Enel, la crisi in Russia non spaventa Starace: dividendo confermato e nessun investimento a lungo termine nei rigassificatori

di Marco Scotti ♦︎ Il ceo della più grande azienda industriale italiana, in call con gli analisti, ha presentato un bilancio estremamente brillante, con i ricavi in crescita del 33% grazie alla ripresa economica del 2021. La guerra in Russia non desta particolari preoccupazioni ("vale meno dell'1% dell'Ebitda") mentre viene dichiarato che le centrali a carbone esistenti verranno potenziate a richiesta, ma non ci sarà la ripresa delle attività di quelle spente da tempo. Spazio anche per l'idrogeno verde, che verrà sperimentato in Italia e Spagna dopo l'avvio della pipeline in Cile

«Abbiamo un progetto per il rigassificatore che è già stato autorizzato per 8 miliardi di metri cubi all’anno. Al momento non abbiamo investito, lo possiamo offrire a chi vuole e possiamo anche partecipare per rendere più semplice l’investimento. Ma non è la nostra strategia di business e non abbiamo intenzione di essere investitori a lungo termine». Così Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, parlando dell’ipotesi di poter avere un rigassificatore in Italia, quello di Porto Empedocle, su cui la multiutility aveva già presentato un progetto. L’occasione è la presentazione dei risultati di bilancio del 2021. Un anno, quello appena concluso, in cui la più grande azienda industriale italiana ha chiuso con ricavi in crescita del 33% a 88 miliardi rispetto ai 66 del 2020. Buona performance anche per il risultato netto del gruppo a 3,19 miliardi, in aumento di oltre il 20%. Il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,38 euro per azione (in aumento del 6,1%). «Torniamo ai livelli pre-Covid – ha detto Starace esordendo nella call con gli analisti – e non abbiamo enormi timori anche per l’anno 2022».

Una presentazione agli analisti che non poteva non risentire delle enormi tensioni geopolitiche che si stanno addensando in Russia, con le ripercussioni ovvie sia sulla ripresa dell’economia globale, sia sull’energia, che rimane un asset particolarmente complesso da gestire in questo momento storico. Uno dei temi di maggiore attualità è anche il contenimento dei prezzi delle bollette, che continuano a crescere e mettono a repentaglio le aziende. Per Starace il modo più facile per tenere sotto controllo il prezzo dell’elettricità è calmierare il prezzo del gas. «Altrimenti non è possibile – ha spiegato – . Il governo lo ha capito e sta cercando di trovare una via intelligente per farlo. Non vedo rischi di un cap al prezzo dell’elettricità. Si è visto che è il peggiore errore che si possa fare per il mercato retail».







I risultati di bilancio

Francesco Starace, ceo di Enel

«I risultati di Enel per il 2021 dimostrano ancora una volta la resilienza e la sostenibilità del nostro modello di business anche in un contesto sempre più complesso, caratterizzato da una parte dai segnali di ripresa post pandemia e dall’altra dagli impatti negativi derivanti dall’incremento dei prezzi dei combustibili fossili» ha sottolineato Francesco Starace. Enel nel 2021 ha realizzato investimenti a 12.997 milioni di euro (10.197 milioni di euro nel 2020, +27,5%). L’incremento è principalmente attribuibile alla crescita degli investimenti in Infrastrutture e Reti, Enel Green Power, Mercati finali e Enel X. Enel ha realizzato una nuova capacità rinnovabile costruita nel 2021 che supera 5,1 GW, includendo per la prima volta 220 MW di batterie, accompagnata dalla progressiva sostituzione di impianti di generazione convenzionale, con una riduzione di 2 GW della capacità a carbone. L’indedibitamento finanziario netto è pari a 51.952 milioni di euro (45.415 milioni di euro nel 2020, +14,4%), in aumento principalmente per gli investimenti del periodo, per l’acquisizione di un’ulteriore quota di partecipazione in Enel Américas e per l’effetto cambi negativo. I positivi flussi di cassa generati dalla gestione operativa, l’emissione di un prestito obbligazionario non convertibile subordinato ibrido perpetuo e la cessione della partecipazione detenuta in Open Fiber hanno parzialmente compensato il fabbisogno finanziario.

L’ebitda ordinario è pari a 19.210 milioni di euro (18.027 milioni di euro nel 2020, +6,6%). L’incremento è da ricondurre principalmente ad Enel Green Power, per la crescita operativa dovuta alla maggiore produzione e all’entrata in funzione di nuovi impianti rinnovabili; alle Infrastrutture e Reti, per l’aumento del margine in America Latina e per le migliori performance connesse al miglioramento nella qualità del servizio e alla digitalizzazione delle reti in Europa; nonché al citato provento realizzato con la cessione di Open Fiber. Tali effetti hanno più che compensato i minori margini della Generazione Termoelettrica e Trading connessi all’effetto prezzo sulle coperture, alcuni adeguamenti tariffari in Italia e Spagna, nonché l’andamento sfavorevole dei cambi prevalentemente in America Latina. «Appare ormai evidente – ha aggiunto l’amministratore delegato – il ruolo fondamentale che le utilities hanno nella gestione dei repentini cambiamenti del settore energetico, ed è in questa direzione che va la nostra strategia, incentrata su decarbonizzazione ed elettrificazione. In questo modo, possiamo cogliere le opportunità lungo tutta la catena del valore e contribuire al contempo all’indipendenza energetica nei Paesi in cui operiamo. È quindi indispensabile accelerare gli investimenti nelle rinnovabili, che garantiscono una fonte di energia stabile, sicura e competitiva, oltre a rappresentare, insieme alla digitalizzazione delle reti e all’elettrificazione dei consumi, la soluzione per combattere il cambiamento climatico. La validità della nostra strategia ci permette di mantenere il nostro impegno a distribuire agli azionisti un dividendo in crescita, basato su una politica semplice e trasparente».

Un anno, quello appena concluso, in cui la più grande azienda industriale italiana ha chiuso con ricavi in crescita del 33% a 88 miliardi rispetto ai 66 del 2020. Buona performance anche per il risultato netto del gruppo a 3,19 miliardi, in aumento di oltre il 20%. Il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,38 euro per azione (in aumento del 6,1%)

Il momento storico che stiamo vivendo: nessun asset particolare in Russia per Enel

Naturale però che buona parte dell’attenzione si sia concentrata sul momento storico che stiamo vivendo e sull’esigenza di trovare una soluzione alla crisi con la Russia. Molte grandi aziende hanno già da tempo abbandonato Mosca e le altre città. Ed Enel sta analizzando gli scenari possibili. «Il gruppo sta esaminando tutte le possibilità – ha detto Starace – riguardo ai suoi asset in Russia sulla base del sistema legale che è stato fissato recentemente dopo le sanzioni. Non abbiamo difficoltà al momento ma chiaramente è una situazione su cui decideremo in pochi mesi. Ciò detto è bene ricordare che le attività in Russia valgono meno dell’1% dell’Ebitda realizzata nel 2021».

il ruolo fondamentale che le utilities hanno nella gestione dei repentini cambiamenti del settore energetico, ed è in questa direzione che va la nostra strategia, incentrata su decarbonizzazione ed elettrificazione. In questo modo, possiamo cogliere le opportunità lungo tutta la catena del valore e contribuire al contempo all’indipendenza energetica nei Paesi in cui operiamo. È quindi indispensabile accelerare gli investimenti nelle rinnovabili, che garantiscono una fonte di energia stabile, sicura e competitiva, oltre a rappresentare, insieme alla digitalizzazione delle reti e all’elettrificazione dei consumi, la soluzione per combattere il cambiamento climatico

La decarbonizzazione in Europa e i piani di ripresa

Nuova Solmine Enel X

Ancora prima della crisi con la Russia il Vecchio Continente stava ridisegnando la sua strategia energetica per renderla più sostenibile e più agganciata alle rinnovabili. Mai come ora, con la necessità di trovare alternative all’energia russa, serve un rapido sviluppo di soluzioni nuove. «Il pacchetto europeo per sganciarsi dalla dipendenza dal gas russo e stabilizzare i prezzi dell’energia – ha spiegato Starace agli analisti – è un buon pacchetto. In aggiunta credo che debba essere notato che c’è un discorso che è partito con questo pacchetto sul fissare un cap sui prezzi del gas che sono largamente ingiustificati se si guardano le dinamiche delle importazioni dei contratti del gas. E penso che sia molto incoraggiante da parte della Commissione fare chiarezza sulle turbolenze che stanno colpendo il settore dell’energia».

Il ceo di Enel ha poi individuato i diversi trend che potrebbero migliorare il comparto energetico europeo. Prima di tutto serve diversificare la fornitura del gas, aumentando il numero di fornitori, accrescendo la rete della dimensione domestica e portando avanti l’acquisto di gas liquido. «Inoltre – ha aggiunto Starace – serve aumentare l’installazione e la produzione di energia da impianti fotovoltaici. Per quanto riguarda i privati, è apprezzabile che si spinga per aumentare l’efficienza delle case e ridurre il consumo. Serve però velocizzare il trend autorizzativo per installare impianti di energia rinnovabile sia nelle case che nelle aziende». Il ceo di Enel ha poi voluto rimarcare come il prezzo del gas attualmente in Europa, come ha dichiarato lo stesso ministro Cingolani, sono largamente ingiustificati, dal momento che le scorte ci sono e che l’incremento esponenziale dipende principalmente dalla speculazione. La policy commerciale di Enel in Italia e Spagna, tra l’altro, ha mostrato come la vendita di contratti della durata di uno o due anni abbia evitato grandi scossoni nei ricavi del gruppo. «Non abbiamo nulla da temere – ha chiosato Starace».

Enel ha realizzato una nuova capacità rinnovabile costruita nel 2021 che supera 5,1 GW, includendo per la prima volta 220 MW di batterie, accompagnata dalla progressiva sostituzione di impianti di generazione convenzionale, con una riduzione di 2 GW della capacità a carbone

Tra carbone e idrogeno verde

Parco eolico di Enel in Sardegna

Due temi per certi versi agli antipodi ma che sono stati al centro della scena riguardano l’idrogeno verde e il carbone. «Non ci sarà il revamping di impianti chiusi – si è affrettato a dire Starace – mentre potremmo eventualmente potenziare l’offerta attuale solo se venisse richiesto dal sistema per prevenire eventuali shortage di gas».

Per quanto concerne l’idrogeno verde, Starace ha annunciato che in Cile, insieme a Siemens, verrà avviato un impianto pilota per una windfarm che possa permettere l’idrolisi necessaria per la produzione di idrogeno verde. «Lo faremo anche in Spagna e in Italia ha spiegato il ceo di Enel – perché è importante trovare un modo economico per produrre l’idrogeno che, è bene ribadirlo, al momento non ha ancora un prezzo competitivo. Serve quindi trovare un equilibrio dei costi».

I dividendi

Come detto, Enel corrisponderà agli azionisti un dividendo pari a 0,38 euro per azione, in crescita di oltre il 6% rispetto al 2020. Naturale però domandarsi se questa politica possa essere applicata anche in caso di ulteriore inasprimento del contesto economico. «Non vediamo, perfino con questa turbolenza – ha detto Starace – il motivo per cui non dovremmo pagare dividendi. Se anche la crisi dovesse durare diversi mesi, saremmo comunque nelle condizioni di poter onorare quanto promesso. Abbiamo la flessibilità necessaria e non abbiamo ragione di cambiare la nostra politica a riguardo».

Enel corrisponderà agli azionisti un dividendo pari a 0,38 euro per azione, in crescita di oltre il 6% rispetto al 2020. Naturale però domandarsi se questa politica possa essere applicata anche in caso di ulteriore inasprimento del contesto economico













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