L’automazione di laboratorio secondo Faulhaber

Aihua Hong analizza i benefici delle soluzioni di azionamento per la chimica, la farmaceutica e il settore alimentare

Aihua Hong, Sales Engineer International di Faulhaber
Aihua Hong, Sales Engineer International di Faulhaber.

Automatizzare le analisi di laboratorio è un passaggio necessario per aumentare la produttività e ottenere risultati più veloci, ma non si può scendere a compromessi con la precisione. La dottoressa Aihua Hong, Sales Engineer International di Faulhaber, azienda specializzata nello sviluppo, produzione e distribuzione di sistemi di azionamento miniaturizzati ad alta precisione, spiega come si sta evolvendo questo mercato e quali vantaggi possono portare per i laboratori i motori prodotti dall’azienda. Partendo dal concetto di automazione di laboratorio, che non è uguale per tutti.

«Il grado di automazione nei diversi laboratori varia notevolmente, potendo spaziare dall’esecuzione di singoli processi usando dispositivi stand-alone alla completa analisi dei campioni in sistemi complessi. Quest’ultima è particolarmente richiesta nelle aree dove è necessario esaminare grandi quantità di campioni secondo un protocollo standardizzato ed è richiesta una piccola flessibilità – come l’Ivd nel laboratorio centrale di un ospedale o nei grandi laboratori di diagnosi medica», sottolinea la Hong.
In questi casi processo avviene in maniera completamente automatizzata: i campioni vengono preparati, scannerizzati per identificare il tipo di analisi richiesta e, tramite un nastro trasportatore o un trolley motorizzato, vengono trasportati nelle stazioni di analisi. Qui viene rimosso il tappo, asportato il campione per essere posizionato sul piano di analisi e viene sigillata nuovamente la provetta. La fase successiva è quella dove entra in gioco la tecnologia di azionamento, quanto intervengono processi come la pipettatura, la gestione di liquidi, la miscelazione e la mescolazione.







«Molti dei diversi movimenti devono essere eseguiti durante l’intero processo, e i requisiti richiesti alla tecnologia di azionamento differiscono di conseguenza. I nastri trasportatori richiedono grossi motori potenti e componenti che siano il più possibile compatti e leggeri», ha specificato la Hong. «Molte applicazioni richiedono un sistema a elevata dinamica per movimenti start/stop ripetuti come i processi pick-and-place e di pipettatura. In questo ambito sono richiesti velocità e un posizionamento estremamente accurato. Anche le dimensioni e il peso giocano un ruolo importante: l’azionamento per i movimenti di sollevamento e abbassamento del braccio di presa o della testa di pipettatura può essere normalmente trovato nel componente mobile. Deve quindi essere estremamente leggero e compatto».

Processi in cui i micromotori DC delle serie 1524Sr e 2224Sr possono fare la differenza, essendo privi di armature di ferro: «sono molto più leggeri e piccoli di altri modelli con prestazioni paragonabili», prosegue la dottoressa, sottolineando che «sono caratterizzati dall’avere una dinamica estremamente elevata. Sono utilizzati principalmente in combinazione con un encoder serie IE3, che incrementa la lunghezza complessiva dell’unità di due soli millimetri».














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