Federazione Anie: allarme per la produzione industriale elettronica ed elettrotecnica

Il presidente della federazione Giuliano Busetto esprime una forte preoccupazione per la flessione produttiva attuale e quella prevista ancora più drastica nei prossimi mesi. E chiede una rapida riapertura delle filiere

Giuliano Busetto, presidente Anie

Secondo i dati diffusi dall’Istat l’industria italiana delle tecnologie – elettrotecnica ed elettronica – ha mostrato a febbraio un andamento di segno negativo della produzione industriale. Nel confronto con lo stesso mese del 2019, l’industria elettrotecnica ed elettronica ha registrato una variazione negativa dei livelli di attività industriale dello 0,1% (-1,9% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale). A dirlo Federazione Anie, cui aderiscono 1.400 aziende del settore che in Italia occupa 500mila addetti con un fatturato aggregato (a fine 2018) di 80 miliardi di euro.

Il confronto congiunturale

Nel confronto congiunturale, a febbraio 2020 rispetto a gennaio 2020, l’industria elettrotecnica ed elettronica ha mostrato un calo della produzione industriale del 2,9% (-1,0% la corrispondente variazione nella media del manifatturiero nazionale).







Giuliano Busetto, presidente di Federazione Anie ha commentato: «Se a febbraio il dato della produzione industriale era già sensibilmente negativo, oggi – per effetto della diffusione del Covid-19 sul territorio nazionale e nei principali mercati esteri di riferimento lo scenario è fortemente peggiorato. L’emergenza sanitaria in corso e le conseguenti misure di contenimento costituiscono un elevato shock per l’economia, che si trasmette sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta attraverso una restrizione dei consumi e una brusca frenata dell’attività produttiva. Queste dinamiche sono fra l’altro intercettate dai principali indicatori congiunturali che, nelle più recenti rilevazioni, segnalano cali molto ampi della fiducia. Forte preoccupazione anche alla luce delle chiusure dei siti produttivi: ci aspettiamo un calo della produzione ancora più drastico nei prossimi mesi. Auspichiamo una ripartenza rapida seppur graduale per tutte le filiere che possono garantire le condizioni di sicurezza. In questo momento però è urgente garantire liquidità alle imprese per la tenuta del sistema e per rendere possibile la ripartenza. Bisogna agire subito: per evitare una crisi di non ritorno delle imprese già in difficoltà dopo i primi mesi del 2020».

 

 














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