Eni, Euglena e Petronas: studio di fattibilità per una bioraffineria in Malesia

Si prevede che la decisione sull'investimento venga presa entro il 2023 e che l’impianto possa essere operativo entro il 2025

Bioraffineria Eni Gela

Eni, Euglena e Petronas (Petroliam Nasional Berhad) stanno valutando insieme la possibilità di sviluppare e gestire una bioraffineria in una delle più grandi aree petrolchimiche del sud-est asiatico, il Pengerang integrated complex (Pic). Al momento le parti stanno effettuando studi di fattibilità tecnica ed economica per il progetto proposto: si prevede che la decisione sull’investimento venga presa entro il 2023 e che l’impianto possa essere operativo entro il 2025. La prossimità con la raffineria e con il complesso petrolchimico di Petronas, già esistenti, potrebbe permettere alla bioraffineria di sfruttare la catena del valore integrata nonché i servizi e le strutture presenti nel Pic. La posizione strategica del complesso, con un facile accesso alle principali rotte marittime internazionali, amplierebbe inoltre le possibilità della raffineria allo studio di soddisfare la crescente domanda globale di soluzioni sostenibili.

Si prevede che la bioraffineria possa avere una configurazione flessibile per massimizzare la produzione di Saf (Sustainable aviation fuel) per il trasporto aereo e di Hvo (Hydrogenated vegetable oil) per il trasporto su strada, ferroviario e marino. Questa flessibilità consentirebbe alla produzione di soddisfare la domanda di energia crescente e in evoluzione dei clienti. Si prevede che la bioraffineria possa avere una capacità di lavorazione di circa 650.000 tonnellate l’anno e una capacità produttiva fino a 12.500 barili al giorno di biocarburante (Saf, Hvo e bio-nafta), lavorati a partire da materie prime che non sono in competizione con la filiera alimentare, come oli usati di frittura, grassi animali, scarti della lavorazione degli oli vegetali e altre biomasse tra cui gli oli di microalghe che saranno sperimentati nel medio termine. La bioraffineria utilizzerà la tecnologia Honeywell Uop’s Ecofining, sviluppata da Eni in collaborazione con Honeywell Uop.

Giuseppe Ricci
, direttore generale energy evolution di Eni ha dichiarato: «Per il progetto della bioraffineria da sviluppare insieme a Euglena e Petronas in Malesia, siamo lieti di condividere la nostra esperienza e le tecnologie proprietarie all’avanguardia che ci hanno permesso di realizzare la prima conversione al mondo di una raffineria in bioraffineria a Porto Marghera (Venezia) nel 2014, e di inaugurarne una seconda a Gela, in Sicilia, nel 2019».







Eni prevede il raggiungimento della carbon neutrality al 2050 attraverso un percorso di decarbonizzazione che punta a ridurre le emissioni generate lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti. Per traguardare l’obiettivo, nell’ambito della mobilità Eni combina tutte le soluzioni in maniera sinergica: il ruolo dei biocarburanti è decisivo perché rappresentano un vettore energetico in grado di dare un contributo immediato alla decarbonizzazione dei trasporti. L’Hvo, di cui Eni è l’unico produttore italiano e il secondo in Europa, può essere utilizzato addizionato al gasolio oppure in purezza in tutte le motorizzazioni omologate: l’Hvo puro al 100% consente di abbattere le emissioni di Co2 (calcolate lungo tutto il ciclo di vita) tra il 60 e il 90%, a seconda della carica utilizzata, rispetto al mix fossile di riferimento. Inoltre, al momento i biocarburanti costituiscono una soluzione concreta anche per la decarbonizzazione del trasporto aereo: l’Eni Biojet è il Saf (Sustainable aviation fuel) prodotto nella raffineria Eni di Livorno, in sinergia con la bioraffineria Eni di Gela, che viene miscelato al 20% nel carburante Jet Fuel Eni; e dal 2024 a Gela verrà avviata la produzione di ulteriori 150 mila tonnellate/anno di Eni Biojet, in grado di soddisfare il potenziale obbligo di miscelazione del mercato italiano per il 2025.














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