Digital Magics + LVenture: le prossime mosse del primo operatore privato italiano di venture capital, a vocazione industriale e internazionale

di Laura Magna ♦︎ Intervista congiunta a Marco Gay e Luigi Capello sulle mosse 2024 del nuovo soggetto, che si muove in un mercato (due miliardi di valore, che saranno 10 nel 2028) che finalmente sta diventando rilevante, con un forte effetto leva sulla crescita del sistema economico italiano. Obiettivo 50-70 nuove start-up acquisite ogni anno. Focus su tecnologie abilitanti la manifattura, IIot, servitizzazione, Intelligenza artificiale generativa e...

«Le tecnologie abilitanti e la trasformazione digitale delle imprese non smetteranno di svilupparsi: IA, Cloud, blockchain, Internet delle cose e Quantum Computing. Stiamo parlando di mercati che stanno crescendo a ritmi esponenziali e sono alla base delle start-up. La sola Intelligenza Artificiale secondo le statistiche genererà un giro d’affari al 2030 di 1.680 miliardi di dollari – una stima conservativa, che non considera l’evoluzione attuale. Noi siamo un Paese a vocazione industriale che produce dati smisurati e la possibilità di elaborarli per generare valore sarà centrale. Una possibilità che arriva, ancora una volta, dall’innovazione delle start-up». Parola di Marco Gay, oggi presidente esecutivo di Digital Magics, domani presidente della nuova entità nata dalla fusione con LVenture (guidata da Luigi Capello, che della nuova entità sarà ad) che sarà operativa nel 2024. La nuova entità, che ancora non ha nome, sarà il più grande operatore italiano di venture capital dalle dimensioni europee e dalla vocazione internazionale. In questa intervista congiunta di Marco Gay con Luigi Capello Industria Italiana anticipa le caratteristiche, le strategie e gli obiettivi del nuovo soggetto. A partire dalla vocazione per forza di cose industriale che emerge dalle parole di Gay che abbiamo citato in apertura – vocazione sostanzialmente obbligatoria in un Paese come l’Italia – e dallo scenario di mercato in cui si muoverà. Uno scenario radicalmente nuovo, nel quale il venture capital, finalmente e dopo tanti anni, comincia ad avere un ruolo significativo. Prima dell’intervista, vediamo numeri e dati. 

La fusione tra due dei maggiori operatori italiani conferma definitivamente che il venture capital sia diventato oggi rilevante anche nel nostro Paese. Di indizi ce n’erano diversi: l’aumento dei volumi investiti, oltre due miliardi di euro nel 2022. Ma anche la comparsa di mega-deal inediti per l’Italia: operazioni da centinaia di milioni di euro, come quelle che hanno coinvolto lo scorso anno Satispay, Sacalapay, Newcleo e a cui hanno partecipato sempre più investitori internazionali (con un peso sul totale investito del 40%, dieci volte il dato 2021). 







Matteo Musa, ceo di Fitprime

Il bacino delle start-up è il vivaio da cui le industrie incumbent possono trarre linfa vitale per la competitività – in termini di innovazione tecnologica e di servizio.

La presenza di un operatore di dimensioni globali di venture capital è cruciale: perché gli operatori del vc sono coloro che individuano e incubano le nuove idee dirompenti per trasformarle in imprese efficienti, e se hanno maggiori risorse il loro campo di azione si espande al mondo intero e può avere accesso a capitali internazionali. In qualche modo l’operazione Digital Magic-LVenture rappresenta l’ultimo tassello di un percorso che ha portato il venture capital italiano alle soglie della maturità.

La newco Digital Magics/ Lventure – avrà un effetto dirompente sul mercato dell’innovazione domestico. Parte da una base di oltre 200 start-up partecipate (start-up alcune già prestigiose come Talent Garden, Fitprime, GenomeUp, Insoore) con circa 80 milioni di fair value del portafoglio e progetta di aggiungerne tra 50 e 70 ogni anno, una potenza di fuoco capace di dare un’accelerazione decisiva all’innovazione, che è cruciale per lo sviluppo dell’industria e dell’economia. Agli azionisti di Digital Magics verrà riconosciuto il 63% del valore della nuova entità, a quelli di LVenture (di dimensioni inferiori) il 37%. Tuttavia sarà LVenture a incorporare Digital Magics e non viceversa. Perché la nuova entità si vuole quotare all’Mta di Borsa Italiana, ovvero al mercato principale (dove è già quotata l’incorporante Lventure) mentre Digital Magics era listata all’Euronext, l’ex Aim, ovvero il listino per le piccole capitalizzazioni. 

Le start-up già nel portafoglio della newco Digital Magics-LVenture Group

Talent Garden (Tag)è il più importante network europeo di spazi di co-working per i professionisti del digitale

Perché le start-up e il venture capital nel cui seno di trasformano da idea a imprese, sono così importanti? Lo spieghiamo con una carrellata di casi reali, di start-up già presenti nei portafogli dei due player. Dalla scuderia di Digital Magics spicca Talent Garden (Tag), che, in pochi anni, è diventato il più importante network europeo di spazi di co-working per i professionisti del digitale e continua a crescere (ha recentemente fondato il gruppo EdTech che unisce leader del settore dell’istruzione come Hyper Island e Nuclio Business School). Una seconda start-up degna di nota è Aptus.AI, fondata a Pisa nel 2018 da Andrea Tesei e Lorenzo De Mattei con la vision di supportare gli umani nella comprensione dei documenti legali e delle normative, grazie a una tecnologia proprietaria di Intelligenza Artificiale (fornita in Saas con il nome di Daitomic) che genera un formato elettronico innovativo e machine readable dei documenti legali, e un’analisi automatizzata del contenuto al fine di estrarre tutte le informazioni essenziali per prendere decisioni più corrette e meno rischiose. Opera nel settore della sostenibilità AWorld B Corp che attraverso una piattaforma di stakeholder engagement guida guidare individui e organizzazioni verso l’attuazione di strategie la riduzione delle emissioni. In collaborazione con le Nazioni Unite, AWorld ha sviluppato il primo carbon footprint calculator dinamico. Nel parterre figura anche Bike-room.com, il primo marketplace delle biciclette d’alta gamma, autentiche e certificathe dal team di esperti meccanici e autenticatori del gruppo.

Crea è un Digital Managing General Agent (MGA) che, attraverso la sua SaaS platform, riduce il processo di erogazione di una polizza assicurativa (individuazione del rischio, definizione del prezzo ed emissione) da qualche settimana a quindici minuti e quello di digitalizzazione di un prodotto da due mesi a cinque giorni, grazie a un linguaggio proprietario che abilita la piattaforma Saas in cloud Crea.

Ancora, Irreo è un sistema di supporto alle decisioni per l’irrigazione di precisione composto da differenti “software” di intelligenza artificiale, analisi di dati satellitare e sistemi di controllo interamente sviluppati in house. E infine, citiamo la fintech Viceversa, che mira a diventare il partner finanziario e operativo per la prossima generazione di imprese digitali e viteSicure, prima insurtech “vita” del mercato europeo, che mira a rendere l’esperienza di acquisto di polizze vita accessibile, selfservice e istantanea per la moltitudine di famiglie finanziariamente vulnerabili (ovvero secondo dati Ania, metà di quelle italiane che non detiene risparmi).

Irreo stima il fabbisogno idrico fino a 5 giorni in avanti per diversi tipologie di colture, in base alla fase fenologica, alla composizione del terreno, e alle condizioni climatiche.

Dalla selezione di LVenture Group spicca Fitprime, grazie a un’app che permette alle persone di accedere con un unico abbonamento a più palestre, piscine e varie tipologie di centri sportivi, senza alcun vincolo. E che negli anni ha lanciato servizi accessori, come Fitprime Smart, dedicato all’home-workout e Fitprime Nutrition, per offrire anamnesi e piani alimentari personalizzati, fino al Corporate wellbeing, un servizio B2B che aiuta a promuovere il benessere della popolazione aziendale a tutto tondo. Fondata nel 2015 2hire possiede una tecnologia in grado di connettere qualsiasi tipo di veicolo (automobili, motorini, bici e monopattini elettrici) e abilitare servizi di mobilità condivisa (serve a monitorare, gestire e aggiornare i servizi collegati ai parchi auto dei grandi produttori dell’automotive, così come quelli dei nuovi operatori dello sharing).

Un’altra storia interessante è quella di Screevo, assistente vocale per l’industria 4.0 che consente di inserire i dati al terminale controllando ogni macchina o sistema o software tramite voce, combinando Intelligenza Artificiale, algoritmi di natural language understanding (Nlu) e algoritmi di robotic process automation (Rpa). 

Wesual, ancora, è uno studio di visual content creation che ha lanciato Setflow, la prima piattaforma digitale (Saas) in Europa che consente di creare e organizzare il flusso di lavoro all’interno di un team di produzione di contenuti digitali, nei settori della moda e della ritrattistica, della bellezza e della pubblicità.

Citiamo ancora Futura, che sviluppa modelli di intelligenza artificiale per rivoluzionare il processo di studio, creando percorsi personalizzati in base alla velocità di apprendimento di ogni studente. La start-up vuole rendere accessibile l’istruzione di qualità abbattendo le barriere socio-economiche.

GenomeUp, fondata nel 2017, è invece una start-up digital biotech che ha sviluppato diversi strumenti bioinformatici e protocolli per rendere fruibili i big data sanitari necessari a ricercatori e clinici impegnati nella diagnosi di una malattia genetica rara. Tra le ultime arrivate, anno 2022, figura Cylock, attiva nel campo della cybersecurity: è una piattaforma as-a-service, che consente a professionisti IT e alle aziende di effettuare penetration test, simulazioni di attacchi di phishing e altri tipi di attacchi a software e sistemi informatici ottenendo dei report dettagliati con soluzioni pronte all’uso per eliminare ogni vulnerabilità. E infine Insoore, azienda del 2015, insurtech che ridisegna i processi di raccolta documentale e gestione dei sinistri per renderli più giusti, digitali e veloci per tutti i soggetti coinvolti. 

Il mercato del venture capital in Italia: due miliardi nel 2022, che potrebbero diventare 10 nel 2028

Sono esempi del genere di innovazione portata dal vc attraverso le società incubate. Ma in generale, il mercato del vc italiano, sta vivendo un momento d’oro. Anche a livello istituzionale, dove è sempre più sotto il radar (prova ne siano il Fondo innovazione del governo e lo spazio che ha ottenuto anche in campo Pnrr). E il vc matura anche grazie agli investimenti delle corporate che iniziano a farsi vedere in maniera più consistente: come nel caso degli investimenti di Poste Italiane in Scalapay e Bosch in Arduino. Investimenti che hanno contribuito in maniera decisiva al dato record del 2022: un anno eccezionale in cui, con ben 326 operazioni, le start-up e scaleup italiane hanno raccolto nell’anno 2.080 milioni di euro. (i numeri sono quelli dell’ultimo barometro EY 2023)

Il 2022 è stato un anno da record per gli investimenti in vc in Italia. 326 operazioni con un ticket medio di 6,4 milioni, per un valore complessivo superiore ai 2 mld. Una crescita del 67% rispetto al precedente anno (Fonte: EY vc Barometer 2023)

È aumentato anche il ticket medio da 3,7 milioni a 6,4 milioni. E nel 2022 ci sono stati ben 9 mega deal che hanno generato un controvalore complessivo di 900 milioni: in particolare nel settore Fintech – quali Satispay (320 milioni), Scalapay (215 milioni) e Moneyfarm (53 milioni), ma anche nel settore Energy con Newcleo (300 milione) e Health con MMI (72 milioni). 

Tuttavia, c’è ancora molto da fare: sia perché il mercato degli investimenti è ancora all’inizio e lato exit dà ancora pochi frutti. Sia perché resta il vuoto da colmare rispetto a Gran Bretagna (20 miliardi investiti nel 2022) Francia (12,9) e Germania (10 miliardi).

Senza considerare che (secondo il Venture Capital Monitor realizzato dalla Liuc Business School e promosso dall’Aifi) il 2023 si è aperto in calo: il primo semestre ha registrato investimenti di 496 milioni, la metà dei 976 milioni realizzati nello stesso periodo dello scorso anno e un valore simile al dato complessivo 2020 e in linea con il primo semestre del 2021. 

Nel 2023 il mercato del venture capital ha visto un rallentamento rispetto al 2022 da record, ma le prospettive per il futuro sono rosee. Nel il 2028, il mercato potrebbe superare la soglia dei 10 miliardi (Fonte: Venture capital monitor)

L’operazione Digital Magics-LVenture Group: il primo operatore nazionale di vc che guarda al mondo

In questo contesto è chiaro che avere operatori solidi nel mercato è la chiave per abilitare la crescita futura. La fusione di Digital Magics e LVenture Group va in questa direzione. Due primari operatori nazionali che hanno cavalcato l’onda della crescita imponente del venture capital nazionale con l’obiettivo dichiarato di creare «un operatore di rilevanza a livello internazionale», capace di «attrarre i migliori talenti e start up contribuendo alla trasformazione digitale delle imprese e al potenziamento dell’open innovation», per dirla con Capello. «Questo nuovo player – continua l’ad di LVenture – sarà l’aggregatore di iniziative imprenditoriali e di capitali italiani e internazionali, portando la creatività imprenditoriale italiana su scala globale e dando un concreto contributo a tutto l’ecosistema italiano dell’innovazione per gli investitori, le start-up e le corporate».

Sarà il più grande player italiano privato, «dedicato all’investimento nei talenti e nelle start up e all’open innovation; è un punto di partenza e non di arrivo che ci vede uniti e pronti a crescere con un grande progetto industriale – aggiunge Gay, Presidente esecutivo di Digital Magics – Fare sistema è la chiave per crescere».

La Combined Entity che sarà operativa a fine anno e avrà un portafoglio di oltre 200 start-up, e come si è detto vedrà Gay come Presidente Esecutivo del Consiglio di Amministrazione e Capello quale Amministratore Delegato. E raccoglierà l’eredità di due dei più longevi vc italiani. LVenture Group, partecipato da soci come l’Università Luiss e CPI con un track record ormai decennale ed headquarter a Roma; e la storia milanese di Digital Magics, tra i cui soci storici compare Tamburi Investment Partners. Le sinergie saranno sviluppate sia a livello territoriale sia in termini di ciclo di vita delle start-up. Sentiamo allora dalla voce dei due manager dove porterà questa alleanza.

L’intervista doppia a Marco Gay (Digital Magics) e Luigi Capello (Lventure group)

D. Il vc in Italia ha solo dieci anni di storia: una storia che è veramente iniziata però solo nel 2018 quando abbiamo iniziato a esprimere numeri interessanti. Dopo il 2022 dei record c’è un momento di rallentamento negli investimenti, ma le prospettive sono rosee: qual è la ratio della vostra fusione in questo contesto?

Luigi Capello, ceo di LVenture

Luigi Capello: Guardando al 2028, prevediamo un mercato da 10 miliardi di euro in Italia e siamo passati nel giro di tre anni da mezzo miliardo a 2 miliardi di investimenti. È evidente che in un mercato che cresce per avere rilevanza bisogna avere una dimensione almeno europea: noi due siamo operatori chiave in Italia, ma l’ambiente di riferimento è quello europeo. La dimensione è cruciale per aumentare la visibilità e attirare investitori sempre più internazionali. Questa è stata la nostra spinta. Ci sono inoltre sinergie evidenti, sia perché operiamo in settori complementari, sia perché possiamo sfruttare le relative forti presenze a Roma e Milano. Di queste nozze abbiamo parlato per la prima volta due anni prima che si compissero.

Marco Gay: Credo che ci siano tre punti chiave da sottolineare: il mercato sta evolvendo e continuerà a farlo. Finalmente, l’innovazione dal basso, rappresentata dalle start-up, si è consolidata. Il passaggio che stiamo affrontando è fondamentale. Noi stessi eravamo, fino a qualche anno fa, considerati start-up, ma oggi siamo un’industria solida, con numeri e capacità acclarate. La fusione di due attori di mercato di primaria importanza come noi segna la nascita del primo player europeo di rilievo per l’Italia. Significa iniziare a lavorare con una visione internazionale, influenzando le start-up e attirando investitori a livello globale. Già oggi Digital Magics e LVenture hanno candidati provenienti da oltre i confini nazionali, più del 30%. Abbiamo superato i campanili territoriali e abbiamo deciso di fare qualcosa di diverso, un progetto industriale che mira a creare valore per gli azionisti e l’ecosistema, dando alla nostra industria una visione e una sana ambizione. È anche una situazione inedita per un Paese spesso diviso come il nostro.

D. Quanto vale la newco nata dalla vostra fusione?

Capello: Al momento è difficile quantificare il valore generato da questa aggregazione, ma credo che creeremo un valore considerevole sia attraverso l’aggregazione stessa che attraverso l’attrazione di start-up e investitori di alto livello. Nel Sud Europa diventeremo un player significativo. Siamo convinti che ci sia spazio e che l’ecosistema italiano possa essere attrattivo: l’Italia è un Paese di innovatori e noi cercheremo imprenditori che abbiano le idee rivoluzionarie per metterle a terra in tempi rapidi.

Gay: Esattamente, non possiamo parlare di numeri ma in questo caso direi che uno più uno fa tre. La nostra alleanza produrrà un effetto scalare. Partiamo con un portafoglio di oltre 200 start-up e l’obiettivo di integrarne dalle 50 alle 70 ogni anno.

D. Avete parlato di sinergia territoriale, ma le sinergie saranno anche di altro tipo? 

Marco Gabriele Gay è presidente esecutivo e socio del gruppo Digital Magics

Capello: certamente, ci riteniamo complementari nella catena del valore e anche sul fronte dei settori: LVenture si è concentrata su cleantech, mentre Digital Magics sul fintech, che sono anche i due comparti più appealing per gli investitori. Ci siamo integrati perfettamente.

Gay: Abbiamo sinergie di settori, di programmi di accelerazione, anche di filiera, molto interessanti, sinergie che vanno oltre l’efficienza economica. Da soci e amministratori, l’obiettivo è capire come fare il meglio per le nostre aziende. Questo ci spinge nella giusta direzione in un mercato ricco di potenzialità. E stiamo costruendo un rapporto efficace con CDP Venture Capital, con cui collaboriamo come co-investitori. Il che ci accredita ancora ancora come operatore di riferimento europeo e a tendere internazionale.

D: Com’è cambiato in questi primi dieci anni il vc italiano?

Gay: ci stiamo avvicinando ai numeri europei. Per esempio il ticket medio varia tra i 750 mila euro e il milione di euro e in Europa è intorno al milione. In Europa la media è intorno al milione di euro. E poi nel 2022 è stata superata la soglia psicologicamente dei 2 miliardi, che è molto importante. Ci fa uscire dal blocco culturale sulle start-up: non sono più 4 “nerd” che giocano in garage, sono imprenditori e innovatori.

Capello: È chiaro che ora l’ecosistema vada sostenuto, con politiche e investimenti anche pubblici che aiutino e incentivino quelli privati. Inizia a esserci però una politica ad hoc, basti pensare al lavoro di Cdp Venture Capital. Ci sono poi i fondi del Pnrr, e iniziamo a farci vedere anche da investitori esteri, che acquistano le nostre start-up.

D. Dal vostro osservatorio privilegiato, quali immaginate saranno le tecnologie e i trend più rilevanti nel futuro?

Capello: Ovviamente l’intelligenza artificiale. Ci sono round miliardari in giro per il mondo: l’IA ha un potere trasformativo su molte se non tutte le imprese. Lo vediamo già in termini di effetti nei sistemi informativi, che evolvono giorno per giorno diventando sempre più precisi. Un secondo tema di lungo termine è quello della transizione energetica: l’onda lunga delle tecnologie attuali si propagherà per i prossimi dieci anni.

Gay: Le tecnologie abilitanti e la trasformazione digitale delle imprese non smetteranno di svilupparsi: IA, cloud, blockchain, Internet delle cose e Quantum Computing. Stiamo parlando di mercati che stanno crescendo a ritmi esponenziali e sono alla base delle start-up. La sola IA secondo le statistiche genererà un giro d’affari al 2030 di 1680 miliardi di dollari – una stima conservativa, che non considera l’evoluzione attuale. Noi siamo un Paese a vocazione industriale che produce dati smisurati e la possibilità di elaborarli per generare valore sarà centrale. Una possibilità che arriva, ancora una volta, dall’innovazione delle start-up

D. Ci sono interi settori industriali nuovi che vengono generati dal lavoro delle start-up: quali i più promettenti dal vostro punto di vista?

Andrea Tesei e Lorenzo De Mattei, fondatori di Aptus.ai, start-up che mira a supportare gli umani nella comprensione dei documenti legali e delle normative, grazie a una tecnologia proprietaria di Intelligenza Artificiale

Gay: Innanzitutto c’è il tema della servitizzazione: le aziende manifatturiere diventano sempre più fornitori di servizi associati a un prodotto e anche le imprese di medie dimensioni per competere devono adeguarsi a questo cambiamento. Le medie imprese possono innovare con le start-up in un rapporto win-win. In generale, l’innovazione tecnologica è ciò che alimenta la competitività e la crescita nelle filiere. Noi siamo creatori e facilitatori di innovazione dal basso, perché al centro di tutto ci sono imprenditori che vogliono fare grandi imprese competitive e orientate all’innovazione.

Capello: dall’alveo delle start-up nascono interi nuovi mercati e settori merceologici. Alcuni sono disruptive per i settori industriali. Un nuovo arrivato parte da zero con un nuovo modello di business, mentre per un’azienda tradizionale innovare può essere più complesso: lo vediamo per esempio nel settore auto, dove Tesla è riuscita a creare un’auto elettrica da zero, mentre per un produttore automobilistico la transizione si sta rivelando più complicata. Oppure pensiamo ad Amazon nel settore della distribuzione, che ha completamente rivoluzionato il modo in cui acquistiamo beni. Molte start-up stanno cambiando il mondo in questo senso. Anche il settore del turismo è stato rivoluzionato, con le agenzie di viaggio tradizionali ormai in declino.

D. L’innovazione avviene sempre più nelle start-up dunque: ma le corporate incumbent italiane ne sono consapevoli?

Capello: Nel passato, le aziende corporate avevano un approccio di marketing, ma oggi devono riconoscere il valore aggiunto delle start-up o rischiano di diventare meno interessanti. I mercati in continua evoluzione richiedono di essere vicini all’innovazione. Stanno emergendo sempre più Corporate Venture Capital (Cvc), in cui le aziende corporate cercano consulenza e supporto per investire in start-up. Questa tendenza sta crescendo costantemente.

Gay: Un esempio concreto di questo commitment da parte delle industrie tradizionali sono le nostre collaborazioni con Intesa Sanpaolo e Tinexta negli ultimi 9 mesi. Questi due importanti attori di mercato hanno scelto di lavorare con noi dopo aver compreso la direzione che stavamo prendendo, anche grazie alla fusione con Lventure Group. E quindi hanno deciso di siglare una joint venture paritaria per investire nel nostro portafoglio, con 15 e 5 milioni di euro rispettivamente. È una dimostrazione tangibile della sensibilità delle aziende all’innovazione che arriva dal basso, dalle start-up. E una comprensione crescente tra le aziende di medie dimensioni che possono collaborare con le start-up per ottenere benefici reciproci. L’innovazione tecnologica è ciò che stimola la competitività e la crescita nelle filiere. Noi siamo facilitatori di innovazione, con l’obiettivo di aiutare le imprese a diventare più competitive nel mondo, mettendo l’innovazione al centro del processo.














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