Fincantieri torna all’utile: ricavi in crescita del 28%

«Siamo molto soddisfatti di essere presenti, insieme a partner di primissimo livello, su tutte le nuove tecnologie e sui relativi progetti per la loro messa a terra», ha dichiarato l'ad Giuseppe Bono

ad di Fincantieri
Giuseppe Bono, ad di Fincantieri

Fincantieri registra un H1 in positivo. I ricavi ammontano a 3.026 milioni di euro, +28% rispetto allo stesso periodo del 2020. L’incremento dei ricavi rispecchia il positivo andamento del settore Shipbuilding (+32,5% escluse le attività passanti) e testimonia la piena ripresa delle attività produttive nei cantieri italiani del gruppo che hanno recuperato i volumi persi nel 2020 a seguito del fermo produttivo indotto dal Covid-19.

Il settore Sistemi, Componenti e Servizi presenta un incremento dei ricavi (+22,8%) trainato delle attività a supporto della costruzione di navi da crociera e militari. Il segmento Offshore e Navi speciali ha consuntivato nel primo semestre 2021 ricavi sostanzialmente in linea con quelli del corrispondente periodo del 2020 (-3,5%) recuperando parte dei volumi persi nel primo trimestre 2021. L’andamento dei ricavi sconta l’impatto netto negativo (15 milioni) della conversione in Euro dei ricavi denominati in Dollari americani e in Corone norvegesi generati dalle controllate estere. Al 30 giugno 2021 i ricavi generati dal Gruppo con clienti esteri risultano essere pari all’88%, in crescita rispetto al precedente semestre (84%).







L’Ebitda del gruppo al 30 giugno 2021, pari a euro 219 milioni (euro 119 milioni al 30 giugno 2020), beneficia sia dell’incremento dei volumi che del miglioramento della marginalità, anche al netto degli effetti degli impatti da incremento dei prezzi delle materie prime. L’Ebitda margin, escluse le attività passanti, è passato infatti dal 5,5% del 30 giugno 2020 al 7,2% del 30 giugno 2021 consentendo di recuperare ben oltre i margini persi a seguito del fermo produttivo, del primo semestre 2020, nei siti italiani del Gruppo per effetto del Covid(euro 65 milioni). L’incremento della marginalità è riconducibile principalmente al settore Shipbuilding (Ebitda margin pari al 7,7% escluse le attività passanti). VARD Offshore ha chiuso il primo semestre 2021 con un EBITDA con segno positivo confermando le scelte strategiche poste in essere dal management a partire dal 2019 attraverso la ristrutturazione avviata a valle del delisting del gruppo norvegese.

L’Ebit conseguito nei primi sei mesi del 2021 è pari a euro 123 milioni rispetto a euro 54 milioni dell’analogo periodo dell’anno precedente con un Ebit margin (incidenza percentuale sui Ricavi e proventi escluse le attività passanti) pari al 4,1% (2,3% nel primo semestre 2020). L’incremento dell’Ebit è imputabile alle motivazioni già illustrate in riferimento all’Ebitda di gruppo. Si segnala una minore incidenza degli ammortamenti nel primo semestre 2020 a seguito della riclassifica ad oneri estranei alla gestione ordinaria degli ammortamenti operativi relativi al periodo di fermo produttivo indotto dal Covid.

Il risultato del periodo adjusted è positivo per euro 49 milioni al 30 giugno 2021 (negativo per euro 29 milioni al 30 giugno 2020). Oneri e proventi finanziari presentano un valore negativo pari a euro 45 milioni (negativo per euro 63 milioni al 30 giugno 2020). La variazione positiva è da ricondursi principalmente agli utili e perdite su cambi (in riduzione di euro 21 milioni rispetto alla perdita registrata lo scorso semestre per la conversione del finanziamento sottoscritto in Dollari americani della controllata brasiliana Vard Promar) e alla riduzione (per circa euro 10 milioni) della componente finanziaria legata ai derivati di copertura (nel 2020 è stata consegnata una delle due navi denominate in Dollari americani). Tali miglioramenti sono stati parzialmente compensati dalla maggiore svalutazione dei crediti finanziari (in incremento per euro 9 milioni), e dai maggiori oneri finanziari netti sull’esposizione del periodo. Oneri e proventi su partecipazioni presentano un valore al 30 giugno 2021 pari a zero (negativo per euro 3 milioni al 30 giugno 2020) quale effetto netto del provento di euro 14 milioni, differenza tra il prezzo contrattuale e il patrimonio del Gruppo INSO alla data di acquisizione, compensato dalla rilevazione delle perdite realizzate da alcune società collegate. 

I proventi e oneri estranei alla gestione ordinaria e non ricorrenti sono negativi per euro 53 milioni (euro 139 milioni al 30 giugno 2020) e includono i costi relativi ai contenziosi per danni da amianto per euro 29 milioni, gli oneri connessi al COVID-19 per euro 22 milioni legati all’implementazione delle misure di prevenzione adottate per garantire la salute e sicurezza del personale, oltre ad altri oneri legati ad attività non ricorrenti per euro 2 milioni. Al 30 giugno 2020 i costi COVID-19 includevano inoltre il mancato assorbimento dei costi fissi di produzione per il periodo di fermo produttivo (circa euro 65 milioni, di cui euro 17 milioni di ammortamenti).

Il Risultato del periodo, per effetto di quanto sopra riportato, si attesta su un valore positivo pari a euro 7 milioni (negativo per euro 137 milioni al 30 giugno 2020). Il risultato di pertinenza del Gruppo è positivo per euro 6 milioni, rispetto ad una perdita di euro 135 milioni dello stesso periodo del precedente esercizio.

Il capitale investito netto al 30 giugno 2021 è pari a euro 2.421 milioni, in crescita rispetto a euro 1.867 milioni al 30 giugno 2020. Nello specifico, il capitale immobilizzato netto presenta complessivamente un incremento di euro 123 milioni. Tra gli effetti più rilevanti si segnalano in particolare i) l’iscrizione nei Diritti d’uso a fronte di nuovi contratti di affitto sottoscritti da alcune controllate; ii) l’incremento del valore degli Immobili, impianti e macchinari per euro 89 milioni, dove gli investimenti effettuati nel semestre (euro 136 milioni) e l’impatto positivo della traduzione dei bilanci in valuta (euro 9 milioni) sono stati in parte compensati dagli ammortamenti del periodo (euro 51 milioni), e dalla riduzione delle immobilizzazioni (euro 20 milioni) per effetto del conferimento, da parte di VARD, in una società armatrice operante nel settore Offshore di una nave precedentemente iscritta nelle immobilizzazioni in corso e iii) l’incremento della voce Partecipazioni (euro 14 milioni) per effetto della medesima operazione di conferimento.

Il capitale di esercizio netto risulta positivo per euro 263 milioni (negativo per euro 202 milioni al 31 dicembre 2020) con un incremento di euro 465 milioni. Le principali variazioni hanno riguardato: i) la riduzione dei Lavori in corso su ordinazione e anticipi da clienti (euro 297 milioni) quale effetto netto dell’avanzamento delle commesse nel periodo e della  fatturazione della rata finale di una unità cruise in consegna nel mese di luglio; ii) l’incremento dei Crediti commerciali (euro 753 milioni) per effetto della citata fatturazione; iii) la riduzione dei Debiti verso fornitori (euro 99 milioni) principalmente per il pagamento del debito iscritto a fine 2020 per il riacquisto di due unità FREMM dalla controllata Orizzonte successivamente rivendute da Fincantieri e iv) la riduzione delle Altre attività e passività correnti (euro 75 milioni) principalmente per la riduzione di crediti diversi verso armatori e l’incremento dei debiti verso il personale per retribuzioni differite.

La posizione finanziaria netta consolidata, che non ricomprende i construction loans, presenta un saldo negativo (a debito) per euro 1.617 milioni (a debito per euro 1.062 milioni al 31 dicembre 2020). L’incremento, in linea con le previsioni, è coerente con l’andamento dei volumi di produzione sviluppati e con il piano di consegne che prevede sei unità cruise nella restante parte dell’anno (tre nel solo mese di luglio con incassi pari a circa euro 1,5 miliardi). Gli incassi del mese di luglio portano la Posizione finanziaria netta ad un valore negativo prossimo a euro 1,2 miliardi per poi assestarsi, a fine anno, a valori attesi inferiori al picco di marzo e in linea con quelli consuntivati al 31 dicembre 2020. Questo evidenzia ancora una volta come l’andamento dell’indebitamento finanziario sia fortemente condizionato dal programma produttivo e dal piano delle consegne. Si segnala, inoltre, che la Posizione finanziaria netta risente della strategia adottata nel 2020 di concedere dilazioni commerciali ai propri clienti (euro 423 milioni al 30 giugno 2021), al fine di salvaguardare l’ingente carico di lavoro acquisito e di rafforzare i rapporti con le società armatrici. Il rientro di tali importi, sulla base delle dilazioni concordate con gli armatori, è previsto nel corso del secondo semestre 2021 e nel corso del 2022.

I construction loans, al 30 giugno 2021 ammontano complessivamente a euro 1.278 milioni, con un decremento di euro 47 milioni rispetto al 31 dicembre 2020, e sono relativi alla Capogruppo per euro 1.090 milioni e alla controllata VARD per euro 188 milioni. Si ricorda che, in considerazione delle caratteristiche operative dei construction loans e, in particolare, della circostanza che tali strumenti di credito sono ottenuti e possono essere utilizzati esclusivamente per finanziare le commesse a cui sono riferiti, gli stessi sono considerati dal management alla stregua degli anticipi ricevuti dai clienti e sono quindi classificati all’interno del Capitale di esercizio netto.

Nel primo semestre 2021 gli indicatori reddituali ROI e ROE sono rispettivamente pari a 5,8% e 0,9%. Le variazioni del ROI e del ROE, rispetto al precedente semestre, sono principalmente riconducibili ai risultati operativi, EBIT e Risultato netto, che hanno visto un recupero della marginalità. 

Gli indicatori di solidità ed efficienza della struttura patrimoniale riflettono l’incremento del Totale indebitamento finanziario e della Posizione finanziaria netta del Gruppo principalmente riconducibile al piano di consegne che prevede sei unità cruise nel secondo semestre 2021 (di cui tre nel solo mese di luglio).

«Ci auguriamo che, grazie alle stringenti misure adottate per contrastare la pandemia, campagna vaccinale in primis, possa confermarsi la forte accelerazione della ripresa, così come dimostrano i risultati che abbiamo presentato oggi, sia sotto l’aspetto economico-finanziario che sotto quello dell’eccezionale performance nel settore militare, dove crediamo di poter vantare la leadership mondiale nelle navi di superficie, che si accompagna a quella che già deteniamo nel comparto delle navi da crociera», ha commentato Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri. «Inoltre siamo molto soddisfatti di essere presenti, insieme a partner di primissimo livello, su tutte le nuove tecnologie e sui relativi progetti per la loro messa a terra come, per citarne solo uno, quello per l’elettrificazione del sistema portuale italiano».














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