Dalla 24ORE Business School un master sui processi aziendali nell’era di Industry 4.0

* I ruoli di chi governa la supply chain sono sempre più strategici per la riuscita del piano di sviluppo delle imprese. Questo percorso formativo, in partenza a Milano il 21 novembre, si rivolge a manager e specialisti che devono acquisire competenze nuove per gestire una produzione digitalizzata e globale

Oggi ho accompagnato una trentina di persone (quasi tutti manager e professionisti di una grande multinazionale italiana in cui ho lavorato per diversi anni) a visitare l’hub di Castel San Giovanni di Amazon.

Non tengo più il conto delle volte in cui sono stata nei centri di distribuzione di Amazon, ad occhio e croce, credo siano state più di venti.







Ho avuto la prima opportunità nel 2014 e da allora ho portato in Amazon più di cinquecento persone.

Perché l’ho fatto?

Beh, la risposta per me è semplice: chi vuol scoprire come sarà il futuro della distribuzione deve per forza cominciare a vedere il dietro le quinte di questo player dell’e-commerce, che fa della Logistica (volutamente uso il maiuscolo) il suo vero punto di forza.

Ma quanti veramente sanno dare un significato a vocaboli come Logistica o Supply Chain?

Se cerchiamo di analizzare il significato della parola “logistica” ci troviamo già in difficoltà.

Etimologicamente il temine Logistica deriva dal greco “logistikos” (λογιστικός) che significa “che ha senso logico”, a sua volta derivato da “lógos” (λόγος), “parola” , “ordine” , “pensiero”,” calcolo”, per i greci infatti più concetti erano strettamente collegati ed espressi con la stessa parola.

Definire poi la Supply Chain è ancor più complicato, perché tutto sommato stiamo parlando di una funzione relativamente giovane e, ahimè, molto spesso ignorata dalle aziende che non hanno ancora capito come l’integrazione di tutte quelle attività che collegano il flusso dell’ordine con le operazioni “fisiche” sia indispensabile per arrivare ad un processo del ciclo attivo efficace ed efficiente.

La mia definizione personale di logistica è “From order to cash”: in queste quattro parole si riassume, a parer mio, lo scopo ultimo della Supply Chain.

Nella Supply Chain, infatti, dovrebbero essere incluse le attività che partono dall’analisi della domanda e dalla elaborazione delle previsione di vendita, proseguendo con la pianificazione della produzione, l’acquisto dei materiali e la conseguente gestione dello stock, l’organizzazione del network logistico distributivo e dei depositi, includendo la gestione delle attività di magazzino e di trasporto, le attività di order entry, customer service e fatturazione, il presidio delle consegne e degli arrivi da estero (in caso di importazioni) o delle spedizioni verso l’estero e la gestione del credito fino all’incasso finale.

Tutte queste attività, confluendo in un’unica funzione operativa, portano al controllo puntuale di tutta la filiera post vendita, permettendo una gestione efficace ed efficiente.

Possiamo definire questo modello organizzativo, estremamente fluido e snello, Supply Chain Integrata.

Chi entra in un Hub di Amazon capisce inoltre che il fattore tempo “il fast & perfect order” sia lo scopo vero di tutta l’organizzazione operativa messa in campo.

Nelle aziende di produzione una Supply Chain Integrata può favorire lo speed up operativo, grazie al superamento delle barriere imposte dal coinvolgimento di aree funzionali diverse, proprie di un modello di gestione per silos. L’ordine del cliente deve trovare lo stock, essere fatturato senza errori, consegnato nei tempi previsti e portare ad un incasso certo in tempi rapidi, sotto la piena responsabilità di un unico ente: la Supply Chain.

Tornando ad Amazon, una delle cose che più mi piace rilevare è la capacità che ha avuto, chi ha organizzato tutto il sistema di gestione dello stock e ha strutturato le attività necessarie per arrivare alla consegna veloce e puntuale di un ordine, di realizzare un meccanismo perfetto senza ricorrere ai modelli tradizionali che si possono apprendere studiando i testi accademici di logistica nelle aule di ingegneria.

Questa è la parte più affascinante della Supply Chain: la possibilità per chi vi lavora di continuare a migliorare e modificare processi operativi, network distributivo, logiche di acquisto o di programmazione in funzione del mutare del contesto o dei modelli di business.

È quindi un lavoro per chi, tutti i santi giorni, voglia mettere in discussione l'”as is” e sia costantemente focalizzato sulla ricerca di aree di ottimizzazione e di miglioramento del servizio al Cliente.

Per farlo bene serve quindi un aggiornamento continuo che possa alimentare un’instancabile fame di novità ed una ricerca incessante delle best practice.

Quando la 24ORE Business School mi ha chiesto di costruire un palinsesto per un master Executive che coprisse le aree di Operations e Supply Chain Management, ho cercato di disegnare un percorso attraverso il quale si potessero conoscere tutti i processi fondamentali che un’azienda di produzione deve attuare, costruendo per ognuno di essi un’esperienza conoscitiva che potesse andare anche oltre l’aula.

Per questo una delle visite chiave per capire il futuro e, soprattutto, scoprire il ruolo strategico della Supply Chain è la visita all’Hub principale in Italia di Amazon, dove su più di 100000 mq, 1650 persone lavorano seguendo le logiche della Qualità ma, al tempo stesso, sono coinvolte in un percorso di innovazione continua.

Ecco allora che la Logistica diventa una vera e propria Fabbrica delle Consegne, dove i principi della lean manufactoring trovano piena applicazione, ma si legano anche a concetti innovativi, tra tutti la presenza del reparto HR a completa disposizione dei lavoratori nel magazzino.

Inoltre devo ammettere che tutte le volte che entro in un Hub di Amazon scopro cose nuove e da esse traggo spunto.

Amazon però è solo un esempio, perché tutte le visite sul campo sono momenti per far nuove esperienze ed offrono opportunità di incontro con realtà all’avanguardia.

Da Barilla a Lavazza, a Samsung, Conad, Unilever o P&G: contesti diversi, ma simili per capacità di innovazione e di eccellenza operativa.

Le lezioni in aula sono poi l’occasione per entrare in profondità in ogni argomento con docenti, in maggior parte manager e dirigenti di aziende di successo, capaci di coinvolgere l’aula, stimolando il confronto e la partecipazione attiva dei presenti.

Questa sarà la 5^ edizione del Master e, ne sono certa, ci saranno sicuramente nuove opportunità per chi potrà frequentarlo.

Il mondo produttivo e distributivo si sta modificando con una velocità impressionante, per questo molte lezioni affronteranno temi che solo cinque anni fa erano pressoché sconosciuti.

Nascono nuove aziende, start up organizzate da giovani che possono esplodere se gestite in modo corretto. Poter contare su una Supply Chain ben strutturata è indispensabile per arrivare al successo.

Alla conoscenza dei processi fondamentali è quindi affiancato nel corso del master l’insegnamento di metodi di analisi, di controllo e gestione, anche attraverso momenti di team work in aula.

A ciò si aggiunge il confronto diretto con chi può far conoscere le più recenti opportunità tecnologiche: visitare il Tecnopolo dell’Università di Parma è per esempio uno di questi momenti.

Io, devo ammetterlo, mi diverto molto negli otto mesi del Master e tutti gli anni mi arricchisco insieme ai partecipanti di nuove conoscenze.

Chi vuol crescere non dovrebbe mai smettere di cercare di imparare cose nuove e farlo divertendosi è sicuramente il modo migliore.

 

Queste e tante altre le tematiche che verranno approfondite durante la nuova edizione dell’Executive Master Industry 4.0 & Supply Chain Management di 24ORE Business School, in partenza a Milano il 21 Novembre.

* Di Donatella Rampinelli, Founder The Supply Chain Factory, Coordinatrice Scientifica Master Executive Industry 4.0 & Supply Chain Management 24ORE Business School














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