Equinix, Hpe, Microsoft e Var Group: patto a quattro per aiutare le aziende a capire il cloud ibrido

di Roberto Castagnoli ♦︎ Nasce Hybrid Cloud Experience, un laboratorio esperienziale permanente che mira ad assistere le industrie nel viaggio verso l'approccio che sembra oggi più vantaggioso

Oltre il 40% degli investimenti nei data center aziendali sarà quest’anno impiegato per creare ambienti ibridi

L’architettura basata su cloud ibrido, soprattutto se accoppiata a sistemi di calcolo e storage iperconvergenti, è oggi il modello di riferimento per il mondo IT, per tutta una serie di vantaggi intrinseci. «Oggi le aziende di ogni dimensione stanno adottando modelli di cloud Ibrido per accedere a nuovi servizi, migliorare il time-to-market, promuovere la crescita del business e avvicinarsi di più ai propri clienti. Noi di Hpe siamo stati i primi a credere in questo approccio, dove ciò che più conta è saper orchestrare al meglio tutte le risorse a disposizione dei nostri clienti. Abbiamo iniziato a lavorarci anni fa e oggi il mercato ci sta dando ragione», spiega Stefano Venturi, amministratore delegato di Hpe. Purtroppo, si tratta anche di un modello complesso da implementare, perché richiede svariate competenze e skill difficili da reperire sul mercato.

Proprio a ridurre la difficoltà di implementazione mira un accordo stipulato all’inizio di dicembre fra quattro partner di peso nel mondo del cloud, Var Group, Microsoft Italia, Hpe ed Equinix. L’accordo riguarda la creazione di Hybrid Cloud Experience, un laboratorio permanente dedicato alle imprese, che ha come principali obiettivi di promuovere la cultura digitale ma soprattutto di aiutare aziende di ogni dimensione, operanti in ogni settore, a capire quale vantaggio competitivo possa dare loro l’adozione di un’architettura di tipo a cloud ibrido per il loro sistema informativo. Il laboratorio sarà un luogo di confronto dove, grazie al mix di competenze e tecnologie dei quattro partner, le aziende potranno iniziare un vero e proprio viaggio esperienziale alla scoperta del cloud ibrido, e dove gli esperti consulenti delle quattro società studieranno con loro soluzioni dinamiche per ottimizzare efficienza ed efficacia del sistema informativo, preservando gli investimenti, garantendo continuità, controllo e governance, migliorando la flessibilità e sfruttando funzionalità avanzate per affrontare le sfide di domani.







Francesca Moriani, Amministratore Delegato Var Group

Var Group, oltre ad ospitare fisicamente la sede del laboratorio, si è ritagliata il ruolo a lei più congeniale, quello di system integrator. «È una proposta congiunta a vantaggio delle imprese italiane, per sostenerne l’innovazione e la competitività con un approccio per industry. In questo progetto mettiamo a fattor comune le nostre competenze tecnologiche, la nostra offerta di soluzioni innovative e la profonda conoscenza del mercato italiano. Così supporteremo il business dei nostri clienti, non solo nel definire la migliore strategia, ma anche nell’implementazione e gestione di nuovi contesti – afferma Francesca Moriani, Amministratore Delegato Var Group – Infatti, a prescindere dalla fase del processo di creazione della strategia cloud in cui le aziende si trovano, grazie a questo laboratorio, all’esperienza dei partner coinvolti e al ruolo centrale di Var Group come partner per l’innovazione, aiuteremo le aziende ad intraprendere tutti i passaggi necessari per adottare le infrastrutture più vantaggiose e a individuare i workload che più si prestano a essere trasformati in una strategia di Hybrid Cloud».

Il braccio software del laboratorio sarà invece fornito da Microsoft. «Secondo i dati i-Com, le imprese che fanno uso del cloud hanno una probabilità superiore del 27% di conseguire ricavi maggiori. Il cloud rappresenta, infatti, uno straordinario abilitatore d’innovazione. Le aziende ne sono sempre più consapevoli, ma spesso mancano risorse e competenze adeguate per mettere in atto un piano strategico di adozione del cloud, che preservi gli investimenti pregressi e garantisca la flessibilità di scegliere quali attività migrare e quali no. È questo il valore del cloud Ibrido su cui Microsoft punta da sempre per accompagnare le organizzazioni verso un percorso di trasformazione digitale graduale, con importanti vantaggi in termini di efficienza, scalabilità e sicurezza e con la possibilità di evolvere verso scenari integrati di Intelligent Cloud e Intelligent Edge. Collaborando con Var Group, Hpe ed Equinix, intendiamo proprio mettere un’équipe di esperti al servizio delle aziende italiane per condividere conoscenza e offrire consulenza sulle nuove tecnologie, aiutandole ad essere sempre più competitive», ha dichiarato Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia.

Stefano Venturi, Presidente e Amministratore Delegato di Hpe

L’infrastruttura hardware, server e storage, è territorio di Hewlett Packard Enterprise.  «L’Hybrid Cloud Experience rappresenta per noi un’ulteriore dimostrazione di come un modello di innovazione aperto e condiviso possa non solo generare soluzioni tecnologiche di grande impatto, ma anche abilitare modalità di business innovative e garantire vantaggi per tutti», ha commentato Stefano Venturi, Presidente e Amministratore Delegato di Hpe. A occuparsi dell’interconnessione è stata chiamata l’azienda numero uno del settore, Equinix, in grado di garantire flessibilità e scalabilità alle architetture di cloud ibrido, anche a livello internazionale.

«Il nostro primo data center è sorto nel ‘96 per dare alle telco un posto neutrale dove collegarsi per connettersi a Internet. Oggi abbiamo 204 data center, frutto di 25 miliardi di dollari di investimenti, e ne aggiungiamo di nuovi ogni anno. Nelle nostre strutture ospitiamo oltre 90 diverse cloud e circa 10.000 clienti, che si sono interconnessi fra loro con linee dirette (quindi bypassando Internet) oltre 348.000 volte. I nostri data center funzionano con energia green, a Milano ne abbiamo 4, uguali come in Inghilterra, America, Australia, Asia, in tutti abbiamo gli stessi standard. Garantiamo un uptime del 99,9999%, 24 ore su 24, 7 giorni su 7» ha spiegato Roberto Cazzetta, Marketing Director Equinix per Svizzera e Italia.

 

I vantaggi dell’hybrid cloud

Silvia Candiani, Amministratore Delegato di Microsoft Italia

L’Hybrid Cloud Experience dovrebbe contribuire a ridurre, se non ad eliminare, il maggiore problema delle architetture hybrid cloud, ovvero il gran numero di competenze diverse che devono collaborare strettamente per implementare l’architettura secondo le necessità di ogni singola azienda. Rispetto a una classica architettura on premise, infatti, il cloud ibrido richiede competenze nell’implementazione di applicazioni e servizi in cloud pubblico e cloud privato, oltre a quelli legati all’interconnessione – e questo in aggiunta a tutte le problematiche standard nella costruzione di un sistema informativo. Senza contare che l’architettura hardware maggiormente consigliata per il cloud ibrido è quella di tipo iperconvergente, ancora poco conosciuta in Italia. E non c’è bisogno di ricordare che raramente si può partire da zero: nella maggior parte dei casi, si dovrà realizzare un’architettura hybrid cloud in presenza di un sistema informativo tradizionale, che andrà mano a mano migrato/inserito nel contesto ibrido. Insomma, le difficoltà iniziali non mancano. Ma una volta che il sistema è a punto, i vantaggi ripagano largamente le fatiche iniziali. Per cominciare, la gestione del sistema risulterà semplificata perché si viene ad adottare un unico paradigma di gestione per le varie applicazioni, siano esse attive su cloud pubblico, su cloud privato oppure on premise. Secondo, la flessibilità del sistema sarà nettamente superiore a quella di un sistema informativo tradizionale. In particolare, diventa molto facile gestire picchi di carico, per esempio allocando più risorse sul cloud pubblico quando necessario. E se la scalabilità orizzontale (ottenuta richiedendo maggiori risorse ai cloud pubblici) è quasi banale, anche la scalabilità verticale (ossia sulla potenza di calcolo interna all’azienda) è molto semplificata, a patto di adottare soluzioni iperconvergenti.

Roberto Cazzetta, Marketing Director Equinix per Svizzera e Italia

Queste ultime si basano su hardware standardizzato, che possiamo vedere come delle black box indipendenti contenenti potenza di calcolo e storage. Ognuna di queste black box costituisce un “nodo” all’interno di un data center iperconvergente, e fornisce al sistema informativo una data quantità di risorse; per scalare verticalmente basta installare nuovi nodi, e si ottiene un aumento praticamente lineare di prestazioni e capacità. Poiché il sistema informativo iperconvergente è, per sua natura, software defined, bastano pochi comandi dal supervisor per riconfigurare il sistema a seconda di come si vogliono utilizzare le risorse supplementari – per esempio per creare ridondanza, far girare più processi, aggiungere macchine virtuali e via discorrendo. Tutto questo consente di implementare nuove applicazioni in tempi brevi, senza contraccolpi sul resto del sistema, nonché di migliorare la robustezza e la resilienza del sistema informativo. Ma al di là dei vantaggi tecnologici, c’è un altro plus che interessa molto gli amministratori delle aziende: in teoria, un sistema informativo hybrid cloud può essere implementato senza mettere un euro in conto Capex. Tutto ciò che riguarda i contratti di utilizzo di public cloud e capacità di interconnessione, infatti, vanno in conto Opex, così come i vari servizi e il software che è ormai in gran parte disponibile con la formula SaaS, Software as a Service; ma anche l’infrastruttura di data center on premise oggi è disponibile in modalità service, con formule di tipo pay-per-use come il programma GreenLake di Hpe. In sintesi, oggi hybrid cloud è l’architettura da battere, per gli indubbi vantaggi tecnologici e finanziari che porta alle aziende. Il problema più grosso dell’ibrido era la necessità di mettere insieme molte competenze difficilmente reperibili per selezionare le componenti del sistema e integrarle al meglio. Con l’Hybrid Cloud Experience si è fatto un deciso passo avanti per scavalcare questo scoglio iniziale. Ora non resta che attendere che le aziende italiane approfittino di questa opportunità.

 

Servono competenze

Il mercato delle soluzioni cloud è cresciuto del 18% in Italia nel 2019, raggiungendo i 2,77 miliardi di euro (dati dell’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, ottobre 2019) e la crescita più significativa riguarda proprio gli ambienti public e hybrid cloud. Tuttavia, la strada verso un’ulteriore crescita è resa impervia da un serio problema di mancanza di competenze, o più precisamente di personale formato su questi temi. Solo il 24% delle aziende possiede infatti un team dedicato alla gestione del cloud, mentre 6 aziende su 10 ammettono di avere difficoltà a reperire sul mercato le figure professionali necessarie. In una situazione di questo tipo, il fatto che in un’azienda non ci siano figure di riferimento in grado di capire i vantaggi di queste architetture, né a livello di personale IT, né a livello di board, è la regola più che l’eccezione. Ecco dunque spiegata la necessità di mettere a fattor comune skill, competenze e know-how, per creare un’offerta consulenziale in grado di guidare non solo i professionisti dell’IT aziendale, ma anche i decisori in un percorso di consapevolezza sulle potenzialità del cloud ibrido.

 

Cosa offre il laboratorio

L’Hybrid Cloud Experience, sviluppato tra l’altro con il supporto di Intel, è fisicamente collocato nella sede milanese di Var Group a Lambrate, in via Sbodio, 2. Il laboratorio si pone come abilitatore di innovazione, assistendo le aziende ad approfittare delle opportunità che derivano dall’utilizzo di tecnologie come il cloud computing, l’intelligenza artificiale e la cybersecurity. Gli imprenditori e i business decision maker avranno la possibilità di entrare in scenari applicativi personalizzati ed esaminare case study verticali selezionati per mostrare le più importanti dinamiche di vari settori del mercato, come il finance, l’health, il retail, l’oil&gas, il manufacturing e il public sector. Saranno disponibili inoltre demo e simulazioni sulla virtualizzazione, containerizzazione, sviluppo e commercializzazione, grazie ai quali capire come migrare i flussi da on premise a cloud e come integrare fra loro forme diverse di cloud, in modo da realizzare progetti ibridi in totale sicurezza. All’interno dell’Experience, Var Group opererà in modo trasversale come system integrator, mostrando come sia possibile unire le tecnologie degli altri tre partner per rispondere a esigenze diverse e per portare aziende attive in diversi settori a una graduale adozione delle architetture cloud. Infine, le aziende avranno modo di accedere a un servizio di assessment iniziale, a una comparazione costi/benefici e a un “Cloud Journey” personalizzato, che arriva a realizzare demo sviluppate su misura con i loro dati.

 

Partner e ruoli

Var, con un fatturato di 343 milioni di € al 30 aprile 2019, 1900 collaboratori, 23 sedi in tutta Italia e 5 all’estero in Spagna, Germania e Cina, è un importante system integrator, ruolo che ricopre anche all’interno dell’Experience, ed è uno dei principali partner per l’innovazione del settore Ict. Sostiene la competitività delle imprese Made in Italy con offerte dedicate ai maggiori distretti italiani come: Manufacturing, Food & Wine, Meccanica industriale, Automotive, Fashion, Furniture, Retail & Gdo. La proposta Var Group si rinnova quotidianamente grazie alla ricerca continua e alla stretta collaborazione con Start up e Poli Universitari. L’offerta Var Group trae la sua forza dalla profonda conoscenza dei processi aziendali e dall’integrazione di più elementi. È frutto del lavoro di Business Unit focalizzate nello sviluppo di progetti di Digital Transformation, Digital Industries, Digital Cloud e Digital Security Business Technologies. Var Group appartiene al Gruppo Sesa S.p.A., operatore di riferimento in Italia nell’offerta di soluzioni IT a valore aggiunto per il segmento business. La società capogruppo, Sesa S.p.A., è quotata sul segmento Star del mercato Mta di Borsa Italiana.

Microsoft offre un ecosistema di soluzioni e servizi che consentono alle organizzazioni pubbliche e private di qualunque dimensione e settore di realizzare i propri progetti di trasformazione digitale in un nuovo mondo di cloud e device, in grado di liberare i benefici dell’intelligenza artificiale con la massima sicurezza e privacy. La missione di Microsoft è aiutare persone e organizzazioni a realizzare il proprio potenziale grazie alla tecnologia. L’azienda di Redmond porta all’Hybrid Cloud Experience le sue piattaforme cloud Microsoft Azure e Azure Stack. Quest’ultima è una sorta di ponte fra l’infrastruttura on premise e Azure, che permette di gestire i carichi di lavoro in un ambiente unico e consistente, creando di fatto scenari cloud completamente ibridi e su misura. La disponibilità di Azure comporta anche la possibilità di sperimentare le sofisticate funzionalità di intelligenza artificiale e sicurezza da esso abilitate; inoltre, sarà possibile esaminare scenari di integrazione delle cloud di Microsoft: infatti oltre ad Azure, sono della partita anche la piattaforma di produttività Office365 e quella per le applicazioni business Dynamics365.

Hewlett Packard Enterprise è la società globale edge-to-cloud platform-as-a-service che aiuta le aziende ad accrescere i propri risultati liberando il valore dei loro dati, ovunque essi risiedano. Basata su decenni di esperienza nel ripensare il futuro e innovare per migliorare il modo in cui viviamo e lavoriamo, Hpe mette a punto soluzioni tecnologiche uniche, aperte e intelligenti caratterizzate da un’esperienza uniforme dal cloud all’edge per aiutare i clienti a sviluppare nuovi modelli di business, muoversi con nuove modalità e aumentare le performance operative. All’interno del laboratorio, è Hpe a fornire l’infrastruttura di calcolo e storage.

Equinix, Inc. infine mette in comunicazione le principali aziende del mondo con i propri clienti, dipendenti e partner all’interno dei data center più interconnessi. Su questa piattaforma globale per il business digitale, le aziende si incontrano in più di 50 mercati nei cinque continenti per raggiungere ovunque, interconnettere tutti e integrare tutto ciò di cui hanno bisogno per creare il loro futuro digitale. Nota solo agli addetti ai lavori, Equinix è il numero uno nell’interconnessione, e nell’Hybrid Cloud Experience porta appunto la sua esperienza nel collegare fra loro aziende in ogni parte del mondo, grazie a oltre 200 data center connessi direttamente fra loro (bypassando Internet).














Articolo precedenteFCA-PSA verso la fusione. Oggi si firma il memorandum of understanding
Articolo successivoIntel acquisisce Habana Labs per 2 miliardi di dollari






LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui