Sostenibilità alla Fabbrica del Futuro di Brescia. Le best practice di Gruppo AB, Mori 2A, Rubinetterie Bresciane Bonomi

di Laura Magna ♦︎ Con 10 miliardi di valore aggiunto e oltre 160mila occupati, Brescia è la capitale europea dell'industria. La Fabbrica del Futuro è il centro delle iniziative di Confindustria Brescia. Mori 2A: automazione e riduzione consumi energetici nel settore metalmeccanico. Gruppo AB: cultura green e personalizzazione per gli impianti di cogenerazione e biometano. Rubinetterie Bresciane Bonomi: hi-tech e rinnovabili per la produzione di valvole e rubinetti per l’industria idraulica

Interno dello stabilimento di Gruppo AB

A Brescia, la prima provincia manifatturiera d’Europa, si sta costruendo la “Fabbrica del Futuro”. È un brand lanciato da Confindustria Brescia, guidata da Franco Gussalli Beretta (patron dell’omonima e storica fabbrica d’armi), nell’ambito di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023. Ma è anche un modo per raccogliere le best practice dell’industria più importante del Vecchio Continente e per capire dove essa si evolve e come cresce. Delle iniziative di Confindustria Brescia abbiamo parlato diffusamente qui, a ridosso dell’inaugurazione dell’evento pivot lo scorso 26 maggio nel Parco dell’Acqua di Brescia, dove sono tuttora in mostra i progetti innovativi della prima provincia industriale d’Europa.

Nel nostro excursus dei progetti parliamo in questo articolo di sostenibilità. E lo facciamo intervistando gli imprenditori che hanno vinto in questa sezione, con uno dei temi più critici dell’era contemporanea, la transizione green, che vede coinvolta in prima persona l’industria e quella energivora in particolare. Come l’industria meccanica, qui rappresentata dalle storie di Mori 2A, attiva nella produzione di macchine utensili a controllo numerico per la lavorazione di acciaio e plastica per il settore Ho.Re.Ca.; e ancora il Gruppo AB, con focus sulla costruzione e manutenzione di impianti di cogenerazione e biometano; e Rubinetterie Bresciane Bonomi, leader nella produzione di valvole e rubinetti per l’industria idraulica.







 

Gruppo AB: il potere di una cultura della sostenibilità

Angelo Baronchelli, presidente Gruppo AB

Ha sede in un avveniristico polo industriale di 40mila mq a Orzinuovi il cuore produttivo e ingegneristico del gruppo AB, che ha focus sulla costruzione e manutenzione di impianti di cogenerazione e biometano: insomma, un’azienda che ha la sostenibilità nel proprio dna. Fondata nel 1981 da Angelo Baronchelli e dalla moglie Graziella Calzavacca, il gruppo si è ampliato negli anni fino a diventare una multinazionale. Oggi la società bresciana ha una presenza diretta in 20 Paesi del mondo tra Europa, Nord e Sud America e ha un organigramma complesso, sotto il cappello della capogruppo AB Holding. Ovvero una serie di controllate che consentono di presidiare ogni mercato specifico sotto il profilo dell’attività commerciale, dell’assistenza e del servizio post-vendita, partendo dalla filiale commerciale italiana AB Energy. Di ricerca e sviluppo si occupa AB Grade, che mette a punto innovative tecnologie di transizione energetica insieme a Doable, polo tecnologico all’insegna della digitalizzazione dei processi. AB Engineering, con oltre 140 ingegneri, è dedicata alla pianificazione di tutte le attività legate all’implementazione di soluzioni personalizzate rispetto alle esigenze del cliente finale; mentre alla costruzione degli impianti chiavi in mano è dedita AB Impianti. Ancora, il gruppo si occupa di sperimentare e testare direttamente le soluzioni dedicate all’economia circolare, con AB Ambiente, dove sono in funzione gli impianti pilota di produzione di biogas e biometano. La società offre anche servizi collaterali (locazione operativa di macchinari con AB Fin-Solution e servizi post vendita e manutenzione con AB Service).

Gruppo AB è specializzato nella costruzione e manutenzione di impianti di cogenerazione e biometano

Nel 2022 il gruppo, che conta oggi 1200 addetti, si è chiuso con fatturato a a 324,48 milioni da 277,54 (l’export vale il 35% del fatturato) e Valore della produzione a 375,97, da 292,8milioni. «Il portafoglio ordini al 31 dicembre 2022 ci fa prevedere un ulteriore crescita nel 2023, sia sul fronte dei ricavi sia su quelli dei margini, oggi pari a 32,4 milioni con utile netto di 18,69 milioni», così il presidente Angelo Baronchelli a Industria Italiana «Mai come oggi siamo chiamati ad affrontare sfide energetiche complesse a livello globale. Per questo la nostra leadership AB nel settore della cogenerazione si è allargata anche ai biocombustibili, con sistemi per la purificazione e la liquefazione del biometano e per il trattamento delle emissioni in atmosfera». «Nella convinzione che per fare sostenibilità serva innanzitutto un approccio culturale, dal 2013 investiamo anche nell’informazione di settore e nel 2022 abbiamo il portale video NetZero Tube per “mettere in circolo” e a fattor comune le conoscenze sulla produzione di energie alternative tramite cogenerazione, biogas e biometano, che rappresentano un tassello fondamentale per il compimento della transizione energetica». Ed è con questo progetto che il gruppo approda in Fabbrica del Futuro.

«NetZero Tube è costituito da tre canali video: Biogas Channel, Cogeneration Channel e Biomethane Rng Channel. Dal 2013 abbiamo raccolto migliaia di testimonianze e interviste a esperti di settore e continuiamo a interpellare le maggiori fonti autorevoli sul tema per contribuire a diffondere la conoscenza corretta e aggiornata sul mondo del biogas, del biometano e dell’efficienza energetica». Una sorta di Treccani del net zero, che offre una panoramica unica in un contesto globale, sul mondo della sostenibilità. E che è già attiva anche all’estero che è la principale direttrice di sviluppo futuro per il gruppo di Orzinuovi. Nel 2022 la società ha avuto scambi con 19 mercati esteri e attualmente conta almeno un avamposto (spesso sono uffici e/o magazzini) in Spagna, Romania, Polonia, Serbia, Croazia, Rep. Ceca, Austria, Brasile, Canada, Uk, Germania, Usa, Israele, Francia, Messico, Bulgaria, Argentina e Grecia. «AB si pone in tutti questi mercati come un interlocutore di riferimento unico che permetta all’utenza finale di creare un sistema energetico completo e sostenibile, offrendo diverse tecnologie disponibili (upgrading biogas, liquefazione biometano e CO, cogenerazione, fotovoltaico, sistemi di abbattimento emissioni e supporto all’intero progetto dallo studio di fattibilità alla manutenzione)».

Mori 2A un esempio virtuoso di sostenibilità nel settore metalmeccanico 

Alvise Mori, ceo Mori 2A

È dal 1928 che la famiglia Mori si dedica alla lavorazione del metallo: la tipica officina artigianale italiana che attraverso le generazioni è divenuta una realtà industriale affermata nel settore Ho.Re.Ca. Negli anni Sessanta, Aristide Mori, figlio del fondatore imprime il primo slancio industriale ma è nel 1991 con l’ingresso della terza generazione che l’azienda prende il volo sotto la guida dell’attuale ad Alvise Mori. Mori 2A è un produttore di Moca (Materiali e Oggetti destinati al Contatto Alimentare) in acciaio inossidabile e materie plastiche riutilizzabili e nel 2022 ha fatturato 27,8 milioni di euro (+25% rispetto ai 23,6 milioni del 2021). In particolare, la fabbrica di Nuvolento produce oltre 1.800.000 di pezzi in acciaio inox all’anno, per realizzare contenitori per alimenti, vasche e accessori per gastronomia, gelaterie e ristorazione. Un’innovazione tecnologica che permette a Mori 2A una gestione flessibile, agile e smart dell’intero ciclo produttivo, a partire dalla progettazione e prototipazione sino allo stoccaggio del prodotto finito, che può essere anche co-disegnato con il cliente. Per rispondere alle nuove domande dell’industria alimentare al cui servizio Mori 2A lavora, nel 2013 viene inaugurata una nuova sede produttiva, Brescia Est, per lo stampaggio ad iniezione di differenti materie plastiche (polipropilene, policarbonato, Abs, Tritan, Petg, Pmma, Pes).

Mori 2A è un produttore di Moca (Materiali e Oggetti destinati al Contatto Alimentare) in acciaio inossidabile e materie plastiche riutilizzabili e nel 2022 ha fatturato 27,8 milioni di euro (+25% rispetto ai 23,6 milioni del 2021)

Dotata di linee automatizzate grazie all’adozione di robot industriali, la sede produttiva di Brescia Est è capace di una produzione di oltre 3.400.000 pezzi all’anno con un ridotto impiego di personale, attraverso tecnologie di stampaggio avanzate a ciclo continuo, sia con tradizionali tipologie di iniezione, a carota, a ugello otturatore e a camere calde, sia mediante tecniche di bi-iniezione, iniezione con svuotamento a gas o In Mold Labelling. L’innovazione gioca un ruolo chiave in questa azienda meccanica, e trova applicazione sia nella tecnologia, sia in un’ottica di sostenibilità che permea l’intera struttura aziendale. «Consapevole del ruolo sociale che riveste e dell’impatto che genera sul territorio, Mori 2A ha scelto di improntare la propria cultura aziendale sui tre pilastri classici della Responsabilità Sociale d’Impresa e sul concetto di shared value: da questa filosofia nasce il progetto Mori 2A Cares, filo conduttore di tutte le attività dell’Organizzazione con tema centrale la sostenibilità in tutte le sue declinazioni», così si legge sul portale di Fabbrica del Futuro, a cui l’azienda di Nuvoleto è arrivata proprio grazie alla sua strategia complessiva di sostenibilità, che consiste nel “prendersi cura in modo sistematico e continuativo” di tutti gli stakeholder. In due modi: integrando la sostenibilità all’interno della strategia aziendale di medio-lungo termine e guidando la realizzazione di importanti progetti sia in ambito sociale che ambientale. Il percorso di Responsabilità Sociale d’Impresa ha iniziato a strutturarsi a partire dal 2021 grazie all’entrata in vigore della nuova versione dello standard internazionale UNI CEI EN ISO 50001.

Per ottemperare ai requisiti richiesti, Mori 2A ha redatto per la prima volta il documento “Analisi del contesto e delle parti interessate” con l’intenzione di fornire una panoramica «del contesto interno ed esterno dell’azienda e dell’ambiente in cui l’azienda opera, delle relazioni che intrattiene con i propri stakeholder e dei suoi punti di forza e di debolezza». «Nel momento in cui ci siamo trovati a dover effettivamente definire quali fossero le esigenze dei nostri stakeholder, ci siamo resi conto che non potevamo avere l’arroganza di pensare di sapere quali effettivamente fossero – spiegano dall’azienda – Così lo abbiamo chiesto a loro: grazie ai suggerimenti dei nostri interlocutori, sia interni che esterni, abbiamo realizzato progetti che hanno apportato non solo un notevole beneficio qualitativo ma che ci hanno anche permesso e ci permetteranno di migliorare anche i nostri Kpi relativi alla riduzione dei consumi energetici e alla riduzione delle emissioni di CO2 in particolare». Nel 2022 l’azienda ha pubblicato il primo bilancio di sostenibilità e a ottobre è stata convocata a Dublino da parte dell’Aee Europe (Association of energy engineers) per partecipare alla sessione Climate change and carbon reduction. Nello specifico è stato presentato il progetto Mori 2A Cares come esempio aziendale di successo nell’applicazione dell’efficienza energetica come driver per la sostenibilità.

 

Rubinetterie Bresciane: la fabbrica autosufficiente

Mario Bonomi, General Manager di Bonomi Group Plumbing Division

«La sostenibilità è fondamentale per noi e il nostro approccio si sostanzia nell’ottimizzare l’utilizzo delle risorse, riducendo al minimo gli sprechi», dice a Industria Italiana Mario Bonomi, General Manager di Bonomi Group Plumbing Division, di cui fa parte la storia Rubinetterie Bresciane, che nei suoi 120 anni di esistenza ha prodotto oltre cento brevetti «in un settore come quello delle valvole, dove innovare sul prodotto è difficile. Il mercato è obsoleto e con poca crescita, senza considerare che i nostri principali competitori sono mega-aziende che arrivano a fatturati miliardari. Noi abbiamo cercato di verticalizzare e ampliare la gamma». L’azienda oggi conta 850 dipendenti (in continua crescita) e 337 milioni il fatturato 2022 con l’obiettivo di superare i 350 milioni nell’anno in corso, anche grazie a una serrata campagna acquisti. Questa meccatronica è l’esempio plastico di come la sostenibilità sia abilitata primariamente da azioni concrete di fabbrica. Quella di Gussago dove avviene gran parte della produzione sarà trasformata in un edificio totalmente autosufficiente sul fronte energetico (ed è questo il modello portato a Fabbrica del Futuro). «Abbiamo compiuto – continua Bonomi – tante azioni, anche più piccole, come l’acquisto di borracce in acciaio per ridurre l’uso di bottiglie d’acqua, arrivando allo sviluppo di imballaggi sostenibili e al miglioramento della gestione delle risorse, tra cui la carta e la plastica, che sommate ci aiuteranno a raggiungere traguardi importanti». Ma soprattutto il focus è sull’energia. «Investiamo costantemente in tecnologie all’avanguardia per l’efficientamento energetico – prosegue Bonomi – come i pannelli fotovoltaici (2MW di potenza di picco), che contribuiscono al 18% del fabbisogno energetico annuo per lo stabilimento di Gussago e che in estate raggiungono anche l’88% di copertura di tale fabbisogno.

Abbiamo altresì effettuato rilevanti interventi di efficientamento energetico, come gli impianti di illuminazione a led, o il rinnovo delle sale compressori; sui nuovi impianti e macchinari richiediamo ai fornitori l’installazione di motori elettrici di ultima generazione e promuoviamo la mobilità sostenibile con colonnine di ricarica per veicoli elettrici». Non solo: lo stabilimento ha una struttura portante in acciaio, totalmente riciclabile in ottica di fine vita della fabbrica. Inoltre, «abbiamo implementato soluzioni per il riciclo dei fluidi lubrorefrigeranti utilizzati nelle lavorazioni (emulsioni acqua/olio e olio intero), che vengono filtrati e riutilizzati nei cicli produttivi; questo ha permesso negli anni di ridurre notevolmente il consumo degli stessi. Con l’acqua prelevata dal pozzo alimentiamo i sistemi di raffrescamento e riscaldamento e abbiamo progettato sistemi per l’utilizzo dell’aria calda emessa dai compressori per riscaldare l’ambiente di lavoro». Tutto nell’ottica del miglioramento continuo: «ogni tre mesi misuriamo il consumo aziendale e vediamo gli andamenti dell’azienda: abbiamo rilevato una considerevole riduzione tra il 2018 e il 2019 grazie agli investimenti per pannelli fotovoltaici, illuminazione, sale compressori e macchine con motori di ultima generazione». Rubinetterie Bresciane Bonomi nasce nel 1901: è il primo anno del nuovo secolo e a Lumezzane e le botteghe si occupano in prevalenza di forgiare il metallo. Il bisnonno di Mario si lancia nella produzione di valvole per il settore enologico. La prima tappa significativa è nel 1967, quando è il primo produttore a realizzare una valvola a sfera in due pezzi, soluzione oggi comunemente adottata ma per l’epoca avveniristica.

Rubinetterie Bresciane Bonomi carrelli elevatori. L’azienda oggi conta 850 dipendenti (in continua crescita) e 337 milioni il fatturato 2022 con l’obiettivo di superare i 350 milioni nell’anno in corso, anche grazie a una serrata campagna acquisti

Il core business del gruppo restano le valvole e la crescita futura sarà guidata per Bonomi Group da tre pilastri. «Primo, il consolidamento delle iniziative di sostenibilità e degli investimenti fatti. Secondo, l’acquisizione di altre aziende per ampliare la gamma di prodotti. Terzo, la creazione di filiali all’estero, specialmente in ambito commerciale, per conoscere sempre meglio il mercato ed essere più vicini alla clientela, migliorando il servizio. Manteniamo un forte legame con l’Italia, producendo localmente per vendere globalmente, ma guardiamo anche alle opportunità di crescita all’estero per diversificare il nostro business. Abbiamo una piccola produzione in Brasile per il mercato locale e due filiali con magazzini negli Stati Uniti e in Svezia. Oggi il nostro mercato estero extra europeo sono gli Usa», dice Bonomi. Le valvole e gli altri componenti vengono degli stabilimenti di Gussago e Bordolano (Fra.Bo Division). L’azienda produce una gamma completa di valvole a sfera per acqua e per gas, valvole a farfalla filettate, raccordi a pressare in rame, bronzo, ottone, acciaio inox ed acciaio al carbonio, raccordi a saldare in rame e bronzo, raccordi a compressione e raccordi filettati in bronzo, ottone ed acciaio, valvole di ritegno e riduttori di pressione, componenti per sistemi di riscaldamento e per centrali termiche. Prodotti 100% made in Italy esportati nel mondo.














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