L’Italia verso la crisi energetica a causa delle scelte suicide di aziende e governo

di Marco Scotti ♦︎ L'atto d'accusa di Massimo Marengo, ceo dell'omonimo gruppo specializzato in impianti di cogenerazione energetica per l'industria: si sarebbe dovuto pensare già da tempo a una strategia che ci liberasse dalla dipendenza russa. E oggi che la tensione è alle stelle invertire la rotta è molto difficile. Servirà mettere mano al portafoglio e attuare una politica sulla falsariga di quanto fatto con Industria 4.0. Fortuna che ci sono i fondi del Pnrr, ma serve partire immediatamente

«Siamo in un momento veramente particolare, dove si sta parlando di nuovo di nucleare, gas, rinnovabili, ma anche carbone.Si menzionano tante possibilità, ma poi c’è sempre una grande differenza tra l’utopia e la realtà». Massimo Marengo, ceo dell’omonimo gruppo specializzato in sistemi di autoproduzione dell’energia per uso industriale, non ha dubbi: il crescente costo dell’energia, seppur mitigato dagli interventi del governo per un taglio delle accise e un potenziale tetto massimo al prezzo del gas, rimane un problema per i cittadini ma soprattutto per le aziende italiane. Ma se siamo arrivati a questo punto la colpa è anche da attribuire a una serie di errori, soprattutto strategici, per quanto concerne gli esecutivi che si sono succeduti negli anni relativamente alla politica industriale energetica, ma anche delle aziende e delle associazioni di categoria che non hanno mai, se non in casi limitati, pensato all’autoproduzione come la soluzione al tema energia.

D’altronde, una così stretta dipendenza energetica da parte di un singolo Paese o singola fonte, espone l’intera supply chain a rischi che, purtroppo, si sono avverati negli ultimi mesi e acuiti definitivamente dal 25 febbraio scorso, quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Un grande errore è sicuramente stato quello di non inserire nel piano Industria 4.0 gli sgravi pregiati per i sistemi avanzati, anche per chi investiva in sistemi di generazione, che avanzati lo sono veramente, adesso le aziende hanno sicuramente tanti macchinari nuovi ed evoluti tecnologicamente, ma l’energia per farli funzionare è troppo cara, un gravissimo errore strategico. E ora che le cose vanno male, la coperta è troppo corta. Le energie rinnovabili devono essere potenziate tantissimo in tempi i più brevi possibili e integrate con i sistemi efficienti di generazione come la cogenerazione, adesso, mentre si continua a parlare di sostenibilità, si devono pure riaccendere le centrali a carbone.







Le aziende, coadiuvate dalle associazioni di categoria che non hanno avuto anch’esse visione strategica, dal canto loro, hanno preferito concentrarsi esclusivamente sull’acquisto diretto dell’energia sul mercato variabile mediante gli uffici acquisti e non sullo studio di sistemi di autoproduzione ed efficienza che avrebbero comportato sí, un costo iniziale, ma avrebbero anche garantito sia bassi costi ma anche maggiore autonomia in momenti difficili come quelli che stiamo vivendo, soprattutto quando abbinati a contratti di medio/lungo periodo della materia prima come alcuni previdenti hanno fatto.Fortuna che una soluzione c’è.

 

Gli errori delle aziende e delle istituzioni

Massimo Marengo, ad del gruppo Marengo

Secondo il ceo del gruppo Marengo le responsabilità sono molto chiare e facilmente ascrivibili. «Lo Stato, le associazioni di categoria e le aziende – ci spiega – hanno sempre considerato l’energia come una commodity e non l’hanno inserita all’interno di quegli investimenti che noi imprenditori consideriamo strategici per il futuro. Adesso stiamo toccando con mano quanto grave sia stato l’errore che abbiamo compiuto. Abbiamo spinto tantissimo sull’automazione dei processi produttivi. Industria 4.0 è un gran bel decreto, ma adesso le aziende si trovano in una situazione parossistica perché hanno macchinari innovativi che non riescono a far funzionare perché hanno dei costi energetici enormi. È un tema che è stato trascurato da tutti e questi sono gli effetti». La correità di imprese e aziende non si ferma qui. Per quanto riguarda il mondo imprenditoriale, infatti, chi si occupa di energia ha sempre mantenuto un approccio tradizionalista. Il vapore, ad esempio, è stato progressivamente sostituito dall’acqua calda, ma le aziende non hanno pensato di cambiare e hanno preferito mantenere lo status quo, con costi molto più alti. Manca, dunque, un pizzico di cultura energetica. E ora che si inizia a parlarne potrebbe essere troppo tardi. Siamo indietro di 30 anni e ora il costo da pagare è estremamente salato.

«Siamo un Paese estremamente conservatore – chiosa Marengo – e come tale ora stiamo pagando lo scotto delle scelte fatte. Non abbiamo mai messo a punto i rigassificatori, che pure oggi garantirebbero di poter usare il gas liquido in arrivo dagli Usa o anche dalla vicina Algeria. Siamo scesi in piazza contro la Tap, nonostante sia oggi l’asset che ci garantisce di poterci liberare dalla Russia. Abbiamo la necessità di partire nuovamente da zero. Anche per quanto concerne le rinnovabili: abbiamo allacciato 900 Mw di impianti complessivamente nel 2021, dovremmo riuscire a garantire un installato da cinque a dieci volte tanto, per parecchi anni, per portare avanti una crescita strutturale che garantisca una produzione con un impatto significativo. Stiamo anche convertendo tutto il mondo dei trasporti all’elettrico, senza poi sapere come fare a garantire l’energia rinnovabile alle colonnine di ricarica. Abbiamo riacceso perfino le centrali a carbone mentre continuiamo a parlare di sostenibilità. È sicuramente possibile una soluzione ma occorre cambiare totalmente marcia e approccio culturale da parte degli attori suddetti protagonisti delle regole, della direzione strategica e naturalmente, degli investimenti che serviranno in quantità massiccia».

Schema AspecIndustry, un sistema integrato di autoproduzione, risparmio energetico e continuità per i processi industriali. AspecIndustry è stato messo a punto da AlbaSystem, società del Gruppo Marengo

Il modello proposto da Marengo

Un cogeneratore AspecGen. Sono in produzione modelli da 140 kW fino a 5 MW

L’azienda guidata da Massimo Marengo è dunque specializzata in engineering per la progettazione e costruzione di sistemi di autoproduzione di energia con una forte connotazione tecnologica. «Le nostre soluzioni – aggiunge il ceo dell’azienda – rispondono alle esigenze dei privati fino a quelle della media azienda, possiamo garantire la costruzione di sistemi di svariati MW di energia elettrica e termica. Abbiamo tre brevetti sui sistemi di produzione tramite intelligenza artificiale, tramite un software che rende “intelligente” la correlazione tra energia prodotta e gli oggetti e/o i macchinari che la consumano. Cerchiamo sempre di proporre, progettare e quindi costruire dei sistemi che si integrano perfettamente con il singolo processo produttivo, per la massima efficienza, che, abbiamo visto essere massima con l’utilizzo dI sistemi ibridi fotovoltaico/cogenerazione a gas. Tutto questo sistema è gestito da un software energetico specifico sviluppato internamente negli anni, chiamato Aspec Industry, che garantisce un approccio nuovo all’utilizzo e alla gestione di tutta l’energia, sia elettrica che termica. Ma facciamo molta fatica, in un Paese parecchio conservatore come l’Italia, che pensa che l’unico paradigma sia quello di acquistare sempre l’energia già pronta, invece noi diciamo al cliente produci tu la tua energia e renditi indipendente il più possibile».

I sistemi di autoproduzione ibridi potrebbero coprire anche il 100% del fabbisogno di molte realtà e, precisa Marengo «se abbinati a contratti di acquisto a lungo termine, consentono oggigiorno a tantissime aziende lungimiranti di non subirei forti aumenti di questi periodo». Una maggiore lungimiranza, insomma, avrebbe permesso a molte aziende di gestire con più semplicità questa difficile fase.

Il ruolo salvifico del Pnrr

Fortunatamente, il Pnrr è un’opportunità sotto questo profilo e potrebbe porre rimedio a questi errori strategici. «Se adesso con il Pnrr ci fosse un cambio di passo si potrebbe iniziare un nuovo percorso di investimenti e di efficienza nel settore energetico industriale terziario», afferma Marengo, che coglie l’occasione per sottolineare un aspetto da non trascurare: «si sta affacciano un nuovo soggetto che ritengo sarà protagonista dei prossimi anni per la transizione ecologica soprattutto per la sostituzione del gas, l’idrogeno, il problema è che per fare idrogeno pulito, chiamato verde, occorrono tantissime fonti rinnovabili, quando ci saranno sarà arrivato il momento dell’idrogeno».

Un impianto capace di proteggere dai problemi di linea e in grado di produrre anche idrogeno

Che cosa fa il gruppo Marengo

AspecHome, la tecnologia AspecIndustry applicata all’uso domotico residenziale

L’azienda è un player nelle energie rinnovabili, soprattutto in ambito fotovoltaico per autoproduzione e sistemi efficienti per uso industriale come la cogenerazione. L’obiettivo di questo system integrator costruttore è quello di realizzare sistemi con macchine multigeneratrici di energia, per raggiungere il massimo risparmio che può arrivare fino all’80% in meno rispetto all’acquisto dai produttori e/o trader dell’energia. «Siamo un gruppo abbastanza piccolo, con un fatturato intorno ai 15 milioni, ma con un’elevatissima specializzazione» spiega il ceo « il nostro software Aspecindustry è il punto più avanzato tecnologicamente della nostra offerta, l’abbiamo progettato interamente noi dal 2015 con dei moduli di intelligenza artificiale che si applicano alla macchine multigeneratrice di energia. Si integra con il processo produttivo, attraverso sensori e analizzatori, creando una sorta di simbiosi con l’intero sistema».

Il Gruppo Marengo ha una promessa forte: realizzare soluzioni efficienti e sostenibili sia dal punto di vista economico che da quello ambientale. Albasystem progetta e costruisce nelle proprie officine cogeneratori di ultima generazione chiamati AspecGen e Aspecgenhybrid, li integra nel sistema energetico brevettato Aspecindustry, implementato sulle esigenze specifiche del cliente finale, per garantire autoproduzione totale, qualità e continuità dell’energia, totale utilizzo delle energie rinnovabili e sistema intelligente di gestione, comando e controllo dell’energia. È anche iniziata da poco la vendita, come start-up innovativa Aspechome Srl, del sistema omonimo Aspechome, destinato ai settori civile, residenziale e terziario.














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