La robotica industriale? Nella fabbrica è a servizio dell’uomo! Le Olimpiadi di Fanuc

di Chiara Volontè ♦︎ Nel plant digitalizzato e 4.0 i robot sono uno strumento che crea valore economico: entro il 2025 il comparto varrà globalmente 33,8 miliardi di dollari. Machinery: l’Italia è al quarto posto al mondo come produzione, export e consumo di macchine utensili. La sfida: colmare il mismacht di competenze. E sulle nuove skill… Con Marco Delaini, Barbara Colombo, Marco Alparone, Alessandro Scarabelli, Domenico Appendino, Raffaele Crippa, Gert Lanz

Fanuc Lainate

Robot che aizzano la rivolta operaia in fabbriche sporche e rumorose? Fritz Lang, con il suo Metropolis – capolavoro del muto ambientato nel 2026 – non avrebbe potuto dare una rappresentazione più lontana di quello che è, oggi, il mondo industriale. Il plant 4.0, infatti, è antropocentrico e sicuro: la tecnologia è a servizio dell’uomo. Ma, per poter gestire un ambiente ad alto tasso di automazione, i lavoratori devono possedere tutta una serie di competenze “nuove” e trasversali. «L’Italia è un grande utilizzatore di tecnologia robotica, ma siamo anche un grande costruttore di linee automatizzate ad elevato valore aggiunto – spiega Marco Delaini, managing director di Fanuc Italia – È questo a contraddistinguerci. Pertanto, per restare leader in questo ambito abbiamo bisogno di investire continuamente nella formazione dei futuri ingegneri robotici, designer industriali, programmatori, e manutentori di robot. Nel mondo del lavoro di oggi si richiedono non soltanto competenze tecniche, ma soprattutto creatività e pensiero innovativo».

Skill costantemente aggiornate e investimenti nelle professionalità più qualificanti: è questo che serve all’Italia per mantenere la sua leadership a livello mondiale nell’ambito della manifattura, soprattutto di precisione. Infatti, il nostro è il secondo Paese manifatturiero in Europa e il sesto a livello mondiale per vendite e installati, ed è particolarmente forte nella produzione di macchinari, articoli di moda, prodotti alimentari, parti di automobili e prodotti farmaceutici. Risultati raggiunti grazie a un nuovo modo di intendere la fabbrica, digitalizzata e 4.0, all’interno della quale i robot rappresentano uno strumento a servizio del lavoratore. Le prospettive di settore? In crescita costante: si prevede infatti che, entro il 2025, il comparto della robotica industriale avrà un valore globale di 33,8 miliardi di dollari.







«Quando si parla di macchine utensili, l’Italia è una grande protagonista: si posiziona infatti al quarto posto al mondo come produzione, export e consumo di macchine utensili, e nel comparto deformazione siamo primi in Europa e secondi al mondo – racconta Barbara Colombo, Presidente di Ucimu-Sistemi per produrre – A caratterizzare il made in Italy sono la nostra flessibilità e il nostro livello avanzato dal punto di vista dell’automazione. Per mantenere questa leadership l’industria italiana ha quindi costante bisogno di figure professionali preparate. Le opportunità occupazionali ci sono, e sono importanti, e l’augurio è che la forbice tra domanda e offerta si riduca sempre più». Machinery, robotica, formazione sono stati i temi al centro della prima edizione delle Olimpiadi della robotica (22 e 23 maggio), concorso ideato da Fanuc Italia che ha visto sfidarsi i migliori team delle Scuole Secondarie di Secondo grado italiane. All’evento hanno partecipato Marco Delaini, managing director di Fanuc Italia; Barbara Colombo, presidente di Ucimu-Sistemi per produrre e amministratore delegato di Ficep; Marco Alparone, vicepresidente della Regione Lombardia; Alessandro Scarabelli, direttore generale di Assolombarda; Domenico Appendino, presidente di Siri, Associazione Italiana di Robotica e Automazione; Raffaele Crippa, direttore Its Meccatronica Lombardia; Gert Lanz, official delegate Worldskills Italy.

La robotica industriale da Fanuc Lainate

Il mercato dei robot? È destinato a crescere…

Marco Delaini, managing director di Fanuc Italia

«L’Italia si trova in una posizione privilegiata, quando si tratta di utilizzo di robot – commenta Domenico Appendino, Presidente di Siri – Non siamo un Paese di costruttori di robot, ma siamo un Paese di grandi integratori di sistemi robotici, e molte linee di automazione vengono poi esportate all’estero. È importante ricordare che quello della robotica è un settore fortemente antropocentrico: il robot è uno strumento avanzato e richiede personale qualificato per governarlo, perché sarà sempre l’uomo a gestire le funzionalità intelligenti dei robot. Ai giovani studenti spetta il compito di trasformare le opportunità di crescita date dai robot in valore per l’uomo». Secondo i dati diffusi dall’Associazione italiana di robotica e automazione, nel 2008 in Italia risultavano installati 4.500 robot, nel 2021 più di 11.000. Una crescita del 156% sostenuta soprattutto dal super incremento del 50% registrato nell’ultimo anno, la migliore performance di sempre. Il 79,4% delle macchine installate sono robot articolati e l’area applicativa predominante è quella della manipolazione (72%). A seguire la saldatura (10,6%) e l’assemblaggio (10%). Manipolazione materiale, operazioni di carico-scarico macchine e pallettizzazione, gli utilizzi prevalenti. In particolare, l’Italia risulta il terzo paese al mondo per numero di robot utilizzati nell’asservimento macchine utensili. Ci superano soltanto i cinesi e i giapponesi. Per densità robotica, in Europa siamo secondi solo alla Germania: 224 robot ogni 10.000 addetti, percentuale di gran lunga superiore sia alla media europea (120) che mondiale (126).

Fanuc Lainate

La robotica cresce anche nel più classico dei settori, quello dell’automotive: nel giro di due anni siamo passati dal quinto al terzo posto, con un market share europeo del 7,3%. Ottima anche la risposta dell’industria nel suo complesso: la quota robot italiana è del 23,3%, secondi solo alla Germania. La corsa non si ferma. Per il 2022 si stima una crescita del 10,8% per un totale di oltre 13.000 robot. Record assoluto. Secondo i dati rilasciati dall’International Federation of Robotics (Ifr) il trend è destinato a proseguire sino ad almeno il 2024. I motivi sono ben noti: introdurre l’automazione permette di abbattere i costi di produzione e, di conseguenza, il prezzo dei prodotti finiti, stimolandone la domanda. Un loop che porta a incrementare la produzione e quindi il numero di occupati. L’idea che l’automazione e la robotica sostituiscano i lavoratori con macchine è ancora molto diffusa, ma è un concetto ormai obsoleto e sconfessato dai fatti. «Le imprese che più hanno investito in automazione sono anche quelle che hanno aumentato maggiormente la forza lavoro – afferma Domenico Appendino – Non è un caso che i primi quattro Paesi al mondo con la più elevata densità di robot abbiano tutti un tasso di disoccupazione al di sotto del 4%». Così, ai nomi noti Abb, Fanuc, Kuka, Mitsubishi Electric, Omron, Yaskawa, Kawasaki e l’italianissima Comau, si stanno affiancando nuovi player come la danese Universal Robots, specializzata unicamente in cobot.

L’occupazione: i robot lavorano per l’uomo!

Le figure specializzate troveranno posto in azienda di fianco ai robot, per controllarne l’operato e governarli. Olimpiadi Fanuc 2023

È innegabile che la fabbrica 4.0 richieda una gamma di competenze sempre maggiore: avendo sempre più automazione sia fisica – con i robot – sia come raccolta di informazioni – tramite IoT e sensori – il plant può essere controllato da remoto, e a questo punto il ruolo delle persone è quello di gestire il processo in modo diverso, con maggiore competenza e creatività. Le figure specializzate, che quanto a numeri ad oggi mancano ancora in Italia, troveranno posto in azienda di fianco ai robot, per controllarne l’operato e governarli. Ma le figure non specializzate soffriranno sempre di più perché la direzione è di avere un utilizzo sempre più specializzato del personale non solo in fabbrica, ma anche in magazzino e in ufficio.

Questo si traduce nel fatto che i lavori operativi diventano di un certo livello di concetto, di flessibilità e capacità che prima non erano richiesti. Tutto questo avrà un impatto occupazionale non sulla quantità – i robot ci rubano il lavoro – ma sul tipo di skill richieste. «Eventi come questo delle Olimpiadi concorrono a dare una corretta visione dell’industria: la robotica esiste e non è fantascienza, ma tecnologia impiegata in tutte le imprese del territorio, anche nelle più piccole – afferma Alessandro Scarabelli, direttore generale di Assolombarda – Ecco perché è necessario capitalizzare una formazione sempre più approfondita di matrice tecnica, non solo tra le imprese ma nelle scuole, così da sostenere le imprese e aiutarle a cogliere le opportunità del mercato».

Mismacht di competenze: il grande problema dell’industria

L’interazione tra uomo e robot presso Fanuc Lainate durante le Olimpiadi 2023

Se è risaputo che l’ingegnere robotico è tra le professioni del futuro più gettonate, come indicato da LinkedIn nella sua analisi sui 25 lavori più richiesti del 2023 in Italia, è anche vero che le aziende faticano a trovare tra i diplomati e i laureati in meccanica e meccatronica profili professionali da inserire in organico, tanto che più della metà delle figure cercate non viene trovata perché non soddisfa i requisiti richiesti. «È da otto mesi che in Ficep cerchiamo programmatori Plc da assumere e far crescere in azienda, ma ancora non li abbiamo trovati – ci spiega Barbara Colombo, amministratore delegato di Ficep e presidente di Ucimu – E non si tratta di un problema economico: da noi, chi accetta di lavorare all’estero può guadagnare anche 70mila euro all’anno con l’indennità di trasferta». Il fenomeno del mismatch tra domanda e offerta di lavoro è un enorme problema che sta attraversando il comparto manifatturiero, e questo disequilibrio cresce con l’aumentare del livello della digitalizzazione di fabbrica, che richiede figure professionali capaci di operare sui nuovi macchinari.

Ma se persino un’azienda come Ficep, al settimo posto nel ranking del settore delle macchine utensili e con 450 dipendenti all’attivo, ha difficoltà a trovare nuova forza lavoro, come stanno affrontando questa complessità le imprese più piccole? «Per agevolare le imprese del territorio, come Ficep stiamo cercando di pensare sempre più in ottica di filiera. Normalmente, la dimensione media di una realtà che produce macchine utensili è di 70 dipendenti circa – ci spiega Barbara Colombo – Un’azienda “fuori misura” come la nostra crea un effetto di trascinamento importante per le aziende del territorio. Non solo rispetto alle logiche di digital transformation e lean manufacturing, ma anche di determinate caratteristiche a livello di qualità e sostenibilità». Ma le imprese, anche le più virtuose, da sole non possono affrontare il problema della mancanza di personale skillato per le nuove esigenze di fabbrica. È necessario creare un ecosistema composto da imprese e scuole, in cui le prime indicano alle seconde quali sono le abilità di cui necessitano: solo in questo modo sarà possibile colmare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro. «Gli Its stanno dando una risposta alla domanda di formazione diversa e 4.0, che è quella che viene richiesta dall’industria – chiosa Marco Alparone vicepresidente Regione Lombardia Ma anche le istituzioni devono fare la loro parte. Dobbiamo dar vita a un connubio tra politica, mondo imprenditoriale e scuole».

Le Olimpiadi della robotica di Fanuc

I vincitori delle Olimpiadi di Fanuc 2023

La volontà di contribuire a colmare la diffusa carenza di competenze nei giovani studenti e stimolarli a investire nella propria passione per la robotica è la vera sfida delle Olimpiadi organizzate da Fanuc. La competizione si è svolta il 22 e 23 maggio 2023 presso la sede di Lainate di Fanuc, ed è stata patrocinata da Anipla, Assolombarda, Fondazione Ucimu, Regione Lombardia, Siri e WorldSkills. L’iniziativa ha offerto agli studenti un’opportunità unica di formazione sul campo, attraverso l’esecuzione di prove teoriche e pratiche allineate ai più alti standard. «La formula della competizione rappresenta un’occasione per avvicinare gli studenti ad un aspetto ludico e appassionante della robotica – afferma Marco Delaini – Grazie ad iniziative come questa, i giovani possono interagire in prima persona con i robot e hanno modo di apprendere il valore dell’automazione industriale. Con l’organizzazione delle Olimpiadi della robotica, Fanuc ribadisce il proprio impegno nella ricerca di una sinergia produttiva tra mondo della scuola e del lavoro».

Il primo classificato è stato il team formato dagli studenti Giorgia Caligaris e Riccardo Pica dell’Isis Brignoli-Einaudi-Marconi di Staranzano (Go). La coppia vincitrice delle Olimpiadi Fanuc della Robotica 2023 è quella che comprende l’unica ragazza in gara tra i 26 studenti partecipanti. Al secondo posto il team composto dagli studenti Simone Parlato e Filippo Andriolo dell’Iss Marzotto-Luzzatti di Valdagno (Vi). Gradino più basso del podio per il team di Luca Battaglia e Alessandro Navio dell’Its Lombardia Meccatronica di Sesto San Giovanni (Mi). Le tre squadre si sono aggiudicate l’accesso diretto ai campionati WorldSkills Italy 2023, che si terranno a Bolzano dal 28 al 30 settembre 2023, competizione dalla quale verrà selezionato il Team che rappresenterà l’Italia ai campionati mondiali WorldSkills Lyon 2024 (10-15 settembre 2024). Agli studenti vincitori va anche un set di premi offerti da Fanuc, e ai loro istituti il pacchetto del percorso di certificazione delle competenze robotiche ideato da Sanoma e Fanuc. «Nel corso di questa competizione vogliamo far emergere le passioni e i talenti dei giovani studenti – sottolinea Gert Lanz, delegato tecnico di WorldSkills – e aiutarli a sentirsi parte di una collettività inclusiva che sta facendo la differenza».














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