Servitizzazione, sostenibilità ed e-commerce trainano la crescita di Coesia

di Marco De' Francesco ♦︎ Il mercato delle macchine per il packaging vale 8 miliardi ed è cresciuto notevolmente a causa della pandemia. Un trend destinato a proseguire: l'azienda punta a cavalcarlo con le sue soluzioni Optimate (Hmi intelligente) e Performate (per confrontare i livelli di efficienza die macchinari). I casi Emmeci, Ipi, Volpak e Acma

Pochi settori sono attraversati al contempo da trend così profondamente “trasformativi” come l’industria delle macchine per il packaging.

Anzitutto, l’epidemia di Coronavirus ha accelerato l’espansione dell’e-commerce – che ha prodotto importanti modifiche nella logistica e un sensibile aumento degli ordini e dei fatturati delle aziende in grado di produrre macchine per l’imballaggio flessibili, capaci, cioè, di trattare i prodotti più disparati.







In secondo luogo, la sostenibilità ha assunto un rilievo fondamentale: gli utilizzatori delle macchine spingono perché queste ultime siano in grado di trattare nuovi materiali, come la carta, in sostituzione della plastica. A cascata, i produttori si trovano di fronte ad un duplice problema: quello di realizzare nuove apparecchiature e soprattutto quello di adattare l’installato (spesso migliaia di unità sparse in giro per il mondo) alle nuove esigenze. È una sfida grossa, che coinvolge non solo le scienze dei materiali, ma anche l’ingegneria e il software.

Alessandro Parimbelli. ceo di Coesia

In terzo luogo, la servitizzazione: anche qui, il Covid ha avuto un peso, perché sono nate forme di intervento da remoto che consentono di risolvere problemi tecnici sull’installato, con vantaggi reciproci per utilizzatore e produttore sia in termini di tempo che di costi.

Lo sa bene il Gruppo Coesia, la maggiore holding italiana nel settore delle macchine per il packaging e industriali. È guidata dalla presidente Isabella Seragnoli (anche azionista unico e presidente di Mais, finanziaria e holding di partecipazioni in società industriali) e dal ceo Alessandro Parimbelli.

Coesia è presente in 35 paesi con 84 impianti produttivi, 135 unità operative e più di 8 mila dipendenti. Ha fatto registrare revenue per circa 1,8 miliardi. Per l’esattezza, Coesia comprende 21 aziende. Di queste, 9 si occupano di macchine per il packaging: Acma, Emmeci, G.D., Ipi, Msg, R.A Jones, e Volpak. Le altre sono Atlantic Zeiser, Cerulean, Cima, Citus Kalix, Comas, Flexlink, Admv, Gdm, Gf, Hapa, Molins, Norden, Sasib, System Ceramics, e Tritron.

I trend in corso hanno influenzato l’attuale strategia di crescita di Coesia

Da una parte, il comune denominatore per affrontare le nuove sfide è l’innovazione tecnologica, senza la quale la transizione green è impensabile e non si possono realizzare nuovi servizi. D’all’altra, tutte le “tendenze” convergono in una nuova visione della customer centricity: l’esperienza positiva dell’azienda cliente non basta; le nuove esigenze che partono dalla base fanno il mercato, ed è quindi necessario non solo intercettarle ma anche anticiparle.

Questo articolo trae spunto dal “Coesia Virtual Event 2022”, il primo evento digitale di Coesia: una piattaforma streaming per scoprire le ultime innovazioni e le tecnologie più avanzate del Gruppo.

La strategia di crescita di Coesia

stabilmento di Coesia a Bologna

Quanto alla customer centricity, per Parimbelli «il customer service è sempre più intenso e caratterizzato da tempi di consegna sempre più brevi; e qui c’è un legame forte con la tecnologia, che ha reso tutto questo possibile. L’azienda cliente, d’altra parte, richiede macchine sempre più tailor made, sempre più disegnate su esigenze produttive specifiche. Infine, conta sempre di più l’esperienza del cliente finale: si deve tener conto della nuova dimensione dell’imballaggio, che non è più un semplice contenitore; ma anzi rappresenta sempre più un valore per l’azienda cliente che lo realizza, con la personalizzazione e la sostenibilità».

Quanto all’innovazione tecnologica, per Parimbelli «Coesia esiste da quasi un secolo, ed è sempre riuscita a rimanere al passo e anzi ad essere all’avanguardia sotto questo profilo, che oggi fa la differenza sul mercato. La digitalizzazione sta portando alle aziende del Gruppo un grado superiore di efficienza, e alle imprese clienti risparmi, ottimizzazioni e nuovi servizi».

Come si diceva, la strategia riflette i trend che stanno attraversando il settore delle macchine per il packaging.

L’onda lunga del Covid-19 e la digitalizzazione

Durante il biennio del Covid (2020, 2021), a livello globale la produzione di imballaggi è cresciuta del 4,6%: se ne realizzano ormai 4 trilioni di unità. Avanzamenti consistenti si sono avuti nel food e nel pet, perché la gente ha adottato uno stile di vita più “casalingo”.  Da punto di vista geografico, l’Asia è il continente più interessante. E si pensa che continuerà ad esserlo, a causa dell’aumento della popolazione e di quello della quota dei “benestanti”.

Federico Testarella, ceo consumer markets solutions division di Coesia

Di conseguenza, l’industria delle macchine per il packaging è esplosa. Un po’ dovunque, ma soprattutto in Italia. Si pensi che nel 2021 il mercato interno di questi costruttori è aumentato del 18%, a quota 2 miliardi; e l’export del 5%, a quota 6,4 miliardi. Secondo Ucima (Unione Costruttori Italiani Macchine Automatiche per il confezionamento e l’imballaggio), il fatturato complessivo del settore nel 2021 si è attesta infatti a 8,24 miliardi, in aumento dell’8% rispetto al 2020.  A fronte di una domanda sostenuta, le 633 le aziende di comparto hanno aumentato il personale del 2%: ora è a quota 36.351 addetti.

Dunque, la domanda è: con l’attenuarsi del Covid-19, si assisterà un rallentamento per il settore dei costruttori di macchine per il packaging? «No, perché il mondo è cambiato per sempre. Le aziende clienti si sono rese conto del vantaggio di possedere macchine e linee che la digitalizzazione ha reso molto più efficienti; e d’altra parte noi, per garantire la loro continuità nel business, dobbiamo assicurare che le imprese clienti possano accedere a tutti i dati della loro produzione, da qualsiasi luogo e in qualsiasi circostanza. È per questo che Coesi sta fornendo servizi digitali come OptiMate e PerforMate» – afferma Federico Testarella, ceo consumer markets solutions division di Coesia.

Quanto ad OptiMate, è una Hmi intelligente, in grado di collegare le macchine e l’operatore in maniera innovativa. È stata realizzata sulla scorta dei principi del design centrato sull’utente (Ucd) un approccio che pone quest’ultimo al centro del processo di progettazione. Secondo questa metodologia, il prodotto deve essere intuitivo, accessibile e non deve costituire una barriera all’ingresso. Ucd parte dall’identificazione dell’utente e delle sue esigenze.

Coesia Optimate

Inoltre, le dashboard di OptiMate consentono al tecnico di tenere tutto sotto controllo: ci sono molteplici widget, indicatori di processo per visualizzare gli output, le prestazioni e i parametri principali.

OptiMate è infine un gateway che permette all’operatore di attivare una serie completa di servizi digitali on-demand: dall’e-training che guida i tecnici passo dopo passo, in operazioni come la manutenzione, al problem solving, alla sicurezza e alla pulizia della strumentazione.

Quanto a PerforMate, è una soluzione che serve a confrontare i livelli di efficienza e le prestazioni di macchine poste in luoghi e Paesi diversi.

Grazie ad una architettura IT protetta, si raccolgono i dati da gateway collegati ai Plc delle machine tool. Le informazioni vengono visualizzate su dashboard personalizzate basate su widget. I principali Kpi, l’Oee (Overall Equipment Effectiveness: è la misura di efficacia totale di un impianto. È un indice espresso in punti percentuali che riassume in sé tre concetti molto importanti dal punto di vista della produzione manifatturiera: la disponibilità, l’efficienza ed il tasso di qualità di uno stabilimento) e altri parametri prestazionali vengono continuamente monitorati, insieme allo stato e alle condizioni di più macchine.

PerforMate consente di migliorare le prestazioni, è anche una piattaforma per connettersi ad una gamma completa di servizi basati sui dati – come ad esempio l’assistenza da remoto.

PerforMate consente di a confrontare i livelli di efficienza e le prestazioni di macchine poste in luoghi e Paesi diversi.

I trend delle macchine per il packaging: la spinta per la sostenibilità

Elisa Nistri, marketing officer di Coesia

L’economia circolare e l’impatto zero sono strettamente connessi al packaging. «Si pensi che a livello globale il 40% delle materie plastiche è utilizzato per gli imballaggi» – afferma Elisa Nistri, marketing officer di Coesia. Non è pertanto immaginabile una trasformazione green non solo dell’industria, ma del pianeta, senza passare per questo importante settore manifatturiero.

Così «ci sono tre priorità-chiave, nel packaging» – afferma la Nistri. Anzitutto lo sviluppo di materiali alternativi, più sostenibili. Tipicamente, si pensi al passaggio dalla plastica alla carta. In secondo luogo, l’incremento del riciclo. In terzo, la riduzione dei rifiuti. Al contempo si deve garantire la sicurezza e la protezione del prodotto, oltre che la tracciabilità.

Pertanto, le aziende utilizzatrici richiedono ai costruttori di macchine per il packaging di essere posti in condizione di abbracciare in toto la transizione green. Le nuove machine tool devono essere in grado di rispondere alle esigenze della sostenibilità.

Coesia, in quanto gruppo industriale, dispone di un Centre of Expertise Sustainability che opera con l’obiettivo di centralizzare la raccolta dati, supportare la definizione di strategie ambientali per le aziende del gruppo e indirizzare e massimizzare i loro sforzi in materia.

Il gruppo si sta concentrando peraltro nella creazione di nuovi prodotti e soluzioni sostenibili, nonché nell’aggiornamento della imponente base installata – tramite kit e retrofit – per consentire la lavorazione di materiali più ecologici.

A livello di singola azienda, ad esempio, le scatole prodotte dalle linee automatiche costruite dalla fiorentina Emmeci sono ora sostenibili, riutilizzabili e riciclabili; d’altra parte, c’era una forte richiesta da parte del mercato del premium packaging: moda, cosmesi, profumeria.

Quanto alla perigina Ipi, non soltanto produce macchine confezionatrici asettiche (tra cui la Fx120, particolarmente veloce) e altre linee del genere, ma anche direttamente brick sostenibili che presentano una struttura prevalentemente in cartone, nonché tappi in biopolimeri e cannucce di carta.

Macchina confezionatrice asettica Fx120 d iIpi

Quanto alla spagnola Volpak – la cui attività è focalizzata nella costruzione di macchine per il packaging nei settori del Food and Beverage, del Pet Food e dell’Home and Personal Care – ha poi dato vita a PouchLab, un centro di ricerca e sviluppo aperto all’industria del packaging che offre la possibilità di analizzare i comportamenti di nuovi materiali, come film cartacei o monomateriali, e testarli sulle macchine.

Macchina incartatrice Cw 600 F di Acma

Quanto infine ad Acma, l’azienda bolognese, guidata dall’amministratore delegato Daniele Ponzinibbi, ha di recente presentato il Material Gate, una macchina da test torsione con un sistema servomotore integrato. Esegue simulazioni utilizzando uno specifico software per creare il movimento.

Praticamente, grazie a questa strumentazione si può capire se un certo materiale può sostituire la plastica nell’avvolgimento (flowpack) di un certo prodotto, ad esempio un cioccolatino sferico, che in genere viene avviluppato con il doppio fiocco; da questo punto di vista, si possono prevedere rapidamente le prestazioni dei nuovi materiali, e in base a queste si può anche definire il settaggio giusto per la macchina che li utilizzerà.

I trend delle macchine per il packaging: l’e-commerce e la personalizzazione

Com’è noto, durante il Covid c’è stata una spinta enorme in questa direzione; ed è probabile che, nonostante l’affievolirsi della pandemia, l’e-commerce continuerà ad avanzare.

Secondo i dati pubblicati a fine aprile da Forbes, il solo mercato nordamericano è interessato da percentuale di crescita annuale pari a quasi il 130%, con un forte incremento soprattutto nei primi mesi del 2020.

Inoltre, secondo la rivista scientifica peer-reviewed (che si occupa di scienze ambientali e salute) Environment International, nei prossimi cinque anni la metà della crescita globale del retail avverrà grazie all’e-commerce. Una previsione impensabile, tre o quattro anni fa.

Macchina per il pouching Sc+ 180 d iVolpak

Tuttavia, con l’e-commerce la logistica cambia. Sotto il profilo del tipo di ordine, con la logistica tradizionale si lavora con carichi grandi e completi, e avviene il consolidamento delle merci; con quella e-commerce, predominano colli di piccoli dimensioni, casse e pacchetti. Sotto quello del cliente, con la prima l’azienda dispone di un identikit preciso del proprio cliente, che è pertanto fidelizzabile; con la seconda l’impresa non lo conosce, e perciò questi è difficilmente fidelizzabile. Sotto quello del flusso di merci, dalla regolarità si è passati alla irregolarità e alla complessità. Sotto quello del tipo di scambio commerciale, dal B2b con altre imprese o retailer si è giunti al B2c (sebbene esistano casi di e-commerce B2c).  Sotto infine quello della domanda, si assiste al passaggio dalla stabilità e dalla prevedibilità alla fluttuazione e al non pronosticabile.

Pertanto, è stato necessario progettare macchine apposite, in grado di rispondere alle nuove esigenze, che impongono un’accelerazione fortissima in termini di flessibilità e rapidità.

La crescita dell’e-commerce è stata intercettata dalla citata Volpak: si pensi che nel 2020 Volpak ha sperimentato un aumento degli ordini del 40%, soprattutto grazie a questo trend.

Il fatto è che Volpak ha sempre investito in ricerca e sviluppo e nella flessibilità delle sue soluzioni. In particolare Volpak ha realizzato una serie di macchine per il pouching, la Sc+, a movimento continuo, in grado di imbustare prodotti molto diversi tra di loro: dalle creme allo shampoo, dall’olio per le macchine al ketchup, alle salse, e alle crocchette per animali.

Crescente rilievo sta assumendo la personalizzazione degli imballaggi realizzati dalle macchine. Secondo il ceo della divisione industrial market solution di Coesia Valerio Soli, «bisogna potenziare l’esperienza del cliente finale, l’unboxing, il momento in cui apre il pacco: grazie alla tecnologia digitale, la parte interna della scatola può essere personalizzata, con istruzioni e messaggi commerciali».

I trend delle macchine per il packagingla servitizzazione

Guido Sgarbi, sales manager di D.G.

Quali sono le opportunità offerte dalla servitizzazione nel mondo del packaging? Anzitutto, bisogna considerare il “passaggio” in corso. «Storicamente, ci si basava sul principio del “costruire e vendere”» – afferma Guido Sgarbi, sales director di G.D.. In pratica, quando il prodotto usciva dalla fabbrica, cessava qualsiasi legame tra questo è l’azienda che l’aveva realizzato.

«Poi si è imposto il sistema dell’assistenza post-vendita, attualmente molto diffuso: significa fornire i pezzi di ricambio e occuparsi della manutenzione programmata, della risoluzione dei problemi e di altro. Noi di G.D. portiamo avanti il cosiddetto Aps (Advanced product service), l’assistenza evoluta sul prodotto: siamo in contatto costante con l’azienda-cliente, e forniamo un flusso di servizi che ne genera uno costante di revenue» – afferma Sgarbi.

Sempre secondo Sgarbi, «il sistema funziona nella misura in cui si fornisce al cliente solo il valore di cui ha bisogno, e se serve a migliorare le prestazioni dei macchinari».

(Ripubblicazione articolo del 12 luglio 2022)














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