RadiciGroup questi prodotti offrono al contempo sostenibilità e performance, perché alla componente naturale si aggiungono la resistenza e la tingibilità tipiche del nylon.

Struttura Gruppo Radici

Gli interventi in tema di sostenibilità

RadiciGroup occupa circa 3mila persone, operative in un network di più di trenta fra unità produttive e sedi commerciali in Europa, nelle Americhe e in Asia. Nel 2021, lo stesso gruppo industriale aveva fatto registrare revenue per 1,5 miliardi. Impianto di Novara

Già dalla fine degli anni Novanta, il Gruppo ha iniziato a studiare e a testare tecnologie in grado di abbattere le emissioni di gas serra; inoltre, RadiciGroup si è fatto promotore dell’ingresso (avvenuto nel 2011) dell’industria chimica italiana nel sistema europeo di scambio delle quote di emissione, l’Emission Trading System (Ets). Con un investimento di 10 milioni di euro, poi, RadiciGroup ha realizzato impianti per l’abbattimento di un potente gas serra, il citato protossido di azoto, sottoprodotto che deriva dalle reazioni chimiche necessarie alla produzione di due intermedi del nylon, gli acidi adipico e nitrico. Gli sforzi del gruppo si sono concentrati soprattutto nello stabilimento di Novara, che è stato gradualmente ripensato come “impianto green”.

Qui, nel 2013 e nel 2014, il gruppo ha rispettivamente installato EviNOx e DeNOx, sistemi per l’abbattimento catalitico del protossido da azoto da acido nitrico e da acido adipico. Quanto a DeNOx, nel primo nove mesi del 2021 la riduzione delle emissioni è stata pari a 35.500 tonnellate di anidride carbonica equivalenti; si stima che in un anno il calo sia eguale a 47mila tonnellate. L’investimento è stato pari a 1,5 milioni di euro. Al di là di Novara, già nel 2001 era stata avviata la realizzazione dello stabilimento Radici Chimica Deutschland di un sistema di abbattimento termico del gas serra, bruciandolo in atmosfera riducente.

(Ripubblicazione articolo del 28 giugno 2022)














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