Enel: importante programma di supporto alle migliaia di pmi fornitrici

di Laura Magna ♦︎ La società di Francesco Starace li affianca in tre ambiti: finanziario, training e consulenza. Proposto un servizio di invoice trading che consente alle imprese il pagamento delle fatture in anticipo rispetto a tempi contrattuali, con il soggetto che anticipa che percepisce non più il rischio singola impresa ma il rischio Enel. Target sono soprattutto aziende in settori strategici per Enel, in particolare global generation di energie, infrastrutture e analytics

Francesco Starace
Francesco Starace, ceo di Enel

Trasformare i partner commerciali in partner strategici, senza snaturare il concetto di filiera, ma anzi rafforzandolo. E rilanciando il sistema economico italiano: difendere e valorizzare le pmi, aiuta anche le grandi aziende. È l’obiettivo del Nuovo programma fornitori di Enel e della gamma di servizi che esso offre a favore delle piccole e medie imprese dell’indotto: dalla finanza, alla formazione alla consulenza. Mirando, attraverso la crescita e l’internazionalizzazione degli anelli più deboli della catena, al rilancio del Paese. 

Un programma che rappresenta un precedente importante e che introduce una visione dirompente del business, come spiegano il ceo di Enel Francesco Starace e l’head of global procurement Salvatore Bernabei. E che, secondo Confindustria (con la voce del vicepresidente Maurizio Marchesini, vicepresidente con delega alle filiere e alle pmi) dovrebbe essere imitato dai campioni sistemici italiani. Sul fronte pubblico, perché tutto funzioni, bisogna spingere lato infrastrutture e rimodulare gli incentivi, impegno che si assume il sottosegretario allo sviluppo economico Stefano Buffagni. Ma non basta: le imprese devono fare la propria parte e cogliere l’occasione dell’ultima crisi per fare l’auspicato cambio culturale che le faccia uscire dal guscio e tornare a essere competitive in un contesto globale. 







 

Perché Enel è un caso di scuola e può fare da traino per la ripresa italiana 

«Le infrastrutture sono lo strumento portante per far crescere il Paese. Ma è necessario, mentre si rendono più efficienti e moderne, spingere sull’aumento di competenze e dei business nelle pmi che sono il cuore pulsante dell’economia, e farlo a livello di filiera ha un effetto benefico di tipo sistemico», dice Francesco Starace, ceo di Enel. 

«L’industria italiana ha una grande opportunità di rilancio e oggi le pmi devono cogliere l’occasione di specializzarsi e ampliarsi dal punto di vista territoriale e non rimanere chiuse nel loro cantuccio di confort o rassegnarsi alla perdita di fatturato e competitività. Insisto sulla geografia: noi investiamo in Italia in manutenzione e crescita 3 miliardi all’anno ma acquistiamo da imprese e fornitori 6 miliardi all’anno, perché loro lavorano in ambito internazionale. Esiste un mercato molto più ampio di quello italiano, bisogna accrescere la presenza italiana all’estero. Cercheremo di mettere a disposizione le nostre competenze e risorse per aiutare le imprese che vogliono stare con noi a crescere sia dimensionalmente sia dal punto di vista delle attività».

 

Il programma fornitori di Enel: i dettagli 

Salvatore Bernabei,
Direttore Global Procurement

In cosa consiste dunque il nuovo programma fornitori di Enel? Lo spiega Salvatore Bernabei, head global procurement di Enel. Premettendo che tutto nasce nell’ambito della profonda trasformazione che Enel ha iniziato «circa tre anni fa e che ha consentito di rivedere sistemi e processi, ma soprattutto di effettuare una trasformazione culturale che ha ridefinito il modo di operare e di relazionarci con i fornitori. La relazione che vogliamo avere con i partner è una relazione di condivisione di valori di medio e lungo periodo, andando dunque ben oltre a una relazione di fornitura». Il programma è rivolto alle pmi in settori strategici per Enel, in particolare nella global generation di energie, nelle infrastrutture e negli analytics. Abbiamo identificato i fornitori che appartengono a questi ambiti e abbiamo selezionati gli “eleggibili”, quelli che sono particolarmente performanti. Le dimensioni in base a cui sono stati giudicati questi fornitori selezionati sono sicurezza, approccio ambientale, qualità e anche due fattori insoliti come la capacità di essere innovativi e sostenibili, e la capacità di collaborare nel rispetto dei diritti umani. Definito il set di fornitori abbiamo elaborato il catalogo di servizi: l’ascolto e una migliore comunicazione sono fondamentali e grazie all’ascolto abbiamo identificato le necessità dei fornitori per definire servizi utili a espandere la supply chain».

I servizi si articolano in tre ambiti: finanziario, training e di consulenza, offerti tutti a condizioni particolarmente vantaggiose che sfruttano il merito di credito e la potenza di fuoco di un capofiliera come Enel. 

«Sul fronte della finanzia, offriamo un servizio di invoice trading che consente alle imprese il pagamento delle fatture in anticipo rispetto a tempi contrattuali, con il soggetto che anticipa che percepisce non più il rischio singola impresa ma il rischio Enel. Abbiamo anche sviluppato accordi di filiera che consentono una valutazione che va oltre il rischio economico, includendo appunto tutte le dimensioni immateriali di cui sopra», prosegue Bernabei. «I servizi di formazione si biforcano in due rami: formazione manageriale con convenzioni con le maggiori Business School italiane, su temi come sostenibilità e cybersecurity. E formazione tecnica, per raggiungere l’obiettivo di far crescere le imprese dal punto di vista di business e geografico e di acquisire competenze nuove in settori che sono quelli con il maggior sviluppo potenziale nel futuro, per esempio nella istallazione e manutenzione di impianti solari o nei veicoli elettrici». Infine, la consulenza. «Abbiamo progettato servizi ditemporary management, riscontrando che ci sono posizioni come quell di Cfo che possono essere importanti in certe fasi ma che l’azienda non può permettersi per un fattore dimensionale. Abbiamo servizi di supporto all’ottenimento di certificazioni, non solo quelle standard di qualità ambiente e sicurezza, ma anche sulla circular economy, con la misurazione carbon footprint. E abbiamo un portale di open innovability a disposizione per consentire ai partner di fare open innovation. Infine, i cataloghi sono “vivi” e saranno progressivamente arricchiti di contenuti». 

 

L’impresa al centro della ripresa (ma l’imprenditore deve fare la sua parte)

Stefano Buffagni, sottosegretario al Mise

Un’iniziativa, quella del campione italiano dell’energia, che Stefano Buffagni, sottosegretario al Mise, definisce «coraggiosa e fondamentale. Senza impresa non si esce dalla crisi attuale e sono i campioni nazionali come Enel che possono trainare questo percorso di ripresa. Un po’ come succede in Francia, da cui le imprese si muovono nel mondo come francesi, con il polo aggregatore e dietro la filiera, che è in grado di crescere e internazionalizzarsi. Il fatto dunque che una grande azienda sistemica italiana compia azioni a favore della filiera è un segnale importante, a patto che poi si faccia il passo successivo: la filiera deve diventare da aggregazione temporanea di imprese, una collaborazione continuativa, un sistema stabile, anche attraverso aggregazioni e fusioni, si deve puntare a crescere dimensionalmente. Ma è chiaro che qualsiasi fornitore della dimensione italiana per crescere abbia la necessità di essere supportato per competere nel mondo. Lavorare con Enel può permettere di migliorare performance, organizzazione, offerta di prodotto in base alle richieste del mercato. I piccoli imprenditori però devono fare la propria parte e mettere in discussione alcune rigidità mentali per andare oltre e riuscire a mettere la nostra creatività unica al mondo a disposizione in un’ottica globale». Ovviamene per poter competere nel mondo è necessario dotarsi di infrastrutture tecnologiche e digitali, energetiche, di trasporto ma è anche importante, prosegue il sottosegretario «sapere che lo Stato si fa rispettare emette al centro la sicurezza della persona su dati e salute e che supporta imprese all’estero. Abbiamo strumenti come Sace-Simest che è importante per accompagnare le imprese all’estero e spesso è sconosciuto».

Secondo Buffagni, che pure si dice disponibile, a «rimodulare gli incentivi e a farlo con Confindustria nel rispetto delle richieste delle aziende», l’intervento pubblico, pur fondamentale, non è sufficiente. «Credo che le leggi e gli incentivi non bastino da soli e gli imprenditori devono fare la loro parte. Innanzitutto attraverso una aziendale differente, perché da soli non andiamo lontani». 

 

Come cambia la globalizzazione e perché si vince solo facendo sistema

Sul fronte Confindustriale è Maurizio Marchesini, neo elettro vicepresidente dell’Associazione con delega a filiera e pmi a dire la sua: «l’obiettivo di trasformare partner commerciali in partner strategici è segnaletico di un cambio di mentalità che deve avvenire, senza esitazione. Confindustria ha inserito nel suo programma una divisione filiere nella convinzione che esse siano fondamentali per rendere le pmi più internazionali e forti. La globalizzazione ci ha abituati a comprare oggetti che ci servono dove vengono prodotti meglio, una prassi che era entrata nell’uso comune che ha subito un primo colpo con le guerre commerciali e poi con il Covid. Crediamo che la globalizzazione si debba spostare su piattaforme e che dobbiamo pensare come europei, ma in un contesto di operazioni di sinergia globale».

I dati sulla filiera sono ad oggi, secondo Marchesini, pochi e incompleti: ma quelli che si sa è che l’appartenenza a una filiera fa evolvere «quel grande numero di pmi che soffrono di essere sottodimensionate pur con una grande qualità del lavoro e competenze, ma con livelli di organizzazione e capitalizzazione inadeguati. Cerchiamo di evitare che esse vengano sostituite da fornitori internazionali. Le utility svolgono un ruolo fondamentale in questo processo, perché hanno una presenza globale e un rapporto trasparente con i fornitori. Il programma di Enel, inoltre, non cambia la pelle alla filiera ma chiede alle imprese di conservare molti clienti diversi, aumentando la resilienza del sistema. Molto concreto anche il supporto finanziario, con l’offerta di credito di filiera che è uno strumento potente e andrebbe incentivato a livello sistemico. In definitiva se le grandi imprese fanno crescere le pmi della filiera, rafforzano se stesse», conclude Marchesini.














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